fardello della verita. Ci sono cose che non posso rivelarvi, cose che di certo non vorreste apprendere. La mia offerta comporta il rispetto di alcune condizioni, lasciate che ve le sottoponga e vediamo se sara possibile addivenire ad un accordo. In caso contrario, ci accomiateremo amichevolmente.»

Marsh strappo via il petto al secondo pollo. «Andate avanti,» disse. «Vi ascolto.»

York depose coltello e forchetta e congiunse le dita. «Per una serie di ragioni del tutto personali desidero diventare armatore di un battello. Voglio navigare lungo l’intero corso di questo grande fiume, e voglio farlo nell’agio e nella piu completa riservatezza, non da passeggero, bensi da capitano. Ho un sogno, un fine. Cerco amici ed alleati, e ho nemici, molti nemici. I particolari non vi riguardano. Non insistete per conoscerli, vi mentirei. Non insistete mai.» Lo sguardo s’inaspri ferocemente per un solo istante, e subito si raddolci mentr’egli sorrideva. «Cio che puo e deve interessarvi e il mio desiderio di possedere e comandare un battello, Capitano. Come voi stesso potete facilmente arguire, io non appartengo alla tribu del fiume. Non so nulla dei battelli, o del Mississippi, oltre a cio che ho letto in qualche libro e ho appreso nelle settimane che ho trascorso a St. Louis. Ovvio, quindi, che abbia bisogno di un socio, di qualcuno che abbia la piu totale familiarita col fiume e con la gente del fiume, uno che sappia svolgere e controllare le operazioni che il mio battello deve compiere quotidianamente, e che mi lasci libero di perseguire i miei scopi personali.

«Questo socio deve possedere anche altre qualita. Dev’essere discreto, giacche non desidero far si che la mia condotta — che riconosco essere talora alquanto peculiare — divenga argomento di conversazione tra la gente che bazzica il lungofiume. Il mio socio dev’essere fidato, giacche deporro nelle sue mani ogni comando. Dev’essere coraggioso. Non voglio uno smidollato, o un superstizioso, ne un che sia eccessivamente religioso. Voi siete un uomo religioso, Capitano?»

«No,» disse Marsh. «Non ho mai digerito i bigotti, ne loro me.»

York sorrise. «Pratico. Voglio un uomo pratico, concreto. Un uomo che si concentri sul proprio lavoro, e non mi faccia troppe domande. La riservatezza e un bene che tengo in gran conto, e se talvolta le mie azioni dovessero apparire bizzarre o arbitrarie o capricciose, ebbene esigo che non se ne abbia mai da ridire. Avete capito quali sono le mie richieste?»

Marsh si tiro pensosamente la barba. «In tal caso?»

«Diverremo soci,» affermo York. «Affiderete ai vostri avvocati e ai vostri impiegati la gestione della compagnia. Voi viaggerete con me sul fiume. Io saro comandante. Voi potrete chiamarvi timoniere, capitano in seconda, qualunque titolo vogliate. Il comando effettivo del battello sara comunque affidato a voi. I miei ordini non saranno frequenti, ma quella volta che comandero qualcosa, voi farete in modo che venga ubbidito senza discutere. Con noi viaggeranno alcuni miei amici, avranno a disposizione una cabina a titolo gratuito. Potrei ritenere opportuno affidare loro delle mansioni sul battello, compiti che stabiliro a mia discrezione. Non discuterete queste decisioni. Potrei acquisire nuove amicizie durante le soste, ed ospitare a bordo anche queste. Accoglierete cordialmente i nuovi amici. Se saprete rispettare queste condizioni, Capitano Marsh, diverremo ricchi insieme e viaggeremo sul vostro fiume negli agi e nel lusso.»

Abner Marsh rise. «Beh, puo darsi. Ma questo fiume non e mio, Mister York, e se pensate di viaggiare nel lusso sul vecchio Eli Reynolds, avrete una cocente delusione quando vi salirete a bordo. Quel battello e una vecchia bagnarola sgangherata e non offre che poverissime sistemazioni, e il piu delle volte e zeppa come un uovo di forestieri che al prezzo di un passaggio ponte viaggiano da un posto improbabile all’altro. Sono due anni che non ci metto piede — adesso e il vecchio Capitano Yoerger a comandarlo al posto mio — ma l’ultima volta che ci ho viaggiato era ridotto proprio male. Voi che bramate il lusso, dovreste acquistare la comproprieta di gioielli come l’Eclipse o il John Simonds.»

Joshua York bevve un sorso di vino e sorrise. «Non avevo in mente l’Eli Reynolds, Capitano Marsh.»

«Ma quello e l’unico battello che possiedo.» York mise giu il bicchiere col vino. «Venite,» disse, «Spostiamoci di qua. Andiamo nella mia stanza, approfondiremo il discorso.»

Marsh protesto debolmente. Il Planters’ House offriva un eccellente dessert, e non gradiva l’idea di rinunciarvi. Tuttavia, dovette cedere alle insistenze di York.

La stanza di York era una suite spaziosa e ben arredata, la migliore sistemazione di cui disponeva l’albergo, solitamente riservata ai ricchi proprietari di piantagioni venuti su da New Orleans. «Sedetevi,» disse York imperiosamente, e con un cenno indico un’ampia e comoda poltrona del soggiorno. Marsh si sedette mentre il suo ospite entrava in uno stanzino interno da cui fece ritorno dopo pochi istanti recando uno scrigno con rinforzi in ferro. Lo depose su di un tavolo e comincio ad armeggiare con la serratura. «Venite qui,» disse, ma Marsh si era gia alzato e gli stava alle spalle. York sollevo il coperchio.

«Oro,» disse piano Marsh. Allungo una mano e tocco le monete. Le fece scorrere tra le dita, assaporando il tocco del metallo biondo, lo splendore ed il tintinnio. Porto una moneta alla bocca e la saggio. «Abbastanza puro,» sentenzio, sputando. Rigetto quindi la moneta nel piccolo forziere.

«Diecimila dollari in pezzi d’oro da venti,» disse York. «Ho altri due scrigni uguali a questo, e certificati di credito di banche di Londra, Filadelfia e Roma, per un ammontare assai maggiore. Accettate la mia offerta, Capitano Marsh, ed avrete un secondo battello, un battello di gran lunga piu grande e potente del vostro Ely Reynolds. O forse, farei meglio a dire che noi due avremo un secondo battello.» Sorrise. Abner Marsh aveva deciso di rifiutare l’offerta di York. Aveva un disperato bisogno di quel denaro, ma era un uomo sospettoso e poco aduso ai misteri, e questo York pretendeva una dose eccessiva di fiducia cieca. L’offerta era buona, troppo buona; Marsh era certo che sotto sotto nascondesse un pericolo, un inganno, e se avesse accettato sarebbe stato lui a pagarne le consueguenze. Ma ora, abbacinato dal colore della ricchezza di York, la sua determinazione comincio a vacillare. «Un nuovo battello, avete detto cosi?» disse senza vigore.

«Si,» rispose York, «e questo e da considerarsi al di fuori della somma che sono disposto a pagare per acquistare la comproprieta della vostra linea di navigazione.»

«Quanto…» comincio Marsh. Le labbra gli si seccarono. Le lecco nervosamente. «Quanto avreste intenzione di spendere per costruire questo nuovo battello, Mister York?»

«Quanto occorre?» chiese York tranquillamente.

Marsh sollevo una manciata di monete d’oro e le lascio ricadere nello scrigno, facendosele scorrere tra le dita sonoramente tintinnati. Il luccichio di queste, penso, ma non disse altro che, «Non dovreste portare con voi una somma simile, York. Ci sono canaglie che vi ucciderebbero per una sola di queste monete.»

«So proteggermi, Capitano,» replico York. Marsh spio lo sguardo dei suoi occhi e si senti raggelare. Commisero allora il ladro che avesse cercato di rubare l’oro di Joshua York.

«Fareste quattro passi con me? Lungo l’argine?»

«Non mi avete ancora dato una risposta, Capitano.»

«Avrete la vostra risposta. Prima andiamo laggiu. C’e una cosa che voglio farvi vedere.»

«Benissimo,» acconsenti York. Chiuse il coperchio dello scrigno ed il dolce luccichio giallo svani dalla stanza, che d’improvviso sembro angusta e tenebrosa.

La notte era fresca e densa d’umidita. Gli stivali dei due uomini riecheggiarono nelle strade oscure e deserte. Il passo di York, agile e aggraziato, quello di Marsh pesante e autoritario. York indossava una larga giacca da timoniere il cui taglio la faceva somigliare ad un corto mantello, e portava sul capo un alto cappello di castoro un po’ vecchiotto che proiettava lunghe ombre nel chiarore della mezza luna. Con occhi fiammeggianti Marsh scrutava i vicoli oscuri che si snodavano tra i magazzini di squallidi mattoni, e si studiava di esibire un aspetto solidamente e torvamente forte, sufficiente a tenere alla larga canaglie d’ogni sorta.

Una moltitudine di battelli erano allineati lungo l’argine; almeno quaranta, ormeggiati ai pontili d’attracco o alle barche da scarico. Neppure a quell’ora il lungofiume godeva di una pace completa. Cataste enormi di merci da carico disegnavano ombre nere nel chiarore della luna, e gruppi di scaricatori sfaccendati oziavano appoggiati a casse o a balle di fieno passandosi una bottiglia di mano in mano o fumando le loro pipe d’argilla. La luce brillava ancora dalle finestre delle cabine di una dozzina di battelli. Il Wyandotte, che navigava sul Missouri, era acceso e fumava vapore. Scorsero un uomo in piedi sull’alto ponte del Texas di un grande battello con le ruote laterali. Li stava guardando con curiosita. Abner Marsh e York passarono oltre; sfilarono davanti alla processione di battelli oscuri e silenziosi i cui alti fumaioli si stagliavano netti contro la volta stellata, simili ad una fila di alberi anneriti con le cime ingioiellate da bizzarre infiorescenze.

Finalmente il Capitano Marsh si fermo dinanzi ad un grande battello con le ruote a lato. Era un battello riccamente ornato, e sul ponte principale torreggiava una montagna di merci. Lo sbarcatoio era sollevato per evitare indesiderate intrusioni a bordo; la vecchia scialuppa logorata dalle intemperie gli dondolava accanto, strofinandosi sulla murata. Persino nel fioco lucore della mezza luna lo splendore di quel battello si mostrava con

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