Scrivere poesie era un’attivita piuttosto comune fra gli hakh’hli… anche se alcuni elementi, in particolare i grezzi hakh’hli-operai che erano stati generati per occuparsi dei lavori pesanti e pericolosi all’esterno della nave o attorno ai suoi motori radioattivi, non sapevano nemmeno di che cosa si trattasse. Ma gli altri sei membri della coorte di Sandy si dedicavano spesso a questa particolare pratica intellettuale. Per loro non era altro che un modo per mettersi in mostra. Sandy aveva gia scritto un certo numero di poesie, ma come tutte quelle prodotte nella sua coorte, anche queste erano state scritte in lingua hakh’hli, e quindi usando ideogrammi piuttosto che lettere. Per gli hakh’hli, l’aspetto artistico visivo della poesia sulla carta era importante almeno quanto il contenuto delle parole. Sandy pero ora voleva fare qualcosa che nessuno dei suoi compagni aveva mai fatto in precedenza, ovvero scrivere una poesia in stile hakh’hli, ma in lingua inglese.
Aveva gia trovato le parole adatte e stava iniziando a darsi da fare per comporle in uno schema artistico quando venne interrotto da una squillante voce hakh’hli proveniente dalla porta d’ingresso dell’asilo. — O, persone cattive! Persone-che-non-contribuiscono-facendo-il-loro-dovere! State giocando, trascurando il vostro lavoro! Desistete immediatamente! Tornate a lavorare! Questo e un ordine!
Sandy riconobbe immediatamente la voce. MyThara era tornata ed era davvero arrabbiata sollevata completamente sulle zampe posteriori per torreggiare sulla coorte. Passo all’inglese per continuare la sua predica, balbettando e sbagliando persino la grammatica per la rabbia. — Che diavolo avete? Perche vi comportate come hoo’hik? Gli infanti nafcituri devono avere luogo ficuro per creffere!
Emettendo sbuffi imbarazzati, i membri della coorte si fermarono dove erano. In effetti, avevano combinato un bel disastro. Meta delle reti gia fissate erano state letteralmente strappate via, e ora penzolavano flaccide e inutili dai loro pioli sulle pareti. — Mi dispiace, MyThara — disse Demmy meschinamente. — Ma e stato Chiappa a iniziare. E saltato addosso a…
— Non intereffa Chiappa! Intereffa che mie perfone fi fono comportate male e non bene! Ora ripulite fubito quefto cafino e rimettervi al lavoro, alla fvelta!
Una volta finito il turno lavorativo di tre dodicesimi di giorno e tornati nella sezione riservata alla loro coorte, MyThara chiamo Sandy per una prova di abbigliamento. Sandy a quel punto aveva una fame notevole, come del resto tutti loro, ma non poteva dire di no a MyThara. Per gran parte della sua vita, Sandy era stato convinto che MyThara fosse la persona piu saggia del suo piccolo mondo, oltre che la migliore in assoluto. Ne era tuttora convinto, e cosi, seguendo un impulso, decise di porle una domanda che lo aveva tormentato per diverso tempo. — MyThara-tok? — domando. — Tu diventerai mai un’Anziana?
MyThara assunse un’espressione sbalordita. — Lifandro! — esclamo. — Che idea! Io non fono nata per effere un’Anziana, non credi?
— No? — domando Lisandro.
— No, non lo fono. Devi fapere che prima che le uova fi fchiudano, gli fienfciati le manipolano a modo loro. E per quefto che tutti i componenti della tua coorte fono in grado di pronunciare quelle terribili effe e tutto il retto…
— Lo so — la interruppe Sandy. — Questo lo sanno tutti.
— Infomma — continuo MyThara — a me non hanno mai fornito i tratti genetici neceffari per diventare un’Anziana. Non mi hanno dato la faggezza e l’intelligenza…
— Ma tu sei molto saggia e intelligente! — la interruppe Sandy con tono sincero.
— Per me, fi — rispose MyThara leggermente imbarazzata. — Tu fei proprio un bravo ragazzo. Folo che io non poffeggo le caratteriftiche genetiche neceffarie per effere un’Anziana, non trovi? Ma del refto e giufto che fia cofi. Io fono felice. Fto facendo un lavoro utile. E proprio in quefto che confitte la felicita, Fandy. Nel fare il lavoro che ci viene affegnato e nel farlo nella migliore maniera poffibile.
— Che tipo di lavoro utile stai facendo?
— Cofa intendi dire, Lifandro?
— Hai appena detto che stai facendo un lavoro utile. Io credevo che tu ti limitassi a occuparti di me.
— E allora? Non e forfe quefto un lavoro utile? Tu fei una perfona utile, Fandy. Fei l’unico effere umano in tutta la nave, e quefto ti rende molto fpeciale. Ma ora procediamo con la tua prova di abbigliamento, va bene? — Si protese in avanti per appoggiare tutti e quattro i pollici sui comandi del monitor. Sullo schermo apparvero immediatamente una serie di immagini di terrestri di sesso maschile con indosso diversi abiti.
Prendere una decisione su che cosa dovesse indossare Lisandro per la sua missione sulla Terra non era affatto facile, poiche a quanto pareva gli esseri umani cambiavano spesso tipo di abbigliamento a seconda degli anni e delle epoche. Ma la cosa peggiore era che le reti televisive terrestri avevano la disorientante abitudine di trasmettere film storici, alcuni dei quali erano tanto antichi da non fornire alcun tipo di indizio sulla data della loro produzione. Le toghe, di questo gli hakh’hli erano sicuri, erano fuori moda. E anche i cappelli piumati e le spade lo erano. Un completo formale da lavoro sembrava essere la cosa piu sicura, ma… insomma, di che genere doveva essere? Doppiopetto o normale? Con i risvolti larghi o stretti? Con la cravatta o senza? Con il colletto rigido? Con il risvolto ai pantaloni? Con un gilet? E in quel caso, il gilet doveva essere di un colore neutro che andasse d’accordo con la giacca o doveva stagliarsi con colori vivaci come il rosso o il giallo?
Oltre a tutto cio, vi era il terribile problema del materiale da usare per confezionare gli abiti. Le migliori immagini televisive terrestri a disposizione degli hakh’hli mostravano chiaramente i colori e in alcuni casi anche il tipo di tessuto di alcuni abiti tipici, ma vi erano sempre dei dettagli che nessuno sull’astronave era in grado di comprendere. Gli studiosi piu abili, consultando oltre un secolo di trasmissioni televisive terrestri, erano riusciti a imparare molte cose e a dedurne altrettante attraverso confronti e paragoni di vario genere, ma non erano comunque stati in grado di stabilire se un particolare capo di abbigliamento dovesse essere composto da tessuto sottile o spesso, se dovesse essere foderato o meno, o anche come andasse effettivamente messo assieme. Naturalmente, questi particolari erano piu importanti per Sandy che per qualsiasi altro membro della sua coorte, poiche questi ultimi indossavano gia da tempo abiti terrestri, o almeno qualcosa di simile. I sei giovani hakh’hli che accompagnavano Sandy in ogni fase della sua vita indossavano infatti pantaloncini corti, modificati per poter ospitare le loro possenti zampe posteriori, giacchette a maniche corte, e ogni tanto addirittura dei cappellini. Le scarpe erano qualcosa di pressoche impossibile da indossare per un hakh’hli, date le dimensioni dei suoi piedi, ma alle volte alcuni accettavano di infilarsi qualcosa di simile a sandali. Lisandro invece si vestiva sempre come un terrestre in tutto e per tutto. Gli era stato persino richiesto di allenarsi a “fare il nodo della cravatta” davanti a uno specchio, come apparentemente facevano quasi tutti i terrestri di sesso maschile. Tuttavia, nulla di cio che Sandy aveva dovuto imparare fino ad allora era servito a prepararlo per il gravoso compito della selezione che si apprestava ad affrontare in quel momento. — Non posso indossare abiti del genere! — esclamo. — Come faccio a defecare?
— Gli ftudiofi dicono che la migliore cofa da fare e togliere il pantalone — lo rassicuro MyThara. — Vedrai che non avrai alcun problema, Lifandro.
— Ma avro l’aspetto di un imbecille!
— Farai molto elegante, invece — promise MyThara mentre inseriva nell’apparecchio le scelte finali. — Le femmine della Terra ti leccheranno la lingua, ne fono ficura. — Sandy riusci a mantenere un’espressione scocciata, ma internamente il suo cuore ebbe un vero e proprio sobbalzo a quel solo pensiero. — E ora preparati per il pasto di mezzogiorno — concluse MyThara.
Dato che il carrello con il pranzo di mezzogiorno non era ancora arrivato, i componenti della coorte avevano deciso di dedicarsi a una partita di pallacanestro, sia per mantenersi occupati che per scaricare parte della tensione nervosa accumulata dalle loro giovani e pulsanti ghiandole.
La loro idea della pallacanestro non era del tutto regolamentare. Giocavano in tre per squadra, con uno come arbitro; naturalmente, dato che Sandy era rimasto con MyThara a scegliere i vestiti, in quell’occasione avevano iniziato senza arbitro. La palla non rimbalzava esattamente allo stesso modo in cui l’avevano vista rimbalzare nelle immagini televisive delle partite fra i Knicks e i Lakers, e la loro stanza non aveva nulla a che vedere con un campo regolamentare. Cio nonostante, facevano del loro meglio. Sandy Washington cercava sempre di convincere gli altri a giocare a quel gioco, poiche era forse l’unico in cui, certe volte, era in grado di batterli. Loro erano decisamente piu forti, ma lui era piu veloce.
Cosi, Sandy convinse Obie a uscire dalla partita per fare l’arbitro (cosa piuttosto facile, dato che a Obie non piaceva particolarmente quel gioco) e si butto nella mischia. Non era certo una grande partita come quelle che usavano fare tempo addietro, 12 contro 12, prima che la loro coorte venisse isolata dalle dozzine di altre con le