avrebbe deformato le linee eleganti dei suoi blazer di sartoria. Sarebbe potuta passare per una comune cittadina, una civile, non fosse stato per quegli occhi verdi, che di civile avevano ben poco. Si era comodamente sistemata su un divano di broccato del Settecento, in una calda chiazza di sole pomeridiano. La gamba snella fasciata di jeans era ripiegata sotto il corpo, ma la suola della scarpa da jogging non toccava il tessuto. Helen Markowitz le aveva insegnato a rispettare i mobili, fossero quelli antichi di cui era pieno il suo ufficio, con i tappeti persiani e i paralumi di vetro colorato, o quelli piu spartani del Dipartimento di Polizia di New York.

«Parlagli, Mallory», le disse Effrim Wilde, che, conoscendola da quasi dieci anni, si guardava bene dal chiamarla Kathy o Kathleen.

Quando si volto verso Effrim i suoi occhi dal taglio allungato erano aperti solo a meta. «Spero che il ragazzo non sia posseduto dal diavolo», disse. Lancio un'occhiata a Charles. «E una cosa che detesto, davvero.»

Charles Butler sfodero un largo sorriso. Effrim Wilde non era altrettanto divertito.

Effrim era una sagoma tondeggiante nella luce smorzata che si diffondeva dall'ampia finestra centrale. Rimpicciolito dall'imponenza delle tre finestre ad arco, faceva pensare a un chierichetto, sebbene avesse passato da un pezzo i cinquanta. Il viso di cherubino cresciutello era incorniciato da capelli ondulati, ormai piu sale che pepe.

«Charles, la questione e affascinante.»

«Smettila, Effrim.»

Charles avrebbe volentieri scambiato il proprio grosso naso con quello rincagnato di Effrim. Non poteva guardare da nessuna parte senza vederlo, o senza notare l'ombra che quella sua specie di proboscide proiettava su tutti i muri. Charles non era un bell'uomo, lo sapeva. Si era da tempo rassegnato al fatto che quanti lo incontravano per la prima volta tendessero a prenderlo per un lunatico appena scappato dal manicomio, forse a causa dei suoi grandi occhi ovoidali e delle iridi che come piccole biglie azzurre roteavano in mezzo a tanto bianco, conferendogli l'aspetto di uno perennemente colto di sorpresa.

«Non ho alcuna voglia di occuparmi di certe sciocchezze», prosegui, alzandosi da una sedia Queen Anne e incombendo senza volere sull'uomo piu piccolo. Charles era alto quasi due metri e per lui incombere era inevitabile.

«Non sono sciocchezze, Charles. Ho i dati…»

«Dei russi o dei cinesi? Non importa. In entrambi i casi quegli esperimenti non mi convincono, non sono stati condotti con alcun rigore. Perche non appioppi il caso a Malakhai?»

«Malakhai, quello che smaschera i finti fenomeni paranormali? Credevo che fosse morto.»

«No. Adesso e in pensione, ma non credo che il caso di un ragazzino rappresenterebbe uno sforzo eccessivo. Non verra a costarti troppo per un quarto d'ora di lavoro, vedrai.» Charles si giro verso Mallory. «Malakhai e un vecchio amico di famiglia. Ha girato l'Europa con mio cugino Max quando faceva il mago. Naturalmente tu eri di la da venire.»

«Charles, non sono i costi a preoccuparmi», disse Effrim.

«Bene. Non che Malakhai abbia bisogno di denaro. Vuoi che gli telefoni?»

«Assolutamente no. Ogni caso di cui si e occupato in vita sua e diventato un vero circo. Io ho bisogno di discrezione. Si tratta di un bambino, un bambino con dei grossi problemi.»

«Ah si?» Charles si sollevo sulla punta dei piedi, sorridendo affabilmente. «Credevo che stessi lisciando il padre del ragazzo perche controlla un comitato per la concessione di fondi. E in questo periodo dell'anno che l'istituto va a caccia di contributi, giusto? Io mi occupo solo di talenti concreti, quantificabili.»

«Far levitare oggetti non e un talento?» Gli occhi di Effrim rotearono pieni di incredulita.

«Effrim, sai benissimo che la storia del ragazzo e una bufala. Non fa levitare proprio niente. Ed e inutile che guardi Mallory con quegli occhi supplichevoli. Non e particolarmente sentimentale quando si tratta di bambini, vecchiette o cagnolini. Lei non crede che gli oggetti inanimati possano volare senza una causa fisica. A proposito, il termine appropriato e 'psicocinesi'.»

«D'accordo, d'accordo, conosci il gergo tecnico meglio di me», disse Effrim, agitando la mano in un gesto di concessione. «Terro conto della precisazione. Grazie.»

«E se il ragazzo fa levitare del cibo, si chiama maleducazione.»

«Grazie, Charles.»

Charles osservo Effrim, che sorrise amaramente prima di emettere un sospiro afflitto, consapevole del fatto che il suo vecchio amico stava solo raccogliendo le forze prima di un nuovo attacco.

«Questo bambino e passato attraverso una fase di terribile travaglio emotivo» disse Effrim nel tono che avrebbe usato per dire: 'Fratelli e sorelle, preghiamo'. «Sua madre mori che aveva appena nove anni. E quattordici mesi piu tardi la stessa sorte tocco alla sua prima matrigna.»

«Niente da fare, Effrim. La psicocinesi non e il mio campo.»

Effrim levo gli occhi al cielo, alla maniera dei santi emaciati della pittura del Trecento. «Il tuo campo e scoprire nuove doti e trovare il modo di applicarle, giusto? Questo bambino e un caso eccezionale. Il suo quoziente d'intelligenza e pari al tuo. E poi il caso e piuttosto urgente. L'attuale moglie di suo padre e terrorizzata. Sembra che il ragazzo abbia deciso di impiegare le sue facolta in un modo piuttosto terrificante.»

Un braccio lungo e sottile, terminante in cinque unghie laccate di rosso, si allungo sul retro del divano mentre Mallory si riscuoteva dall'apparente stato di letargo.

«Allora il suo bersaglio e la nuova matrigna?»

Charles guardo Effrim mentre questi rivalutava mentalmente Mallory come possibile alleata, studiando una strategia su misura per lei.

«Spero proprio di no» disse Effrim con squisita ipocrisia. «Il ragazzo si diverte a far levitare oggetti affilati.»

Charles riempi di sherry il bicchiere vuoto di Mallory.

Si scambiarono uno sguardo, e in quello sguardo ebbe luogo una breve conversazione, nel corso della quale l'uomo la scongiuro di non incoraggiare Effrim.

Poi Charles offri la bottiglia di vetro al suo buon amico di tanti anni, sulla cui onesta e affidabilita non avrebbe certo scommesso. «Effrim, se credi che il ragazzo sia traumatizzato, non sarebbe il caso di mandarlo da uno psichiatra?»

«Probabilmente no» disse Mallory, rispondendo al posto di Effrim. «Quanti psichiatri davvero in gamba ci sono al mondo? Se si tratta di un trucco e il ragazzo e sveglio come dici, uno strizzacervelli qualunque non sarebbe certo in grado di aiutarlo.»

Charles guardo nella sua direzione, con un sorriso tirato che significava: 'Ti avevo pregato di non farlo'.

Mallory ignoro il suo sguardo. Charles trovo curioso che lei prendesse le parti di Effrim pur nutrendo tanta istintiva diffidenza nei suoi confronti.

«Come sono morte la madre e la prima matrigna?» chiese Mallory a Effrim.

Ecco la ragione dell'interesse di Kathy. Charles avrebbe dovuto intuirlo. Era stufa di lavorare con lui. Finito il periodo di sospensione, Mallory sarebbe tornata a lavorare nella Sezione Crimini Speciali. Charles non aveva nulla da offrirle, niente cadaveri ne rompicapo appassionanti quanto un omicidio.

Effrim guardo nel suo bicchiere, leggendo nello sherry la mossa successiva. «Due tragedie, due vere tragedie. La madre naturale del ragazzo mori per un attacco cardiaco. Fatto strano, visto che era molto giovane, solo ventott'anni.» Alzo lo sguardo per saggiare l'effetto dell'esca lanciata a Mallory, ma il suo volto non esprimeva alcuna emozione. La fisso negli occhi troppo a lungo e il suo sguardo lo turbo. Torno al bicchiere e si rivolse allo sherry. «La prima matrigna si suicido… senza lasciare un biglietto.»

Mallory sollevo leggermente il mento. Adesso gli occhi erano completamente aperti.

Charles fisso il soffitto. Ottimo lavoro, Effrim.

«Una bella dose di sfortuna per una famiglia sola» commento.

«Per le donne della famiglia» preciso Mallory. Poi aggiunse: «Accettiamo il caso», senza curarsi di interpellare Charles neppure con lo sguardo. Non che lui avesse qualcosa da obbiettare. La faccenda del bambino avrebbe fatto si che Mallory rimandasse di qualche tempo l'inevitabile dipartita dalla Mallory & Butler. Quando fosse stata reintegrata in servizio, mantenere un secondo lavoro le sarebbe stato impossibile, o almeno questo era quanto stabiliva la legge.

Effrim si stava avviando alla porta.

Giusto, Effrim. Colpisci e poi scappa. Niente di meglio.

Nel salutarli Effrim mise in atto il suo trucco piu sbalorditivo: regalo loro un sorriso che, come quello dello

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