— Mastro Uvetta, perche fate quella vocina?

— Ma cosa vi piglia? Io non faccio nessuna vocina. Mi sto grattando la testa, perche ho dentro un'idea che mi prude.

— Sono io, — continuo la vocina, — sono Fragoletta.

— E dove sei?

— Sono nella camera del Cavalier Pomodoro e vi sto parlando col suo telefono segreto. Mi sentite?

— Si, ti sentiamo.

— Anch'io vi sento benissimo. Pomodoro sara qui tra poco. Ho un messaggio per voi.

— Chi lo manda?

— Lo manda Cipollino. Dice che non dovete darvi pensiero, che trovera lui la maniera di farvi uscire di prigione. Non rivelate a Pomodoro il segreto della casina, non sottomettetevi: pensera lui a tutto.

Mastro Uvetta rispose:

— Non diremo niente e aspetteremo con fiducia. Pero di a Cipollino che faccia presto, perche qui siamo assediati dai topi e non sappiamo quanto tempo potremo resistere. E un'altra cosa: vedi se puoi procurarci una candela e dei fiammiferi. Quella che avevamo, i topi se la sono mangiata.

— Aspettate li, torno subito.

— Certo che aspettiamo: dove vuoi che andiamo?

Dopo un poco si senti nuovamente la voce di Fragoletta:

— Attenzione, ora vi mando giu la candela.

Difatti si udi un fruscio, poi qualcosa sbatte sul naso del sor Zucchina.

— Eccola, eccola, — esclamo felice il pover'uomo.

In un pacchetto c'erano una bella candela di sego e una bustina di cerini.

— Grazie, Fragoletta.

— Addio, devo scappare perche sta arrivando Pomodoro.

Difatti Pomodoro entrava proprio in quel momento nella sua camera. Alla vista di Fragoletta che armeggiava attorno al suo telefono segreto, il Cavaliere monto su tutte le furie.

— Che cosa fai tu li?

— Pulisco questa trappola.

— Quale trappola?

— Questa: non e una trappola per i topi?

Pomodoro tiro un sospiro di sollievo:

— Meno male, — penso, — e tanto stupida che ha scambiato il mio orecchio segreto per una trappola da topi.

Si senti subito piu allegro e regalo perfino a Fragoletta la carta di una caramella.

— Ecco, per te, — disse generosamente, — succhia questa cartina. E' dolcissima: un anno fa c'era dentro una caramella al ratafia.

Fragoletta ringrazio il Cavaliere con un inchino, dicendo:

— In sette anni di servizio, questa e la terza carta di caramelle che Vossignoria mi regala.

— Vedi dunque, — rispose Pomodoro, — che io sono un buon padrone: comportati bene e ti troverai contenta.

— Chi si contenta gode, — concluse Fragoletta, e con un nuovo inchino scappo via per le sue faccende.

Pomodoro si frego le mani, pensando:

— Ora mi metto in ascolto al mio telefono segreto. Parlando tra loro i prigionieri certamente si diranno cose molto interessanti, e forse verro a sapere dove hanno nascosto quella maledetta casina.

I prigionieri, invece, figurandosi che Pomodoro li stesse a sentire, cominciarono a parlare di lui e ne dissero di tutti i colori, di cotte, di crude e di cosi cosi.

Pomodoro avrebbe ben voluto gridare: 'Ora vi aggiusto io!', ma non voleva scoprirsi. Dovette accontentarsi di tappare la cornetta del suo telefono, dopo di che se ne ando a dormire.

Mastro Uvetta accese la candela nuova che faceva una luce allegra e confortante.

La loro contentezza pero fu di breve durata. Infatti un topo di vedetta, data un'occhiata in giro, corse a riferire al comandante.

— Generale, — annuncio lietamente, — i gatti si sono ritirati. I prigionieri hanno una candela nuova.

II Topo-in-capo inghiotti mezzo litro di acquolina e si lecco i baffi, dove era rimasto un poco di sapore di quell'altra candela.

— Fate suonare l'adunata, — ordino seduta stante. Quando l'esercito fu schierato, egli pronuncio un discorso infiammato:

— Miei prodi, la patria e in pericolo. Percio affrettatevi al combattimento e portatemi quella candela. La candela naturalmente la mangero io, ma prima ve la lascero leccare un pochino a turno.

I topi gridarono d'entusiasmo, imbracciarono le armi e marciarono nuovamente all'attacco.

Stavolta, pero, Mastro Uvetta era stato previdente ed aveva appeso la candela in alto, dove c'era nel muro un piccolo vano tra due mattoni. Per quanti salti spiccassero, i topi non riuscirono a raggiungerla. I piu furbi si accontentarono di rosicchiare un poco il violino di Pero Pera, poi dovettero ritirarsi anche loro perche il Topo-in- capo, irritatissimo per l'insuccesso, voleva fare la decimazione.

Infatti, la fece. Mise tutti i topi in fila e fece tagliare i baffi a uno ogni dieci.

* * *

Quella sera, in giardino, ci fu consiglio di guerra. Cipollino, Fragoletta e Ravanella si trovarono dietro una siepe per discutere la situazione, e discutevano con tanto calore che non si accorsero di nulla. Ossia, non si accorsero del cane Mastino, che mentre faceva il giro d'ispezione piombo loro addosso come una furia. Mastino non degno di un'occhiata le due ragazze: si sedette tranquillamente sul petto di Cipollino e abbaio fin che Pomodoro, destato dal fracasso, non venne a dargli man forte.

Figuratevi la gioia del Cavaliere: proprio dieci minuti prima aveva sognato di catturare Cipollino, e il suo sogno era diventato realta. Se suo nonno in sogno gli avesse dato tre numeri buoni per il lotto, e il terno fosse uscito su tutte le ruote, non sarebbe stato cosi contento.

— Ti rinchiudero nella fossa segreta, — annuncio a Cipollino, — la prigione semplice non e degna di te.

— Grazie, Cavaliere, — rispose Cipollino. — E' un vero onore.

Capitolo X

Una Talpa esploratrice, con finale poco felice

Cipollino si sveglio in piena notte con l'impressione che qualcuno avesse bussato alla porta del sotterraneo. Tese le orecchie: nulla, non il sospiro di un topo. Stava gia per riaddormentarsi quando il rumore che lo aveva svegliato si ripete. Era un grattare sordo e continuo, non troppo distante.

Qualcuno sta scavando una galleria — concluse Cipollino dopo aver posto l'orecchio alla parete della fossa. Pochi istanti dopo dal muro si stacco del terriccio, poi un mattone cadde e dietro il mattone qualcuno o qualcosa salto sul pavimento.

— Dove diavolo sono capitata? — comincio a borbottare una voce piuttosto nasale.

— Nella fossa segreta, — rispose Cipollino, — ossia nella prigione piu scura del Castello. Mi scusi dunque se non posso riconoscerla e salutarla come si deve.

— Segreta? Scuro? Ma qui c'e una luce che abbaglia. E lei chi e, scusi? Se fosse un po' piu buio non avrei bisogno di chiederglielo, lo vedrei da sola.

— Ho capito, non puo essere che la Talpa.

— Per l'appunto, — rispose la bestiola. — Era un pezzo che volevo scavare in questa direzione, ma non ne avevo mai trovato il tempo. Sa, ho decine di chilometri di gallerie da sorvegliare, da ripulire. C'e sempre qualche

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