gli si prosciugo. Lui si umetto lentamente le labbra con la lingua e degluti quella che gli pareva, tutto a un tratto, cenere. Fece per posare il bicchiere dello scotch sul bracciolo della poltrona, ma quello s’inclino e gli scivolo dalle mani. Cadde sul tappeto con un suono tintinnante e il prezioso nettare si trasformo in una macchia marroncina.

L’uomo nella nebbia lo guardava senza interruzione e Weiss ricambiava lo sguardo, quasi ipnotizzato. Penso alla pistola, la vecchia arma di ordinanza che teneva nel cassetto. Ma non riusciva ad alzarsi, non trovava la forza di fare tre passi nella stanza e andare a prenderla. Era come un uomo prigioniero di un incubo, che vuole urlare e fuggire ma si sente i muscoli mutati in fango. Resto seduto, prigioniero dello sguardo fosco di quella figura, e senti il gelido alito del terrore che saliva dentro di lui, sempre di piu fino a diventare insopportabile finche…

Finche squillo il telefono. Il trillo acuto scosse Weiss e ruppe l’incantesimo, almeno per un istante, ma lui colse quell’istante e si alzo svelto.

Raggiunse la scrivania, alzo il ricevitore con una mano e apri uno dei cassetti con l’altra. Mentre parlava, estrasse la pistola.

«Parla Weiss.»

«Salve, signor Weiss.» La voce di donna era bassa e calda. Non l’aveva mai sentita.

Weiss si guardo intorno, confuso, puntando la pistola sulla stanza con un movimento incerto. Il sudore era ancora freddo sulla nuca, ma la paura stava andandosene, veloce e misteriosa com’era venuta. Era stordito, come se avesse davvero avuto un incubo, come se si fosse appena svegliato. Si chiese in effetti se non fosse stato cosi, se non si fosse appisolato in poltrona e non avesse fatto un brutto sogno.

«Chi parla?» chiese rauco.

«Volevo solo ringraziarla, signor Weiss», rispose la donna, con voce vellutata. C’era qualcosa di irreale nel modo in cui parlava, una sensazione di distacco. «Forse un giorno potro ringraziarla di persona.»

Weiss scosse la testa cercando di chiarirsi le idee. «Chi… chi e lei?»

«Non posso venire a trovarla adesso, mi capisce? E ancora troppo pericoloso. E neanche lei puo venire da me. Se ne rende conto, vero?»

«No, io non…»

«Se lo porterebbe dietro, perche lui di certo la sorveglia ora, in ogni istante. E se lei venisse a cercarmi, lo porterebbe da me.»

Il respiro di Weiss si era fatto veloce e pesante. All’improvviso, quello che la donna diceva aveva un senso. «Forse posso aiutarla», sbotto con una voce dolce, quasi lamentosa. «Forse potrei…»

«La prego», disse la donna. «La prego, mi ascolti. Non venga. Non deve cercarmi. Lui la seguirebbe, mi troverebbe.»

«Ma…»

«E sia prudente, d’accordo? Per favore. Sia molto, molto prudente, signor Weiss.»

La linea fu interrotta. Dopo un attimo il telefono ricomincio a dare il suono di libero. Con un movimento malfermo, Weiss rimise a posto la cornetta. Si guardo intorno e penso che doveva essersi addormentato. Non poteva che essere cosi. Si era addormentato e aveva sognato, ecco tutto. Anzi, probabilmente stava ancora sognando.

Stava per riporre la pistola nel cassetto, ma esito. Torno a fissare la finestra e, con la pistola in mano, attraverso la stanza fino a raggiungerla. Guardo giu, in direzione del lampione.

Non c’era piu nessuno. Niente. Solo le ombre. Solo la nebbia.

RINGRAZIAMENTI

Devo dedicare qualche riga a ringraziare le persone che mi hanno aiutato a scrivere questo libro. Alcuni loro nomi si sono persi nella memoria di un computer che e saltato, ma la maggior parte si e salvata. Mi scuso fin d’ora per le dimenticanze, nonche per eventuali errori nella grafia dei nomi o nell’attribuzione di cariche e titoli.

L’investigatore privato Lynn McLaren e stato senza dubbio il piu paziente nell’ascoltare le mie domande e il piu generoso nel rispondere. Raymond McGrath, dell’Institute for International Criminal Investigations, ha sopportato una lunga intervista e le successive telefonate. Audrey Schutte e tutto il personale della Hillside Aviation di Redding, in California, mi hanno introdotto ai segreti del loro mestiere. Andrea Read della Spitfire Aviation di Santa Barbara mi ha detto tutto sugli aerei e sul volo. Ty Blasingame, pilota nell’Army National Guard, mi ha insegnato tutti i segreti di un elicottero da assalto. Sono stato anche aiutato da Christopher Miller, aviere scelto dall’Air National Guard, e dal tenente colonnello Robert «Nash» Cooper, dell’Air Guard’s Office presso il comando della guardia nazionale della California. David Brunk mi ha fatto fare un eccellente — e terrificante — giro della prigione federale di Lompoc; mi raccomando, David, stai attento. Anche il tenente Rawland Swift, responsabile amministrativo delle guardie nella prigione statale di Pelican Bay, mi e stato molto utile, cosi come Tom Hansen, del Department of Corrections della California, e il colonnello Dennis Sarkeijian, dell’ufficio del comandante in capo della guardia nazionale. Fred Gardner, della procura del distretto di San Francisco, e Sherman Ackerson, del dipartimento di polizia di San Francisco, si sono resi disponibili per spiegarmi le procedure, cosi come il tenente Nick Katzenstein, ex poliziotto del dipartimento di Santa Barbara. Il dottor Lesley Wallis, vicepatologo di Miami, mi ha assistito nel descrivere le azioni piu sanguinarie di Shadowman. I miei ringraziamenti vanno anche a Larry Mousouris per avermi insegnato come trattare la motocicletta di Bishop.

Sul piano personale, intendo ringraziare Robert Gottlieb del Trident Media Group; Brian Lipson dell’Endeavor Agency; Tom Doherty, Robert Gleason e Brian Callaghan di Tor/Forge; e la mia eccellente ricercatrice Wendy Miller. Su un piano ancora piu personale, tutti i ringraziamenti che le parole non possono esprimere a Ellen, la miglior moglie che un uomo possa desiderare.

FINE
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