avremmo potuto scoprire compiendo un’esplorazione piu accurata? In fin dei conti, non avevamo riconosciuto le luci fluorescenti finche non le abbiamo viste in funzione. E se il loro livello tecnologico sembrava basso… sembrava, ho detto…

— Si — fece scettica Bliss.

— Ecco, forse rientrava nella messinscena allestita per mascherare la verita.

— Impossibile — fece Bliss.

— Impossibile? Sei stata tu a dirmi, su Gaia, che su Trantor il livello tecnologico globale fosse mantenuto volutamente basso per nascondere la presenza del piccolo gruppo di esponenti della Seconda Fondazione. Forse su Nuova Terra sono ricorsi alla stessa strategia, no?

— Vorresti dire, allora, che dovremmo tornare su Nuova Terra a farci contagiare, questa volta in modo definitivo? Indubbiamente il rapporto sessuale e un veicolo di contagio piacevole, forse pero non e l’unico.

Trevize scrollo le spalle. — Non e che smanii dalla voglia di tornare la, ma puo darsi che dobbiamo farlo.

— Puo darsi?

— Gia, puo darsi! C’e un’altra possibilita, infatti!

— Cioe?

— Nuova Terra ruota attorno alla stella chiamata Alpha Centauri. Ma Alpha Centauri fa parte di un sistema binario. Se chiamiamo il sole di Nuova Terra Alpha Centauri A, ed il suo compagno meno luminoso Alpha Centauri B… non potrebbe esserci un pianeta abitabile anche attorno ad Alpha Centauri B?

— E una stella troppo poco luminosa, secondo me — scosse il capo Bliss. — La sua luminosita rispetto al Alpha A e di un quarto.

— E poco luminosa, ma non troppo debole: basta che il pianeta sia abbastanza vicino alla stella.

Pelorat chiese: — Stando al computer, ci sono dei pianeti attorno alla stella gemella?

Trevize sorrise e rispose: — Ho controllato: ci sono cinque pianeti di dimensioni medie. Nessun gigante gassoso.

— E tra i cinque, ce n’e uno abitabile?

— Il computer non da nessuna informazione su quei pianeti… dice soltanto che sono cinque e che non sono grandi.

— Oh — fece Pelorat deluso.

— Non e il caso di perdersi d’animo — disse Trevize. — I Mondi Spaziali non figurano nemmeno nel computer. Le informazioni su Alpha Centauri A sono minime… Se non si sa quasi nulla su Alpha Centauri B, be’, potremmo interpretarlo come un segno positivo.

— Allora che intenzioni hai? — chiese Bliss sbrigativa. — Vuoi raggiungere Alpha B e, se non approderemo a nulla, tornare ancora su Alpha A, vero?

— Si. E questa volta quando raggiungeremo l’isola di Nuova Terra sapremo cosa aspettarci. Esamineremo per bene tutta l’isola prima di scendere… e, Bliss, spero che userai i tuoi poteri mentali per ripararci…

In quel preciso istante, la “Far Star” sussulto leggermente, fu scossa da una specie di singhiozzo navigazionale, e Trevize in un misto di rabbia e di stupore urlo: — Chi c’e ai comandi?

Ma mentre parlava conosceva gia la risposta.

26

Fallom sedeva al computer, completamente assorta. Le sue mani piccole dalle dita affusolate erano allargate al massimo per combaciare coi contorni leggermente luminosi delle mani tracciate sulla scrivania. Le dita di Fallom sembravano affondare nel materiale della scrivania, anche se questo era effettivamente duro e sdrucciolevole.

Spesse volte Fallom aveva visto Trevize che teneva le mani in quella posizione, ed aveva capito che in quel modo controllasse la nave anche se in apparenza non faceva nient’altro.

Di tanto in tanto, lo aveva visto chiudere gli occhi, cosi adesso anche lei li chiuse. Dopo un attimo, le parve quasi di sentire una vocina lontana… lontana, ma che le risuonava nella testa, attraverso i lobi trasduttori (percepiva in modo vago). I lobi erano ancor piu importanti delle mani. Si sforzo di capire le parole…

«Istruzioni, — chiese la voce, in tono quasi supplichevole. — Quali sono le istruzioni?»

Fallom non disse nulla. Trevize non diceva mai nulla al computer… Ma sapeva quale fosse la cosa che desiderasse con tutta se stessa. Voleva tornare su Solaria, nella sua comoda e smisurata residenza… da Jemby… Jemby… Jemby…

Voleva tornare la e, mentre pensava al mondo che amava, lo immagino sullo schermo, visibile come tanti altri mondi che aveva visto ma che non le interessavano. Apri gli occhi e fisso lo schermo desiderando che apparisse un altro mondo al posto di quella odiosa Terra… immaginando poi che quello che vedesse ora fosse Solaria… odiava la Galassia vuota in cui l’avevano gettata contrariamente alla sua volonta… Le vennero le lacrime agli occhi, e la nave tremo.

Fallom avverti il tremito, ed a sua volta oscillo un po’…

Poi senti dei passi pesanti nel corridoio, e d’un tratto la faccia di Trevize, contratta, le ostrui la visuale, nascondendo lo schermo che racchiudeva la meta dei suoi desideri. Trevize stava gridando qualcosa, ma lei lo ignoro. Era stato lui a portarla via da Solaria uccidendo Bander, era lui che le impediva di ritornare pensando solo alla Terra… be’, lei non lo avrebbe ascoltato.

Avrebbe riportato la nave su Solaria… e la forza della sua determinazione fece tremare di nuovo la “Far Star”.

27

Bliss afferro il braccio di Trevize. — No! No!

Si aggrappo a lui, trattenendolo, mentre Pelorat, frastornato, pietrificato, indugiava sulla soglia.

Trevize stava urlando. — Togli le mani dal computer!… Bliss, non metterti in mezzo… Non voglio farti male!

— Non toccare la bambina! — gli intimo Bliss. — O dovrei farti del male io… ignorando tutte le istruzioni.

Lo sguardo inferocito di Trevize si sposto da Fallom a Bliss. — Allora levamela di torno! Subito!

Bliss lo spinse via con forza sorprendente. (Forza trasmessale da Gaia, forse, riflette in seguito Trevize.)

— Fallom — disse Bliss — via le mani da li.

— No — strillo la bambina. — Voglio che la nave vada su Solaria. Voglio che vada la. La! — E fece un cenno in direzione dello schermo, senza spostarsi di un millimetro.

Bliss poso le mani sulle spalle della bambina, e subito Fallom comincio a tremare.

La voce di Bliss divenne un mormorio… — Su, Fallom, di’ al computer di tornare come prima, e vieni con me. Vieni con me. — Le sue mani presero ad accarezzare Fallom, che si abbandono a un pianto a dirotto.

Fallom stacco le mani dalla scrivania e Bliss, stringendola sotto le ascelle, la drizzo in piedi, la fece girare e l’attiro a se, lasciando che la bambina si sfogasse sul suo petto.

Bliss disse a Trevize, fermo sulla soglia: — Spostati, e non toccarci adesso.

Trevize si scanso.

Bliss si fermo un istante e gli disse sottovoce: — Sono stata costretta ad inserirmi per un attimo nella sua mente: se avro provocato qualche danno, non potro perdonarti tanto facilmente.

Trevize avrebbe voluto ribattere che non gli importasse un millimetro di vuoto cosmico della mente di Fallom, che lui fosse preoccupato per il computer. Ma di fronte allo sguardo ostile di Gaia (quell’espressione che faceva raggelare il sangue non poteva dipendere unicamente da Bliss) preferi tacere.

Rimase zitto ed immobile finche Bliss e Fallom non furono uscite, o meglio finche Pelorat non mormoro: —

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