Il Controllore era spaventosamente livido.

— Deficienti! — ringhio. — Idioti — integrali! Lasciarvi scappare di sotto il naso un uomo cosi terrorizzato! Le spese per la cattura di un uomo… e non sono mica ancora finite. — I suoi discorsi diventarono incoerenti.

In silenzio, guardo sullo schermo gigante THX uscire dall’autojet distrutta e guardarsi intorno tremante. Il robot della prima moto si stava alzando in piedi. Era tutto impolverato e accartocciato, ma funzionava ancora.

THX salto la barriera e si mise a correre, superando la zona di costruzione abbandonata dal personale. Piu avanti nel tunnel, era sistemata un’altra olocamera, che riusciva a inquadrare THX frontalmente. Il Controllore ordino un primo piano della faccia del, fuggitivo. Aveva un’aria stanca, era quasi senza respiro e al limite dello sfinimento. Ma non c’era paura sulla sua faccia. Non piu. Era una faccia piena, di determinazione.

Il Controllore scosse la testa e allungo la mano verso i flaconi di sedativi sul suo tavolo. «Perche uomini pieni di tanta forza non lavorano mai per noi?»

Il robot continuo a seguirlo. Anzi, adesso erano tutti e due i robot. a trotterellargli dietro. Uno zoppicava moltissimo e mandava un assordante rumore metallico. L’altro aveva perso un braccio. Ma non rinunciavano all’inseguimento.

— Vogliamo soltanto aiutarvi. Non avete niente da temere. Vi preghiamo di tornare. Non vi faremo del male.

THX vide davanti a se una scala che saliva, con pioli d’acciaio che sporgevano dalla parete di metallo. Saliva cosi in alto che non si riusciva a vederne la fine. THX diede un’altra occhiata ai suoi inseguitori, poi si afferro ai pioli e comincio a salire.

I robot fecero lo stesso.

— Non potete sopravvivere nella struttura superficiale. Se continuerete ad andare avanti vi autodistruggerete. Tornate indietro con noi.

THX continuo a salire.

— Totale dell’unita monetaria: venticinquemila, in aumento. Dare priorita a cambiamento di valutazione.

— Arrendetevi alle autorita. Non dovete temere che voi stessa.

— Attenzione. Cambiamento di valutazione. Tutte le operazioni relative al fuggitivo uno uno tre otto, prefisso THX, sono cancellate. Dichiarate economicamente inefficienti. Passivita eccessive. Le rendite ricavabili dal soggetto vanno cancellate. Le spese per THX uno uno tre otto sono chiuse. Trasferite gli agenti all’operazione tre due sette.

THX senti questi ordini provenire dai robot stessi, e smise di salire. Si tenne stretto alla scala, ansimante e madido di sudore. Guardo in giu e vide che anche i robot si erano fermati.

— Dobbiamo tornare indietro. Questa e l’ultima possibilita che avete per tornare indietro con noi. Non ci sono posti dove possiate andare.

— Non potete sopravvivere fuori della citta. Tornate con noi.

Per tutta risposta, THX riprese a salire, senz’alcuna esitazione. Continuo dolorosamente, piolo dopo piolo. Anche se lo aspettava la morte, la sotto era la morte comunque, anche potendo vivere mille anni.

Per un pezzo non udi altro che il suo respiro affaticato, non senti altro che il metallo dei pioli nelle mani e il sapore del proprio sudore. Continuo a salire e salire.

Verso l’autodistruzione.

22

Tutto era sporco, nella struttura superficiale.

Sporco, afoso e umido. Non c’erano corridoi, ma solo una vasta area aperta attraversata da una rete di travi metalliche, con sporgenze di metallo o di pietra. Tutto era coperto di polvere e sporcizia.

THX inciampo in qualcosa di semi-sepolto tra lo sporco. Ossa. Una gabbia toracica umana. Indietreggio.

La luce che c’era era strana. Raggi di luce sinistra che attraversavano l’aria obliquamente, discontinui e pieni di particelle di polvere che danzavano e guizzavano. Tra i raggi si stendevano pozze d’ombra.

E la luce tendeva a scomparire, a indebolirsi sempre piu. E le ombre a crescere, a farsi sempre piu cupe e fitte, ad avvolgere tutto.

THX aveva fame. Ed era tanto stanco. Con un fremito di disgusto, si sedette in un angolo, su una pesante trave d’acciaio ricoperta di polvere. Nonostante il caldo, tremava. Poggio la testa contro la struttura di metallo e si addormento quasi di colpo.

Fu svegliato da strani rumori, come di qualcuno che raspasse.

Era buio! Tutto era assolutamente nero, senza nessuna luce. THX non aveva mai visto un buio cosi.

C’era qualcosa li. Sentiva qualcosa muoversi leggermente, respirare. Forse erano in molti. Rimase assolutamente immobile, in ascolto.

Avrebbe voluto che il cuore non battesse cosi forte.

Qualcosa gli tocco i piedi. THX si lascio sfuggire un urlo e tiro indietro in fretta i piedi, rannicchiandosi nel buio. Con una mano colpi involontariamente qualcosa di tenero e peloso. Si udi un guaito roco e un rumore di passi in fuga.

«Cavernicoli!»

A poco a poco, quando i suoi occhi si furono abituati all’oscurita, riusci a distinguere il debole bagliore degli occhi dei cavernicoli che lo fissavano.

Si tiro in piedi, stando attento a rimanere sotto la protezione della struttura metallica. Stette li ore e ore, a guardare allarmato i cavernicoli che lo fiutavano e gli giravano intorno, incerti.

«Perche non fanno qualcosa?» si chiese. Poi capi che «stavano» facendo qualcosa: aspettavano. Aspettavano che la fame e lo sfinimento lavorassero per loro. Perche combattere un gigante quando si puo aspettare che il gigante stesso crolli da solo?

Adesso il buio sembrava un po’ meno fitto. Dopo un pezzo, comincio a farsi un po’ di luce dappertutto. Non era vera e propria luce, come quella dei livelli inferiori, o anche come quella che aveva visto prima, appena arrivato li. Era una mezza luce fioca e grigiastra, fredda e che in qualche modo dava un’impressione di umidita.

Ma era sufficiente per vedere i cavernicoli. Ce n’erano quattro accovacciati, tutti pelosi e selvaggi, a una dozzina di metri da THX. Non avevano armi. Erano piccoli e spaventosamente rozzi.

— Andate via! — grido THX, — Lasciatemi in pace!

Non si mossero.

«Ce ne sono solo quattro» penso. «Se non li metto in fuga, aspetteranno che mi addormenti o che svenga dalla fame.»

Tiro un gran respiro, raccolse tutte le sue forze e si precipito contro di loro. Si dispersero urlando.

THX rise e li guardo scomparire in lontananza. Ma qualcosa gli cadde sulla schiena e si senti mordere la spalla. Qualcos’altro gli cadde addosso, buttandolo a terra.

Gli erano tutti addosso e lo mordevano, lacerandogli la pelle con le loro unghie. THX urlo, ne scrollo via uno, colpi con le mani gli altri, cercando di mettersi almeno in ginocchio. I cavernicoli continuavano ad arrampicarglisi addosso: dovevano essere sei, o otto, o chissa quanti.

Gliel’avevano fatta, erano riusciti a farlo venir fuori all’aperto, dove potevano attaccarlo meglio. Era furioso per esser stato cosi stupido, e la furia aumento la sua capacita di lotta. Se li scrollo di dosso, si alzo in piedi, ne raccolse due, uno per mano, e li scaglio lontano. Li colpi con calci e pugni. Uso uno come una clava per spaccar la testa a un altro. Ringhio e urlo, combattendo come un animale in una giungla.

Scapparono via. Si trascinarono dietro due di loro e lasciarono gli altri a giacere immobili sul pavimento lurido. THX rimase in piedi tremante: sentiva il sangue colargli in una spalla, in faccia, nelle gambe. Aveva le mani tutte livide e scorticate.

«Torneranno» penso.

Adesso la luce era piu forte, quasi come quando era arrivato. Ma sembrava avere un’inclinazione opposta a

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