ragazza non era riuscita a sentire… e la luce bianca del suo bastone che si spandeva tutt’intorno. Era stato l’ultimo giorno della Gil studentessa ed ora, ripensandoci, le sembro effettivamente di essere stata un’altra persona, un’estranea. Il ricordo di se stessa, sola, armata di uno spadone preso in prestito e di una torcia fumosa, che si spingeva contro gli eserciti del Buio, le fece tremare la gola e si senti leggermente soffocare per la commozione.

Ingold continuo:

«Allora immaginai — e ora lo so per certo — che non e soltanto Tir il loro obiettivo. Oh, lo prenderanno se ci riusciranno. Ma, dovendo scegliere come hanno fatto la notte scorsa, ho compreso che vogliono me!»

«Te?», esclamo Rudy.

«Si.»

Il Mago sorseggio ancora un po’ della bevanda calda, poi mise via la tazza. Da dietro la tenda si udi la voce stentorea di Gnift che stava informando qualche povero allievo di aver tenuto una posizione appena peggiore di quella di un pattinatore sul ghiaccio con le gambe irrigidite.

«Evidentemente posso causare loro fastidi maggiori di quelli che potrebbe procurare Tir. Lo sospettavo gia da prima ma, dopo quanto e successo, non possono esserci altre spiegazioni.»

«Ma… come e possibile? Se hai sempre detto che la tua Magia non puo toccarli!», disse Rudy ansioso. «Per loro non sei altro che uno spadaccino qualsiasi. Tu non sai nulla sul Tempo del Buio che non sappia qualcun altro. E o non e Tir, Colui Che Puo Ricordare?»

«Me lo sono chiesto anch’io», replico Ingold pensieroso. «E evidente che conosco qualcosa di cui non sono ancora pienamente conscio. Qualche indizio che non ho ancora afferrato. Loro sanno cos’e, e temono che io possa arrivarci.»

Rudy rabbrividi.

«E allora, cosa pensi di fare?»

Il Mago alzo le spalle.

«Cos’altro posso fare? Prendere alcune precauzioni elementari. Ma potresti anche riconsiderare la tua offerta di accompagnarmi a Quo.»

«Chi altro puo andare?», disse Ingold. «Se avessi avuto paura di essere ucciso, non mi sarei ficcato in questa storia, in primo luogo! Sarei rimasto a Gettlesand a coltivare rose e a formulare oroscopi. No… tutto quello che posso fare adesso, e stare il piu vicino possibile ai Guerrieri del Buio e sperare di capire qual’e questa cosa che puo farci vincere la guerra, prima che loro mi acchiappino.»

«Sei pazzo!», affermo categoricamente Rudy.

Ingold torno a sorridere.

«Veramente, Rudy, penso che abbiamo definito gia da un bel po’ di tempo il problema del mio equilibrio mentale.»

«Sei ancora piu pazzo», esclamo Rudy gesticolando. «Tu, Gil, le Guardie… Ma com’e che finisco sempre con il circondarmi di pazzi?»

Il vecchio si mise comodo sotto le coperte e riprese il suo te. Il vapore si alzo a spirale sul suo viso come il fumo da un altare.

«La domanda e la risposta, Rudy… sempre ammesso che tu voglia una risposta accondiscendente…»

Considerando le cose, Rudy non si senti del tutto sicuro che lui non lo facesse. E si allontano con quel dubbio.

Alde lo stava aspettando nella stanza accanto. La maggior parte delle Guardie se ne era andata. Oltre l’arco scuro e stretto della porta si poteva ancora udire la voce di Janus che continuava a discutere con i mercanti. In un angolo, il Falcone di Ghiaccio si era addormentato rilassato e rannicchiato come un gatto. Erano finalmente soli.

«Alde…», inizio a dire Rudy, e lei si alzo dal lettino dov’era seduta mettendogli un dito sulle labbra.

«Ho sentito», disse dolcemente.

«Ascolta…», cerco di spiegarle.

Ancora una volta lei lo zitti.

«Naturalmente tu andrai con lui.» Le sue dita si strinsero fredde e morbide, tra le sue. «C’e qualche problema che ti impedisce di andare?»

Rudy sorrise, ricordando le sue apprensioni.

«No, per quanto mi riguarda. Ma ho avuto paura che tu non mi avresti capito.»

Stettero insieme come lo erano stati sulla strada quando si erano abituati a dividersi un mantello durante i lunghi turni di guardia. Pian piano il luccichio giallo del fuoco scemo, lasciandoli al buio, e Rudy continuo a respirare l’odore di erbe intrecciate che veniva dai suoi capelli.

«Non pensavo che qualcuno potesse capire. Forse perche sono io il primo a non capire cosa mi spinga a quest’impresa.»

Alde ridacchio.

«E il tuo Maestro, Rudy. E tu hai bisogno di imparare. Anche se volessi, non riuscirei ad impedirtelo.»

Eppure la sua stretta nell’ombra rivelava un’apprensione che smentiva in qualche modo le sue parole.

Noi tutti facciamo delle scelte, penso Rudy, e scosto la cortina dei suoi capelli per baciarla. Se tu dovessi scegliere tra me e Tir, so benissimo a chi toccherebbe rimanere al freddo… Anche lei aveva le sue priorita negli affetti…

I tizzoni del focolare scricchiolarono un poco e poi si spensero del tutto cancellando con l’oscurita anche quel po’ di penombra che era rimasta.

Dall’esterno della stanza giunse alle loro orecchie un mormorio costante di voci simile a quello dell’acqua in un ruscello. Rudy si era gia quasi abituato al Torrione, ai muri, alle ombre, agli odori. Poteva sentire il peso di quella montagna di pietra che premeva intorno a loro col peso di migliaia di anni di storia.

Non appena la bacio di nuovo pero, si ritrovo a pensare che quell’immobilita e quel silenzio avevano anche un aspetto benefico, tranquillizzante.

Il respiro di Alde era un sussurro contro le labbra del giovane.

«Capisco Rudy, ma questo non mi impedira di sentire la tua mancanza.»

Lui la strinse forte tra le braccia. Gli ritornarono alla mente frammenti di conversazioni, cose dette secoli prima, a Karst o nei campi notturni durante quella marcia estenuante. Lei aveva perso il mondo che conosceva e tutti quelli che aveva amato, eccetto suo figlio… Ora anche lui si allontanava, la stava lasciando. Eppure non aveva detto: Non andare…

Che genere di amore poteva comprendere quel bisogno e cercare di rendere la separazione meno dura? Certo nessuno di quelli che lui aveva conosciuto…

Alde, sei una donna che non si trova da nessuna altra parte, una su un milione… Avrei voluto che tu non fossi stata la Regina… Cosi, forse ti avrei convinto a seguirmi portando con te Tir…

Nessuna di queste eventualita era pero realizzabile…

Non appena si fu allontanata da Rudy, Alde, mentre si aggiustava sulle spalle il mantello, penso che non gli aveva fatto una domanda importante:

Sentirai anche tu la mia mancanza?

Poi il buio la inghiotti e non ci fu piu tempo per altri interrogativi…

Gil vide le ombre di un uomo e di una donna che si abbracciavano, si fondevano e si separavano, profilate contro lo sfondo illuminato della tenda che copriva la porta. Nella stanza dove nulla si muoveva, senti Ingold sospirare:

«Povera ragazza…»

Lo guardo senza muoversi. Nella penombra si poteva scorgere soltanto il luccichio dei suoi occhi e le mani bendate che riposavano sul copriletto.

«Ingold?»

«Si, mia cara?»

«Credi veramente che qualcosa possa accadere per pura coincidenza?»

La domanda non sembro coglierlo di sorpresa.

Gil aveva conosciuto delle persone — come sua madre per esempio — che avrebbero risposto: «Che domanda da fare in un momento simile!» Ma quella domanda richiedeva proprio un momento speciale, quando ogni altra banalita era stata messa da parte e rimaneva soltanto qualcuno con cui si aveva un’intesa perfetta,

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