tanto tempo fa. — Clay non ne e certo consolato. Desidera frantumarsi di nuovo e giocare sulla superficie ghiacciata di Saturno in una nuvola di fiocchi di neve. Hanmer, comprensivo, rimane in orbita e continua a girare allegramente intorno al pianeta, attraversando tutte le tonalita dello spettro, lampeggiando ritmicamente e poi freneticamente, capovolgendosi a testa in giu, per poi assumere un’angolazione impossibile. — No — dice Clay. — Ti sono molto riconoscente, ma non funziona; non e la stessa cosa — dopo di che si dirigono verso Urano, verso Nettuno, verso il gelido Plutone. — Non e stato per colpa nostra — insiste Hanmer. — Ma non avremmo mai pensato che a qualcuno potesse importare tanto. — Plutone e una noia. Torreggiando, Clay osserva cinque cugini di Hanmer scivolare giocando su un’enorme distesa ghiacciata, provenienti dal nulla e diretti verso il nulla. Il suo sguardo si spinge interrogativo verso l’esterno. Procione? Rigel? Betelgeuse?

— Un’altra volta — mormora Hanmer.

Fanno ritorno alla Terra.

Come gioielli gemelli si tuffano nell’atmosfera sfavillando. Atterrano. Si ritrova di nuovo nel suo corpo mortale. Giace su un campo di piantine piccole e carnose verdazzurre, molto curate; su di lui torreggia un gigantesco monolito triangolare, biforcato alla sommita, e dalla biforcazione scende un fiume ribollente che si infrange centinaia o forse migliaia di metri piu in basso sulla larga piattaforma d’onice che fa da base al monolito, circondandolo completamente. Sta tremando. Il viaggio l’ha lasciato privo di forze. Quando ci riesce, si mette a sedere, si preme i palmi delle mani sulle guance, respira molto profondamente, ammicca. I mondi roteano in cerchi frenetici nella sua testa. La sua felicita su Giove combatte con il rimpianto per gli anelli di Saturno. E Mercurio. E gli amati vecchi continenti, la geografia amica. Trasformata dal lavoro del tempo. L’aria e mite e trasparente, e riesce a sentire una musica lontana. Hanmer e in piedi ai bordi della piattaforma, e sta contemplando la cascata.

Ma si tratta di Hanmer? Quando si volta, Clay nota alcune differenze. Sul petto cereo e levigato sono spuntati due seni. Sono piccoli, come quelli di una ragazza alla fine dell’adolescenza, ma sono femminili al di la di ogni dubbio. Sono incoronati da minuscoli capezzoli rosei. Il bacino di Hanmer si e allargato. La tasca verticale alla base della pancia si e ristretta a una fessura, di cui e visibile solo l’estremita superiore. L’emisfero scrotale sottostante e scomparso. Non e Hanmer. E una donna della specie di Hanmer.

— Io sono Hanmer — dice a Clay.

— Hanmer era un maschio.

— Hanmer e un maschio. Io sono Hanmer. — Si dirige verso Clay. I suoi movimenti non sono quelli di Hanmer: al posto della sua andatura libera e dinoccolata c’e un movimento piu controllato, altrettanto fluido, ma indubbiamente meno flessibile. Gli dice: — Il mio corpo e cambiato, ma sono Hanmer. Io ti amo. Possiamo celebrare il nostro viaggio insieme? E l’usanza.

— L’altro Hanmer e scomparso per sempre?

— Niente scompare per sempre. Tutto ritorna.

Mercurio. Gli anelli di Saturno. Istanbul. Roma.

Clay si irrigidisce. Rimane silenzioso per un milione di anni.

— Celebrerai con me?

— Come?

— Unendo i nostri corpi.

— Sesso — dice Clay. — Non e superato, allora?

Hanmer ride graziosamente. Si sdraia con un movimento rapido per terra. Le piante carnose sospirano, si piegano e si spostano. Nei loro fiori si aprono delle palpebre che liberano nell’aria chiazze di un fluido splendente. Si diffonde una fragranza balsamica. Un afrodisiaco: Clay e improvvisamente consapevole della rigidita del suo membro. Hanmer flette le ginocchia. Allarga le cosce, e lui studia l’apertura che lo attende, in mezzo a esse. — Si — sussurra lei. Le mani di lui scivolano fino a stringere la schiena fredda, piatta e serica di lei. Hanmer si lascia andare; le sue palpebre trasparenti sono diventate lattee, cosicche il bagliore scarlatto dei suoi occhi resta attenuato; quando lui alza una mano e comincia ad accarezzarle il seno, sente i capezzoli indurirsi, e rimane stupefatto e meravigliato di fronte all’immutabilita di certe cose. L’umanita e in grado di attraversare il sistema solare in un attimo, gli uccelli parlano, le piante corroborano il piacere umano, i continenti sono completamente trasformati, l’universo e una tempesta di colori meravigliosi e di aromi inebrianti; eppure in mezzo a tutto il miracolo d’oro e cremisi e porpora di questo mondo alterato i cazzi continuano a cercare le fighe e le fighe a cercare i cazzi. Non sembra coerente. Pure, con un gridolino soffocato entra dentro di lei e comincia a mupversi, pistone rigido nella camera umida, e non gli sembra nemmeno troppo insolito il fatto che il senso di perdita che l’ha accompagnato fin dal suo risveglio adesso lo abbandoni. Gode con tale intensita da rimanerne sconcertato, ma lei si limita a cantare una serie esile di semitoni e lui riprende altrettanto rapidamente il controllo di se stesso, supera ogni forma di imbarazzo, e quindi possono continuare. Lei gli offre un orgasmo di controllata intensita. Le sue gambe dalle ginocchia lisce si stringono intorno a lui. Il suo bacino vibra ritmicamente. Ansima. Sussurra. Canta. Lui sceglie questo momento e libera l’orgasmo per la seconda volta, raggiungendo tutta una serie di intense sensazioni in lei, e allora la struttura della pelle di lei subisce una serie di cambiamenti e trasformazioni, diventando ruvida e rugosa poi subito dopo liscia e quasi liquida, poi ancora mossa, come attraversata da onde, per tornare infine alla condizione originale. Nel momento che segue all’estasi finale lui si ricorda della luna! La luna! Dov’era quando lui e Hanmer se n’erano andati in giro per il cosmo? Non c’e nessuna luna. La luna non c’e piu. Come puo aver dimenticato di cercare proprio la luna?

Si distaccano e si allontanano. Lui si sente esaltato, ma anche leggermente depresso. La bestia del passato ha inseminato una creatura del futuro con il suo fluido salato. Calibano che feconda Ariele. Quando uniscono i loro corpi, qui, accompagnano l’orgasmo con un tale torrente di fluido? Lui e un preistorico. Passano vari momenti prima che trovi il coraggio di guardare Hanmer. Ma lei gli sta sorridendo. Si alza, lo invita delicatamente a imitarla, e lo porta alla piattaforma sotto la cascata. Fanno il bagno. L’acqua e di un gelo tagliente. Le molteplici dita di Hanmer gli percorrono tutto il corpo; in questa fase e talmente femminile che Clay fa una fatica estrema a ricordare il maschio deciso e muscoloso con cui ha cominciato il suo viaggio. E civettuola, giocherellona, femminilmente possessiva.

Gli dice: — Ti sei accoppiato con grande entusiasmo.

Un’emanazione improvvisa di luminosita proviene dal sole, che e quasi direttamente sopra le loro teste. Una linea di colori insoliti marcia attraverso i picchi di un’alta montagna verso… occidente? Le si avvicina, e lei gli sfugge, e corre ridendo su un prato eburneo; le piante si piegano desiderose verso di lei, senza pero riuscire a toccarla. Quando lui la segue, lo bloccano. Lui prosegue insanguinato e la trova in attesa nei pressi di un albero contorto e nodoso non piu alto di lei. Le sue narici fremono impetuosamente; le palpebre lattiginose si spalancano e si chiudono ripetutamente; i suoi piccoli seni ondeggiano. Per un momento lui la vede come se avesse verdi capelli fluenti e una densa e folta peluria nera sul pube, ma quel momento passa subito e lei e di nuovo glabra, come sempre. Cinque creature lo chiamano acutamente dai rami dell’albero. Hanno bocche enormi, e colli lunghi e ali grassocce, e, per quello che riesce a vedere, sembrano non avere corpo. — Clay! Clay! Clay! Clay! Clay! — Hanmer le scaccia: esse si lasciano cadere al suolo e corrono via. Lei gli si avvicina e bacia tutti i graffi del suo corpo, e lui guarisce. Austeramente lei esamina ogni parte del suo corpo, palpando tutto quanto, interessata alla sua anatomia, come se un giorno o l’altro dovesse costruire una creatura identica a lui. L’intimita di questa ispezione lo disturba notevolmente. Finalmente lei sembra soddisfatta. Si piega e prende un tubero dal terreno, come quello che l’altro Hanmer aveva preso il giorno precedente. Fiduciosamente lui lo prende e ne succhia la polpa. Sulla sua pelle cresce una pelliccia blu. I suoi genitali diventano talmente mostruosi che lui cade al suolo sotto la portata del loro peso. I suoi piedi si uniscono. La luna, pensa lui amaramente. Hanmer si piega su di lui e si abbassa, impalandosi sul suo pene. La luna. La luna. Mercurio. La luna. Si accorge appena delle contrazioni dell’orgasmo.

L’effetto della polpa del tubero diminuisce. Giace a pancia in giu, con gli occhi chiusi. Scuotendo Hanmer, si accorge che gli e ricresciuta la sacca scrotale nel punto di incontro delle cosce. Hanmer e di nuovo un maschio. Clay guarda: si, e proprio cosi. Petto piatto, spalle larghe, fianchi stretti. Tutto ritorna. Troppo spesso, a volte.

Arriva la notte. Cerca la luna.

— Avete citta? — chiede. — Libri? Case? Poesia? Portate mai vestiti? Morite?

— Quando ne abbiamo bisogno — dice Hanmer.

3

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