coronarie, come ha promesso? Che vada a farsi fottere. Se vuole, puo farlo. E allora fallo. Cosi moriremo tutti e due. Pax vobiscum. Dormiremo il sonno eterno, lui e io. Qualsiasi cosa e meglio di questo. Annuendo solennemente, Macy allungo una mano verso il telefono per chiamare Gomez.

Il telefono suono mentre ancora aveva il braccio a mezz’aria.

Lissa, penso. Telefona per sapere dove sono stato, per chiedermi di tornare!

Gioia. Eccitazione. Questo lo sorprese: l’intensita del desiderio che fosse Lissa a chiamare. Cos’erano tutte quelle stronzate sul morire? Voleva vivere. Aveva qualcuno di cui occuparsi. E qualcuno che si occupava di lui. Avevano bisogno l’uno dell’altra.

— Pronto? — disse ansiosamente.

Sullo schermo verde sboccio la faccia scura del dottor Gomez. L’angelo della morte in persona. Lupus in fabula.

— E tutto il giorno che telefono — disse Gomez. — Dove cazzo era?

— Mi sono fatto un giro in macchina. Non dovevate tenermi sotto sorveglianza?

— Abbiamo perso le tracce.

— Ma davvero? — disse duramente Macy. — Be’, ho una novita per lei. Hamlin mi ha preso ieri sera, e ha tenuto il controllo fino a questo pomeriggio.

Gomez esegui elaborati gesti facciali di esasperazione. — E ha fatto cosa?

— E andato dal suo mercante, nel suo vecchio studio, dalla sua ex moglie. Che stava per violentare, quando io ho riassunto il controllo.

— Vuole dire che e ancora psicopatico?

— Come minimo, si diverte ancora a maltrattare le donne.

— Va bene. Va bene. Questo e troppo, Macy. Sopraffarla, andarsene in giro. Le mando un’ambulanza. Resti li e se Hamlin cerca di nuovo di attaccare, lo tenga a bada in qualche maniera. La porteremo al Centro sotto sedativi nel giro di un’ora e mezzo, e allora…

— No.

— Cosa no?

— State lontani da me, se volete che continui a vivere. Gliel’ho detto, Gomez: e un pazzo. Se si convince che lo volete prendere, mi spegne il cuore.

— Non e un timore realistico.

— E abbastanza realistico per me.

— Le assicuro, Macy, che non farebbe mai una cosa del genere. Abbiamo lasciato che questa situazione marcisse abbastanza. Verremo a prenderla e faremo un lavoro di decostruzione come si deve, e le assicuro…

— Le sue assicurazioni se le metta in quel posto, Gomez. Stiamo mettendo in gioco la mia vita. La mia vita. Mi rifiuto di mettermi nelle vostre mani. Ha l’autorita di prendermi senza il mio consenso? Ha un ordine del tribunale? No, Gomez. No. Mi stia lontano.

Gomez rimase in silenzio un momento. Un’espressione astuta gli lampeggio negli occhi; cerco immediatamente di nasconderla, ma non prima che Macy l’avesse vista. Alla fine, con l’aria di chi vuol far capire: 'Lo so che le fara male, ma e nell’interesse generale', disse: — Si rendera conto, Macy, che la sua sicurezza non e l’unico elemento che dobbiamo prendere in considerazione. Un tribunale ha decretato che dobbiamo proteggerci da Nat Hamlin. Nel momento in cui mi ha comunicato che Hamlin non era interamente sparito, e diventato mio dovere prenderlo in custodia ed eseguire la sentenza del tribunale nel modo giusto. Va bene: lei mi ha detto che si sentiva in pericolo, mi ha chiesto di lasciarla stare fino a quando non avessimo trovato un sistema sicuro per affrontare la situazione, e io l’ho lasciata fare. Era contro tutte le regole, ma ho accettato. Per pura amicizia, Macy. Mi vuol credere? Per pura amicizia. Per il suo bene. E da lunedi stiamo cercando un sistema per risolvere la questione senza metterla in pericolo. Ma adesso mi dice che Hamlin ha effettivamente preso il controllo del suo corpo per un po’, per il tempo sufficiente ad assalire una donna. Okay. Piu di tanto, l’amicizia non puo arrivare. Puo garantirmi che Hamlin non prendera il sopravvento fra mezz’ora? Puo garantirmi che domani non se ne andra in giro ad assalire massaie? Dobbiamo prenderlo adesso, Macy. Dobbiamo finirlo.

— Anche se comporta dei pericoli per me?

— Anche se comporta dei pericoli per lei.

— Capisco — disse Macy. — Lei pensa: tanto e una costruzione, anche se viene cancellato, cazzi suoi. La cosa importante e prendere Hamlin. Niente da fare, dottore. Non intendo recitare la parte del passante innocente che viene steso mentre lei e Hamlin fate a revolverate. Mi stia lontano.

— Macy…

Macy riattacco. L’immagine di Gomez si contrasse e spari come una foto risucchiata da un gorgo. Macy inghiotti il resto del bourbon, lascio cadere il bicchiere e si guardo intorno alla ricerca dei vestiti. Si rendeva conto che la sua conversazione con Gomez aveva prodotto un pericoloso cambiamento nella sua situazione. L’uomo del Riab gli aveva notificato che avrebbero preso Hamlin, a prescindere dai rischi che cio poteva comportare per chi abitava il corpo di Hamlin. Poteva aspettare pacificamente l’ambulanza, naturalmente. Lasciarsi trasportare al Centro Riab. Sperando che Gomez riuscisse a far fuori Hamlin prima che Hamlin facesse fuori lui. Gia: sperando! Conosceva Hamlin. Non si erano divisi lo stesso cervello per niente, in tutte quelle settimane. E sapeva che se Hamlin fosse venuto alla superficie e si fosse ritrovato al Centro, pronto per essere nuovamente decostruito, sarebbe esploso in una furia distruttrice. Muoia Sansone con tutti i filistei. Se Hamlin non poteva avere il corpo, avrebbe fatto in maniera che non lo avesse nessun altro. Percio non aveva senso arrendersi a Gomez, non adesso. Il suo fatalismo di mezz’ora prima era sparito. Non voleva morire e neppure rischiare la morte. Non sapeva bene per cosa dovesse vivere, ma non importava. Adesso doveva scappare. Doveva darsi alla macchia.

Era calata la sera. Ogni cosa era avvolta in una peculiare luce grigia e sbiadita. Giunto alla fine del vicolo, dopo essere uscito di casa, Macy guardo in tutte le direzioni. Sentendosi vagamente assurdo. Quel nascondersi era cosi melodrammatico, cosi sciocco. E se Gomez avesse avuto un uomo all’ingresso principale? Non era solo paranoia. Manderanno degli occhi volanti a cercarmi, massimo allarme, tutti gli aeroporti sorvegliati. E dove posso andare? Gesu, dove posso andare? Macy avrebbe voluto ridere. Bel fuggiasco. Cosa faro, mi accampero nel Central Park? Mangiando scoiattoli e ghiande?

Penso di rifugiarsi nella squallida pensione dove aveva abitato Lissa. Con un doppio vantaggio: avrebbe potuto trovarla a casa, la sua sola amica, la sua sola alleata, e in ogni caso, quel posto era un buco talmente schifoso, che sarebbe stato fuori dalla portata dei sistemi computerizzati di ricerca. Nascosto in un fatiscente sotterraneo pre- tecnologico. Ma c’era un grosso svantaggio. Gomez, sapendo di Lissa, sapendo che il suo appartamento era il posto piu logico dove sarebbe andato, l’avrebbe certamente fatto sorvegliare. Troppo rischioso. Dove allora? Non lo sapeva.

Cammino verso nord. Tenendosi rasente alle case, cercando di non attirare l’attenzione. Una spalla piu alta dell’altra, come per nascondersi la faccia. Verso nord, a caso, mentre la notte scendeva. Ma forse non cosi a caso. Si rese conto che i suoi passi lo stavano conducendo lungo la Broadway, oltre il ponte, a Nord Manhattan. Verso l’unico altro punto cardinale della sua bussola: gli uffici della rete.

Pietre miliari del suo esiguo, sbrindellato passato. Qui aveva camminato in quel mattino di maggio, a disagio e speranzoso. Uno-due-uno-due. Passo. Passo. Sentendosi goffo e incerto dentro il suo nuovo corpo. Cercando di essere naturale. Cosi cammina Paul Macy. Orgogliosamente, lungo la maledetta strada. Spalle squadrate. Pancia in dentro. La fortuna ti aspetta. Un secondo viaggio, un secondo inizio. Il brutto sogno e finito; adesso sei sveglio. Passo. Passo. Fermandosi bruscamente, si volto a sinistra e guardo la sua immagine riflessa su un pilastro lucido come uno specchio accanto all’ingresso di un edificio adibito a uffici. Faccia standard anglosassone, con guance larghe e labbra sottili. E la ragazza che stava camminando alle sue spalle, presa alla sprovvista dalla sua improvvisa fermata, gli venne addosso. Nat, disse. Nat Hamlin, per l’amor di Dio! Il lungo ago freddo che si infilava nel suo occhio. Cortesemente ma con fermezza le diceva: mi spiace, lei si sbaglia. Mi chiamo Paul Macy. La gente passava senza sosta accanto a loro. Lei era alta ed esile, con lunghi capelli rossi, lisci, inquieti occhi verdi, lineamenti delicati. Attraente, in una maniera stanca e fragile. Gli diceva di non prenderla in giro. Lo so che sei Nat Hamlin. Si protese verso di lui, le dita che affondavano fino all’osso del suo polso destro, e Macy avverti una strana sensazione alla cima del cranio. Una specie di intrusione. Un pizzicore. Un leggero calore. Insieme a esso ci fu un fastidioso offuscamento della personalita, una duplicazione dell’io. Il primo riemergere di Hamlin, solo

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