carta da parati riproduceva il “New York Times”, annata 1980 o giu di li.

— Gran bella festa — osservo Quinn, ammiccando.

Poi scorse rapidamente la lista degli invitati, rivelandomi la sua infantile meraviglia nel vedere il proprio nome tra quelli di tante celebrita.

Quindi restrinse il suo centro di interesse e si concentro su di me. Devo dire che era stato ben istruito. Sapeva tutto di me, quale scuola avevo frequentato, in che cosa mi ero laureato, che tipo di lavoro stavo facendo, dove era il mio ufficio. Mi chiese se c’era anche mia moglie.

— Sundara, si chiama cosi, vero? Di origine asiatica?

— La sua famiglia e indiana.

— Dicono che sia bellissima.

— Questo mese e nell’Oregon.

— Spero di avere l’occasione di conoscerla. La prossima volta che vengo a Richmond magari vi do un colpo di telefono, va bene? A proposito, vi piace stare a Staten Island?

Anche questo non mi era nuovo, la Cura completa, la mente calcolatrice dell’uomo politico al lavoro, come se una piccolissima particella di microcircuito fosse entrata in azione la dove erano richiesti dei fatti, tanto che per un secondo pensai che fosse una specie di robot. Ma Quinn era troppo in gamba per essere irreale. Da una parte non faceva che ripetere a memoria tutti i dati che gli erano stati riferiti su di me e ne dava una splendida interpretazione, mentre, d’altra parte, mi mostrava di divertirsi per la voluta esagerazione della sua stessa recita, come se, dentro di se, mi stesse ammiccando e dicendo: — Sono costretto a caricare un po’ la mano, Lew; e cosi che si deve portare avanti questo stupido gioco.

Inoltre sembrava che si rendesse conto che anch’io ero divertito e nello stesso tempo meravigliato della sua abilita. Era in gamba. Tremendamente in gamba.

Automaticamente, il mio cervello studio uno schema e mi restitui una serie di titoli del “Times” che suonavano piu o meno cosi:

“IL DEPUTATO DEI BRONX QUINN CRITICA VIOLENTEMENTE IL RITARDO NELLO SGOMBERO DEI BASSIFONDI” “IL SINDACO QUINN CHIEDE LA RIFORMA DEL DOCUMENTO COSTITUTIVO DELLA CITTA” “IL SENATORE QUINN ANNUNCIA LA SUA CANDIDATURA ALLA CASA BIANCA” “QUINN GUIDA I NUOVI DEMOCRATICI A UNA VITTORIA SCHIACCIANTE IN TUTTO IL PAESE” “VALUTAZIONE DELL’OPERA DEL PRESIDENTE QUINN DOPO IL SUO PRIMO MANDATO”.

Intanto, Quinn continuava a parlare, sempre sorridente, senza mai smettere di fissarmi negli occhi, tenendomi inchiodato.

— Dicono che abbiate il migliore indice di attendibilita di tutti i progettisti del nordest… Scommetto, pero, che nemmeno voi avevate previsto l’assassinio di Gottfried… Non e necessario essere un gran profeta per provare pieta per quel povero cristo di DiLaurenzio che deve cercare di amministrare City Hall in un periodo come questo… Questa citta non puo essere governata, si dovrebbero inventare dei giochi di prestigio… Non siete disgustato anche voi da quell’ipocrita Legge sul Vicinato?… Che ve ne pare del progetto di Con Ed sull’impianto di fusione nella 23a Strada?… Dovreste vedere i prospetti dei movimenti di capitale che sono stati trovati nella cassaforte dello studio di Gottfried…

Molto abilmente sondava le possibilita di comuni vedute in filosofia politica, anche se doveva essere gia sicuro che condividevo gran parte delle sue idee; infatti, se mi conosceva tanto, doveva anche sapere che ero iscritto al partito dei Nuovi Democratici, che la pensavo come lui circa le precedenze, le riforme e quella folle idea puritana di voler codificare la moralita. Piu parlavamo piu mi sentivo attratto da lui.

Cominciai a fare, a caso, dei paragoni mentali tra Quinn e alcuni grandi uomini politici del passato, Franklin Delano Roosevelt, Rockefeller, Johnson, il primo Kennedy. Tutti avevano avuto quella meravigliosa, duplice capacita di riuscire a compiere i rituali della conquista politica e di far contemporaneamente capire alle loro vittime piu intelligenti che “non ho nessuna intenzione di prenderti in giro, sappiamo benissimo che si tratta di una farsa, ma non pensi che ci riesco bene?”. Anche allora, persino quella prima sera nel 1995, quando Quinn era solo un piccolo deputato sconosciuto al di fuori della sua circoscrizione, lo vidi primeggiare nella storia politica a fianco di Roosevelt e Kennedy.

In seguito cominciai a fare dei paragoni piu grandiosi, tra Quinn e personaggi come Napoleone, Alessandro Magno, persino Gesu, e se questo discorso vi facesse sogghignare, vi prego di non dimenticare che io sono un maestro nelle arti stocastiche e la mia vista e molto piu chiara della vostra. Quinn non mi parlo delle sue intenzioni di candidarsi per una carica piu importante. Quando tornammo tra gli altri, osservo semplicemente: — E presto perche io pensi di formare un gruppo di persone che lavorino per me. Pero, quando sara ora, vi voglio con me. Haig si terra in contatto.

— Cosa pensi di lui? — mi chiese Mardikian cinque minuti dopo.

— Nel 1998 sara sindaco di New York.

— E poi?

— Se vuoi saperne di piu, amico, telefona al mio ufficio e fissa un appuntamento. A cinquanta dollari l’ora ti rivelero tutto quanto c’e nella sfera di cristallo.

Lui mi diede un pugno scherzoso e se ne ando ridendo.

Dieci minuti dopo stavo fumando la pipa con la signora dai capelli d’oro chiamata Autumn. Autumn Hawkes, l’acclamato nuovo soprano del Metropolitan. Rapidamente arrivammo a un accordo, fatto solo di occhiate, il silenzioso linguaggio del corpo, per il resto della notte. Pero, rimasi presto deluso della sua vera preferenza, quando la vidi osservare con forte interesse e gli occhi luccicanti Paul Quinn, che si trovava all’altra estremita della stanza. Quinn era li per lavoro e nessuna donna poteva dargli la caccia (neppure un uomo, ovviamente!).

— Mi chiedo se sappia cantare — osservo Autumn con aria pensosa.

— Vi piacerebbe fare qualche duetto con lui?

— Isotta e Tristano. Turandot e Calaf. Aida e Radames.

— Ammirate le sue idee politiche?

— Si, se sapessi quali sono.

— E liberale e onesto.

— Allora ammiro le sue idee politiche. Inoltre trovo che sia estremamente virile e superbamente bello.

— Dicono che i politici che vogliono fare carriera non valgono molto come amanti.

Lei si strinse nelle spalle.

— Non mi lascio impressionare dalle dicerie. A me basta guardare un uomo, un’occhiata sola, per capire se e un amante in gamba.

— Grazie.

— Risparmiate i complimenti. A volte mi sbaglio, naturalmente — aggiunse con un sorriso velenoso. — Non sempre, ma capita, a volte.

— Ogni tanto mi sbaglio anch’io.

— Sulle donne?

— Su tutto. Io sono dotato di una seconda vista, sapete. Il futuro e un libro aperto per me.

— Sembra che diciate sul serio.

— Dico sul serio. E cosi che mi guadagno da vivere. Facendo previsioni.

— Cosa vedete nel mio futuro? — si affretto a chiedere lei, schiva e ansiosa nello stesso tempo.

— Per l’immediato futuro, vedo una notte di orge selvagge e una tranquilla passeggiata mattutina sotto una leggera pioggerella. In distanza, vedo trionfi su trionfi, la celebrita, una villa a Majorca, due divorzi e la felicita avanti negli anni.

— Siete dunque uno zingaro indovino?

Scossi la testa.

— Sono solo un tecnico stocastico, madame.

Lei guardo Quinn.

— E nel suo futuro, cosa vedete?

— Lui? Lui diventera presidente. Come minimo.

7

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