venne in mente nella disperazione. Gli incantesimi vorticavano e fischiavano nell’aria.

Ben presto il baule fu nascosto alla vista da una nuvola sempre piu estesa di particelle magiche, che fluttuarono e si contrassero a comporre forme contorte e inquietanti. Nel tumulto volavano senza posa gli incantesimi. Fiamme e lampi di tutti gli otto colori scaturivano dalla cosa ribollente che adesso occupava lo spazio dov’era stato il baule.

Sin dalle Guerre dei Maghi non si era piu vista una tale concentrazione di magia in uno spazio cosi ristretto. L’aria stessa ondeggiava e brillava. Gli incantesimi rimbalzavano gli uni sugli altri, creando nuovi incantesimi di breve durata, selvaggiamente incontrollabili. Sotto il loro impatto le pietre cominciarono a piegarsi e spezzarsi. Una di loro in effetti si tramuto in qualcosa di cui e meglio tacere e se ne fuggi in qualche lugubre dimensione. Altri strani effetti collaterali presero a manifestarsi: dalla tempesta venne giu una pioggia di cubetti di piombo rotolanti: farfuglianti forme spaventevoli gesticolavano oscenamente; triangoli quadrilateri e circonferenze a doppia fronte duravano un attimo prima d’immergersi di nuovo nella rombante colonna di magia pura che s’innalzava dal lastricato fuso e si spargeva sopra Krull.

Il fatto che i maghi avessero cessato di gettare incantesimi e fossero fuggiti non aveva piu importanza. La cosa ora si nutriva della corrente di particelle di ottarino, solitamente piu dense vicino al Bordo del Disco. Nessuna attivita magica pote compiersi in tutta l’isola di Krull, perche tutto il mana disponibile nella zona era risucchiato nella nuvola, che s’innalzava per piu di ottocento metri e si spandeva in forme terrificanti. Gli idrofobi, nelle loro lenti che sfioravano il mare, precipitarono urlando nelle onde. Nelle fiale le pozioni magiche si cambiarono in acqua impura. Le spade magiche si fusero e gocciolarono dal loro fodero.

Ma nulla di tutto cio impedi alla cosa, rimasta alla base della nuvola brillante come uno specchio nell’intensita della tempesta magica che la circondava, di dirigersi con passo fermo verso l’Arciastronomo.

Scuotivento e Duefiori contemplavano la scena con timore reverenziale dal loro rifugio della torre di lancio del Possente Viaggiatore. La guardia d’onore si era dileguata da tempo e aveva lasciato le sue armi sparse a terra.

— Be’ — sospiro alla fine Duefiori. — Addio al Bagaglio. — E giu un altro sospiro.

— Non devi crederlo — disse Scuotivento. — Il legno del pero sapiente e totalmente inaccessibile a qualsiasi forma conosciuta di magia. E stato costruito per seguirti ovunque. Voglio dire, quando muori, se vai in cielo, almeno disporrai di un paio di calzini puliti nell’aldila. Ma io non intendo morire ancora, cosi muoviamoci, vuoi?

— Dove?

Scuotivento raccolse una balestra e una manciata di frecce. — Ovunque meno che qui.

— E il Bagaglio?

— Non ti preoccupare. Quando la tempesta avra esaurito tutta la magia che c’e in giro, cessera.

Questo infatti si stava avverando. La nuvola ancora saliva fluttuando, ma era diventata piu pallida e non incuteva piu paura. Mentre Duefiori la fissava, prese a guizzare incerta e ben presto divenne un pallido fantasma.

Adesso il Bagaglio si era fatto visibile in mezzo alle fiamme invisibili; le pietre intorno a lui si andavano rapidamente raffreddando con un crepitio.

Duefiori chiamo piano il suo Bagaglio. Quello si arresto e sembro ascoltare attento; poi, muovendo i suoi molteplici piedini in un’andatura complicata, si giro e si diresse verso il Possente Viaggiatore… Scuotivento lo guardava irritato. Il Bagaglio aveva una natura elementare, niente cervello e un atteggiamento omicida verso tutto cio che minacciasse il suo padrone; il mago non era sicuro che il suo interno occupasse la stessa struttura spazio-temporale del suo esterno.

La cassa si arresto davanti a Duefiori. — Non ha nemmeno un graffio — disse questi allegramente. Apri il coperchio.

— E propria il momento adatto per cambiarti la biancheria — osservo sarcastico Scuotivento. — Tra un minuto le guardie e i sacerdoti saranno di ritorno e saranno sconvolti, amico mio!

— Acqua — mormoro l’ometto. — Tutta la cassa e piena d’acqua.

Scuotivento guardo al di sopra della sua spalla. Non c’era traccia di indumenti, sacche con il denaro o altri beni del turista. Tutta la cassa era piena d’acqua.

Un’onda nacque dal nulla e sciabordo oltre l’orlo. Lambi le pietre ma, invece di allargarsi, comincio a prendere la forma di un piede. Seguirono un altro piede e la meta inferiore di un paio di gambe via via che l’acqua scorreva come riempiendo uno stampo invisibile. Un attimo dopo, davanti a loro, ammiccante, apparve Tethis, il troll marino.

— Capisco — disse alla fine. — Voi due. Suppongo che non dovrei sorprendermi. — Si guardo intorno, senza badare alla loro espressione attonita. — Sedevo fuori dalla mia capanna a guardare il tramonto — continuo — quando questa cosa e venuta fuori dall’acqua ruggendo e mi ha inghiottito. Mi e sembrato piuttosto strano. Dove si trova questo posto?

— Krull — rispose il mago, con un’occhiata dura al Bagaglio che esibiva un’espressione soddisfatta. Inghiottire persone era una cosa che faceva di frequente ma sempre, quando si apriva il coperchio, dentro non c’era altro che la biancheria di Duefiori. Spalanco di furia il coperchio. Dentro non c’era altro che la biancheria di Duefiori. E l’interno era perfettamente asciutto.

— Bene, bene — disse Tethis. Alzo gli occhi. — Ehi! Non e questo il vascello che vogliono mandare oltre il Bordo? E vero, deve essere lui!

Una freccia gli attraverso il petto, causando una leggera increspatura. Lui non sembro accorgersene, ma Scuotivento si. All’estremita dell’arena erano apparsi diversi soldati e alcuni controllavano gli ingressi.

Un’altra freccia scagliata dalla torre rimbalzo dietro Duefiori. Da quella distanza i tiri non avevano molta forza, ma sarebbe stata soltanto questione di tempo…

— Presto! — disse Duefiori. — Dentro il vascello! Quelli non oseranno attaccarlo!

— Sapevo che avresti suggerito una cosa simile — gemette il mago. — Lo sapevo.

Sferro un calcio al Bagaglio, che indietreggio di qualche centimetro e apri minacciosamente il coperchio.

Una lancia descrisse un arco nell’aria e si fermo vibrando nel legno vicino all’orecchio del mago. Con un grido lui si arrampico sulla scala dietro gli altri.

Quando giunsero alla stretta passerella che correva lungo il dorso del Possente Viaggiatore, intorno a loro fischiavano le frecce. Duefiori era in testa, con un passo baldanzoso che per Scuotivento era segno rivelatore di un eccessivo entusiasmo represso. Al centro del vascello, in cima, c’era un largo portello rotondo di bronzo, chiuso da una cerniera. Il troll e il turista si inginocchiarono e si misero al lavoro per aprirla.

Nel cuore del Possente Viaggiatore da diverse ore della sabbia fine si era lentamente riversata in una coppa attentamente disegnata allo scopo. Adesso la coppa era piena della esatta quantita necessaria per farla rovesciare e capovolgere un peso accuratamente bilanciato. Il peso oscillo e fece uscire un perno da un piccolo meccanismo complicato. Una catena prese a muoversi. Un tonfo sordo…

— Che cosa e stato? - domando Scuotivento allarmato e guardo in giu.

La pioggia di frecce era finita. Sacerdoti e soldati, immobili, fissavano il vascello. Un ometto preoccupato si fece largo in mezzo a loro e si mise a urlare qualcosa.

— Che e stato? — chiese Duefiori, occupato a svitare un dado.

— Mi sembrava di avere sentito qualcosa — rispose Scuotivento. — Ascolta, li minacceremo di danneggiare questo aggeggio se non ci lasciano andare, giusto? E questo che ci limiteremo a fare, giusto?

— Gia — disse Duefiori in tono vago. Si accovaccio sui calcagni. — Ecco fatto. Adesso dovrebbe alzarsi.

Parecchi tipi muscolosi si stavano arrampicando sulla scaletta; fra di loro c’erano anche i due chelonauti. Erano armati di spade.

— Io… — comincio il mago.

Il vascello ondeggio. Poi. con lentezza infinita, prese a muoversi sul binario.

Duefiori e il troll erano riusciti a aprire il portello. Una scaletta metallica conduceva alla cabina in basso. Il troll spari.

— Dobbiamo andarcene — bisbiglio Scuotivento. Duefiori lo guardo, con uno strano sorriso sul volto.

— Stelle — esclamo. — Mondi. L’intero cielo pieno di mondi. Luoghi che nessuno vedra mai. Eccetto me. — E s’infilo nel portello.

— Sei completamente pazzo — gli grido con voce roca Scuotivento, mentre cercava di tenersi in equilibrio a mano a mano che il va scello acquistava velocita. Si giro. Uno dei chelonauti cerco di superare con un balzo la distanza tra il Viaggiatore e la torre, atterro sul fianco ricurvo del vascello, si dimeno un istante in cerca di una presa, non ne trovo e precipito con un grido acuto.

Ormai il Viaggiatore si muoveva rapidamente. Scuotivento scorgeva la distesa d’acqua illuminata dal sole e l’incredibile Rimbow. che balenava allettante al di la, e invitava i folli ad avventurarsi troppo lontano… Vide anche un gruppo di uomini che si arrampicavano disperatamente sui pendii della rampa di lancio e manovravano un grosso tronco squadrato nel tentativo frenetico di fare deragliare il vascello prima che svanisse oltre il Bordo. Le ruote ci sbatterono contro, con il solo effetto che la nave ondeggio, Duefiori perse la presa sulla scala e cadde nella cabina e il portello si richiuse con fracasso. Scuotivento si tuffo in avanti, gemendo, e tento di aprirlo.

Ormai il mare coperto di bruma era molto piu vicino. E il Bordo, che costituiva il perimetro roccioso dell’arena, era anch’esso minacciosamente prossimo.

Scuotivento si rialzo. Non c’era piu che una cosa da fare, e lui la fece. Fu colto dal panico quando i carrelli, venuti a contatto con la leggera salita del binario, sbalzarono il vascello, simile a un salmone scintillante, in aria e oltre il Bordo.

Pochi secondi dopo, accompagnato dal rumore di dozzine di piedini, il Bagaglio supero l’orlo del mondo, con le gambe che seguitavano a pedalare con lena, e sprofondo nell’Universo.

Fine

Scuotivento si sveglio e rabbrividi. Era gelato.

'Allora e cosi', penso. 'Quando uno muore, va in un luogo freddo, umido, nebbioso. L’Ade, dove i mesti spiriti dei Morti vagano per sempre nelle tristi paludi, con i fuochi fatui tremolanti… Aspetta un minuto…'

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