Di sicuro l’Ade non era poi cosi scomodo? Lui invece lo era, e molto. La schiena gli doleva nel punto in cui un ramo la comprimeva, le gambe e le braccia, lacerate dai ramoscelli gli facevano male e, a giudicare da come si sentiva la testa, qualcosa di duro recentemente l’aveva colpita.

'Se questo era l’Ade, sicuramente si trattava dell’inferno… Aspetta un minuto…'

Albero. Si concentro sulla parola scaturita dalla sua mente: un successo inaspettato, dato il ronzio nelle orecchie e le luci danzanti davanti agli occhi. Albero. Una cosa di legno. Ci siamo! Rami e ramoscelli e cose. E, sdraiato sopra, Scuotivento. Albero. Gocciolante d’acqua. Una bianca nube fredda tutta intorno. Anche sotto. Strano.

Era vivo e si trovava, pieno di lividure e graffi, sdraiato su un alberello spinoso che cresceva nel crepaccio di una roccia; e questa si protendeva dalla bianca parete spumeggiante della cascata. Rabbrividi. L’Albero diede uno scricchiolio di avvertimento.

Una forma vaga, azzurra, gli sfreccio davanti, s’immerse per un attimo nelle acque rombanti, torno indietro e si fermo su un ramo vicino alla testa di Scuotivento. Era un uccellino con un ciuffo di penne azzurre e verdi. Inghiotti il pesciolino d’argento che aveva strappato alla Cascata e gli diede un’occhiata curiosa.

Il mago si accorse che intorno a lui svolazzava un gran numero di uccelli simili.

Si libravano nell’aria, sfrecciavano e calavano senza sforzo nell’acqua; spesso uno di loro strappava alla cascata una preda e cosi facendo sollevava uno spruzzo extra. Parecchi erano appollaiati sull’albero, iridescenti come gioielli. Scuotivento li contemplava affascinato.

Era in realta il primo uomo che avesse mai visto i rimpescatori. le minuscole creature che tanto tempo prima avevano sviluppato uno stile di vita assolutamente unico anche per il Disco. Molto prima che i krulliani costruissero la Circonferenza, i rimpescatori avevano escogitato il loro metodo efficace per campare al confine del mondo.

La presenza di Scuotivento non sembrava infastidirli. Lui ebbe una rapida agghiacciante visione di se stesso che passava il resto della vita su quell’albero, mangiando uccelli crudi e il pesce che riusciva a strappar loro quando gli svolazzavano vicino.

L’albero si mosse. Scuotivento, che si sentiva scivolare all’indietro, ebbe un lamento. Riusci pero ad aggrapparsi a un ramo. Solo che, presto o tardi, si sarebbe addormentato…

Nella scena si produsse un leggero cambiamento e nel cielo apparve una luce rosata. Nell’aria, vicino all’albero, si librava un’alta figura ammantata di nero. In una mano teneva una falce. Il viso era nascosto all’ombra dei cappuccio.

— Sono venuta per te — disse la bocca invisibile, in toni grevi come il battito del cuore di una balena.

Il tronco dell’albero ebbe un altro scricchiolio di protesta; una radice si stacco dalla roccia e fece rimbalzare una pietra sul casco di Scuotivento.

La Morte veniva sempre di persona a mietere le anime dei maghi.

— Di che cosa moriro? — chiese Scuotivento.

L’alta figura esito. — Pardon? — disse.

— Be’ non mi sono rotto niente e non sono affogato, quindi di che cosa moriro? Uno non puo essere ucciso dalla Morte; deve esserci una ragione. — Con sua enorme sorpresa, il mago non si sentiva piu terrorizzato. Forse per la prima volta in vita sua non aveva paura. Peccato che l’esperienza non sarebbe durata a lungo.

Sembro che la Morte fosse giunta a una conclusione.

— Potresti morire di terrore — intono. La voce conservava la sua nota cimiteriale, ma rivelava un lieve tremito d’incertezza.

— Non funzionera — affermo Scuotivento con aria compiaciuta.

— Non e necessario che ci sia una ragione. Posso semplicemente ucciderti.

— Ehi, non puoi farlo! Sarebbe un omicidio!

La figura sospiro e si tiro indietro il cappuccio. Invece della testa ghignante della morte, che Scuotivento si aspettava, si trovo di fronte la faccia pallida e vagamente trasparente di un demone dall’aria alquanto preoccupata.

— Sto facendo un gran pasticcio, vero? — disse questi stancamente.

— Tu non sei la Morte? Chi sei? — grido Scuotivento.

— Scrofola.

— Scrofola?

— La Morte non poteva venire. — Il demone appariva infelice. — A Pseudopolis c’e una grande pestilenza. Doveva andare a pattugliare le strade. Cosi ha mandato me.

— Nessuno muore di scrofola! Ho i miei diritti. Sono un mago!

— Va bene, va bene. Questa doveva essere la mia grande occasione — disse la Scrofola. — Ma rifletti: se ti colpisco con questa falce sarai morto proprio come se l’avesse fatto la Morte. Chi lo verrebbe a sapere?

— Lo saprei io!

— No, che non lo sapresti. Saresti morto. — La logica di Scrofola era ineccepibile.

— Smamma! — disse Scuotivento.

— Va bene tutto. — Il demone alzo la falce. — Ma perche non cercare di guardare le cose dal mio punto di vista? Per me questo ha una grande importanza e tu devi ammettere che la tua vita non e poi tanto meravigliosa. La reincarnazione puo solo rappresentare un miglioramento… uh!

Si porto la mano alla bocca, ma Scuotivento gia gli puntava contro un dito tremante.

— Reincarnazione! — esclamo eccitato. — Allora e vero cio che affermano i mistici!

— Io non ammetto niente — ribatte la Scrofola stizzosa. — Mi e sfuggito. Allora, sei pronto a morire di buon grado o no?

— No!

— Come vuoi — replico il demone. Sollevo la falce, che si abbasso sibilando come maneggiata da un professionista. Ma Scuotivento non c’era. In effetti si trovava vari metri piu in basso e la distanza andava sempre crescendo, perche il ramo aveva scelto quel preciso momento per spezzarsi e spedirlo in un viaggio ininterrotto verso il golfo interstellare.

— Torna indietro! — urlo il demone.

Il mago non rispose. Galleggiava prono nell’aria e fissava le nuvole che si stavano diradando.

E svanirono.

Sotto, l’Universo intero strizzava l’occhio a Scuotivento. C’era la Grande A’Tuin, immensa, ponderosa e costellata di crateri. C’era il satellite del Disco. C’era un bagliore lontano che poteva essere soltanto il Possente Viaggiatore. E c’erano tutte le stelle, simili a diamanti polverizzati appuntati su velluto nero, le stelle che attiravano e finalmente chiamavano a loro i piu audaci…

L’intera Creazione attendeva che Scuotivento si lasciasse cadere.

Lui lo fece.

Non sembrava che ci fosse un’altra alternativa.

FINE
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