— Calli! — il grido di Ron.

E il colosso si fermo, con un pugno affondato nello stomaco, respirando a fatica.

La mano di Rydra si sposto di qualche centimetro sul lato del cristallo. I nomi sullo schermo oscillavano avanti e indietro.

— Ma carina — ripete Ron. — E che ami gli sport, che le piaccia lottare, quando siamo a terra. Cathy non era molto atletica. E io ho sempre pensato che per me sarebbe stato molto meglio, se lei lo fosse stata. Mi sento piu a mio agio, con la gente che puo lottare con me. Pero deve essere anche seria, soprattutto sul lavoro. E che sia rapida come Cathy. Solo…

Le dita di Rydra si mossero un po’ piu a sinistra. — Solo — continuo Calli, togliendo il pugno dallo stomaco e respirando piu facilmente — che deve essere una persona intera, una nuova persona. Non qualcuno che sia per meta quello che noi ricordiamo di un’altra persona.

— Si — disse Ron. — Che sia un buon navigatore, e che ci ami.

— …che ci possa amare — lo corresse Calli.

— Se lei fosse come voi la vorreste e contemporaneamente se stessa — domando Rydra, con la mano incerta fra due nomi sullo schermo — voi potreste amarla?

Un attimo di esitazione, poi il lento assenso del colosso e il rapido annuire del ragazzo.

Rydra stacco la mano dal cristallo, e un nome scintillo sullo schermo.

— Mollya Twa, Navigatore Uno. — Seguirono i numeri di riconoscimento, e Rydra li batte sulla tastiera a fianco dello schermo.

Venti metri sopra le loro teste, qualcosa lampeggio. Una delle centinaia di migliaia di bare di vetro stava scendendo sostenuta da un fascio a induzione. Sulla piattaforma di richiamo spuntarono numerosi gruppi di minuscoli cilindri dalle punte luccicanti. La bara si poso sulla piattaforma, il contenuto nascosto dalla brina e dai fiori esagonali di ghiaccio all’interno del cristallo. Le punte luminose dei cilindri si agganciarono nella parte inferiore della bara con una serie di schiocchi metallici.

La brina si sciolse di colpo e per un attimo la superficie interna del cristallo rimase annebbiata, per poi ricoprirsi subito di goccioline. Tutti si avvicinarono per vedere.

Striscia nera contro nero. Un movimento, dietro il vetro scintillante; poi il vetro scivolo via, scoprendo la sua pelle calda e scura, i suoi larghi occhi terrorizzati.

— Va tutto bene — la rassicuro Calli toccandole una spalla. Lei alzo la testa per guardare la sua mano, poi la lascio ricadere sul cuscino. Ron si sporse su di lei.

— Salve?

— Ehm… signorina Twa? — mormoro Calli. — Siete viva, ora. Volete amarci?

— Ninyi ni nani? — Il suo viso sembrava stupito. — Niko wapi hapa?

Ron si sollevo meravigliato. — Non penso che parli inglese.

— Si, lo so — sogghigno Rydra. — Ma tranne questo, e perfetta. In questo modo avrete il tempo di conoscervi, prima di capire le vostre reciproche sciocchezze. Le piace lottare, Ron.

Ron torno a guardare la giovane donna nella bara. I suoi capelli color grafite erano tagliati corti come quelli di un ragazzo, e le labbra piene erano bluastre per il freddo. Ti piace la lotta?

— Ninyi ni nani? — domando lei di nuovo.

Calli tolse la mano dalla sua spalla e fece un passo indietro. Ron si gratto la testa e aggrotto la fronte.

— Allora? — chiese Rydra.

Calli alzo le spalle. — A essere sinceri, non lo sappiamo.

— Gli strumenti di navigazione hanno comandi standard. A bordo non vi saranno problemi di comunicazione.

— E carina — mormoro Ron. — Sei carina. Non aver paura. Ora sei viva.

— Ninaogapa! — Lei strinse la mano di Calli. — Jee, ni usiku au mchana? — Aveva gli occhi spalancati.

— Ti prego non aver paura! — Ron si chino accanto a lei e le strinse il polso teso verso Calli.

— Sielwi lungha yenu. — Poi scosse il capo, un gesto non di negazione, ma solamente di stupore. — Sikuyuweni nivi nani. Ninaogapa.

E velocemente, Calli e Ron annuirono rassicuranti.

Rydra si infilo fra di loro e parlo.

Dopo un lungo silenzio, la donna annui lentamente.

— Dice che verra con voi. Ha perso gli altri due membri del suo trio sette anni fa, anche loro a causa dell’Invasione. E per questo che e venuta qui e si e uccisa. Dice che vuole venire con voi. Volete prenderla?

— Ha ancora paura — disse Ron. — Per favore, non fare cosi. Io non ti faro del male. E neppure Calli.

— Se lei vuole venire — stabili Calli — noi la prenderemo.

Il doganiere tossicchio. — Dove posso trovare il suo psico-indice?

— Sullo schermo sotto il cristallo-archivio.

Il doganiere torno verso il cristallo. — Be’… — Tolse di tasca la tavoletta da ricalco e comincio a trascrivere gli indici. — C’e voluto un po’ di tempo, ma avete trovato tutti quanti.

— Ora integrate — gli disse Rydra.

Lui obbedi. Poi alzo gli occhi, quasi incerto fra lo stupore e l’ammirazione. — Capitano Wong, credo davvero che abbiate trovato il vostro equipaggio!

6

Caro Mocky,

quando riceverai questa mia, saro gia partita da due ore. Manca mezz’ora all’alba e voglio dirti qualcosa, ma non intendo svegliarti una seconda volta. Piuttosto nostalgicamente, ho deciso di partire con la vecchia astronave di Fobo, la Rimbaud (il nome e stata un’idea di Muels, ricordi?). Almeno, su di lei mi sentiro come a casa; vi ho lasciato un cumulo di buoni ricordi. Parto fra venti minuti.

Posizione attuale: sono seduta su una sedia pieghevole nella cabina d’osservazione che si affaccia sul campo. Il cielo e tutto chiazzato di stelle verso ovest, e comincia a diventare grigio a est. Intorno a me si levano i neri aghi delle altre navi che devono partire. A oriente si intravedono, deboli, i segnali luminosi al limite del campo. E tutto calmo ora. Soggetto dei miei pensieri: una notte febbrile in compagnia di una ciurma che mi ha fatto scorrazzare avanti e indietro per la Citta dei Trasporti fino alla Morgue. All’inizio era un po’ pesante e rumorosa, ma verso la fine si e calmata abbastanza. Per scegliere un buon pilota devi vederlo lottare. Un capitano attento puo dirti con esattezza che razza di pilota sia una persona che lotta nell’arena. Basta solo osservare i suoi riflessi, anche se io non sono poi cosi esperta.

Ricordi quello che mi hai detto a proposito della lettura muscolare? Forse avevi piu ragione di quanto io non pensassi. Questa notte ho incontrato un ragazzo, un Navigatore, che assomiglia all’offerta di laurea di Brancusi, o forse a quello che Michelangelo si augurava fosse il corpo dell’uomo. E nato nella Citta dei Trasporti, e almeno in apparenza sembra sapere bene come deve lottare un pilota. Cosi l’ho osservato mentre lui a sua volta guardava lottare il mio pilota, e dai suoi fremiti e dai suoi sobbalzi ho avuto un’analisi completa di quello che stava succedendo nell’arena sopra la mia testa.

Tu conosci la teoria di De Faure per la quale gli psicoindici hanno le loro tensioni muscolari corrispondenti (una ripresa della vecchia ipotesi di Wilhelm Reich sull’armatura muscolare): ci ho pensato parecchio questa notte. Il ragazzo di cui ti parlavo faceva parte di un terzetto infranto, due uomini e una ragazza, e la ragazza e morta a causa degli Invasori. Gli altri due sono stati sul punto di farmi piangere. Ma non l’ho fatto. Invece li ho portati alla Morgue e ho trovato loro un rimpiazzo. Una strana faccenda. Sono certa che per tutta la loro vita penseranno che sono una strega. Comunque, i requisiti basilari erano indicati nell’archivio: un Navigatore Uno femmina che avesse perso due uomini. Ma come accomodare gli indici? Ho letto quelli di Ron e Calli guardandoli parlare e muoversi. I corpi della Morgue sono archiviati per ordine di psico-indici, cosi ho soltanto dovuto sentire quale era quello adatto a loro. La scelta finale e stata pero un colpo di genio, se posso dirlo da sola. C’erano sei giovani donne fra le quali ero incerta, e non potevo piu scegliere a orecchio, fidandomi solo delle mie sensazioni. Una di loro era una ragazza della Provincia di N’Gonda, nella Pan-Africa. Si era suicidata sette anni prima, dopo aver perso i due mariti durante un attacco degli Invasori ed essere tornata sulla Terra durante un

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