La solita roba. Vidi una cosa che mi diverti: la povera disgraziata della mattina che strappava un cartello dalle mani di un tizio alto, coi capelli rossi e gli occhi verdi, e cominciava a marciare su e giu di fronte all’ambasciata, gridando slogan. Tutto secondo il copione. Le stava crescendo la febbre, e quando fosse scesa, lei sarebbe rimasta indebolita e incapace di resistere.

Nel salone cominciarono ad arrivare i funzionari per la riunione delle undici, e uno dei primi ad arrivare fu il mio compagno di camera e rivale, Hay Lopez. Saltai in piedi e gli versai il caffe. Lui mi guardo con sospetto. Hay ed io non eravamo amici. Dividevamo la stanza; io avevo il letto sopra. C’erano molte buonissime ragioni per non essere in buoni rapporti. Potevo immaginarmi come si fosse sentito per tutti quei mesi, ad ascoltare Mitzi e me nel lettino di sopra. Anzi, non avevo bisogno di immaginare niente, perche anch’io adesso sapevo come ci si sentiva ad ascoltare certi rumori, dall’alto.

Ma c’era un modo per trattare con Hay Lopez, perche aveva una macchia nera nel suo passato. Aveva combinato qualcosa mentre era Assistente Direttore ai Media nella sua Agenzia. Cosi naturalmente l’avevano prestato all’esercito per quasi un anno, in servizio di riserva, durante la campagna per elevare gli Eschimesi di Port Barrow agli standard civili. Non sapevo esattamente cos’avesse fatto. Ma Hay non sapeva che io non sapevo, e un paio di osservazioni cifrate l’avevano messo in allarme. Comunque, si faceva in quattro per cancellare quella vecchia macchia, lavorando piu di qualsiasi altro all’ambasciata. Quello che lo terrorizzava, era il rischio di un’altra missione a nord del Circolo Polare Artico; dopo il mare di ghiaccio e la tundra, era l’unico fra di noi che non si lamentasse per il clima venusiano. Cosi dissi: — Hay, sentiro la mancanza di questo posto quando tornero all’Agenzia.

Questo raddoppio il sospetto nei suoi occhi, perche sapeva che era una bugia. Quello che non sapeva era perche gliela raccontassi. — Anche tu ci mancherai, Tenny — menti a sua volta. — Hai qualche idea di quello che farai?

Era l’occasione che volevo. — Penso che faro richiesta per passare alla Sezione Personale — mentii. — Mi sembra naturale, non credi? Perche la prima cosa che vorranno, sara un aggiornamento sul rendimento del personale di qui… ehi — dissi come se me ne ossi ricordato in quel momento siamo della stessa Agenzia! Tu, io e Mitzi. Be’, avro un sacco di cose da dire su voi due! Siete tutt’e due dei funzionari di prima classe. — Naturalmente, se Lopez ci avesse pensato un po’ su, si sarebbe reso conto che l’ultima cosa che avrei richiesto, o ottenuto, sarebbe stata la Sezione Personale, visto che tutto il mio addestramento era nel campo Redazione e Produzione. Ma ho detto solo che Hay si faceva in quattro, non che fosse molto intelligente. E prima che si fosse reso conto di quello che stava succedendo, mi aveva promesso che sarebbe andato lui alla Colonia Penale Polare… — per prenderci la mano, caso mai l’incarico tocchi a me quando te ne sarai andato. — Lo lasciai a pensarci sopra, e mi unii a un gruppo che parlava delle macchine che avevamo sulla Terra.

L’ambasciata aveva un personale di cento e otto persone. I Venusiani cercavano sempre di farci dimezzare il numero, ma l’ambasciatore non cedeva. Sapeva cosa ci stavano a fare quelle sessanta persone in piu… e naturalmente lo sapevano anche i Venusiani. Io ero il decimo o l’undicesimo nella gerarchia, sia a causa del mio grado consolare, sia del mio incarico secondario come Commissario Morale. Sarebbe a dire che dovevo scegliere gli inserti pubblicitari per i circuiti televisivi interni, e… be’… tenere d’occhio gli altri centosette per scoprire eventuali tendenze conservazioniste. Non che questo mi portasse via molto tempo. Eravamo un gruppo altamente selezionato. Piu della meta di noi erano ex dipendenti di Agenzie, e anche i consumatori erano mica male, per essere consumatori. Se mai, alcuni dei piu giovani erano troppo lealisti. C’erano stati diversi incidenti. Un paio di marine, qualche settimana prima, avevano trangugiato troppo liquore, e avevano lanciato, con le armi d’ordinanza, alcuni comunicati a risonanza oculare contro tre indigeni. I Venusiani non si erano divertiti, e fummo costretti a consegnare nell’ambasciata i due, in attesa di rispedirli sulla Terra. Adesso non erano presenti, naturalmente; la riunione delle undici era riservata ai circa venticinque direttori di grado superiore.

Feci in maniera che ci fosse un posto libero vicino a me per quando fosse arrivata Mitzi, in ritardo come al solito. Lei getto un’occhiata a Hay Lopez, che se ne stava tutto solo vicino alla finestra, con aria imbronciata, poi alzo le spalle e si sedette, unendosi alla conversazione.

— Buongiorno Mitzi — grugni il Capo del Protocollo, seduto di fronte a noi, e continuo a parlare: — Anch’io avevo una Puff Adder, ma pompando con le mani in quella maniera non si riesce ad avere l’accelerazione…

— Sicuro che si puo, Roger, basta darci dentro — lo interruppi. — E poi: per meta del tempo uno e bloccato in mezzo al traffico, no? Per cui una mano e piu che sufficiente per la propulsione. L’altra e libera per fare segnali, o cose del genere.

— Segnali? — ripete lui fissandomi. — Ma da quanto tempo guidi, Tenny? — La Capo Ufficio Codici, seduta accanto a Mitzi, si sporse in avanti e disse: — Dovreste provare una Viper, superleggera, a trazione diretta. Nessun pedale: basta spingere coi piedi a terra. Piu semplice di cosi!

Roger la guardo con sufficienza. — Si, e quando devi frenare? Uno si puo rompere una gamba in un arresto di emergenza. No, no: pedali e trasmissione a catena, e l’unico modo per… — Cambio espressione. — Arrivano — mormoro, e si volto, mentre entravano i pezzi grossi.

L’ambasciatore e davvero un uomo imponente: addetto ai media, sulla Terra, con capelli ondulati sale-e- pepe, la faccia espressiva, dalla carnagione scura. Non era della mia Agenzia, perche quelle piu grosse facevano a turno a nominare i gran capi, e non era il nostro turno; ma quanto a professionalita, aveva tutto il mio rispetto. E sapeva come condurre una riunione. Il primo a riferire fu l’Addetto Politico, assillato da un’ennesima crisi. — Abbiamo ricevuto un’altra nota dai Venusiani — disse torcendosi le mani. — A proposito di Hyperion. Ci accusano di violazione dei diritti umani, perche non permettiamo ai minatori di gas di scegliere liberamente i loro mezzi di comunicazione. Sapete cosa vuol dire questo.

Lo sapevamo, e si sentirono mormorii nella sala: «Che coraggio!» «Tipica arroganza venusiana!» I minatori di elio-3 della luna di Saturno raggiungevano le cinquemila unita, e come mercato contavano quasi zero. Ma era una questione di principio fornire loro un’adeguata dose di pubblicita. Una Venere nel sistema solare era abbastanza.

L’ambasciatore non volle neppure sentirne parlare. — Respingete la nota — disse seccamente. — Non sono affari che li riguardino, e voi non avreste neppure dovuto lasciarvela consegnare, Howard.

— Ma come facevo a saperlo prima di leggerla? — disse lamentosamente l’Ufficiale Politico, e l’ambasciatore gli getto un’occhiata che voleva dire: «Ne parliamo dopo», prima di sorridere.

— Come voi tutti sapete — disse, — la nave terrestre e in orbita da dieci giorni, e dovrebbe mandar giu la navetta da un momento all’altro. Mi sono messo in contatto con il capitano, e ci sono una buona notizia e una cattiva. La buona notizia e che hanno molta roba per noi: una troupe di ballerine esotiche, specializzate in disco e Black Bottom, come scambio culturale. Mitzi, voi vi occuperete di loro, naturalmente. Hanno anche dieci tonnellate di rifornimenti: Caffeissimo, Manzovero, nastri con gli ultimi spot, tutte le belle cose che aspettavate! — Espressioni di gioia e soddisfazione generali. Colsi l’occasione per prendere la mano di Mitzi, e lei non la ritrasse. L’ambasciatore continuo: — Questa e la buona notizia. La cattiva e che, come tutti sapete, quando la navetta ripartira portera con se uno dei membri piu amati della nostra grande famiglia. Gli diremo addio in maniera migliore la sera prima che ci lasci… ma nel frattempo, Tennison Tarb, volete alzarvi in maniera che possiamo dimostrarvi quanto ci mancherete?

Be’, non me l’aspettavo. Fu uno dei grandi momenti della mia vita. Non c’e nessun applauso paragonabile a quello dei propri pari, e questo scroscio senza freni… perfino Hay Lopez applaudiva, anche se con aria corrucciata.

Non so cosa dissi, ma quando ebbi finito e tornai a sedermi, scoprii con sorpresa di non dover allungare la mano per prendere quella di Mitzi. Ci penso lei.

Ancora al settimo cielo, mi chinai per sussurrarle all’orecchio che avevo rifilato il viaggio alla Colonia Penale a Hay, e cosi potevamo avere la stanza tutta per noi quella notte. Non riuscii a dirlo. Lei scosse la testa con un sorriso, indicandomi che l’ambasciatore aveva portato con se i nuovi spot nella valigia diplomatica, e restammo tutti a guardarli in religioso silenzio.

Non riuscii mai a dirlo. Rimasi seduto, felice e con la testa fra le nuvole, un braccio sulle spalle di Mitzi, e non mi preoccupai minimamente che Hay Lopez ci guardasse con aria cupa e offesa… non fino a quando si avvicino all’ambasciatore, appena finiti i filmati, e gli sussurro qualcosa nell’orecchio. E a questo punto ormai era troppo tari. Quel figlio di puttana ci aveva pensato su. Non appena le luci si riaccesero si avvicino, tutto sorrisi e strette di mano, e io sapevo gia cosa stava per dire. — Accidenti, Tenny, c’e un maledetto guaio. Non posso piu andare alla CPP al tuo posto. C’e una riunione con l’ambasciatore domani… Sono sicuro che capirai. Una maledetta

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