— grido. — Ahmad, segnalare intenzioni amichevoli!

Una pausa. In sottofondo, Beynes senti degli allarmi e delle voci confuse che gridavano a bordo del mercantile in orbita. — Nessuna risposta ai segnali amichevoli sui canali standard, Arne! Distanza duecento chilometri, in avvicinamento…!

D’un tratto la voce di Francisco s’inseri nella comunicazione. — Timoniere, preparare le armi e sparare! — urlo. — Ripeto, preparare tutte le armi e sparare!

— No! — grido Beynes nel comunicatore, guardando istintivamente il cielo azzurro velato di foschia sopra la citta. — Annullare l’ultimo ordine, Ahmad! Ripeto, non…!

All’improvviso attraverso l’auricolare si udi uno sqqquuaa-aauunnkkkk!: il rumore inconfondibile di un impulso elettromagnetico provocato da un’esplosione nucleare. Un attimo dopo, una supernova in miniatura brillo all’orizzonte a ovest.

— Ahmad! — grido Beynes. — Capital Explorer, parla Beynes, per favore rispondete! Ahmad!

Delle scariche atmosferiche avevano sostituito per sempre la voce allarmata di Ahmad. A bocca aperta, trattenendo il fiato, Beynes osservo le sottili strisce bianche che cominciarono a solcare la fascia superiore della stratosfera di Mecca. Attraverso il fragore che gli echeggiava nelle orecchie, sentiva le urla inorridite del resto della squadra di sbarco accanto alla fossa dei rifiuti ex-gi. Anche lui avrebbe voluto urlare, ma non riusciva nemmeno a respirare mentre osservava i rottami della sua nave che si disintegravano negli strati alti dell’atmosfera di Mecca. I Locriani… i Locriani… i Locriani avevano appena…

— Partenza immediata! — senti sbraitare di colpo da Francisco nel comunicatore.

Partenza immediata…? Malgrado avesse sentito spesso quell’ordine, Beynes non afferro subito il significato delle parole di Francisco, e anche dopo averlo afferrato ebbe dei dubbi. Torno ad accostare il comunicatore al volto inebetito. — Capitano, non…

Alle sue spalle ci fu un rombo improvviso, un rumore assordante di reattori a fusione nucleare, piu forte del ruggito del sangue nelle sue orecchie. Uno scirocco si alzo attorno a lui, raffiche calde di vento artificiale che sollevarono turbini di polvere… e un terremoto in miniatura gli fece tremare il terreno sotto i piedi. Ancor prima di potersi girare, Beynes riconobbe il rumore dei motori della navetta avviati frettolosamente. La sabbia gli sferzo il viso, costringendolo a inginocchiarsi, mentre stringeva il comunicatore e gridava: — Francisco…!

— Decollo! — grido il capitano.

— Francisco! — urlo Beynes. Attraverso la tempesta di sabbia, vide la sagoma massiccia della navetta alzarsi lentamente sulle colonne incandescenti di vapore di scarico espulse dai propulsori. Il mezzo da sbarco sali — venti metri, trenta, cinquanta — con il carrello ancora all’esterno; il capitano li stava abbandonando, lasciandoli in quel posto di merda, sottraendosi all’ira dei Locriani…

— Francisco — ringhio Beynes — pezzo di bastardo…!

Poi il veicolo spaziale sembro inclinarsi verso destra e beccheggiare, come ubriaco, ricordando i barcollamenti di Francisco stesso nei corridoi del Capital Explorer.. perse quota ma acquisto velocita mentre il capitano si dava da fare coi comandi. Beynes sapeva gia quale fosse il problema. Pagine di manuali di istruzioni di volo parvero scorrergli nella mente, avvertimenti per evitare certe situazioni pericolose —…non si decolla cosi, non hai potenza sufficiente, non puoi… — mentre si gettava a terra.

L’ultima cosa che Beynes vide — appena prima di coprirsi la testa con le braccia, mentre il comunicatore che continuava a stringere in mano gli trasmetteva debolmente le ultime grida rabbiose e disperate di Francisco — fu la navetta che piombava sulla citta abbandonata dei Locriani. Poi, un’esplosione assordante e una sfera di fuoco…

Colyns; Perche la navetta e precipitata?

Beynes: Francisco non ha scaldato correttamente i motori per il decollo, immagino. Voglio dire, non si puo salire su una nave, premere qualche pulsante e… via!… partire. Si puo effettuare un decollo rapido con una navetta saltando qualche dettaglio, ma se non si fa ogni cosa alla perfezione i reattori a fusione si bloccano per evitare un’implosione. I motori non forniscono la spinta sufficiente per la velocita di fuga e… ecco, si precipita.

Colyns: Dunque lei pensa che la distruzione dell’insediamento locriano sia stata un incidente?

Beynes: Che razza di domanda e? Non hai ascoltato quel che ho detto? Ho visto cos’e successo, Colyns. La navetta e precipitata dritta sulla citta. Per nostra fortuna i reattori erano gia stati disattivati dai computer di bordo, altrimenti nel punto in cui ci trovavamo si sarebbe aperto un cratere di cinque chilometri.

Colyns: Sto semplicemente cercando di chiarire tutti i fatti per la registrazione ufficiale, signor Beynes…

Beynes: Allora sia chiaro questo, Colyns… qualsiasi cosa intendessimo fare su Mecca, distruggere l’insediamento locriano non rientrava affatto nei nostri piani. D’Lambert e io abbiamo fatto di tutto per stare alla larga dalla citta, anche dopo che Francisco ci aveva ordinato di cominciare a saccheggiare il posto. Non volevamo neppure avvicinarci a quella citta, noi. E stato un incidente, insomma! E lo ha provocato Francisco!

Colyns: Capisco, signor Beynes. La sua dichiarazione fa parte della registrazione ufficiale. Adesso, per favore, mi dica cos’e successo all’arrivo dei Locriani. C’e stato qualche atto ostile da parte sua o da parte di qualche superstite della squadra di sbarco? Beynes: No, nessun atto ostile. Non che non volessimo… Quando avvistarono la navetta locriana che stava entrando nell’atmosfera, quasi tutti volevano barricarsi tra le macerie della citta e abbattere il maggior numero possibile di insetti. La distruzione del Capital Explorer, la morte improvvisa dei compagni, la morte di Francisco… erano tutti ricordi ancora troppo vividi. Volevano la vendetta, pura e semplice, indipendentemente da chi potesse avere la colpa.

Ma solo tre uomini della squadra erano armati di disintegratore, e anche se qualcuno propose di utilizzare i robot perche speronassero la navetta locriana una volta atterrata, D’Lambert fece notare subito che le macchine erano state progettate esclusivamente per svolgere operazioni di scavo e non manovre militari. Qualsiasi piano per attaccare i Locriani, dunque, era destinato a fallire… e quando l’enorme mezzo da sbarco locriano atterro e gli alieni cominciarono a uscire dai portelli, risulto evidente che gli Erthumoi superstiti erano in netta inferiorita numerica; il rapporto di forze era di almeno sei a uno.

E cosi, un’ora dopo la caduta della navetta sulla citta, i cinque superstiti dell’equipaggio del Capital Explorer si ritrovarono circondati da ventidue locriani armati. Gli alti alieni insettoidi li sovrastavano, reggendo le loro strane armi con le quattro braccia lunghe e sottili. Le armi non erano puntate contro gli Erthumoi, ma non erano nemmeno completamente rivolte in un’altra direzione. Malgrado l’ambiente compatibile, tutte le guardie portavano caschi sferici con respiratore, evidentemente per non cadere in delirio nell’atmosfera troppo ricca. Attraverso i caschi, Beynes li sentiva parlare tra loro, uno stridio misterioso che faceva contrarre rapidamente le loro mandibole. Se fosse stato disponibile un traduttore universale, Beynes avrebbe potuto capire quel che dicevano, ma i loro traduttori erano tutti sulla navetta da sbarco precipitata: un’altra maledetta colpa del non rimpianto capitano Francisco.

Pero non furono le guardie ad attirare maggiormente l’attenzione del primo ufficiale. Fu il comportamento di un gruppetto di Locriani sbarcati dietro la squadra armata. Otto Locriani, che indossavano lunghi mantelli rossi; i cappucci penzolavano sul dorso perche a quanto pareva non erano abbastanza grandi da coprire anche i caschi. Seguirono le guardie fino al manipolo di Erthumoi intimoriti e si fermarono dietro il cerchio di Locriani armati, aspettando in silenzio che gli invasori venissero circondati.

— Pellegrini Lontani — mormoro D’Lambert a Beynes. — Quei mantelli devono essere…

— Silenzio, per favore. — La voce filtrata e tradotta apparteneva a uno dei Locriani in rosso, che si trovava in mezzo al gruppo e portava un traduttore sul torace stretto e chitinoso. Beynes sapeva che i Locriani erano in grado di parlare l’erthumoi standard, questo pero solo in occasioni diplomatiche; quell’alieno, a quanto pareva, voleva mantenere le distanze, pur se in modo discreto.

— Non parlerete finche non vi verra rivolta la parola — prosegui il Locriano. — Disarmatevi immediatamente.

Non c’era alcuna minaccia palese in quella richiesta, ma di fronte a quasi due dozzine di armi locriane il sottinteso era fin troppo chiaro. D’Lambert e un altro membro dell’equipaggio tolsero i disintegratori dalla fondina e li gettarono adagio ai piedi dei Locriani piu vicini. Beynes esito a privarsi del suo unico mezzo di protezione.

— Sono Arne Beynes, primo ufficiale del mercantile indipendente erthuma Capital Explorer… — inizio.

Il Locriano piu vicino a lui fece un passo avanti, puntando rapido l’arma che impugnava contro la faccia di Beynes. — Zitto e disarmati, primo ufficiale Arne Beynes — ordino il Pellegrino Lontano.

Beynes trasse un profondo respiro, poi obbediente sgancio il disintegratore e lo getto, cintura compresa,

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