ha potuto raggiungere. I vapori raggiunsero il nostro gruppo, e due di noi morirono. Dopo, alcuni di noi si misero in marcia per cercare di entrare in contatto con gli altri superstiti, ma i vapori erano piu pericolosi, verso sud, e alcuni morirono mentre gli altri uscirono di senno. Mi unii a un gruppo che voleva organizzare un nucleo umano al di la della cintura vulcanica, ma commettemmo diversi errori, e poi venne il primo dei lunghi inverni e frustro tutti i nostri piani e ci fece capire che le stagioni erano molto cambiate, dato che lo sconvolgimento della crosta terrestre assorbiva l’anidride carbonica dall’aria, e le piante erano insufficienti a riequilibrare la situazione. Dopo mi misi in marcia e cercai di unirmi ad altre bande di superstiti, ma quando il cannibalismo inizio i cani e i gatti divennero veramente pericolosi, mi diressi verso nord, e arrivai nella zona dei ghiacciai. Da quel momento in poi, ho vagabondato da queste parti, come vedi.”

Guardo Thorn. La sua voce era gia secca. La sua ansia di parlare, come una fame di origine nervosa, non lo aveva portato lontano.

Thorn scosse il capo, cercando di vedere nell’oscurita, al di la del fuoco.

— Deve esserci un modo — disse lentamente. — Certo, sarebbe difficile, e noi rischieremmo le nostre vite, ma deve esserci un modo.

— Un modo? — domando con voce atona l’altro.

— Si, tornare dove gli uomini stanno ricominciando a unirsi e a ricostruire. Immagino che ci si debba dirigere a sud. Dovremo cercare e vivere della nostra caccia per molto tempo, ma sono sicuro che ci arriveremo.

Ci fu un lungo silenzio. Una strana espressione di simpatia apparve sul volto dell’altro.

— Tu stai sognando — disse a Thorn, e la sua voce gracchiante sembro piu gentile. — Anch’io ho sognato, cosi intensamente che per un po’ sono riuscito a credere che i sogni fossero veri. Ma si tratta soltanto di sogni. Nessuno si sta riunendo. Nessuno sta ricostruendo la civilta, tranne… — la sua mano indico qualcosa al di la del fuoco. — Tranne quei diavoli, la fuori.

11

A ondate alternate, sentimenti di colpa e di eccitazione quasi insopportabile investirono Clawly I, mentre correva lungo i corridoi deserti della Blue Lorraine verso l’ufficio di Oktav. Con la piu assoluta serieta, si chiese se non fosse diventato veramente il folle Pifferaio Magico, se la sua mente… e quelle di Firemoor e degli altri complici che lavoravano con lui nella simulazione della minaccia marziana… non fossero gia quasi schiave di menti diabolicamente perverse il cui unico scopo, o meglio, piacere, fosse quello di vedere un mondo perfetto ridotto al caos.

Perche la falsa minaccia di un’invasione marziana stava producendo tutti gli effetti che Clawly aveva immaginato, e anche di piu, come provavano le scene alle quali aveva appena assistito. Quelle scene gli erano rimaste impresse. L’aria, intorno alla Blue Lorraine, era brulicante di uomini in abiti di volo, anziani e giovani. File di macchinari, provviste e materiali diversi, sostenute da correnti subtroniche, si dirigevano verso vari punti della campagna, perche era stato stabilito che i pigliastelle erano obiettivi troppo vulnerabili, di fronte a un attacco dallo spazio… tutte le uova della Terra in poche centinaia di cestini. Gli ingegneri lavoravano sulla cima della Blue Lorraine per installare a tempo di record proiettori di energia e altre improvvisate armi subtroniche… perche, sebbene i pigliastelle fossero vulnerabili, erano pur sempre i simboli orgogliosi e le case amate della civilta e sarebbero stati difesi fino alla fine. Tutti gli occhi si erano sollevati ansiosamente verso il cielo, quando un’astronave aveva tuonato, passando a velocita incredibile nell’azzurro, poi si erano nuovamente abbassati con sollievo, quando tutti avevano capito di che si trattava, che l’astronave non apparteneva, certo, a nessun invasore spaziale, ma era semplicemente parte della flotta terrestre, e si dirigeva verso l’astroporto piu vicino per essere rifornita di armi subtroniche. Tutti gli occhi si erano rivolti per qualche istante verso occidente, dove venivano sistemati degli schermi difensivi, per osservare una grande cupola iridescente apparire per un attimo, tramutando in fumo una vasta zona di campagna. Occhi eccitati, tutti, pronti al sollievo e all’allegria come alla tensione, all’ansia e alla paura. Occhi che dicevano, per sette ottavi “Non ci sara probabilmente alcuna invasione” e per un ottavo “Ci sara”. Occhi che rendevano Clawly orgoglioso di appartenere all’umanita, ma che risvegliavano in lui dubbi tormentosi sull’opportunita di questo suo inganno.

E pensava che questo accadeva in tutto il mondo. L’impiego dell’energia subtronica nei trasporti e nella fabbrica rendeva possibile una rapidita di preparazione mai riscontrata nella storia della Terra. L’organizzazione era un punto debole, dato che la Terra era stata addormentata dai lunghi anni di pace sicura e di liberta individuale, ma diverse agenzie locali erano gia al lavoro, mentre il Consiglio Mondiale aveva iniziato a organizzare un’autorita militare centralizzata. Forse confusamente, e un po’ disordinatamente, ma con ansia, con decisione, e soprattutto con rapidita, la Terra si stava armando per affrontare la minaccia.

Era tutto piu grosso di quanto chiunque avesse potuto prevedere, si disse Clawly per la centesima volta, affrettando senza accorgersene il suo passo gia sostenuto, nell’avvicinarsi all’ufficio di Oktav. Era stato lui a dare il via a tutto quanto, ma ora la faccenda gli era sfuggita di mano. Poteva soltanto attendere e sperare che, quando fosse giunta la vera invasione, gli attuali preparativi si rivelassero utili per gli sbalorditi difensori della Terra. In ogni caso, tutto si sarebbe risolto tra poche ore, perche quello era il terzo giorno.

Ma se l’invasione transtemporale non fosse avvenuta dopo tre giorni? Ormai l’inganno poteva essere scoperto da un momento all’altro… Firemoor si stava gia pentendo dell’intera faccenda, spaventato a morte… e durante il periodo di rata reazione non sarebbe stato creduto alcun rapporto d’invasione. Allora lui si sarebbe trovato nella posizione di colui che ha gridato “Al lupo” al mondo.

E se l’invasione transtemporale non fosse affatto avvenuta? Tutte le sue azioni si erano basate su prove cosi vaghe… gli studi sui sogni di Thorn, il mormorio di un Conjerly drogato, che aveva detto «…Invasione… tre giorni…» Stava convincendosi sempre piu che da un momento all’altro si sarebbe svegliato, come da un incubo, e sarebbe stato accusato di essere un pazzo o un ciarlatano.

Certo, i suoi nervi ormai erano a pezzi. Aveva bisogno di Thorn. Non aveva mai compreso prima d’ora quanto lui e Thorn avessero bisogno l’uno dell’altro per mantenere il reciproco equilibrio. Ma Thorn non si trovava, e le agenzie d’investigazione non avevano fatto alcun progresso. Malgrado le immense preoccupazioni che lo assillavano, Clawly era talmente sconvolto dall’assenza di Thorn, che gli era sembrato diverse volte di vederlo nella folla che si trovava intorno alla Blue Lorraine.

Ma ancora piu che di Thorn, lui aveva bisogno di Oktava. Ora che la crisi era giunta, poteva capire fino a qual punto le parole del veggente avevano determinato ogni sua azione, dalla prima seria convinzione della possibilita di un’invasione transtemporale all’organizzazione della falsa minaccia marziana. Sia che fosse superstizione, credulita ignorante o ipnotismo, lui credeva in Oktav, era convinto che Oktav avesse accesso a cose sconosciute a chiunque. E ora che Oktav non c’era piu, la disperazione e l’impotenza lo assalivano, ed egli non aveva saputo resistere al desiderio di tornare un’altra volta nell’ufficio misteriosamente deserto.

Quando sollevo la mano per aprire la porta, la sua mente fu assalita dai ricordi… ricordi di altri colloqui nell’ufficio, dell’ultimo colloquio, dello strano individuo che aveva chiamato Oktav, paludato negli abiti dell’Alba della Civilta, dell’inesplicabile scomparsa di colui che aveva chiamato e del veggente nella stanza interna priva di uscite.

Ma prima che la sua mano potesse attivare la porta, questa si apri.

Vestito del suo solito abito nero, Oktav era seduto alla scrivania.

Come in un sogno nel bel mezzo di un sogno, Clawly entro.

Sebbene il veggente fosse sempre sembrato incredibilmente vecchio, la prima impressione di Clawly fu che Oktav fosse enormemente invecchiato negli ultimi tre giorni. Qualcosa era accaduto, e le sue ultime risorse di energia vitale si erano ormai ridotte all’ultima goccia. Le mani erano scheletriche. Il volto era un mero rivestimento di pelle tesa e trasparente su ossa fragili e sottili. Ma negli occhi profondi la saggezza brillava piu vivida che mai. E non solo la saggezza, ma qualcosa di nuovo… una determinazione incrollabile di usare quella saggezza. Fu uno sguardo che fece rabbrividire Clawly… di paura e di eccitazione… quello che il veggente sollevo su di lui.

Tutte le domande che avevano torturato la sua mente per tanto tempo, nell’attesa di quel colloquio, scomparvero d’incanto.

— Ho fatto un viaggio molto lungo — disse il veggente. — Ho visitato molti mondi che dovevano essere

Вы читаете I tre tempi del destino
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×