«Davvero? Vediamo», dice Guarino con finto entusiasmo chiudendo la cartella clinica. «Vediamo un po’.»

Adagio e a gran fatica, Charlie fa parecchi passi all’indietro urtando contro il tavolo. Guarino sorride e annuisce. «Questa si che e bravura. Oh, aspetta e vedrai. Diventerai il bambino piu intelligente del tuo isolato, quando avremo finito.»

La lode e l’attenzione dimostratagli fanno arrossire Charlie di piacere. Non accade spesso che la gente gli sorrida e lo lodi per aver fatto bene una cosa. Persino il terrore dell’apparecchio e dell’essere stato legato al tavolo con cinghie si dilegua.

«Di tutto l’isolato?» Il pensiero lo colma, come se non potesse piu aspirare abbastanza aria nei polmoni, per quanto ci si provi. «Ancora piu intelligente di Hymie?»

Guarino torna a sorridere e annuisce. «Piu intelligente di Hymie.»

Charlie guarda l’apparecchio con una meraviglia e un rispetto ancor piu grandi. Quella macchina lo rendera piu intelligente di Hymie. che abita due case piu in la e sa leggere e scrivere ed e nei Giovani Esploratori.

«E tua questa macchina?»

«Non ancora. Appartiene alla banca. Ma presto sara mia. e allora potro rendere intelligenti molli bambini come te.» Accarezza Charlie sul capo e soggiunge. «Sei molto piu simpatico di molti bambini normali che le madri portano qui sperando ch’io possa farne dei geni elevando il loro quoziente di intelligenza.»

«Diventano dei somari se gli alzi gli occhi?» Si porta le mani al viso per vedere se l’apparecchio gli abbia alzato gli occhi. «Mi farai diventare un somaro?»

La risata di Guarino e amichevole mentre da una strizzatina alla spalla di Charlie. «No. Charlie. Non hai nessun motivo di preoccuparli. Soltanto gli asinelli cattivi diventano somari. Tu rimarrai quello che sei… un simpatico bambino.» E poi. ripensandoci, aggiunge: «Ma, si capisce, un po’ piu intelligente di quanto sei adesso».

Apre la porta e conduce Charlie dai suoi genitori. «Eccolo qui, amici. L’esperienza non lo ha certo peggiorato. E un bravo bambino. Credo che diventeremo buoni amici, eh, Charlie?»

Charlie annuisce. Vuole piacere al dottor Guarino, ma rimane atterrito quando scorge l’espressione della faccia di sua madre.

«Charlie! Che cosa hai fatto?»

«E stato soltanto un piccolo incidente, signora Gordon. Essendo la prima volta, si e spaventato. Ma non lo rimproveri e non lo castighi. Non vorrei che collegasse il castigo con la sua venuta qui.»

Tuttavia Rose Gordon e sconvolta per l’imbarazzo. «E disgustoso; non so che cosa fare, dottor Guarino. Anche a casa dimentica… e a volte quando abbiamo ospiti. Mi vergogno tanto quando si comporta cosi.»

L’espressione di disgusto sulla faccia di sua madre lo fa tremare. Per breve tempo aveva dimenticato quanto e cattivo, come fa soffrire i suoi genitori. Non sa perche, ma si spaventa quando la mamma dice che la fa soffrire e quando grida o lo rimprovera; volta la faccia verso il muro e geme piano tra se e se.

«Ora non lo turbi, signora Gordon, e non si preoccupi. Lo porti da me martedi e giovedi di ogni settimana, alla stessa ora.»

«Ma questa cura gli giovera sul serio?» domanda Matt. «Dieci dollari sono un mucchio di…»

«Matt!» Lei gli afferra la manica. «Sono cose da dirsi in un momento simile? Si tratta della tua carne e del tuo sangue, forse il dottor Guarino puo farlo diventare come gli altri bambini, con l’aiuto di Dio. e tu parli di soldi!»

Matt Gordon fa per giustificarsi, ma poi, pensandoci meglio, si toglie di tasca il portafogli.

«Prego…» sospira Guarino. come se la vista del denaro lo mettesse in imbarazzo. «La mia segretaria provvede a tutte le questioni finanziarie. Grazie.» Fa un mezzo inchino a Rose, stringe la mano a Matt e accarezza Charlie sulla spalla. «Un bel bambino. Molto simpatico.» Poi, tornando a sorridere, scompare dietro la porta del suo studio.

Litigano durante tutto il tragitto di ritorno a casa. Matt lamentandosi perche le vendite di prodotti per barbieri sono diminuite e perche i loro risparmi si stanno dileguando. Rose rispondendo a voce altissima che rendere Charlie normale e piu importante d’ogni altra cosa.

Spaventato dal litigio, Charlie piagnucola. Il tono dell’ira, nella loro voce, lo addolora. Non appena entrano in casa, si sottrae alla stretta delle loro mani, corre nell’angolo in cucina, dietro la porta, e tiene la fronte premuta contro la parete piastrellata, tremando e singhiozzando.

Non gli badano affatto. Hanno dimenticato che deve essere lavato e cambiato.

«Non sono isterica. Sono soltanto stufa di sentire le tue lamentele ogni volta che cerco di fare qualcosa per tuo figlio. Tu te ne infischi. Te ne infischi e basta.» «Questo non e vero! Ma mi rendo conto che non possiamo far niente. Quando ti capita un figlio come lui e una croce e devi sopportarla e volergli bene. Bene, io posso sopportare lui. ma non sopporto le tue fesserie. Hai speso quasi tutti i nostri risparmi con ciarlatani e imbroglioni… denaro che avrei potuto spendere per mettere su una bell’azienda per mio conto. Si. Non guardarmi in quel modo. Con tutti i soldi che hai gettato via per ottenere qualcosa di impossibile avrei potuto metter su una bottega da barbiere mia invece di mangiarmi l’anima dieci ore al giorno cercando di vendere i prodotti ai clienti. Avrei potuto avere una bottega mia con lavoranti alle mie dipendenze!»

«Finiscila di urlare. Guardalo, e spaventato.»

«Va’ all’inferno. Ora so chi e il deficiente in questa casa. Io! Io che ti ho sopportata!» Esce urlando e sbattendosi la porta alle spalle.

«Dolente di disturbarla, signore, ma atterriamo tra pochi minuti. Dovra allacciarsi di nuovo la cintura… Oh, ce l’ha ancora. L’ha tenuta durante tutto il volo da New York. Per quasi due ore…»

«Me n’ero completamente dimenticato. Continuero a tenerla finche non saremo atterrati. Sembra che non mi dia piu alcun fastidio.»

Ora capisco da dove mi venne l’insolita «motivazione», la frenesia di diventare intelligente che un tempo meravigliava tanto tutti. Era qualcosa che assillava Rose Gordon giorno e notte. La sua paura, il suo senso di colpa, la sua vergogna per il fatto che Charlie era un deficiente. Il sogno di lei che si potesse fare qualcosa. E, sempre, l’incalzante interrogativo: di chi era la colpa, sua o di Matt? Soltanto quando Norma le ebbe dimostrato ch’era capace di mettere al mondo figli normali e che io ero uno scherzo di natura, smise di tentar di rimediare al mal fatto. Ma io, suppongo, non smisi mai di desiderare di essere il bambino intelligente che lei avrebbe voluto, affinche potesse amarmi.

Una cosa buffa a proposito di Guarino. Dovrei avercela con lui per quello che mi fece e perche si approfitto di Rose e di Matt, eppure non posso. Dopo quel primo giorno, fu sempre gentile con me. Mi toccavano sempre la carezza sulla spalla, il sorriso, la parola incoraggiante che altri mi dicevano cosi di rado.

Mi tratto, anche allora, come un essere umano.

Potro passare per un ingrato, ma questa e una delle cose che mi esasperano qui… l’atteggiamento che mi fa pensare di essere una cavia. Le incessanti allusioni di Nemur il quale dice di aver fatto di me quello che sono o che un giorno vi saranno altri come me i quali diventeranno veri esseri umani.

Come posso fargli capire che non e stato lui a crearmi?

Egli commette lo stesso sbaglio degli altri quando guardano una persona debole di mente e ridono perche non capiscono che sono in gioco sentimenti umani. Non si rende conto ch’ero una creatura umana anche prima di venire qui.

Sto imparando a dominare il mio risentimento, a non essere cosi impaziente, ad aspettare le cose. Sto invecchiando mentalmente, credo. Ogni giorno imparo sempre di piu sul mio conto, e i ricordi, incominciati come increspature, ora mi sommergono come alle ondate che si frangono…

11 giugno La confusione e cominciata non appena siamo arrivati all’Hotel Chalmers. a Chicago. e abbiamo saputo che in seguito a un errore le nostre camere non sarebbero state libere fino alla sera dopo e fino a quel momento avremmo dovuto alloggiare nel vicino Hotel Independence. Nemur era furente. Ha considerato la cosa un affronto personale e ha litigato con tutti quelli dell’albergo, dal fattorino al direttore.

Siamo rimasti ad aspettare nel vestibolo, mentre ogni dipendente dell’Hotel Chalmers andava in cerca del

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