quella di prima.

THX scosse la testa. «Non posso stare qui» si disse. «Tanto vale farla finita e andare Fuori.»

S’incammino barcollando, tutto sanguinante, verso il raggio di luce piu vicino. Alzo gli occhi e vide un tunnel d’accesso, con una scala incorporata alla parete. Oltre una specie di griglia, in cima, riusciva a vedere un colore azzurro-grigiastro.

«Forse basta un solo respiro nell’aria velenosa che c’e Fuori per morire. E cos’altro ci sara la? Ma sara sempre meglio che essere mangiati dai cavernicoli.»

Comincio a salire, piano, esitando. Si senti quasi sollevato vedendo che la griglia era bloccata dalla ruggine. Pero, con feroce determinazione, si mise a spingerla, prima con una mano poi con tutt’e due, poi con le spalle, sudando per lo sforzo.

Le sbarre di metallo con stridore spaventoso cominciarono lentamente a cedere, mentre una pioggia di frammenti di ruggine gli cadeva sugli occhi. A THX sembro quasi che gli scoppiassero i polmoni. E la griglia finalmente, con riluttanza, si apri. Sali, tutto dolorante. Si tolse via dalla faccia la ruggine e la sporcizia. Fatto qualche passo sulla superficie, noto che dal proprio corpo si allungava un’ambra di se stesso strana e singolare.

Si giro e dovette ripararsi gli occhi con le mani, e grido tutto il suo timore e la sua ammirazione per l’enorme sfera rossa del sole nascente che gli stava di fronte. Com’era immenso! Com’era gigantesca la sua forza! Pur chiudendo gli occhi, l’immagine gli rimaneva stampata davanti.

THX si allontano barcollando dalla botola e socchiuse gli occhi: l’immagine scintillante del sole gli martellava ancora davanti. Stette li fermo per parecchi minuti, domandandosi se sarebbe diventato cieco. Poi la vista gli torno normale, e allora si accorse che stava assorbendo un piacevole tepore.

Noto che il terreno era tenero e ricoperto di verde. Alzo gli occhi con prudenza stando attento a evitare il sole, e vide li vicino delle enormi masse verdi, che si scuotevano ritmicamente. Per la prima volta nella sua vita, THX senti la brezza, tiepida e piena di vita.

Senti sopra la testa un suono flautato e vide qualcosa che volava con ali piene di piume, fischiando una serie di note modulate. Sopra, nell’aria, c’erano specie di soffici piumini bianchi che non somigliavano a nessuna cosa a lui conosciuta e viaggiavano silenziosamente su uno sfondo azzurro.

Qui, in superficie, c’era calma, ma non silenzio assoluto. L’aria stessa pareva sussurrare. Le grandi piante verdi, alte e piene di diramazioni, dondolavano e stormivano.

Dando un’occhiata al grande spazio aperto che si estendeva in tutte le direzioni, THX si rese conto di trovarsi su un leggero rialzo. Il pendio scendeva davanti a lui e andava a finire in un nastro argentato che, splendente e increspato, attraversava il paesaggio. Pareva acqua, un torrente d’acqua che bagnava serpeggiando la terra verde.

E guardandolo, THX vide che c’erano delle creature che si muovevano lungo l’argine. Socchiuse gli occhi, concentrandosi per distinguere bene i contorni.

Erano persone!

Non cavernicoli, ma persone. Esseri umani. Avevano strani vestiti, di vari colori. Non avevano la testa rasata, ma i capelli lucidi e bellissimi. Non sporchi e arruffati come quelli dei cavernicoli. Alcuni erano donne: piu piccole e piu esili, con la vita sottile e aggraziate.

Erano circa otto persone e portavano con se dei contenitori rotondi.

Si fermarono e le donne si inginocchiarono accanto al torrente e immersero i contenitori nell’acqua.

Una donna alzo gli occhi nella sua direzione. Rimase per un attimo immobile, poi si alzo in piedi e lo indico con la mano. Gli altri allora guardarono e si misero a chiamarlo, facendogli cenno di avvicinarsi. THX senti in distanza le loro voci che lo invitavano.

Senti le lacrime bagnargli la faccia.

Quel posto, la Superficie, era un paradiso! Che pazzi erano, sotto!

THX si giro a guardare la botola da cui era uscito. Dava sul folle mondo di formiche che lui aveva lasciato per sempre. No, non per sempre, penso a un tratto.

«Tornero, un giorno. Solo una volta. A prendere LUH.»

E cadde in ginocchio e bacio la calda, dolce terra.

FINE
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