«Ma non posso, papa.» Perfino gli esseri umani videro che il bambino era a disagio.
«Non puoi? Che significa? Hai detto che ne sapevi abbastanza di quella lingua…»
«Oh, la capisco abbastanza bene. E solo che non posso parlarla.»
«Vuoi dire che ti sei limitato ad ascoltare, e che hai lasciato sempre parlare la ragazza umana? Mi vergogno di te. Sai benissimo che non si deve mai trascurare la possibilita di apprendere una nuova lingua.»
«Non l’ho trascurata, papa.» Sembrava proprio che Aminadabarlee stesse sudando.
«E allora, in nome dei due soli, dimmi che cosa hai fatto!» La sua voce aveva raggiunto un buon equivalente drommiano di un ruggito. Aminadorneldo guardo Easy, con aria sperduta.
«D’accordo, ‘Mina,» disse la ragazza. «Facciamoglielo vedere.»
I due presero posto davanti al microfono, che Easy fece entrare in funzione. Poi, sempre guardandosi negli occhi, i due ragazzi cominciarono a parlare all’unisono. I suoni che producevano erano strani; a volte erano uguali, a volte il drommiano pronunciava da solo una nota alta, a volte Easy si occupava dei registri piu bassi. Un suono simile, che Raeker riconobbe perfettamente bene e riusci vagamente a comprendere, giunse dall’altoparlante; Easy comincio a rispondere, servendosi delle mani per guidare il suo «piccolo» compagno nelle frasi seguenti da pronunciare. A quanto pareva, essi avevano elaborato un codice da sordomuti altamente soddisfacente, tra di loro; e, sebbene parlassero molto piu lentamente di Veloce, risultavano evidentemente chiarissimi per il nativo.
«Ecco qui, consigliere,» disse Easy, dopo un istante. «Che cosa voleva dirgli? Questo particolare gruppo di traduttori e pronto a iniziare il lavoro. Spero che lei voglia perdonare ‘Mina per avere collaborato con un essere umano. Vede, non c’era davvero nessun’altra strada.»
Nessuno rise.