La Morte agito una mano ossuta. Ci fu un’ondata di luce purpurea, una specie di 'puff' visibile e Lezek si scongelo. Sopra la sua testa, gli automi del carillon proseguirono il loro lavoro di annunciare la mezzanotte, quando al Tempo venne permesso di tornare indietro.
Lezek strizzo gli occhi.
«Non ti ho visto qui per un momento» disse. «Mi dispiace… dovevo essere distratto.»
«STAVO OFFRENDO AL SUO RAGAZZO UN LAVORO» disse la Morte. «CONFIDO NEL FATTO CHE QUESTA COSA INCONTRI LA SUA APPROVAZIONE.»
«Quale ha detto che e il suo mestiere, scusi?» chiese Lezek parlando ad uno scheletro vestito di nero senza mostrare nemmeno un barlume di sorpresa.
«IO CONDUCO LE ANIME NELL’ALTRO MONDO» disse la Morte.
«Ah» disse Lezek «e chiaro, scusi, avrei dovuto immaginarlo dal vestito. Lavoro davvero necessario, molto sicuro. Ha un’impresa solida?»
«SI, SONO IN GIRO DA PARECCHIO TEMPO» rispose la Morte.
«Bene. Bene. Non avevo mai pensato che potesse essere un lavoro adatto per Morty, sa, ma e davvero molto buono, sempre molto affidabile. Come si chiama?»
«MORTE.»
«Papa…» incalzo Morty.
«Non mi sembra di conoscere questa ditta» disse Lezek. «Dove ha sede, precisamente?»
«DALLE PIU ESTREME PROFONDITA DEL MARE ALLE ALTITUDINI CHE NEMMENO L’AQUILA PUO RAGGIUNGERE» rispose la Morte.
«Mi sembra piu che sufficiente» annui Lezek. «Bene, io…»
«Papa…» disse Morty tirando il padre per la giubba.
La Morte appoggio una mano sulla spalla di Morty.
«QUELLO CHE TUO PADRE VEDE E SENTE NON E QUELLO CHE VEDI E SENTI TU» disse. «NON LO TURBARE. PENSI CHE LUI GRADIREBBE DI VEDERMI… IN CARNE E OSSA, PER COSI DIRE?»
«Ma tu sei la Morte» disse Morty. «Tu vai in giro ad uccidere la gente!»
«IO? UCCIDERE?» disse la Morte evidentemente offesa. «CERTO CHE NO. LE PERSONE
«Be’, si…» disse Morty con espressione dubbiosa.
Morty non aveva mai sentito la parola 'intrigato'. Essa non era regolarmente in uso nel vocabolario di famiglia. Tuttavia una scintilla della sua anima gli disse che c’era qualche cosa di misterioso, di affascinante e di non interamente orribile nella faccenda e che se lui si fosse fatto scappare quella occasione avrebbe passato il resto della propria vita a rammaricarsene. E ripenso anche a tutte le umiliazioni subite durante quella giornata, alla lunga camminata che lo attendeva per tornare a casa…
«Ehm» comincio a dire «non devo morire per ottenere il posto, no?»
«ESSERE MORTO NON E INDISPENSABILE.»
«E… le ossa…?»
«NO, SE NON VUOI.»
Morty riprese a tirare il fiato. Aveva cominciato a strizzare via l’aria perfino dal cervello.
«Se papa dice che gli va bene» disse.
Guardarono entrambi Lezek che si stava grattando la barba.
«Che te ne pare, Morty?» domando, con la instabile lucidita di una persona febbricitante. «Non e una occupazione che possa venire in mente a tutti. Non e esattamente quello che mi ero aspettato io, lo ammetto. Dicono pero che quella del becchino e una professione onorevole. A te la scelta.»
«Becchino?» disse Morty. La Morte annui, sollevo le dita alle labbra in un gesto cospiratorio.
«E interessante» disse lentamente Morty. «Penso che mi piacerebbe provare.»
«Dove ha detto che si trova la sua impresa?» chiese Lezek. «E molto distante?»
«NON PIU LONTANO DELLO SPESSORE DI UN’OMBRA» disse Morte. «DOVE ERA LA PRIMA CELLULA, ANCHE IO ERO LI. DOVE C’E L’UOMO, IO CI SONO, QUANDO L’ULTIMA VITA STRISCERA SOTTO LE STELLE GELIDE, LI IO SARO.»
«Ah» disse Lezek «allora avete un bel po’ di strada da fare.» Sembro leggermente perplesso, come un uomo che smania per ricordarsi qualcosa di importante e che poi, ovviamente, deve rinunciare.
La Morte gli dette una pacca sulla spalla in modo amichevole e poi si rivolse a Morty.
«HAI DELLE COSE TUE, RAGAZZO?»
«Si» disse Morty e poi si ricordo. «Temo soltanto di averle lasciate nel negozio. Papa, abbiamo lasciato il sacco nel negozio del sarto!»
«Ormai sara chiuso» disse Lezek. «I negozi non aprono il giorno della Posta del Cinghiale. Dovrai tornare dopodomani… be’
«E UNA COSA DI SCARSA IMPORTANZA» disse la Morte. «ADESSO NOI PARTIREMO; NON NUTRO ALCUN DUBBIO CHE AVRO TRA POCO QUALCHE LAVORO DA COMPIERE DA QUESTE PARTI.»
«Spero che riuscirai a fare presto un salto da noi per una visitina» disse Lezek. Sembrava stare ancora combattendo coi propri pensieri.
«Non sono certo che sarebbe una bella idea» disse Morty.
«Allora addio, ragazzo» disse Lezek. «Farai quello che ti verra detto di fare, capito? E… mi scusi, signore, lei ha un figlio maschio?»
La Morte sembro essere stata presa in contropiede.
«NO» rispose «NON HO FIGLI MASCHI.»
«Vorrei soltanto scambiare qualche ultima parola col mio ragazzo, se lei non ha nulla da obbiettare.»
«ALLORA IO ANDRO A CONTROLLARE IL CAVALLO, INTANTO» disse la Morte mostrando un tatto piu che normale.
Lezek appoggio un braccio attorno alle spalle del figlio, con qualche difficolta, data la differenza della loro altezza e lo spinse gentilmente dall’altra parte della piazza.
«Morty, sai che e stato tuo zio Hamesh a parlarmi di questa storia dell’apprendistato?» sussurro.
«Davvero?»
«Be’, mi ha detto anche qualcos’altro» gli disse il vecchio con tono confidenziale. «Ha detto che non e raro che un apprendista possa anche ereditare l’impresa del maestro. Che ne pensi di questo, eh?»
«Ehm. Non sono sicuro» rispose Morty.
«Vale la pena che tu ci pensi un po’ su» disse Lezek.
«Io
«Molti giovanotti hanno cominciato in questo modo, ha detto Hamesh. Uno si rende utile, guadagna la fiducia del proprio maestro e, insomma, se poi ci sono in casa delle figlie… il signor, ehm, signor ha detto nulla rispetto a delle figlie?»
«Il signor chi?» chiese Morty.
«Il signor… il tuo nuovo maestro.»
«Ah. Lui. No. Non penso» disse lentamente Morty. «Non penso che sia un tipo adatto al matrimonio.»
«Piu di un giovane brillante deve il suo avanzamento di carriera alle proprie nozze» disse Lezek.
«Chi?»
«Morty, non penso che tu mi stia a sentire.»
«Cosa?»
Lezek si fermo sui ciottoli latricati di ghiaccio e strattono il ragazzo in modo che quello lo guardasse in faccia.
«Dovrai proprio cercare di comportarti meglio di cosi» disse. «Non capisci, ragazzo? Se vuoi diventare qualcuno in questo mondo devi imparare ad
Morty guardo in basso verso il volto del padre. Voleva dire moltissime cose: voleva dire quanto lo amava, quanto era preoccupato; voleva chiedere che cosa il padre avesse realmente pensato di avere appena udito e visto. Voleva dire che si sentiva come se fosse salito su un mulino e avesse scoperto che si trattava di un vulcano.