scherzare? Dimmi, Lucy: perche l’hai assunta? Per fare cosa?»
«Non mi parlare a questo modo» ribatte lei sottovoce. E calmissima. Non ha scelta: se si fa prendere dalla collera, rischiano di litigare furiosamente, e allora Rudy potrebbe anche decidere di andarsene.
«Non voglio lasciarmi condizionare piu di tanto. Voglio essere libera di andare in giro con la macchina che voglio io e di stare nella casa che voglio io.» Guarda la strada, le macchine che entrano nei posteggi e svoltano nelle traverse. «Se mi va di fare un favore a un’amica, voglio poterlo fare. Non le ho mai dato il permesso di prendere la Ferrari nera, lo sai. L’ha presa lei di sua iniziativa. E cominciato tutto li: qualcuno l’ha vista, l’ha seguita ed e successo quel che e successo. Non e colpa di nessuno. Nemmeno sua. Di certo non voleva che lui mi rovinasse la macchina, la seguisse fino a casa e cercasse di ammazzarla.»
«Va bene. Fai come ti pare» ribatte Rudy. «Continuiamo pure a litigare con tutti quelli che ti guardano la macchina. Magari la prossima volta gli spariamo pure. O, meglio ancora, ci facciamo sparare. Cosa dici: ci facciamo sparare addosso per una stupida macchina?»
«Calmati» dice Lucy, fermandosi a un semaforo rosso. «Ti prego, adesso calmati. Lo so, avrei potuto gestire meglio la situazione.»
«Meglio? Non l’hai gestita per niente. Hai reagito come un’idiota.»
«Per favore, Rudy, adesso basta.» Non vuole lasciare spazio alla collera, ha paura di commettere qualche irrimediabile passo falso. «Non parlarmi cosi, per favore. Non e giusto. Non ne hai il diritto.»
Svolta sulla A1A e percorre lentamente il lungomare. Alcuni ragazzini in bicicletta si girano a guardare la Ferrari rischiando di cadere. Rudy scuote la testa e alza le spalle, come a dire che parlare con lei non serve a niente. Ma ormai l’oggetto del contendere non e piu la Ferrari. Per Lucy, cambiare modo di vivere vorrebbe dire darla vinta alla bestia, ammettere la sconfitta. Henri la chiama “la bestia”, ma Lucy e convinta che si tratti di un uomo. Non ha dubbi, su questo, indipendentemente da indizi, prove, analisi di laboratorio. Se lo sente, che e stato un uomo ad aggredire Henri.
Un uomo troppo sicuro di se, oppure un uomo molto stupido, perche ha lasciato due impronte digitali parziali sul piano di cristallo del comodino. O non ci ha pensato, o se ne e fregato. Non corrispondono a nessuna delle impronte contenute nell’Automated Fingerprint Identification System e quindi forse nessuno gliele ha mai prese, perche non e mai stato arrestato. E forse se ne e fregato anche dei capelli che ha lasciato sul letto. Tre, neri. Perche avrebbe dovuto preoccuparsene, comunque? Nei casi piu urgenti, per la prova del DNA mitocondriale ci vogliono comunque dai trenta ai novanta giorni. E non e detto che serva a qualcosa, dato che non esiste una banca dati significativa per il DNA mitocondriale (ossa e capelli) che, a differenza di quello nucleare (sangue e tessuti), non rivela il sesso. Le tracce lasciate dalla bestia sul luogo dell’aggressione non sono risolutive. Potrebbero non esserlo neppure nel caso venisse arrestata una persona ed effettuato un confronto.
«E vero, sono stressata. Non sono piu io. Mi sono lasciata prendere troppo da questa cosa» ammette Lucy concentrandosi sulla guida. La spaventa pensare che forse Rudy ha ragione e lei sta perdendo il controllo. «Non avrei dovuto comportarmi cosi, con quello della Ford. Non esiste. Non bisogna cacciarsi in certi pasticci.»
«Infatti. Da te non me lo aspettavo. Da quella la, si.» Rudy tiene il muso, con gli occhi nascosti dietro lenti scure lievemente specchiate. Evita il suo sguardo, e questo la turba.
«Credevo stessimo parlando del sudamericano sulla Ford» dice.
«Io te l’avevo detto subito che metterti qualcuno in casa e pericoloso» continua Rudy. «Specie se usa la tua macchina, fruga fra le tue cose, ha la possibilita di restare solo nei tuoi spazi e non rispetta le tue regole. Non ti scordare che quella non ha l’addestramento che abbiamo noi. E ha ben altre priorita.»
«Nella vita non conta solo l’addestramento» ribatte Lucy. Preferisce parlare dell’addestramento che delle priorita di Henri. E preferirebbe parlare del sudamericano della Ford che di lei. «Sono stata scema, prima, a lasciarmi prendere dal panico. Mi dispiace.»
«Ho l’impressione che tu sia un po’ confusa riguardo ai tuoi obiettivi nella vita» replica Rudy.
«Ti prego, adesso non fare il boy scout» sbotta Lucy accelerando in direzione nord, verso il quartiere di Hillsboro e la sua villa color salmone in stile mediterraneo, affacciata sulla Intracoastal Waterway e sull’oceano. «Non riesci a essere obiettivo. Non riesci nemmeno a chiamarla per nome. “Quella”, la chiami.»
«Non riesco a essere obiettivo, dici? E tu, allora?» ribatte lui spietato. «Quella stupida ha rovinato tutto. Ma veramente tutto. E tu non avevi il diritto di mettere in mezzo anche me. Nessun diritto.»
«Rudy, smettiamola di litigare, ti prego» implora Lucy. «Perche ci accapigliamo cosi?» Lo guarda. «Non tutto e perduto.»
Lui non risponde.
«Perche litighiamo sempre? Mi fa stare male» dice Lucy.
Un tempo lei e Rudy non litigavano. Qualche volta lui si immusoniva, ma non avevano mai bisticciato tanto, prima che lei aprisse la sede di Los Angeles e assumesse Henri. Un segnale acustico avverte che il ponte sta per alzarsi, Lucy scala la marcia e si ferma. Un signore su una Corvette le mostra il pollice; in segno di apprezzamento per la Ferrari.
Lei sorride tristemente e scuote la testa. «Hai ragione, faccio delle scemenze» dice. «Sono fatta cosi, sono fatta sbagliata. Devo aver preso da mio padre, che era sudamericano. Spero non da mia madre, perche non vorrei proprio finire come lei. Sarebbe molto peggio.»
Rudy non dice niente e guarda il ponte che si alza per far passare uno yacht.
«Non litighiamo» continua lei. «Non e tutto perduto. Dai…»
Gli prende una mano e gliela stringe. «Facciamo pace? Ricominciamo? Vuoi che chiami Benton e mi faccia dare qualche consiglio su come si trattano gli ostaggi? Perche non sei solo mio amico e collaboratore: adesso sei anche mio ostaggio. E io sono ostaggio tuo, immagino. Tu sei qui perche hai bisogno di questo lavoro, o perlomeno lo vuoi fare, e io ho bisogno di te. Non e cosi?»
«Io non
«Lo so benissimo» dice. E rimasta male che lui non abbia risposto alla sua stretta. Riprende il volante con tutte e due le mani. «Vivo quotidianamente con questa paura, con la paura che tu te ne vada. Tanti saluti e buona fortuna, io per la mia strada e tu per la tua.»
Rudy guarda passare lo yacht diretto verso il mare aperto. Sul ponte, alcune persone in bermuda e camicie larghe si muovono con l’agio di chi e molto ricco. Anche Lucy e molto ricca, sebbene non ci rifletta mai. Guarda lo yacht e si sente povera. Guarda Rudy e si sente ancora piu povera.
«Prendiamo un caffe insieme?» gli propone. «Ci sediamo vicino alla mia piscina, che non uso mai, a guardare il mare, che non guardo mai. Vorrei liberarmi di quella casa. Hai ragione, faccio un sacco di scemenze» insiste. «Dai, prendiamo un caffe.»
«Okay.» Rudy guarda dal finestrino, immusonito. «Credevo che avessi deciso di toglierla» dice poi, indicando la cassetta della posta. «Nessuno ha il tuo indirizzo di casa. Ti arriva solo roba indesiderata. Adesso piu che mai.»
«Me la faccio togliere» promette. «Sto pochissimo a casa. Fra l’apertura dell’ufficio a Los Angeles e tutto il resto… Mi sento un’altra, sai? Mi sento la Lucy di
«No.»
«Probabilmente non guardavi quel genere di telefilm» dice Lucy. «Io e mia zia eravamo appassionatissime di
Le aveva detto: “Prima di tutto, e troppo lussuosa rispetto al resto del quartiere”. Comprare quella casa e stata una scemenza, ammette Lucy imboccando il viale. E una villa a tre piani di mille metri quadrati con giardino, che le e costata nove milioni di dollari. Piu che un giardino, quello intorno alla casa e un patio, con poca erba e tanta pietra, una piscina, una fontana, qualche pianta e qualche palma. L’aveva avvertita, sua zia, che non era una buona scelta. Quella casa offre poca privacy, e pericolosa, accessibile dal mare. Ma Lucy non le ha dato retta, presa com’era dal lavoro e dal desiderio di far felice Henri. “Te ne pentirai” le aveva detto Kay Scarpetta. Aveva ragione: Lucy abita li da tre mesi ed e gia pentita.
Apre il cancello con un telecomando e la porta del garage con un altro.
«A che cosa serve questo affare?» domanda Rudy indicando il cancello. «Hai un viale di tre metri…»