utilizzare sostanze chimiche che altereranno sia la carta che il nastro adesivo. Ha cosparso di spray la porta di servizio e le finestre vicine, ma non ha trovato neppure un’impronta digitale utile. Se anche ne avesse rilevata una, con ogni probabilita sarebbe stata del giardiniere, di Rudy o sua. O dell’ultima persona che ha lavato i vetri. Percio non si e scoraggiata: in fondo le impronte digitali esterne non sono molto significative. Trovarne sul foglio da disegno, invece, sarebbe importante. Con i guanti, apre una custodia imbottita e prende la lampada Puissant SKSUV30, che trasporta fino al tavolo e collega a una ciabatta. Preme l’interruttore e accende la luce ultravioletta a onde corte e alta intensita. Poi aziona il Crimescope.

Apre la busta di plastica, estrae il foglio bianco con due dita e lo volta. L’occhio disegnato a matita la fissa. Lucy osserva il foglio alla luce e vede che non c’e filigrana, ma solo fitta fibra di legno. Lo abbassa e lo posa al centro della scrivania. La bestia glielo ha attaccato alla porta di servizio in maniera che l’occhio fosse rivolto verso l’interno, come se spiasse attraverso il vetro. Lucy si mette un paio di occhiali protettivi arancioni e centra il disegno sotto la lente del microscopio. Guarda dall’oculare all’apertura massima e regola la messa a fuoco. Quando lo schermo a reticolo diventa visibile, vi dirige la luce ultravioletta alla giusta angolazione e comincia a muovere il foglio alla ricerca di impronte, sperando di trovarne senza dover ricorrere a sostanze chimiche distruttive, come ninidrina o cianoacrilato. Alla luce ultravioletta, la carta assume una spettrale colorazione bianco verdastra.

Con la punta delle dita, Lucy sposta il foglio fino a portare nel campo visivo il pezzetto di scotch. “Niente” pensa. “Neppure una sbavatura.” Puo provare con fucsina o violetto di genziana, ma non adesso. Se mai, piu tardi. Si siede alla scrivania e osserva il disegno. Un occhio, nient’altro. Tracciato a matita, con iride, pupilla e lunghe ciglia. Un occhio di donna, probabilmente, disegnato con quella che sembra essere una matita HB. Lucy collega una fotocamera all’accoppiatore e scatta diverse fotografie ad alcuni ingrandimenti del disegno, che poi fotocopia.

Sente aprirsi la porta del garage e spegne lampada e microscopio. Poi rimette il disegno nella busta di plastica. Guarda il monitor sulla scrivania e vede Rudy che fa retromarcia nel garage. Pensa a che cosa conviene fare. Chiude la porta della biblioteca e scende le scale di corsa. Se Rudy la abbandonasse a se stessa, che cosa ne sarebbe di lei e del suo impero segreto? Accuserebbe il colpo, starebbe male, ma poi supererebbe la crisi, si dice. Apre la porta della cucina e lo vede con le chiavi della Ferrari fra due dita, come se fossero la coda di un topo morto.

«Ci conviene avvertire la polizia» gli dice, prendendo le chiavi. «Teoricamente, questa e un’emergenza.»

«Immagino che tu non abbia trovato impronte, ne alcunche di significativo» dice Rudy.

«Non al microscopio. Se la polizia non mi porta via il disegno, provero con la ninidrina. Speriamo che me lo lascino. Ne ho bisogno. Tu hai visto nessuno?» Si avvicina al telefono e prende in mano la cornetta. «A parte le belle ragazze che cercavano di entrarti in macchina dai finestrini?» Digita 9-1-1 sulla tastiera.

«Nessuna impronta» dice Rudy. «Be’, mai dire mai. Tracce di scrittura sul foglio?»

Lucy scuote la testa e dice al telefono: «Vorrei denunciare una violazione di proprieta privata».

«Il responsabile e ancora nella sua proprieta, signora?» le chiede l’operatrice con voce calma, professionale.

«Non mi pare» risponde Lucy. «Ma penso si tratti della stessa persona che si e gia introdotta in casa mia e su cui state gia svolgendo delle indagini.»

L’operatrice le chiede il suo nome, perche il numero chiamante corrisponde a una delle tante societa a responsabilita limitata a cui Lucy intesta le sue proprieta. Non si ricorda nemmeno piu quale.

«Tina Franks» risponde Lucy, usando il nome falso che ha dato alla polizia la mattina dell’aggressione, quando si e lasciata prendere dal panico e ha chiamato il 911. Le da il suo indirizzo. O, meglio, l’indirizzo di Tina Franks.

«Le mando un’unita al piu presto» risponde l’operatrice.

«Grazie mille. Senta, potrebbe passarmi per caso John Dalessio della CSI?» chiede Lucy, disinvolta e senza timori. «Perche l’ultima volta avevo parlato con lui.» Prende due mele dalla fruttiera.

Rudy alza gli occhi al cielo e Lucy sorride. Lucida una delle due mele sui jeans e gliela lancia. Poi morde l’altra tranquilla, come se stesse parlando con la lavanderia, invece che con il pronto intervento.

«Sa dirmi anche il nome dell’ispettore che ha risposto alla sua precedente chiamata?» chiede l’operatrice. «Di norma non contattiamo la CSI, ma l’ispettore responsabile delle indagini.»

«Mi spiace, ricordo solo Dalessio» risponde Lucy. «Non mi pare che a casa mia sia venuto nessun ispettore. Forse e andato all’ospedale a parlare con la donna che era mia ospite.»

«Oggi Dalessio non c’e, signora Franks, ma se desidera gli posso lasciare un messaggio» dice l’operatrice con voce un po’ incerta. E normale che sia incerta, dal momento che non ha mai visto o conosciuto nessun Dalessio della CSI. Per Lucy, CSI non sta per Crime Scene Investigator, ma per Cyber Space Investigator, e John Dalessio e un investigatore virtuale che esiste solo nel database del Dipartimento di polizia di Broward County, in cui lei e riuscita a infiltrarsi.

«Non importa. Mi ha lasciato il suo biglietto da visita, lo chiamo io. Grazie comunque» dice Lucy, e chiude la comunicazione.

Lei e Rudy rimangono in cucina a mangiare la mela e si guardano.

«Se ci penso, mi scappa da ridere» dice lei a un certo punto, sperando che anche Rudy veda il lato comico della faccenda. «Chiamiamo la polizia per pura formalita. Peggio, per divertirci.»

Rudy alza le spalle e si pulisce la bocca con il dorso della mano. «Coinvolgere la polizia locale non fa mai male. Non bisogna esagerare, naturalmente, ma a piccole dosi potrebbe esserci utile.» Evidentemente la cosa diverte anche lui. «Hai chiesto di parlare con Dalessio, che effettivamente risulta nel loro organigramma, ma che nessuno ha mai visto ne conosciuto. Si chiederanno chi diavolo e e perche non c’e mai. L’avranno licenziato o se ne sara andato di sua spontanea volonta? C’e qualcuno che l’ha mai visto in faccia? Diventera una leggenda, te lo dico io. Non si parlera d’altro.»

«Gia. John Dalessio e Tina Franks» continua Lucy, masticando la mela.

«Il problema e che faresti piu fatica a dimostrare di essere Lucy Farinelli che Tina Franks o una qualsiasi altra delle tue identita fittizie. Anche per me e la stessa cosa: ho certificati di nascita, atti e documenti per tutti i nomi falsi che uso, ma non so piu dove ho messo il mio certificato di nascita vero.»

«Io non so piu chi sono» rincara Lucy, porgendogli un tovagliolino di carta.

«Neanch’io» risponde lui, addentando di nuovo la mela.

«Non so neppure chi sei tu. Allora, quando arriva la polizia vai tu ad aprire e dici di mandare Dalessio a ritirare il disegno.»

«Certamente» risponde Rudy con un sorriso. «L’ultima volta, ha funzionato a meraviglia.»

Lucy e Rudy hanno una valigetta con tutta l’attrezzatura necessaria per la rilevazione di indizi sempre a portata di mano, ed e straordinario cosa non riescono a fare con anfibi neri, polo nera, calzoni larghi neri e giacca a vento con la scritta FORENSICS in giallo sulla schiena, macchina fotografica e tutte le apparecchiature del caso. L’importante e muoversi nel modo giusto e non mostrare il minimo imbarazzo. Di solito il piano piu semplice e quello che funziona meglio. Quando Lucy ha trovato Henri e, in preda al panico, ha chiamato il 911 e l’ambulanza, subito dopo ha telefonato a Rudy, il quale si e cambiato e si e presentato a casa sua spacciandosi per uno della CSI. Si e presentato agli agenti del pronto intervento, che erano li da pochi minuti, e ha detto loro che avrebbe ispezionato lui la casa, grazie e arrivederci. Gli agenti sono stati ben contenti di lasciare a lui il lavoro.

Lucy, alias Tina Franks, aveva gia propinato loro una serie di menzogne. Henri, anche lei con un nome falso, era un’amica che abitava in un’altra citta ed era sua ospite per qualche giorno. Mentre Lucy era sotto la doccia la sua amica, che era ancora a letto a cercare di smaltire la sbornia della sera prima, aveva sentito entrare in casa qualcuno ed era svenuta. Siccome era sotto shock e non si poteva escludere che il ladro l’avesse aggredita, lei aveva chiamato un’ambulanza. Non aveva visto nessuno e le sembrava che in casa non mancasse niente. Le pareva impossibile che la sua amica fosse stata violentata, ma era meglio che la visitasse un medico, no? Cioe, in questi casi e meglio chiamare la polizia, giusto? In televisione fanno cosi…

«Mi chiedo quanto impiegheranno a scoprire che questo fantomatico Dalessio della CSI e intervenuto solo a casa tua, in tutta la sua carriera» dice Rudy divertito. «Fortuna che la contea di Broward e enorme e c’e un gran viavai, perche altrimenti…»

Lucy guarda l’ora: la volante dovrebbe arrivare da un momento all’altro. «Be’, l’importante e che Dalessio torni. Non vorrei che si offendesse, se qualcun altro prendesse il suo posto.»

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