Rudy ride. E di umore migliore. Di solito, appena riprende a lavorare gli passa il nervoso. «Okay. Tra poco saranno qui. Ti conviene andare. Mi rifiutero di consegnargli il disegno, gli daro il numero di Dalessio e spieghero che preferirei parlare con lui, visto che lo conosco gia per la storia della presunta aggressione. Un agente lo chiamera, trovera la segreteria telefonica, lascera un messaggio e dopo un po’ verra richiamato dal mitico Dalessio che gli dira di stare tranquillo, che ci pensa lui.»
«Non lasciarli entrare nel mio studio.»
«La porta e chiusa a chiave, giusto?»
«Si» risponde lei. «Se hai il minimo timore che sospettino qualcosa, chiamami. Cosi torno e gli parlo io.»
«Dove te ne vai?» domanda Rudy.
«A fare conoscenza con la mia vicina» risponde Lucy.
13
La saletta in cui si effettuano le autopsie sui cadaveri in avanzato stato di decomposizione e piccola, con lavelli e armadi in acciaio inossidabile e un impianto di ventilazione speciale, che aspira gli odori e i microrganismi tossici. Comunica con una grande cella frigorifera e ha pavimenti e pareti trattati con una pittura acrilica grigia antisdrucciolo che non assorbe niente e puo essere lavata con la candeggina e i detergenti piu aggressivi.
Al centro della sala c’e un unico tavolo da autopsie, che altro non e che una struttura di metallo con rotelle e freni e un piano mobile progettato per evitare ai medici di dover alzare il cadavere. In realta, chi lavora all’obitorio solleva continuamente pesi morti. Il tavolo puo essere inclinato in maniera da assicurare un corretto drenaggio dei liquidi, ma oggi non sara necessario, perche tutti i liquidi corporei di Gilly Paulsson sono gia stati raccolti e lavati via due settimane fa, quando Fielding ha eseguito la prima autopsia.
Stamattina il tavolo e sistemato al centro della sala e il cadavere di Gilly Paulsson e chiuso dentro un sacco nero che sembra un bozzolo. La sala non ha finestre che danno sull’esterno, ma solo due vetrate da osservazione. In realta sono troppo alte perche qualcuno possa utilizzarle, ma Kay Scarpetta ricorda di non aver protestato per quell’errore di progettazione otto anni fa, quando si e trasferita nella nuova sede dell’istituto, perche riteneva che l’osservazione di autopsie effettuate su cadaveri decomposti, pieni di vermi e ormai irriconoscibili, non fosse comunque consigliabile.
E appena entrata nella sala, dopo aver indossato gli indumenti protettivi necessari nello spogliatoio delle donne. «Mi dispiace di averti interrotto» dice a Fielding, che sta esaminando Ted Whitby, l’uomo investito dal trattore. «Ma il direttore si sbaglia, se crede che io mi occupi di questo caso da sola.»
«Ti ha spiegato tutta la storia?» le domanda lui, da dietro la mascherina.
«No» risponde Kay Scarpetta, infilandosi i guanti. «So solo quello che mi ha detto al telefono ieri, quando ha richiesto la mia consulenza.»
Fielding aggrotta la fronte. E sudato. «Pensavo che venissi dal suo ufficio.»
Kay Scarpetta pensa che potrebbero esserci delle microspie nascoste nella sala, ma poi si ricorda che ogni volta che ha provato a usare dei registratori in sala autopsie non e riuscita a ottenere alcun risultato per via del rumore. Si avvicina a un lavandino e apre l’acqua, che scroscia sull’acciaio.
«A cosa ti serve l’acqua?» domanda Fielding, cominciando ad aprire il sacco.
«Non ti fa piacere un po’ di musica di sottofondo?» risponde lei.
Fielding la guarda perplesso. «Penso che qui si possa parlare. Anzi, ne sono praticamente sicuro. Non e cosi in gamba, il capo. E poi non sa nemmeno dov’e questa sala autopsie. Non ci ha mai messo piede.»
«Tendiamo a sottovalutare le persone che non ci piacciono» replica lei, aiutandolo a tirare fuori il cadavere dal sacco mortuario.
Due settimane di cella frigorifera ne hanno ritardato la decomposizione, ma il corpo e rinsecchito e in corso di mummificazione. Il tanfo e insopportabile, ma Kay Scarpetta cerca di non farci caso. L’odore e uno dei tanti modi che ha un cadavere per comunicare, ed e importante. Inoltre Gilly Paulsson non puo farci niente, se ha quell’aspetto ed emana quell’odore. E di un colore verdognolo, esangue, la faccia emaciata, gli occhi ridotti a fessure, la sclera dietro le palpebre rinsecchita e quasi nera. Anche le labbra sono secche, marroni e appena schiuse, e i capelli aggrovigliati. Kay Scarpetta non vede lesioni sul collo, neppure provocate per errore durante l’autopsia. A un anatomopatologo inesperto puo capitare di perforare la pelle nel rimuovere la lingua o la laringe: non dovrebbe succedere, ma e abbastanza facile. Piu difficile, invece, spiegare ai parenti come mai c’e un taglio sulla gola del morto.
L’incisione a Y comincia all’estremita delle clavlcole, prosegue verso lo sterno e quindi scende fino al pube, aggirando l’ombelico. E suturata con un filo che Fielding comincia a recidere servendosi di un bisturi. Sembra che stia scucendo una bambola di pezza. Kay Scarpetta, nel frattempo, prende una cartellina e inizia a leggere i dati relativi alle indagini e alla precedente autopsia. Gilly Paulsson era alta un metro e cinquantadue centimetri e pesava sessantatre chili. Avrebbe compiuto quindici anni a febbraio. Aveva gli occhi azzurri.
Kay Scarpetta legge piu volte la frase “nella norma”: cervello, cuore, fegato e polmoni erano quelli di una ragazza sana.
Nel corso della prima autopsia Fielding ha riscontrato contusioni che adesso dovrebbero essere ancora piu evidenti, dal momento che non c’e piu sangue nel corpo e quello intrappolato nei tessuti dovrebbe risaltare sotto la pelle pallida. Su un diagramma sono disegnate contusioni in corrispondenza delle mani. Kay Scarpetta posa i fogli ed estrae dalla cavita toracica il pesante sacchetto di plastica che contiene gli organi sezionati. Si avvicina alla morta e le solleva una mano. E minuta, pallida e rinsecchita, fredda e umida. La volta e osserva il livido. Mano e braccio sono molli: il rigor mortis e finito, quasi la vita fosse ormai talmente lontana da non poter piu opporre resistenza alla morte. Il livido violaceo e nella parte superiore della mano bianchissima, quasi spettrale, e va dalla nocca del pollice al mignolo. Sulla mano sinistra ce n’e uno identico.
«Una bella stranezza, vero?» dice Fielding. «E come se qualcuno l’avesse tenuta ferma per le mani. Ma per farle cosa?» Apre il sacchetto di plastica contenente gli organi sezionati, che emanano un puzzo spaventoso. «Per la miseria! Non so che cosa ne ricaverai, da questi. Ma accomodati pure.»
«Posa pure il sacco sul tavolo, grazie. Si, potrebbero averla tenuta ferma. Come e stata trovata? In che posizione?» domanda Kay Scarpetta avvicinandosi a un lavandino per prendere un paio di guanti. Sono spessi, di gomma, e le arrivano fino al gomito.
«Non lo sappiamo. Quando la madre e rientrata in casa, le ha fatto la respirazione bocca a bocca. Dice di non ricordare se Gilly era supina, prona o su un fianco. E di non sapere perche avesse quei lividi sulle mani.»
«Macchie ipostatiche?»
«Era morta da troppo poco tempo.»
Quando la circolazione si arresta, il sangue si deposita e a causa della forza di gravita si formano macchie piu scure nei punti in cui il corpo preme contro una superficie. Benche sia preferibile che l’esame del cadavere avvenga prima possibile dopo la morte, arrivare in ritardo ha i suoi vantaggi: dal rigor mortis e dalle macchie ipostatiche si puo capire in che posizione era il corpo al momento della morte, anche dopo eventuali spostamenti e manomissioni.
Kay Scarpetta apre delicatamente il labbro inferiore di Gilly per controllare se in bocca ha lesioni compatibili con la pressione di una mano o di un cuscino. Vuole capire se e stata soffocata.
«Guarda pure, ma ho gia controllato io» le dice Fielding. «E non ho visto niente.»
«Com’era la lingua?»
«Non se l’e morsa, se e a questo che alludi. Non voglio dirti dov’e adesso.»
«Me lo posso immaginare» replica Kay Scarpetta infilando le mani fra gli organi sezionati. Fruga nel sacchetto alla ricerca della lingua.
Fielding si sciacqua le mani protette dai guanti nel lavandino di metallo e se le asciuga in una salvietta. «Marino non e venuto.»
«Non so dove sia» risponde Kay, un po’ preoccupata.
«I corpi in avanzato stato di decomposizione non gli sono mai piaciuti.»
«Mi stupirei del contrario, per la verita.»
«E soprattutto quelli degli adolescenti, che sono ancora peggio» aggiunge Fielding, appoggiandosi a un