«Che cosa e successo?»
«Circolano delle voci» risponde truce. «Sul tuo conto.»
«Quali voci?» Kay Scarpetta odia i pettegolezzi e in genere non ci bada.
«Dicono che stai per tornare a lavorare qui, che sei a Richmond per questo.» La guarda con fare accusatorio e beve un sorso di caffe dolcissimo. «Mi stai nascondendo qualcosa?»
«Pensi che stia veramente per tornare a Richmond?» dice Kay Scarpetta. «Mi stupisce che tu creda a questi pettegolezzi.»
«Io a Richmond non torno, ti avverto» dice Marino, come se si stesse parlando di lui. «Non pensarci nemmeno.»
«Infatti non ci penso. Non pensarci neanche tu e facciamola finita.» Apre la porta della sala riunioni.
Marino puo seguirla dentro, se vuole, oppure restare fuori a bere caffe zuccherato tutto il giorno: Kay non ha intenzione di pregarlo e supplicarlo. Cerchera piu tardi di capire che cosa lo preoccupa tanto: adesso ha una riunione con il dottor Marcus, l’FBI e Jack Fielding, che ieri sera l’ha invitata a cena e poi non si e fatto trovare. Va a sedersi nel piu perfetto silenzio. Marino la segue e le si siede vicino.
«Bene, possiamo cominciare» esordisce Marcus. «Lei ha gia conosciuto l’agente speciale Weber dell’unita Profili psicologici dell’FBI» dice a Kay Scarpetta. Marcus ha sbagliato il nome dell’unita: Karen Weber poco fa ha detto di essere dell’unita Scienze comportamentali. «Abbiamo un problema serio. Come se non ne avessimo gia abbastanza.» Ha la faccia cupa e lo sguardo gelido. «Dottoressa Scarpetta, lei ieri ha condotto una nuova autopsia sul corpo di Gilly Paulsson, dico bene? Ha anche esaminato Whitby, l’infortunio sul lavoro?»
Fielding guarda una pratica e non dice nulla. Ha la faccia rossa.
«Non userei la parola “esaminato”» risponde Kay Scarpetta, lanciando un’occhiata a Fielding. «A che cosa vuole arrivare, comunque?»
«L’ha toccato?» domanda l’agente speciale dell’FBI.
«Scusate, l’FBI e coinvolta anche nella morte del signor Whitby?» chiede Kay.
«Non e da escludere. Speriamo di no, ma e possibile» risponde l’agente speciale Karen Weber, che sembra divertirsi a interrogare l’ex direttrice dell’istituto.
«L’ha toccato?» Questa volta e Marcus a chiederlo.
«Si» risponde Kay Scarpetta. «L’ho toccato.»
«Anche lei, deduco» dice Marcus a Fielding. «Ha condotto l’esame esterno e iniziato l’autopsia. Poi, a un certo punto, ha aiutato la dottoressa Scarpetta a riesaminare la Paulsson in un’altra sala.»
«Si» risponde Fielding, alzando la testa dalla pratica senza guardare nessuno in particolare. «E una stronzata.»
«Come ha detto, scusi?» domanda Marcus.
«Mi ha sentito benissimo. Ho detto che e una stronzata» ribadisce Fielding. «Gliel’ho detto ieri, quando e saltata fuori questa storia, e adesso glielo ripeto: e una stronzata solenne. Esigo di non essere trattato a questo modo davanti all’FBI o a chiunque altro.»
«Mi perdoni, ma non sono d’accordo con lei. Il problema e serio: alcune tracce trovate sul corpo di Gilly Paulsson risultano identiche a tracce prelevate dal corpo di Ted Whitby, l’uomo investito dal trattore. L’unica spiegazione e che sia avvenuta una contaminazione. Peraltro, non capisco perche abbiate raccolto e mandato in laboratorio tracce dal corpo di Whitby, visto che si tratta di una morte accidentale e non di un omicidio. Mi corregga, se sbaglio.»
«Io non ci metterei la mano sul fuoco» replica Fielding, che ha uno sfogo rossastro sulla faccia e sulle mani. «Whitby e stato investito da un trattore, su questo siamo tutti d’accordo, ma le circostanze dell’incidente sono ancora da chiarire. Io non c’ero, non l’ho visto. Ho effettuato un tampone sulla ferita al volto per sicurezza, perche un domani qualcuno non possa dire che, prima di essere investito, Whitby era stato aggredito e colpito alla testa con un oggetto contundente.»
«Di che cosa state parlando? Che tracce avete trovato?» interviene Marino, sorprendentemente calmo nonostante le dosi di zucchero che ha appena ingurgitato.
«Francamente, non credo che la cosa la riguardi» ribatte Marcus. «Dal momento che la dottoressa Scarpetta insiste per averla accanto qualsiasi cosa faccia, la lascio presenziare a questo colloquio. Mi deve assicurare, tuttavia, che trattera gli argomenti di cui discuteremo con la massima riservatezza.»
«Glielo assicuro» replica Marino, sorridendo a Karen Weber. «Ci dica, agente, a che cosa dobbiamo la sua presenza?» le chiede. «Conoscevo la persona che un po’ di tempo fa dirigeva la sua unita. Benton Wesley. L’ha mai sentito nominare?»
«Certo.»
«Sa cosa pensa il dottor Wesley dei profili psicologici?»
«Ho letto quasi tutte le sue pubblicazioni» risponde la Weber, con le mani giunte sopra il blocco per appunti. Ha unghie perfettamente curate e laccate di rosso.
«Bene. Allora sapra certamente che li trova poco piu affidabili dell’oroscopo del mese» dice Marino.
«Non sono venuta qui per farmi insultare» dice l’agente speciale Weber a Marcus.
«Chiedo scusa» fa Marino a Marcus. «Non volevo insultarla, glielo giuro. Sono certo che un esperto di profili psicologici e indispensabile, per capire questa storia delle tracce.»
«Basta cosi» sbotta Marcus. «Se non riesce a essere professionale, dovro chiederle di andarsene.»
«Va bene, va bene, sto zitto» dice Marino. «Sto qui buono ad ascoltare e non dico niente. Prego, andate avanti.»
Jack Fielding scuote lentamente la testa, guardando la pratica che ha davanti.
«Se nessuno parla, vado avanti io» dice Kay Scarpetta, che ormai non cerca piu di essere ne gentile ne diplomatica. «Dottor Marcus, e la prima volta che la sento parlare di tracce trovate sul corpo di Gilly Paulsson. Mi convoca qui a Richmond per aiutarla a risolvere il caso e mi tiene nascosta una simile informazione? Si tratta di tracce biologiche o materiali?» Guarda prima Marcus, poi Fielding.
«Non guardare me» ribatte Fielding. «Io ho semplicemente effettuato i tamponi. Dai laboratori, poi, non ho sentito piu niente. Nemmeno una telefonata. E normale, peraltro. Ho saputo di questa storia soltanto ieri sera, quando stavo andando via e lui mi ha fermato mentre salivo in macchina per aggiornarmi.» Indica Marcus.
«L’avevo appena saputo» sbotta Marcus. «Mi ha scritto quel rompiscatole di Eise, o come diavolo si chiama quel tecnico di laboratorio che mi tormenta con le sue raccomandazioni e vorrebbe insegnarmi a fare il mio lavoro. Finora avevano trovato poco o niente: qualche capello e alcune tracce materiali, comprese scaglie di vernice di provenienza incerta, forse di un’automobile, di una bicicletta, di un giocattolo o di qualche oggetto di casa…»
«Si dovrebbe poter stabilire se e vernice di automobile» replica Kay Scarpetta. «E si puo controllare se e di un oggetto di casa.»
«Il punto e che non ci sono tracce biologiche, e quindi non si puo fare la prova del DNA. I tamponi sono negativi. Visto che sospettiamo l’omicidio, un tampone positivo, orale o vaginale, ci sarebbe stato molto utile. Insomma, la mia preoccupazione era il DNA e mi domandavo se fosse possibile ricavarlo da queste scaglie di vernice. Poi ieri pomeriggio mi arriva questa e-mail in cui Eise mi dice che sull’operaio investito dal trattore risultano presenti tracce dello stesso tipo.» Marcus fissa Fielding negli occhi.
«E lei ritiene che ci sia stato un trasferimento di materiale da un corpo all’altro. Come sarebbe avvenuta questa ipotetica contaminazione, secondo lei?» interviene Kay Scarpetta.
Marcus allarga le braccia, come a dire che non ne ha la piu pallida idea. «Ditemelo voi.»
«Non e avvenuta» replica Kay Scarpetta. «Ci siamo cambiati i guanti, tanto per cominciare. E comunque non abbiamo effettuato tamponi su Gilly Paulsson. Sarebbe stato inutile, visto che il corpo era stato lavato e rilavato, e che i tamponi erano gia stati effettuati due settimane fa.»
«Questo lo so» la interrompe Marcus, in tono di spazientita superiorita. «Io penso che abbiate lasciato a meta l’autopsia di Whitby per occuparvi della Paulsson e l’abbiate finita dopo.»
«Si, ma i tamponi li ho effettuati prima di esaminare la Paulsson» puntualizza Fielding. «E alla Paulsson non abbiamo fatto tamponi. Inoltre, essendo stato lavato e rilavato, e impossibile che sul cadavere ci fossero residui da trasferire inavvertitamente altrove.»
«Non tocca a me dare spiegazioni» decide Marcus. «Non so che cosa, ma e evidente che qualcosa e successo. Dobbiamo prendere in considerazione tutte le ipotesi possibili perche, se non lo facciamo noi, lo faranno gli avvocati. Io credo che a questo punto il caso Paulsson finira in tribunale, prima o poi.»
«Anch’io penso che si fara un processo» interviene l’agente speciale Karen Weber, come se lo sapesse gia o