«Che notte, ragazzi!» commento Alex.
Il macchinone percorse Duval Street a forte velocita. Era tardi e non incontrarono nessuna macchina. Kemerinski guidava con impazienza. Ridusse la velocita appena raggiunsero South Street e svolto a destra. In fondo a South Street, si accosto al marciapiede e spense il motore. «Il locale e laggiu, all'angolo con Negro Beach.»
Fenner scese dalla macchina e s'incammino lungo la strada. Gli altri due lo seguirono, nascondendo i Thompson sotto la giacca.
«Ha una casa dietro quel locale» disse Fenner. «La conoscete?»
«C'e un magazzino dietro» rispose Alex «forse e quello.»
«Andiamo a vedere.»
Il locale di Whiskey Joe aveva gia chiuso per quella notte. Nell'oscurita sembrava soltanto una pila di assi nere e marce.
«Per questo vicolo» disse Alex sottovoce.
«Restate qua» suggeri Fenner. «Vado a dare un'occhiata.»
Si allontano giu per il vicolo, che era completamente buio e puzzolente.
Camminava con molta attenzione, senza acquattarsi contro il muro, ma anche senza far rumore. In fondo al vicolo c'era una piazzetta. Voltando a destra e girando attorno al locale di Whiskey Joe, si trovo davanti a un grosso edificio quadrato, con il tetto piatto. Anche questo, era solo una nera sagoma contro il cielo trapunto di stelle. Si avvicino, trovo una porta, provo cautamente ad aprirla. Era chiusa a chiave. Avanzo di qualche passo, cercando una finestra, giro l'angolo e prosegui lungo il lato sud. Niente finestre. Sull'altro angolo c'era una scala di ferro che si arrampicava su per il muro. Doveva portare al tetto.
Ritorno sui suoi passi verso gli altri due, che lo aspettavano in fondo al vicolo.
«Credo di averli trovati» disse. «C'e soltanto una porta. Tutto quello che dovete fare voi due, e di appostarvi la fuori e di accoglierli con una nutrita scarica di mitra appena escono. Non fatevi vedere, riparatevi e aprite il fuoco, ecco tutto.»
Vedeva i denti di Kemerinski mentre sghignazzava. «Io vado sul tetto e ve li mando fuori» continuo Fenner. «Non fate sciocchezze, e quando avete finito il lavoro, tagliate la corda. Io so badare a me stesso.»
I due grugnirono per dimostrare che avevano capito, poi Fenner ritorno verso l'edificio. Si arrampico per la scaletta di ferro, assicurandosi della solidita di ciascun piolo prima di appoggiarvi il proprio peso. Conto quaranta pioli prima di raggiungere il tetto. Quando sporse il capo dalla balaustra, vide che in mezzo al tetto c'era un lucernario quadrato, con la luce, dentro, ancora accesa.
Fenner sapeva che doveva stare molto attento nell'attraversarlo. Il minimo rumore avrebbe richiamato l'attenzione di quelli che stavano di sotto.
Prima di salire sul tetto, cammino lungo la balaustra e guardo giu. Individuo Alex e Kemerinski nascosti in una fossa proprio di fronte alla porta del magazzino. Lo videro e agitarono una mano. Fenner rispose al saluto, poi scavalco la balaustra e salto sul tetto.
Tenendo la rivoltella nella destra, percorse in punta di piedi, lentamente, lo spazio che lo divideva dal lucernario. Gli ci vollero parecchi minuti, ma non fece alcun rumore. Buttando indietro il cappello, guardo nella stanza sottostante. C'era Carlos. C'era Reiger, e un altro che non conosceva. Erano a un paio di metri da lui. La stanza era molto bassa, come una soffitta, e Fenner ne fu talmente sorpreso che si trasse indietro con uno scatto.
Carlos fumava disteso sul letto. Reiger si dondolava su una sedia, con il capo appoggiato al muro; dormiva. L'altro tipo sonnecchiava sul pavimento.
Fenner esamino i listelli che reggevano i vetri del lucernario; ne provo la consistenza con il pollice. Erano poco consistenti. Allora si alzo in piedi e, allungando il piede destro, lo punto dove i listelli si incrociavano. Tiro un gran respiro e poi si butto giu con tutto il suo peso.
I listelli cedettero scricchiolando, e lui e le schegge di vetro piombarono nella stanza di sotto. Cadde in piedi, barcollo e strinse la rivoltella.
Carlos rimase perfettamente immobile sul letto, con la sigaretta che gli tremava in bocca. L'uomo per terra cerco istintivamente la rivoltella. Era cosi intontito che l'istinto lo porto incontro alla morte. Se non fosse stato cosi addormentato, niente al mondo l'avrebbe convinto a cercare di prendere la rivoltella. Fenner gli sparo in mezzo agli occhi.
Reiger e Carlos erano come due statue di ghiaccio. Guardavano Fenner con occhi fissi, impietriti.
«Ti voglio» disse Fenner a Carlos.
La cenere della sigaretta cadde sul petto di Carlos, che getto una disperata occhiata a Reiger e poi ancora a Fenner. «Dammi una tregua» prego con voce roca.
«Tieni la bocca chiusa» replico Fenner. «Ho passato un paio di giorni a letto per colpa vostra. Ora avrete quello che vi spetta. Non lo faro io. Potete farlo da voi. Risolvete la questione in un duello. Chi vince potra uscire da qui. Io non lo tocchero. Forse avrete sentito dire che io sono un uomo di parola. Se vi va bene e cosi, oppure vi ammazzo subito, tutt'e due.»
Reiger parve tirare il fiato. Disse: «Se lo uccido, tu non mi toccherai?»
Era incredulo.
Carlos si rannicchio contro il muro. «Reiger» grido. «Tu non lo farai.
Sono io che comando, mi senti? Tu non lo farai.»
Reiger si alzo lentamente dalla sedia; aveva un sorriso ambiguo sul viso.
«Un minuto» ordino Fenner. «Alza le zampe e mettiti faccia al muro.»
Reiger brontolo, ma Fenner gli punto la rivoltella nel fianco. Quello alzo le mani e si volto. Fenner gli tolse la rivoltella dalla tasca e indietreggio.
«Resta dove sei e non ti muovere.» Si accosto a Carlos, l'afferro per il bavero e lo trascino giu dal letto. Una breve occhiata lo convinse che Carlos non aveva armi.
Fenner si ritiro in un angolo della stanza accanto alla porta e si appoggio alla parete.
«Che aspettate? Nessuno di voi due vuol rivedere la famiglia?»
Carlos comincio a strillare contro Reiger, ma l'espressione degli occhi di Reiger lo convinse che avrebbe fatto meglio a difendersi. Reiger, le mani basse, un'espressione animalesca sul viso, comincio ad avanzare verso Carlos, che giro attorno alla stanza, col sudore che gli correva giu per il viso. La stanza era troppo piccola perche quel gioco durasse a lungo. Reiger scatto all'improvviso, afferrando Carlos alla vita. Questi urlo di terrore, picchio Reiger in testa con i pugni chiusi, e cerco di divincolarsi. Reiger picchiava Carlos alle costole. Si dibattevano per la stanza, picchiandosi l'un l'altro e mugolando, poi il tacco di Carlos si incastro tra le mattonelle dell'impiantito e cadde a terra, con Reiger sopra. Reiger gli sbatteva la testa contro il pavimento. Volse il capo e con un ghigno disse a Fenner: «Ora te lo ammazzo questo cane» ansimo. «Te lo ammazzo.»
Carlos allungo una mano e ficco due dita negli occhi di Reiger. Un orribile grido usci dal petto di Reiger, e termino in un lungo ululato. Si stacco da Carlos. Tenendosi una mano sugli occhi e picchiando l'aria con l'altra, comincio a vacillare per la stanza. Carlos si rialzo, scosse il capo e aspetto che Reiger gli passasse davanti. Quando quello passo, allungo un piede e mando Reiger bocconi per terra. Reiger cadde sulla faccia e rimase per terra, lamentandosi e scalciando.
Carlos si era dimenticato della presenza di Fenner. Vedeva soltanto Reiger. Si butto su di lui, lo inchiodo al pavimento con le ginocchia, e lo afferro alla gola. Reiger cerco debolmente di staccare le mani di Carlos, poi si affloscio. Carlos lo lascio andare e si alzo in piedi, tremante.
Fenner era rimasto appoggiato alla parete, e teneva Carlos sotto la mira della rivoltella.
«Sei stato fortunato» disse. «Sparisci prima che io cambi idea. Via, taglia la corda, corri.»
Carlos raggiunse la porta vacillando e la spalanco. Fenner lo udi scendere le scale all'impazzata, e trafficare con la serratura. Rimase immobile, con la testa piegata da una parte, in ascolto. Poi, nel silenzio della notte, esplosero le sventagliate dei due Thompson, durarono qualche attimo, infine, di nuovo, il silenzio.
Fenner ripose la rivoltella lentamente e cerco una sigaretta. 'Credo di averne avuto abbastanza di questa citta. Tornero a casa e portero a spasso Paula, tanto per cambiare' mormoro tra se. Si arrampico sul lucernario e scese per la scaletta di ferro. Udi il suono di una macchina che avviava il motore. Erano Alex e Kemerinski che si congratulavano per la bella giornata.
Giro l'angolo e guardo Carlos. Fenner era un uomo scrupoloso. Non aveva alcun dubbio che quei due sapevano fare un buon lavoro, ma voleva accertarsene. Non c'era bisogno di preoccuparsi. Avevano fatto un buon