lavoro.
Si spazzolo l'abito con la mano, concentrando i suoi pensieri, poi s'incammino verso il locale di Noolen.
Noolen si alzo dalla sedia vedendo Fenner entrare. «Che e successo?» chiese.
Fenner lo guardo. «Cosa pensi che sia successo? Sono carne da macello, tutt'e due. Dov'e Glorie?»
Noolen si asciugo il viso con il fazzoletto. «Morti? Tutt'e due?» Non ci poteva credere.
«Dov'e Glorie?» ripete Fenner, scocciato.
Noolen appoggio le mani tremanti sulla scrivania. «Perche?»
«Dov'e, maledizione?» Gli occhi di Fenner erano molto intensi e gelidi.
Noolen fece un gesto. «E di sopra. Lasciala perdere, Fenner. Ci pensero io a lei, d'ora in poi.»
Fenner sogghigno. «Ma davvero? Non crederai mica che sia pentita?»
Il viso di Noolen si fece vagamente rosso. «Non intendo sopportare le tue sporche insinuazioni» disse. «Dopo tutto, e mia moglie.»
Fenner butto indietro la sedia. «Perdio!» esclamo, alzandosi in piedi «sei piu scemo di un vecchio scemo. E va bene, se le cose stanno cosi…» Scrollo le spalle. «E proprio in gamba, questa Glorie. Col gruzzolo del vecchio amore defunto, scappa a consolarsi tra le braccia del nuovo amore. Non e cosi forse?»
Noolen rimase immobile, gli occhi aggrottati e fissi, la bocca leggermente contorta.
«Taglia corto con queste allusioni, Fenner. Non mi piacciono» ribatte.
Fenner si volse verso la porta. «Devo vedere quella ragazza» disse.
«Dove la trovo?»
Noolen scosse il capo. «Non la vedrai» rispose. «Attento a come ti comporti qui, o te ne pentirai.»
«Davvero? E va bene, non la vedro; ma sai che cosa faro? Tra un'ora ritornero qui, accompagnato dalla polizia, e con un mandato di arresto per quella ragazza.»
Noolen sogghigno. «Non hai nessuna prova contro di lei» ribatte.
«Certo, non ne ho. Soltanto un'accusa di omicidio. Ma gia, cosa vuoi che sia un'accusa di omicidio? Ben poca roba, nel vostro ambiente.»
Le dita grassocce di Noolen si contorsero, e il suo roseo faccione prese un colore verdastro. «Di che cosa stai parlando?» disse, a denti stretti.
Fenner si mosse verso la porta. «Lo vedrai. Non ho tempo per discutere con te. O la vedo subito, oppure la vedro in prigione. Per me, non fa nessuna differenza.»
Il viso di Noolen scintillava sotto la luce della lampada. Si decise: «Ultima stanza a destra, primo piano.»
«Non mi ci vorra molto, tu resta dove sei.» Fenner usci e chiuse la porta dietro di se.
Quando arrivo davanti all'ultima porta a destra del primo piano, giro la maniglia ed entro. Glorie fece un balzo sulla sedia, bianca in viso, la bocca aperta per la sorpresa.
Fenner chiuse la porta e ci si appoggio. «Stai comoda» disse lentamente.
«Voglio solo far quattro chiacchiere con te.»
Lei si lascio ricadere sulla sedia. «Non ora» rispose, con la voce tirata.
«E tardi, voglio andare a letto… sono stanca… glielo avevo detto di non lasciar salire nessuno.»
Fenner scelse una sedia di fronte alla ragazza e si sedette. Butto il cappello sulla nuca e frugo in tasca in cerca del pacchetto di sigarette. Ne offri una a Glorie.
«Vattene! Vattene! Non voglio…» incomincio lei.
Fenner prese una sigaretta e rimise il pacchetto in tasca. Disse: «Sta' zitta.» Poi si accese la sigaretta e soffio una nuvoletta di fumo verso il soffitto. «Tu e io dobbiamo far quattro chiacchiere. Prima parlo io, poi tu.»
Lei si alzo dalla sedia e fece per andare alla porta, ma Fenner allungo una mano, la prese per il polso, e la tiro indietro. Lei cerco di graffiarlo con le lunghe unghie ricurve. Fenner le prese anche l'altra mano, le imprigiono entrambi i polsi con una mano sola, poi con la mano libera la colpi al viso con uno schiaffo. Quattro segni rossi apparvero sulla guancia della ragazza, che esclamo: «Oh!»
Lui le lascio andare i polsi e la spinse indietro con rabbia. «Siediti, e sta' zitta.»
Lei si sedette, toccandosi la guancia.
«Te ne pentirai» sibilo tra i denti.
Fenner si sistemo sulla sedia, facendola scricchiolare. «Questo e quello che tu credi» rispose, sbadigliando. «Aspetta che ti racconti un'altra storiella. Ti distruggera.»
Lei strinse i pugni e se li picchio sulle ginocchia. «Basta. Lo so che cosa mi vuoi dire. Non voglio ascoltare.»
«Per te non esisteva altro che Chang» disse, imperterrito, Fenner.
«Quando Carlos lo uccise, la vita non ebbe piu senso per te. Tutto cio che ti rimaneva da fare era di regolare i conti con Carlos, che ti aveva distrutto l'unica cosa per cui valesse la pena di vivere la tua sporca vita. Giusto, fin qui?»
Lei si porto le mani al viso, rabbrividi e rispose: «Si.»
«Thayler volle andare a New York per una gita e ti porto con se. Ma tu non ti rassegnavi a star lontana da Chang nemmeno per qualche giorno, cosi Chang ti raggiunse e vi vedeste, mentre Thayler era occupato altrove.
Ma Carlos vi aveva fatti pedinare da un paio dei suoi cubani che vi scoprirono e uccisero il cinese. Giusto anche questo?»
«Entrarono in camera, quella notte che rimasi con lui» rispose lei. La sua voce era priva di espressione. «Uno di loro mi teneva mentre l'altro gli tagliava la gola. Ero presente, quando lo uccisero. Dissero che avrebbero ammazzato anche me, se lui avesse opposto resistenza, e cosi lui rimase disteso sul letto e lascio che quell'orribile cubano gli tagliasse la gola. Oh, se tu fossi stato presente! Se tu l'avessi visto sul letto con quel cubano chino su di lui. Il terrore che apparve nei suoi occhi, quando mori. Non potevo far niente, ma giurai a me stessa che Carlos l'avrebbe pagata cara, gli avrei distrutto tutto quello che aveva costruito.»
Ancora una volta, Fenner sbadiglio. Si sentiva stanco. «Non sei una brava ragazza» disse. «Non posso provare pieta per te, perche hai sempre pensato soltanto a te stessa. Se tu fossi una vera ragazza, avresti compiuto la tua vendetta a qualsiasi costo, anche a costo di perderti, ma tu non avevi il coraggio di perdere quello che gia possedevi, e cosi hai dovuto progettare un piano per tenere Thayler e buttare Carlos in pasto ai lupi.»
Glorie comincio a piangere.
«Mentre succedeva tutto questo, Thayler si era trovato un altro giocattolo» riprese Fenner. «Anche Thayler era un poco di buono. C'era una ragazza che si chiamava Lindsay. Magari la conobbe a una festa. Gli piacque, e in un modo o nell'altro riusci a trascinarla in camera sua. Sapeva che tu non c'eri e la convinse a salire. Mi immagino quello che accadde. Lui cerco di sedurla, ma lei si ribello. E fu cosi che ebbe la schiena piena di lividi, no?»
Glorie continuava a piangere.
«Be', Thayler picchio troppo forte, e la ragazza mori. Quando tornasti in albergo, dopo che Chang era stato ucciso, trovasti Thayler che passeggiava per la stanza, con un cadavere tra i piedi. Fu cosi che andarono le cose, non e vero?»
«Si.» Lei si porto il fazzoletto agli occhi e comincio a dondolarsi avanti e indietro.
«Trovasti la Lindsay bell'e morta, col corpo ricoperto di lividi. Ora, piccola, tocca a te. Parla. Che cosa facesti?»
«Lo sai benissimo. Perche me lo chiedi?» rispose Glorie.
«Ma perche venire da me?»
«Avevo sentito parlare di te. Credevo di aver trovato l'occasione buona per salvare Harry e mettere il bastone tra le ruote a Carlos. Avevo sentito dire che eri un duro e che non ti fermavi davanti a niente. Mi misi una parrucca nera, comprai un abito semplice e venni da te. Credevo che…»
«Venisti da me e ti presentasti come Marian Daley. Mi raccontasti di aver perso tua sorella. Credevi che, se io avessi accettato di cercare tua sorella, avrei finito per distruggere Carlos. Mi fornisti le tracce necessarie.
Parlasti di dodici cinesi, perche contrabbandano sempre dodici cinesi alla volta, da Cuba, e io sarei stato abbastanza intelligente da scoprire che si trattava dell'organizzazione di Carlos. Progettasti con Thayler di depositare il corpo della Lindsay, senza braccia, e senza testa, da qualche parte dove io potessi trovarla e credere che si trattava del corpo di Marian Daley. Dal momento che Marian non esisteva, Thayler non poteva essere processato per aver ucciso una ragazza inesistente. Allora cercasti di stabilire un'identita tra Marian e il cadavere. Per farlo, convincesti Thayler a disegnarti qualche livido sulla schiena, e quando venisti da me, lui telefono per