Nikki scrollo le spalle. «Vediamo», rispose. «Matt e io ci siamo imbattuti in sei casi, compresi questi tre. Se, diciamo, ne sono stati fatti scomparire altri sei da Grimes e dai suoi uomini, arriveremmo a dodici.»

«Il tre per cento», calcolo Ellen.

«Quella potrebbe essere una percentuale piu alta che per il morbo della mucca pazza», s’intromise Matt, «ma c’e ancora molto da indagare sul resto delle persone esposte, perche non sappiamo quanto sia variabile il periodo di latenza della malattia. E gli inglesi hanno mangiato il germe. A questa gente e stato iniettato.»

«Tre per cento al minimo», ribadi Ellen. «E terribile. Uno di voi sa che giorno e oggi e che ore sono?»

«Il due», rispose Matt guardando l’orologio. «L’una e mezzo del mattino. Perche?»

«Perche oggi, alle tre del pomeriggio, credo, la first lady presiedera una cerimonia teletrasmessa dal vivo, durante la quale il ministro della Sanita fara a una neonata di quattro giorni la prima iniezione ufficiale di Omnivax. Verra vaccinata al centro sanitario di Anacostia, un quartiere di Washington. Subito dopo quella prima iniezione, i pediatri di tutto il paese inizieranno a somministrare l’Omnivax ai loro pazienti. Hanno gia il vaccino nei loro frigoriferi.»

«E probabilmente nessuno di quei bambini si ammalera immediatamente», commento cupamente Nikki. «Nessuno si rendera conto che qualcosa non va.»

«Oh, qualcuno si ammalera», ribatte Ellen. «Una percentuale di bambini vaccinati si ammala inevitabilmente, alcuni di loro gravemente, altri addirittura in modo letale. I pediatri e gli scienziati e le ditte farmaceutiche ci dicono che le loro vite sono un compromesso per il bene di tutti. Mi chiedo come si sentirebbero se si trattasse della vita dei loro figli. Il problema che ha preoccupato me e molti altri da tempo riguarda le inoculazioni: chi mai potra dire cio che accadra dopo cinque o dieci anni che una bambina e stata vaccinata, specialmente adesso che tutte le vaccinazioni sono accumulate nell’Omnivax?»

«Questi tre lo possono dire», rilevo Matt. «Grimes deve avere capito che il vaccino era difettoso. Con tutti quei soldi in gioco, piuttosto che dire la verita sul Lasaject o rischiare che qualcuno come noi vedesse un numero sufficiente di casi da mettere insieme i pezzi, ha deciso di eliminare tutti quelli che avevano sviluppato il morbo dei prioni. Guadagna cosi dieci anni prima che arrivi la prossima ondata di encefalopatie spongiformi e neurofibromi.»

«Un’ondata, forse», commento Nikki, «o, con ogni probabilita, uno tsunami.»

«Nikki, mi hai detto che Kathy era convinta che degli uomini la seguissero per ucciderla. Forse aveva ragione. Credo che Grimes abbia rintracciato ogni singolo paziente del gruppo su cui era stato testato il vaccino. I tre che sono qui potrebbero essere gli ultimi con la sindrome.»

«Dobbiamo bloccare il supervaccino!» esclamo Ellen.

«Ellen», ribatte dolcemente Nikki, «Grimes e riuscito in qualche modo a farci assegnare il suo amico Sutcher come guardia del corpo. Sono quasi certa che sia stato lui a fare scattare l’interruttore che ha fatto esplodere le entrate alla caverna. E un miracolo che il soffitto non sia crollato, e evidente che era quello che volevano. Siamo pero rinchiusi qui, ben dentro la montagna. Non c’e via d’uscita.»

«C’e, perche deve esserci», replico Ellen con cupa convinzione.

«Spero che lei abbia ragione», commento Nikki. «Abbiamo girato per questa caverna, ma non abbiamo visto nulla. Penso che ora possa allentare la compressione.»

Ellen ubbidi. A parte una piccola quantita di sangue che fluiva lentamente, la ferita aperta sotto l’inguine di Carabetta rimase asciutta. In silenzio, Nikki la riempi con della garza sterile e la chiuse in parte con del nastro adesivo. L’investigatore dell’OSHA reagi a quel procedimento doloroso soltanto con un gemito soffocato.

«Ellen ha ragione», esclamo Matt, i pugni stretti. «C’e una via per uscire, perche deve esserci. E troppo pericoloso starcene qui seduti in attesa di soccorsi che sappiamo non arriveranno mai.»

«Vuoi che ci mettiamo a scavare? Matt, alcuni di quei massi pesano centinaia o migliaia di chili. E io non riesco neppure a camminare senza aiuto.»

«Allora lo faremo Ellen e io. Forse la ragazza quando riprendera conoscenza, e anche Tarzana, se riusciamo a calmarla. Che altra possibilita abbiamo?»

«Forse ce n’e una», ribatte Nikki. «Il corso d’acqua la dietro. Viene da qualche parte e va da qualche parte.»

Matt si attacco immediatamente a quell’idea.

«Credo entri proprio vicino al crepaccio da dove siamo entrati», disse, un pizzico di eccitazione nella voce, «ma e un percorso dannatamente lungo sottoterra e, da qui, per la maggior parte in salita. Non credo che qualcuno possa farcela.»

«Allora, forse la via d’uscita e dall’altra parte.»

Matt guardo da una all’altra donna come se cercasse di immaginare come sarebbe stato quel viaggio e come sarebbe finito. Ricordo il panico provato strisciando lungo le basse gallerie. Che cosa avrebbe provato facendosi portare attraverso un canale stretto, buio come la pece e pieno d’acqua? E se fosse rimasto incastrato? E se il passaggio fosse diventato troppo piccolo e non lui riuscisse piu a indietreggiare? Poteva esserci un modo peggiore di morire dell’annegare, bloccato tra pareti di roccia in un fiume sotterraneo? Quanto ci avrebbe messo a perdere finalmente conoscenza?

«Andiamo a dare un’occhiata», si senti dire.

Senza chiedere permesso, si chino e sollevo Nikki tra le braccia. Poi, con Ellen che portava una lanterna, e un’altra lasciata accesa per confortare e orientare gli altri, si diressero, tra i detriti e i bidoni, verso il fiume. Nikki cinse le braccia attorno al collo di Matt e premette la guancia contro la sua.

«Grazie per il passaggio, straniero», scherzo, mentre lui la metteva a terra sulla gamba sana e lei si sosteneva alla ringhiera del ponte.

«Di niente, signora.»

Diede un colpetto alla tesa di un immaginario cappello, quindi s’inginocchio e scruto l’acqua nera come l’inchiostro e ribollente. Alla loro sinistra il fiume entrava nella caverna attraverso una stretta apertura, al massimo una cinquantina di centimetri tra la superficie dell’acqua e la roccia. A tre metri da loro vi erano i resti dell’altro ponte. A destra, nella direzione della corrente del fiume, l’apertura era ancora piu piccola, forse non piu di trenta centimetri. Allungo la mano e trovo conferma di cio che gia sapeva, l’acqua era dannatamente fredda.

Si guardo attorno alla ricerca di qualcosa con cui misurare la profondita e prese una delle assi della ringhiera del ponte rotto. L’asse, lunga circa un metro, tocco il fondo appena prima di scomparire sott’acqua, un buon segno.

«Lo posso fare», disse, conscio del nodo di paura che si stava materializzando nel suo petto.

«Dovrei farlo io», ribatte Ellen. «Sono molto piu piccola e vado a nuotare all’YMCA quattro volte alla settimana.»

L’aveva conosciuta da poco, ma Matt non dubito affatto che Ellen Kroft avesse la tenacia di portare a termine con successo quel tentativo di fuga. Lui, tuttavia, era piu giovane e piu forte e non meno motivato di lei.

«Questi boschi e la gente di montagna possono essere piuttosto inospitali», ammise, «specialmente nel bel mezzo della notte. Forse dovra comunque provarci. Se non mi sentite tra tre, quattro ore, potrebbe provare a seguire l’altra via. Dipendera da lei, ma le voglio comunque dire che non deve preoccuparsi. All’YMCA facevo il bagnino.»

«In questo caso, aspettero», concesse Ellen. «Ce la fara.»

«Ne sono sicuro.»

Matt abbraccio Nikki e la tenne stretta a se.

«Vuoi che ti riporti dai tuoi pazienti?» chiese.

«Ellen e io ce la faremo da sole», rispose lei, tirando su col naso alcune lacrime. «Matt, ho paura. Io… non voglio che tu te ne vada.»

Matt la bacio, dapprima dolcemente, poi con fervore.

«Vengono in mente anche a me alcune cose che preferirei fare», sussurro. «Ma, come ha detto Ellen, ce la faro perche devo farcela.»

Intui di non avere dato alla sua voce il tono di convinzione che avrebbe voluto. Il nodo di paura sotto lo sterno stava diventando grande come una palla da bowling. Fisso prima il fiume, poi il sottile spazio sopra la superficie dell’acqua dove rientrava nella montagna. All’universita, lui e i suoi compagni di stanza si erano chiesti, di tanto in tanto, cosa avrebbero fatto, quali sarebbero state le loro sensazioni se avessero saputo esattamente quando sarebbero morti. A quanto pareva, ora si sarebbe forse trovato nella situazione di poter rispondere.

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