quattro generazioni vissute in queste condizioni. Fu il primo tentativo della natura di creare l’uomo galattico, di adattare il corpo umano alle nuove esigenze. E il suo grande lavoro consistette nel ridurre quel lungo processo naturale a una formula applicabile che potesse compiere il mutamento in una sola generazione invece che in quattro. Dio, sono stanco di ripetere tutte queste cose come un pappagallo con le parole di Orthis. Quel che si deve fare e, naturalmente, alterare il corredo genico dei cromosomi di entrambi i genitori prima del concepimento e… comunque, tutto e qui.»
Quorn disse bruscamente: «Questo posto puo andare. Se non altro ci offrira un po’ piu di riparo.»
Fece planare cautamente la lancia verso l’antico letto piatto di un fiume. Il fondo era ora coperto d’aria gelata, ma in tempi remoti l’acqua aveva scavato un profondo canyon nella roccia lasciandovi cavita d’erosione e sporgenze. Quorn fece atterrare la lancia in uno di questi luoghi corrosi dalle onde, sotto la parete del canyon.
Edri continuava ad accanirsi sul libro, accertandosi di alcuni passaggi, abbagliato dallo stordimento della stanchezza e preoccupato dalla necessita di non sbagliare. Non si permetteva incertezze o errori neppure nella lettura di una singola cifra. Non ci sarebbe stato tempo per correzioni o controlli. Il peso della responsabilita era cosi grave in lui che sembrava contrarsi fisicamente sotto di esso. Le sue labbra continuavano a muoversi. Trehearne non gli invidiava il suo compito.
Quorn brontolo qualcosa al suo indirizzo e insieme andarono a poppa ad arrabattarsi con l’apparecchio ultrasonico. Trehearne era posseduto dal demone dell’urgenza e non aveva la piu pallida idea di che cosa stesse facendo. Quorn dava ordini ed egli obbediva ciecamente, talvolta a ragione, talvolta a torto. I loro nervi erano logorati oltre ogni umana resistenza e prima di essere riusciti nell’intento si trovarono a digrignare i denti l’uno contro l’altro come cani. Inserire i conduttori di energia nei generatori della lancia fu il compito piu arduo, ma in un modo o nell’altro lo portarono a termine. Fecero alzare in piedi Edri per farlo sedere di nuovo, sempre con il libro in mano, davanti alla trasmittente. Quorn si curvo sulle leve di comando. I generatori fremettero fornendo l’energia necessaria. Edri continuava a fissare il libro. Trehearne lo scosse. «Avanti» esclamo «parla.»
Edri sbatte gli occhi e corrugo la fronte, guardandoli da sotto in su come avesse dimenticato completamente quel che doveva fare. Quorn prese il volto di Edri tra le mani e gli parlo, battendogli leggermente le guance mentre gli diceva: «Ascolta, mi sono messo sull’onda di emergenza che include tutte le linee. Ogni apparecchio ultrasonico compreso entro la sua portata la ricevera, compresi i centri di comunicazione non-vardda. Edri, mi capisci? Il momento in cui la intercettera Kerrel sara in grado di individuare la nostra posizione e di interferire. Cosi devi far presto. Presto!»
Edri sbatte gli occhi di nuovo e tremo. «Benissimo. Tentero.» Guardo Trehearne nervosamente. Quom sistemo l’ultima leva e poi parlo nel trasmettitore.
«G-Uno! G-Uno! Emergenza. Sgombrate tutte le linee. Usate registratori. Usate registratori! G-Uno! Sgombrate tutte le linee…»
Fece un cenno energico a Edri che si curvo in avanti. «Forse non potro ripetere. Abbiamo trovato la nave di Orthis. Seguono le formule per la mutazione vardda.»
21
Edri aveva cominciato la lettura del taccuino. Andava veloce, ma facendo sforzi disperati per pronunciare ogni sillaba chiaramente. Quom era curvo disperatamente sulle leve. Trehearne sedeva immobile, ma i suoi muscoli fremevano. Il sudore gli colava negli occhi. Era stanco. Era cosi stanco che la figura di Quorn, lontana da lui un passo, gli appariva vaga e indistinta come fosse sperduta nella nebulosita della distanza. La voce di Edri scandiva le parole senza interruzione.
Quorn disse con voce roca: «Il caccia ci ha intercettati. Stanno gia tentando di interferire. Fa in fretta.»
Il volto di Edri divenne quello di una persona braccata. La sua voce si alzo stridula in una gara disperata. Volto l’ultima pagina. La fini, e poi ritorno al principio e comincio a ripetere. Quorn si alzo.
«Non serve, ormai, siamo tagliati fuori. Cio significa che il caccia e vicino; abbastanza vicino da…»
Non ebbe il tempo di pronunciare la frase fino in fondo. La lancia fu scossa improvvisamente come da una mano gigantesca. Quorn fu lanciato contro una parete e Trehearne cadde sul pavimento. Solo Edri curvo sul trasmettitore parlava ancora.
«E stata una bomba» disse Quorn, alzandosi di nuovo. «Ci prendono di mira dall’alto del canyon.» Afferro il casco. La lancia sobbalzo una seconda volta, piu forte. Trehearne arrancava faticosamente per rimettersi in piedi. Tento di calcare il casco sulla testa di Edri, ma questi si ribello, aggrappandosi al trasmettitore. Quorn lo prese per le spalle e grido: «Non serve piu! Vieni!» Tolse la corrente. Insieme liberarono le mani di Edri e gli misero in testa il casco. La lancia subi un’altra scossa e qualcosa si ruppe con un fragore di vetri infranti. Trehearne si aggancio il casco. Attraverso il microfono udiva Quorn gridare qualcosa a proposito della chiusura ermetica e dell’urgenza di andarsene prima che la lancia cadesse in pezzi con loro dentro. Quasi trascinando Edri tra l’uno e l’altro, cominciarono a correre. Qualche tavola del ponte era gia saltata e si udiva uno spaventoso sibilo acuto di aria compressa. Raggiunsero la porta di sicurezza e la spalancarono.
Sul fondo del canyon una grande luce sboccio e si spense. Frammenti di roccia urtarono silenziosamente contro la lancia. Il ponte salto sotto i loro piedi e la porta di sicurezza li proietto in avanti mentre lo scafo sobbalzava paurosamente. Batterono con violenza sul terreno. Per alcuni secondi giacquero dov’erano caduti e non si udirono altre esplosioni. Trehearne gemette e si mise a sedere. «Penso che sia stata l’ultima. Quorn? Edri? Qualcuno mi risponda.»
Edri taceva, ma Quorn disse con voce sorda: «Sanno che abbiamo interrotto la trasmissione. Dannazione mi sono tagliato il labbro sul bordo del casco e il sangue mi cola addosso.» Trehearne lo udi sputare. Si accosto a Edri e lo scosse. Finalmente Edri disse «Dov’e il taccuino?»
«E rimasto sulla lancia.»
«Dobbiamo andare a prenderlo…»
«Perche?»
«Forse hai ragione. Ci siamo riusciti, Quorn? Abbiamo finito?»
«Non so, non so! Ci hanno sorpresi cosi presto…»
Si alzo da terra, gli occhi fissi a qualcosa, e poi tese una mano verso il cielo nero. «Fuggiamo» chiese «o aspettiamo?»
Trehearne guardo su e giu per il letto del fiume ostruito da strati d’aria congelata e poi volse gli occhi alla dura nitida linea delle rocce sopra le loro teste. «Potremmo respirare per qualche ora, va bene, fino a esaurire la nostra riserva di ossigeno. Ma non credo ne valga la pena.»
Quorn torno a sedere. «Penso sia bene aspettare, allora.»
Attesero, e il caccia calo silenzioso dal cielo. Le ripide pareti rocciose sovrastanti facevano da schermo alla luce della Galassia, e il canyon era buio, ma gli oblo del caccia splendettero di un vivido bagliore. Trehearne fu quasi lieto di vederli. Erano umani. Davano un senso di conforto, dopo tutta la notte e la desolazione di quel pianeta spento. Lo sportello si apri e una nitida lama di luce ne usci, diritta, senz’aria che ne diffondesse il riflesso, andando a colpire la parete opposta del canyon accanto alla lancia. Uomini in scafandro cominciarono a uscire dallo sportello. Trehearne si alzo in piedi. S’avvio per il vivido fascio di luce, muovendo lentamente incontro agli uomini. Edri lo segui, Quorn pure.
Una voce sconosciuta gli giunse attraverso l’interfonico del casco. «Dite i vostri nomi.»
Dissero i loro nomi e Trehearne soggiunse: «Non siamo armati. Siamo sfiniti.» C’era un certo sollievo in quell’essere sfiniti. Qualunque cosa fosse accaduta da allora in poi non dipendeva piu da loro. Potevano starsene tranquillamente passivi, rilassarsi, lasciare che qualunque cosa accadesse. Guardo l’astronave e penso al calore, al cibo, al riposo, e a un buon sonno. A Shairn e Kerrel si poteva pensare piu tardi.
Gli uomini del caccia erano armati di fucili disgregatori assai piu pericolosi dei piccoli disgregatori a tubo che avevano come unico effetto la parziale perdita dei sensi. Avanzarono per un breve tratto verso le tre goffe figure che seguivano cautamente il fascio di luce. La prima voce che aveva parlato diede un ordine e i due uomini si accostarono alla lancia per perlustrarla, le torce oscillanti. Poi la voce si rivolse a Trehearne e agli altri. «Tenete le mani piu in alto che potete. Benissimo, va bene cosi.»
Trehearne disse: «Ve l’ho detto, non siamo armati.»
«Misura di prudenza. Restate dove siete.»
Obbedirono e furono perquisiti.
«Benissimo» disse la voce dell’ufficiale. «Venite a bordo.»
«No.»
Una parola secca pronunciata pianamente da una voce che Trehearne conosceva. Una voce che non udiva da un tempo immemorabile, ma che ricordava. La voce di Kerrel. La mortale stanchezza che pesava su di lui si allento un poco e subentro l’ira. Gli uomini erano ritti nel fascio di luce, ma gli volgevano le spalle, faccia a faccia com’erano con i prigionieri. Il nitido bagliore li investiva lasciando tuttavia i loro visi nell’ombra, invisibili dietro il visore dei caschi. Trehearne cerco di identificare Kerrel, ma non vi riusci.
L’ufficiale obietto, seccato: «Ma non ha senso star qui fuori piu a lungo.»
L’avventura era stata lunga e dura anche per lui. «Appena la squadra in perlustrazione ritornera, decolleremo.»
«Si» disse Kerrel. «Ma loro no. Loro resteranno qui.»
Le forme avvolte negli scafandri, inumane forme senza volto, che erano rimaste vicine, si scostarono un poco e si volsero l’una all’altra, come tentassero di perforare l’oscurita con le balenanti lenti dei caschi. Ci fu un silenzio di stupore e poi Edri disse. «Questo e un assassinio.»
La voce dell’ufficiale, alterata dall’ira, domando: «Kerrel, che diavolo… Sei impazzito?»
«La giustizia e una pazzia.» C’era qualcosa di strano nella voce di Kerrel. Era sorda e atona, priva di passione, la voce di un uomo che non puo resistere a quello che gli grava dentro, a cui non basta piu per trovar scampo nessuna normale via di sfogo. «Puo darsi che siano riusciti nell’impresa. Lo capite? Puo darsi che abbiano attuato i loro piani. Sapete che cosa significherebbe tutto cio?»
«Lo so quanto te e non preoccuparti della giustizia, saranno puniti. Ma, secondo le leggi, sara il Consiglio a far giustizia, a Llirdis.»
«Le leggi» ripete Kerrel a bassa voce. «Trehearne ha gia beneficiato una volta delle nostre leggi. Io dissi allora ai membri del Consiglio che avevano torto a favorirlo. Le leggi sono giuste, le ho servite tutta la vita. Ma ci sono casi in cui si deve andare oltre la lettera della legge, se si vuol continuare a servirla. Lasciali qui.»
Trehearne parlo, per la prima volta. «Non sarebbe bene che io ritornassi a Llirdis, vero, Kerrel? Non sarebbe bene che in pieno Consiglio raccontassi come e perche Yann mori.»
La voce di Kerrel gli rispose e non avrebbe saputo dire quale fosse a parlare delle forme avvolte negli scafandri parlasse forme dal viso celato. Era pazzesco non saperlo.
«E avevo torto, Trehearne? Potresti presentarti in pieno Consiglio e dimostrare che avevo torto nel tentare cio che tentai?»
«Ascolta» riprese l’ufficiale. «Non sono ne un giudice ne una giuria. Sono stato inviato dal Consiglio per riportare a Llirdis questi uomini e intendo eseguire gli ordini. Per amor di Dio, Kerrel, smetti di volerti caricare sulle spalle il peso dell’intero universo. Nessun uomo ne e in grado. Venite, voi tre… salite a bordo.»
«No.»
Una delle figure si stacco. Una delle figure abbandono il resto del gruppo e si frappose tra esso e l’astronave, il disgregatore tra le mani.
«Non vedi abbastanza lontano. Supponi che non siano riusciti. Se venissero processati, secondo una legge e un sistema per abbattere il quale hanno rischiato la vita, se fosse loro permesso di rivelare a tutta la Galassia quanto hanno fatto, di divenire eroi e martiri, una sorgente di sventura per tutti i tempi a venire?»
«Ci sono stati in passato altri processi a Orthis.» L’ufficiale si dirigeva verso Kerrel. «Penso faresti meglio a darmi quell’arma, prima che ti faccia portar via di qui.»
La bocca del disgregatore si alzo, e Kerrel disse: «Aspetta, non ho finito.» L’ufficiale fece un altro passo e poi esito e parve che un improvviso disagio invadesse lui e gli altri uomini del caccia. Il ventre di Trehearne si contrasse in un fremito di furia impotente e le sue mani si tesero in un inutile gesto avido, come ad afferrare qualcosa. Quorn imprecava in tono monotono, cosi basso che la sua voce era come la trama in cui si inserivano le voci degli altri.
Kerrel disse: «Il caso di questi uomini e diverso. Hanno trovato l’astronave, il loro reliquiario. Vi sono penetrati, hanno toccato i taccuini, per quel che ne so, hanno visto il corpo stesso di Orthis. Hanno dimostrato che l’impresa era possibile. Tutto cio sara mai dimenticato?»