sovrastava un enorme dirupo conosciuto come Picco dei Dolori.

Non avemmo difficolta a scoprire dove si fosse diretto l’uomo che viaggiava nel tempo. Era uno che rimaneva impresso nella memoria della gente. In quasi tutte le osterie o le locande dove avevamo passato la notte, c’era qualcuno che ne aveva sentito parlare o che lo aveva visto.

Procedevamo lentamente attraverso le Valli. Per paura di rimanere senza soldi, fummo costretti a metterci a lavorare. Di solito raccoglievamo frutta, ma ci capito anche di affilare coltelli, di riparare tetti e persino di mettere il giogo alla povera, vecchia Darling.

Ogni ritardo irritava John al punto che passavamo lunghe ore a litigare e a tenerci il broncio come due bambini. Per John ogni minuto perso aumentava i rischi di veder sparire nel futuro o nel passato, come qualcosa di inafferrabile, l’uomo che viaggiava nel tempo, o di perderne irrimediabilmente le tracce sulla Terra.

Ora era diretto a sud, di questo eravamo certi. Per pura curiosita avrei voluto seguire una via piu breve per arrivare sulle coste del Mare Cantore, ma il solo fatto di esprimere questo proposito avrebbe fatto infuriare John. Per questo gli permisi sempre di scegliere la strada, tranne quando giudicavo necessario fermarci per cercare un lavoro. In verita il mio portafoglio era sempre ben lontano dall’essere vuoto a parte quando amvammo a Stardene, ma non osavo sentirmi tranquillo. Ben presto, ne ero certo, ci saremmo ritrovati tra le montagne, dove non avremmo piu avuto modo di rifarci delle opportunita lavorative perse.

Nonostante i nostri ritardi, l’uomo non guadagno terreno su di noi. Avevamo una missione, sapevamo dove andare mentre lui, apparentemente, non lo sapeva, e se lo sapeva non traspariva dai racconti che lasciava dietro di se. Si fermava quando ne aveva voglia e ripartiva senza una chiara meta. Ero convinto che l’avremmo raggiunto prima della fine dell’estate, e i giorni “persi” a lavorare per guadagnare denaro non avrebbero influito, sempre che ci fosse data la possibilita di raggiungerlo. Tutto quello che doveva fare per sfuggirci era chiudere la bocca, ma perche avrebbe dovuto farlo?

Quando cominciammo a scalare le colline pedemontane, ancora molto distanti dalle austere vette di montagna, i giorni assunsero la tipica scansione di mezza estate: notti brevi si alternavano a lunghe ore di afa e di luce intensa. All’inizio salutammo il sole con entusiasmo, ma la sua incessante presenza comincio a venirci a noia con sorprendente rapidita. Il sole prosciugava il nostro sudore e con esso anche la nostra energia. Darling procedeva piu lenta che mai, perennemente stanca e svogliata, ma non avevo il coraggio di spronarla dal momento che sapevo esattamente come doveva sentirsi. John, naturalmente, era piu impaziente e irritabile che mai, ma faceva troppo caldo per litigare.

Avanzavamo faticosamente lungo un ripido sentiero pietroso quando in lontananza vedemmo una sagoma minuscola. All’inizio non riuscii a distinguerla chiaramente e, sebbene fossimo ben visibili, forse l’unico oggetto in movimento nel raggio di chilometri, l’uomo pareva non averci ancora notato. Ci avvicinammo lentamente e, alla fine, lui udi il cigolio delle ruote del carro sopra le pietre. L’uomo, che aveva un aspetto particolarmente stanco, si fermo immediatamente e ci osservo avanzare e affiancarlo. Frenai il carro e scrutai attentamente lo sconosciuto.

Era un membro della Confraternita dell’Uomo Futuro, piccolo, occhialuto, col viso avvizzito, innaturalmente accaldato e grondante di sudore. Aveva le guance e la fronte cosi arrossate che pareva appena uscito dal forno. Nonostante cio sorrise con allegria, come se quella fosse stata sempre l’espressione del suo viso.

— Abbiamo posto, se volete salire sul carro — dissi.

— Mi piacerebbe — confesso lui — ma il vostro cavallo mi sta scongiurando di rifiutare l’offerta. — La giumenta stava davvero osservando l’ometto con uno sguardo sorprendentemente simile all’avversione. Riflettei che la strada davanti a noi era prevalentemente in salita.

— Molto bene — dissi. — Alleggeriremo il carico. Non voglio certo farla consumare di fatica. Il giovane John e un peso piuma e nemmeno voi siete molto grosso. E solo il mio peso che le crea problemi, percio ci daremo il cambio a camminare mentre John guidera il carro.

John si mostro completamente indifferente nei confronti di questo scambio di posti. L’omino esito appena: ovviamente, la sua era una situazione troppo scomoda per perdere tempo a rifiutare educatamente un’offerta d’aiuto. Si arrampico goffamente sulla ruota anteriore e gli tesi la mano per farlo sedere accanto a me. Poi lo scavalcai e saltai a terra agilmente. L’uomo si volto a guardare John, che si stava sedendo a cassetta per prendere le redini, fece un sorriso ancora piu ampio del precedente, annui al ragazzo e rivolse nuovamente l’attenzione verso di me.

— Sono Fra Alvaro — disse. — O Padre Alvaro se preferite. — Gli porsi la mano e lui la strinse.

— Matthew — dissi. — Non sono padre di nessuno ma sono suo fratello. Lui e John, la Lucciola

— Come mai questo nome? — gli domando Alvaro.

— Perche vado per la mia strada — rispose John un tantino svogliato — e non ho bisogno di essere guidato dalla luce di nessun altro.

— Solo di farti trasportare dal cavallo di qualcun altro — borbottai sottovoce. — Essere una lucciola in una giornata come questa mi sembra un’attivita particolarmente inutile — dissi a voce alta mentre i loro sguardi mi interrogavano sul contenuto del mio precedente commento. Non volevo che John cominciasse uno dei suoi lunghi monologhi riguardo l’inutilita della mia esistenza in particolare o della moderna esistenza in generale, ma difficilmente potevo sperare di riuscire a fermarlo.

Andai avanti per accarezzare la grossa testa nera d. Darling e lei mi guardo con un’aria supplichevole.

— La stiamo trattando troppo duramente — gridai a John. — Dobbiamo fermarci appena troviamo dell’ombra. — Sembrava davvero un po’ disperata e io ero seriamente preoccupato. Talvolta l’impazienza di John mi faceva dimenticare che anche Darling doveva essere presa in considerazione. Dopotutto, a parte il fatto che un cavallo malato ci avrebbe fatto rallentare molto di piu di una sosta ogni ora, volevo bene alla vecchia Darling.

— Emano la luce della ragione — mormoro John rivolgendosi piu a se stesso che al suo nuovo compagno. Poteva essere un gesto di ribellione nei confronti di quanto avevo silenziosamente desiderato poco prima, o forse aveva intuito il contenuto della mia precedente affermazione.

Fra Alvaro mantenne opportunamente un atteggiamento solenne.

— Stiamo seguendo un uomo che puo viaggiare nel tempo — disse John con un tono piu vivace mentre avanzavamo in cerca dell’ombra. — Ne sapete qualcosa?

La sorpresa di Alvaro era evidente, ma le sue parole non fecero trapelare nulla. — Uno strano modo di passare i giorni — disse, evitando la domanda.

— Avete sentito parlare di quest’uomo? — insistette John. Gli avevo insegnato quali fossero le regole della buona educazione, ma lui non vi aveva mai prestato la benche minima attenzione.

— Credo di si, ma non so dove potreste trovarlo.

John scivolo nuovamente nel silenzio.

— Che cosa cerchi? — gli domando Alvaro. — Un’avventura nel tempo? La conoscenza? Una fuga? — Pensai che stava prendendo queste tre opportunita fin troppo seriamente. Mi voltai e lo guardai sconcertato. Stava ancora sorridendo compiaciuto.

— Voglio la felicita — disse John.

— E cos’e la felicita? — domando il prete.

— Non lo so — rispose John senza il minimo umorismo. — Non l’ho ancora trovata. Essere soddisfatto della mia vita, suppongo, cosi come il mio caro fratello Matthew e soddisfatto della sua. Aver raggiunto una meta o superato un limite. Sentirmi a mio agio. Non essere costantemente in disaccordo con il mondo. Sapere che cio che esiste e solo cio di cui ho bisogno per sfamarmi. Il guaio di questo tempo e di questo mondo e che non e adeguato a me. C’e sempre una divergenza tra me e la vita. C’e costantemente attrito.

— E tu credi che viaggiare nel tempo risolvera tutti i tuoi problemi, fara scomparire tutte le tue ansieta? — disse l’omino come se sapesse che non era la soluzione giusta.

— L’Eta dell’Oro — rispose John assumendo un atteggiamento incisivo in previsione di un’eventuale discussione. — L’eta in cui l’uomo era potente, prima che il genere umano cominciasse a morire. Voglio ritornare ai giorni in cui eravamo padroni delle stelle, quando al posto dei deserti di ruggine di oggi c’erano delle grandi citta. Quello e il mio tempo. Ecco cosa voglio.

Alvaro scosse la testa e si asciugo la fronte. Si tolse gli occhiali e comincio a pulirli con cura. Apparentemente il caldo aveva smorzato tutto il suo entusiasmo per il dibattito e John, per il momento, non avrebbe aggiunto altro finche la sua affermazione non fosse stata contestata.

Scrutai l’orizzonte in cerca di un gruppo di alberi o di una guglia di roccia che potessero offrirci un po’ d’ombra per riposare e riprendere le forze.

Вы читаете Il giogo del tempo
Добавить отзыв
ВСЕ ОТЗЫВЫ О КНИГЕ В ИЗБРАННОЕ

0

Вы можете отметить интересные вам фрагменты текста, которые будут доступны по уникальной ссылке в адресной строке браузера.

Отметить Добавить цитату
×