si vedeva una nuvola per scommessa.

— Io dico che e la fontana, — ricomincio Donna Prima.

— La fontana non puo essere: e rotta e non da acqua.

— Si vede che il giardiniere l'ha riparata.

Ma il giardiniere non si era nemmeno accorto che la fontana era rocca.

Anche Pomodoro aveva udito quello strano rumore, e non era per niente tranquillo.

— Nelle prigioni del castello, — pensava, — ci sono molti prigionieri. Bisogna vigilare, se non vogliamo avere sorprese.

Desise di fare un giretto d'ispezione nel parco e dietro il Castello, dove passava la strada del villaggio, scopri i tre ragazzi in allegra conversazione.

Se il cielo si fosse aperto, e gli angeli fossero rotolati giu l'uno sull'altro, la sorpresa di Pomodoro non sarebbe stata maggiore. Ciliegino che calpestava l'erba! Ciliegino che parlava con due straccioni!

In uno di quei due straccioni, poi, Pomodoro ravviso addirittura il monello che lo aveva fatto piangere abbondantemente. Monto in furore e divento cosi rosso che se fossero passati di li i pompieri avrebbero dato mano alle pompe per spegnerlo.

— Signor Visconte! — chiamo con voce terribile. Ciliegino si volse, impallidi, si strinse all'inferriata.

— Amici, — bisbiglio, — scappate, prima che Pomodoro possa farvi del male.

Cipollino e Ravanella scapparono, senza smettere di ridere.

— Per questa volta, — osservo Ravanella, — la nostra spedizione non e riuscita.

Ma Cipollino non la pensava cosi:

— E chi te l'ha detto? Abbiamo conquistato un amico, e questo non e poco.

Il loro nuovo amico, intanto, si preparava a subire le lavate di capo di Pomodoro, di don Prezzemolo, di Donna Prima, di Donna Seconda e di tutto il parentado. Il povero ragazzo si sentiva infelice come non mai.

Per la prima volta egli aveva trovato due amici, per la prima volta in vita sua aveva riso di cuore, ed ecco che doveva perdere tutto di nuovo: Cipollino e Ravanella erano scappati giu per la collina e forse non li avrebbe piu rivisti. Quanto avrebbe dato per essere con loro, la fuori, dove non c'erano cartelli, dove si potevano calpestare i prati e cogliere i fiori!

Per la prima volta nel cuore di Ciliegino c'era quella cosa strana e terribile che si chiama dolore. Era una cosa troppo grande per lui, e Ciliegino senti che non l'avrebbe potuta sopportare. Si getto a terra e comincio a singhiozzare disperatamente.

Pomodoro lo raccolse, se lo mise sotto il braccio come un fagottello, e si avvio su per il viale.

Capitolo VIII

O che brutta malattia essere senza compagnia!

Ciliegino continuo a piangere per tutta la sera. Il duchino Mandarino lo scherniva crudelmente:

— Ti consumerai tutto in lagrime, — egli diceva, — non restera neanche il nocciolo.

Il barone Melarancia, come certi grassi molto grassi, aveva qualche cosa di dolce in fondo al cuore. Per consolare Ciliegino gli offri addirittura un pezzetto della sua torta. Mica tanto, pero: un cucchiaino, ecco. Ma conoscendo il vizio del barone, quella generosita non era da disprezzare.

Le Contesse invece erano inviperite:

— Nostro nipote doveva scegliere di suonare il piffero, — osservava Donna Prima.

— Sarebbe riuscito benissimo anche senza il piffero a fare un ottimo concerto, — rincarava Donna Seconda.

— Domani, — minacciava don Prezzemolo, — domani ti faro scrivere tremila volte: «Non devo piangere a tavola perche disturbo la digestione ai miei commensali».

Quando pero fu chiaro che Ciliegino non avrebbe smesso di piangere, lo mandarono a letto.

Fragoletta fece del suo meglio per consolare il povero Visconte, ma non c'era verso. La ragazza si commosse tanto che comincio a piangere pure lei.

— Smetti subito di piangere, — ordino Donna Prima, — altrimenti ti licenzio.

Per farla breve, Ciliegino si ammalo gravemente. Aveva un febbrone che faceva tremare i vetri.

Nel delirio chiamava continuamente:

— Cipollino! Cipollino!

Pomodoro fece osservare che certamente il ragazzo era stato spaventato dal pericoloso delinquente che circolava nella zona.

— Domani lo faro arrestare, — disse al malato, per confortarlo.

— No, no, per favore! Arrestate me, gettatemi in fondo alla prigione, ma non arrestate Cipollino. Cipollino e buono. Cipollino e il mio unico amico.

Don Prezzemolo si soffio il naso:

— Il ragazzo sta delirando. Il caso e molto grave. Mandarono a chiamare i medici piu famosi.

Venne prima il dottor Fungosecco e ordino un decotto di funghi vecchi.

Ma il decotto non fece nessun effetto. Anzi, il dottor Nespolino fece osservare che i funghi erano molto pericolosi per quel genere di malattia, e che sarebbe stato meglio un impacco di sugo di nespole del Giappone.

Col sugo delle nespole del Giappone imbrattarono le lenzuola, ma Ciliegino non dava segni di miglioramento.

— Secondo me, — sentenzio il dottor Carciofo, — bisognerebbe fare una medicazione a base di carciofi crudi.

— Con le spine? — domando Fragoletta spaventata.

— Per forza, altrimenti non fa effetto.

Medicarono Ciliegino con i carciofi crudi, appena colti: il povero ragazzo saltava per le punture come se lo scorticassero.

— Vedete? — disse lietamente il dottor Carciofo, — il signor Visconte manifesta una maggiore vivacita. Continuate nella cura.

— Tutto sbagliato, — esclamo il professor Delle Lattughe, inorridendo. — Chi e quel somaro che ha ordinato una cura di carciofi? Provate piuttosto con la lattuga.

Fragoletta mando a chiamare in segreto il dottore dei poveri, ossia il dottor Marrone, che abitava nei boschi, sotto un castagno. Lo chiamavano il dottore dei poveri perche ordinava pochissime medicine, e quelle poche le pagava lui di tasca sua.

Quando il dottor Marrone si presento alla porta del Castello, i servitori volevano mandarlo via perche era arrivato senza carrozza.

— Un dottore senza carrozza, — essi dicevano, — e un dottore senza medicina.

Ma proprio in quel momento sbuco fuori don Prezzemolo, che come sapete si trovava sempre dappertutto e, tanto per dire il contrario degli altri, ordino che lo lasciassero passare.

Il dottor Marrone visito il malato di sotto e di sopra, gli guardo la lingua e gli occhi, gli tasto il polso, gli fece qualche domanda a bassa voce, poi si lavo le mani e disse soltanto:

— O che brutta malattia esser senza compagnia.

— Che cosa volete insinuare? — domando bruscamente il Cavalier Pomodoro.

— Io non insinuo nulla, io dico la verita, se la volete sentire. Questo ragazzo non ha nulla. Ha un po' di malinconia.

— Che malattia e? — domando Donna Prima che non l'aveva mai avuta. Donna Prima, infatti, aveva un debole per le malattie: quando ne sentiva nominare una nuova se la faceva subito venire per provarla. Del resto era tanto ricca che la spesa delle medicine non le importava nulla.

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