trascurabili… ma non necessariamente prive d’importanza… in un cosmo cieco e insensibile, e che perfino la morte e la scomparsa di ogni speranza umana erano cose di cui si poteva sorridere, combattendo contro di esse. Un Thorn che aveva visto e provato nel Mondo III il lato peggiore della crudelta umana, che aveva ottenuto una terribile familiarita con le debolezze della natura umana, con la sua vile sottomissione alle pressioni sociali, con la sua capacita di suggestione, con la sua presunzione, la sua orribile adattabilita; un Thorn che si era immerso negli abissi dell’odio e del risentimento e dell’invidia e della paura, ma che si era in parte sollevato al di sopra di tutto questo e aveva scoperto l’umilta, la comprensione, il sacrificio, la dedizione a una causa. Un Thorn che, nel troppo facile Mondo I, aveva imparato a servirsi dei pericolosi doni della liberta, a lottare contro la pericolosa tendenza umana di fare del male e di rammollirsi quando non ci sono rigidi controlli e avversita a controllare l’uomo, e sopportare la felicita e il successo senza guastarsi, a creare mete e scopi in un ambiente nel quale apparentemente non c’era posto per essi.

Tutto cio faceva parte dell’esperienza di una sola mente. E non si contraddicevano tra loro. I tre Thorn non avevano attriti, ne invidia, ne senso di colpa. Ognuno portava il suo bagaglio di conoscenza che serviva a comprendere, a unire, a rendere piu compatto il tutto in vista di una decisione futura. Eppure, non si udivano tre menti a colloquio, intente a discutere, magari a contrattare. C’era un solo Thorn, il quale, tranne che per il periodo dell’infanzia, prima della divisione, aveva vissuto tre vite.

Questo Thorn multiplo, sostenuto dal talismano, immerso nella tenebra priva di dimensioni al di la dello spazio e del tempo, capi che la sua personalita era diventata improvvisamente infinitamente piu ricca e profonda, che fino ad allora aveva vissuto essendo per due terzi cieco e sordo, e che solo ora riusciva ad apprezzare la meravigliosa complessita della vita e il vero significato di tutto cio che lui aveva provato.

E senza esitazione ne perplessita, senza rendersi conto di obbedire alle pressioni di Thorn II, perche non esisteva piu un singolo Thorn II, ricordo cio che aveva detto dopo la morte Oktav all’interno della Blue Lorraine, sillaba dopo sillaba, e ricordo la responsabilita che gli era stata affidata dal veggente.

Penso al primo passo… il ritrovamento del Motore della Probabilita… e senti levarsi l’impulso del talismano, e si affido alla sua guida.

In un istante senti di attraversare una distanza infinita… e senti anche che non c’era stato movimento alcuno, ma soltanto la crescente consapevolezza della vicinanza di una cosa. E poi…

L’oscurita pulso e tremo di forza, una forza che sembrava scuotere i rami dell’albero del tempo, facendone cadere i mondi, come frutti maturi. Il vuoto fatto di pensiero tremava della terrificante forza creativa, come se quello fosse il punto in cui si trovava la matrice di tutte le realta.

Thorn si rese conto della presenza di sette menti riunite intorno alla sorgente delle pulsazioni e dei tremiti. Menti familiarmente umane come la sua, ma che mancavano perfino della sua consapevolezza triplicata, che erano piu ristrette e piu paternalistiche perfino di quelle dei Servitori del Popolo del Mondo II. Menti ottenebrate dagli errori, dalle illusioni, dalla falsita. Menti orribili nella loro forza e nella loro ignoranza…

Poi avverti il passaggio rapido di grandi immagini nel vuoto… immagini che erano registrate dalle sette menti, e che assorbivano completamente la loro attenzione, tanto da renderle inconsapevoli della sua presenza.

E il torrente delle immagini continuo a scorrere.

Apparve il Mondo II. Per prima, la spoglia Sala dei Servitori, dove undici vecchi annuivano soddisfatti mentre i rapporti li rassicuravano sul perfetto svolgimento dell’invasione. Poi la visione si allargo, per mostrare sciami di soldati in equipaggiamento subtronico dirigersi verso la testa di ponte transtemporale della Croce d’Opale. Apparvero dei volti… dalle labbra tese, privi d’interesse, obbedienti, spaventati.

Per un istante si intravide il Mondo I… l’interno della Croce d’Opale diviso in sezioni come un formicaio, brulicante di uniformi nere. Rapidamente, come se i sette detestassero la vista del loro mondo prediletto cosi mal ridotto, l’immagine fu sostituita da una visione panoramica del Mondo III, che mostro centinaia di chilometri deserti, interrotti soltanto dai cupi scheletri dei pigliastelle distrutti, lande desolate e, in rapida successione, immensi ghiacciai e fumanti vulcani.

Ma questo era soltanto l’inizio. Cominciarono ad apparire i frutti di precedenti divisioni temporali. C’era un mondo in cui dei mutanti telepatici combattevano contro i non-telepatici che avevano scoperto il sistema di schermare i propri pensieri. C’era un mondo in cui una gerarchia dalle vesti scarlatte amministrava una religione sostenuta dalla scienza, che teneva milioni di uomini in uno stato di servitu medievale. Un mondo nel quale una ristretta combriccola di telepatici dotati di poteri ipnotici trasmetteva pensieri nei quali tutti gli uomini credevano, e che regolavano il loro sistema di vita in una maniera assurda di sogno. Un mondo in cui la civilta, ancora nell’era atomica, era divisa in piccoli staterelli feudali, eternamente in guerra, e il ricordo della legge, della fratellanza e della ricerca era tenuto in vita solo in pochi monasteri poveri e disarmati. Un altro mondo nell’era atomica, ancor piu diviso, in cui ogni famiglia, o ogni gruppo, costituiva un microcosmo economicamente autosufficiente, e la civilta era costituita solo di relazioni sociali e degli scambi di informazioni su questi microcosmi. Un mondo in cui gli uomini vivevano come parassiti a spese di una razza di umanoidi da essi creata… e un altro mondo in cui la relazione era rovesciata e gli umanoidi vivevano a spese degli uomini. Un mondo nel quale due grandi nazioni, dopo avere assorbito tutte le altre, proseguivano una dura guerra interminabile, incapaci di vincere o di essere sconfitte, eternamente spinte a nuovi sforzi nel timore che i passati sacrifici fossero stati sostenuti invano. Un mondo che era impegnato nella conquista dello spazio, e nel quale gli scontenti alzavano gli occhi al cielo, verso quella nuova frontiera. Un mondo in cui una nuova grande religione occupava la mente degli uomini, e strane cerimonie venivano eseguite sulle cime delle colline e nelle astronavi e i convertiti ridevano dell’odio, della miseria e della paura, e gli increduli scuotevano meravigliati il capo. Un mondo nel quale non esistevano citta e si trovavano solo poche macchine elementari, e uomini dagli abiti semplici conducevano una vita appartata. Un mondo dalla popolazione scarsa concentrata in piccole citta, i cui abitanti avevano l’aspetto grave e sicuro di coloro che ricominciano tutto da capo. Un mondo che era soltanto una seconda cintura di asteroidi… una catena di frammenti contorti che ruotavano intorno al sole.

“Abbiamo visto abbastanza!”

Thorn avverti l’orrore e il senso di colpa non ammessa nel pensiero di Prim.

Le immagini svanirono, e intorno ci fu soltanto il vuoto oscuro. In questa oscurita il pensiero di Prim sfreccio fiero, cupo, mostruoso. Era evidente che quel breve intervallo aveva fatto ritornare tutte le sue doti di egotismo.

“Il nostro errore e evidente ma puo essere corretto. I nostri pensieri… o i pensieri di alcuni tra noi… non hanno reso sufficientemente chiaro al Motore della Probabilita che, nei riguardi dei mondi sbagliati, volevano una distruzione assoluta, e non un semplice passaggio a un altro piano di realta. Il nostro prossimo passo e ovvio Sekond?”

“Distruggerli! Tutti, tranne il mondo centrale” pulso immediatamente l’altro pensiero.

“Ters?”

“Distruggerli!”

“Kart?”

“Prima il mondo invasore. Ma anche tutti gli altri. Presto!”

“Kant?”

“Potrebbe essere meglio… No! Distruggerli!”

Con un senso di orrore e repulsione, Thorn comprese che quelle menti erano assolutamente incapaci di affrontare un ragionamento obiettivo. Erano cosi fanaticamente convinti della giustezza delle loro precedenti decisioni e dell’indesiderabilita dei mondi alternati, che non riuscivano affatto a vedere gli evidenti successi ottenuti da alcuni di quei mondi… ne a capire che la distruzione di una cintura di asteroidi senza vita era un gesto privo di significato. Vedevano gli altri mondi come un’orribile deviazione dal loro adorato mondo centrale. Le loro reazioni erano avventate e isteriche come quelle di un assassino, il quale, dopo avere passato un’ora cercando di eliminare ogni possibile traccia, si guarda intorno per l’ultima volta, e vede che la sua vittima si muove debolmente.

Thorn raduno la sua forza di volonta, per l’atto che sapeva di dovere compiere.

“Sikst?”

“Si, distruggerli!”

“Septem?”

“Distruggerli!”

“Okt…”

Ma prima che Prim potesse ricordare che non c’era piu un Oktav, prima che potesse unirsi agli altri per

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