accaduto la notte precedente era stata rinchiusa ermeticamente dietro i postumi della sbornia, l’oscurita e qualche brandello di sonno fasi insieme. Ma questo no. Questo era davanti ai suoi occhisi era trovato molto, molto vicino all’essere attaccato da un orso.

Cristo.

Si alzo in piedi. Quello non era un buon posto dove fermarsi. Non voleva trovarsi li nel momento in cui qualcosa di grosso avesse nuovamente fiutato quell’odore decidendo di tornare per dare un’altra occhiata. Afferro la bottiglia intatta e la infilo nello zaino. Mentre si accingeva a mettersi in marcia noto qualcosa nel cespuglio alla sua destra.

Gli ci volle un momento per capire che si trattava di peli, piuttosto lunghi e marrone scuro. Poche ciocche, intrappolate nelle estremita appuntite del cespuglio.

Tom cerco di immaginarsi un orso. Sapeva che quelle bestie non avevano il pelo corto, come i gatti o qualcosa del genere, un animale da pelliccia, ma questi peli erano lunghi ben quindici-venti centimetri. Era possibile? Gli orsi erano cosi irsuti?

Improvvisamente Tom provo il forte desiderio di trovarsi da un’altra parte, indipendentemente da quanto fosse difficile giungerci. Il suo corpo avrebbe dovuto fare quello sforzo.

Si trascino velocemente fuori dalla nicchia della notte precedente e si guardo intorno per trovare la torcia. Poi vide le impronte nella neve e si rese contro che non si era trattato affatto di un orso.

Capitolo quattro

Erano da poco passate le otto di mattina a North Hollywood e l’agente Steve Ryan era seduto in un’auto di pattuglia in attesa che Chris Peterson riattraversasse la strada portando i caffe. L’agente Peterson ci stava mettendo un po’ piu del previsto perche mentre si trovava al chiosco si era preso qualcosa da sgranocchiare nell’attesa. Era convinto che Ryan ignorasse questa sua recente abitudine, ma dopo due anni si imparano molte cose sulla persona con cui dividi la macchina. Erano ormai sei settimane che Chris ripeteva tutte le mattine questo spuntino volante, in quanto sua moglie stava attraversando una fase di invasamento salutista, e questo significava che in casa non doveva esserci alcun cibo commestibile. Lui stava resistendo e rispettava i suoi dettami — puoi mangiare questo, non puoi mangiare quello, non puoi mangiare troppo e niente di questo — anche se essere un poliziotto a dieta ti faceva sentire uno stronzo (ed era un invito per i colleghi a prenderti per il culo, specialmente le donne). Quindi se si fosse procurato qualche carboidrato divorando una pasta prima del turno — ed e quello che faceva regolarmente, perche tornava sempre indietro guardando lungo la strada e pulendosi le dita appiccicose sul retro dei pantaloni; in piu ora si offriva volontario tutte le mattine per andare a prendere i caffe, mentre prima bisognava cacciarlo fuori dalla macchina scalciandolo con entrambi i piedi — Ryan non ne avrebbe fatto un dramma. Sapeva come vanno le cose con le mogli. Mentre se ne stava seduto in attesa, strizzando le palpebre per la luce che di sbieco attraversava il parabrezza, ringraziava in segreto il cielo per quei cinque minuti in piu a disposizione per mettere in sesto il cervello. Si sentiva stanco, gli occhi gli sembravano asciutti e gli facevano male le spalle. Era stato sveglio a parlare con Monica fino alle tre di notte, e sempre dello stesso argomento, discusso alla solita maniera e con il solito risultato non definitivo. Non che lui non volesse dei bambini: li voleva eccome. Era solo che ci stavano provando da piu di due anni (un mese si, l’altro no, si, no, e cosi via) e l’interesse per la faccenda si stava esaurendo. Non importa quanto ami tua moglie, o quanto tu continui a trovarla attraente: l’essere costretto a fornire una prestazione in momenti prestabiliti — allora, e solo allora, la soddisfazione del desiderio si riduceva praticamente a zero per il resto del mese — cesso ben presto di essere qualcosa cui pensare in termini di piacevole svago. Era diventato una sorta di lavoro, e lui ne aveva gia uno. E vero, anche su quel fronte, non c’era stato un grande progresso, ma almeno nutriva delle speranze, non era impedito dalle brutali leggi biologiche. Stava facendo amicizia con alcuni colleghi, senza fare l’invadente, ma semplicemente ascoltando, cercando di capire quello che facevano, il loro modo di ragionare. Il fatto che al suo vecchio non fosse andata bene non significava che dovesse essere lo stesso per lui. Poteva avvenire anche in quel modo, era gia successo: trovarsi nel posto giusto al momento giusto, partecipare a un arresto da prima pagina, poteva fare si che ti assegnassero a una squadra. All’improvviso smetti di essere solo un fantoccio dentro una macchina che va in giro a controllare le finestre, a dirimere liti domestiche (Ryan era un esperto di mogli, di tutti i tipi, e aveva imparato un sacco anche sui mariti), ad arrestare sballati mentre i loro amici ti subissano di urla, ti deridono e ti tirano addosso le bottiglie. Improvvisamente entri a far parte di un’unita e da quel momento c’erano buone speranze di riuscire a toglierti l’uniforme. Era solo una questione di lavoro duro e di fortuna, e Ryan non si spaventava di fronte a nessuna delle due cose. No, quello che ti distruggeva erano gli incarichi in cui nessuna mole di lavoro sembrava fare la differenza, dove la buona sorte mancava del tutto e non si affacciava nemmeno, e tu sembravi essere incapace di spiegarlo a quelli che ritenevano che il mondo era come dovrebbe essere, anziche come realmente era. Monica era andata su tutte le furie quando avevano parlato di questo e lui non la biasimava. Era una cosa che lo rendeva triste, stanco e depresso. Desiderava essere padre, lo aveva sempre voluto. Cazzo, aveva anche preso in considerazione quella merda di fecondazione artificiale, ammesso che potessero permettersela. Era quello che le aveva detto la notte prima, che dovevano farci un pensiero, e la cosa era stata un minimo di aiuto anche se poi era nata una discussione sul come avrebbero potuto permetterselo, e cosi il tutto continuava ad avvitarsi disperatamente su se stesso. Ryan disse che forse avrebbero potuto permetterselo, se avessero tirato la cinghia, se non avessero fatto vacanze per un paio di anni, se lui fosse stato promosso. Ma lei aveva detto di no e aveva cominciato a piangere… e aveva continuato fino a quando lui non aveva avuto piu nulla da dire. Si erano fatte le tre del mattino e nessuno ne aveva tratto alcun sollievo ed era veramente giunto il momento per lui di andare a dormire. Quando quel mattino si era alzato, sua moglie era rimasta abbastanza tranquilla, forse era semplicemente sfinita. Di li a poco l’avrebbe chiamata per sapere come stava. Ammesso che potesse muoversi da quel posto… Ma che cazzo stava facendo Chris per metterci cosi tanto? Nel periodo in cui il suo compagno era stato via, lui avrebbe potuto andarsene da Denny e farsi un’intera colazione completa con patatine fritte e pane francese tostato. Ryan si allungo sul sedile del passeggero e diede un’occhiata al suo collega al bancone, mentre si infilava qualcosa in bocca. Sorrise e si rimise a sedere. Va be’, lasciamo che mangi. La radio era silenziosa per il momento. Ma questo non voleva dire che la citta fosse stata liberata dal crimine e che loro sarebbero stati mandati a casa senza stipendio. Non sembrava affatto probabile.

«Buon giorno,» disse una voce.

Ryan si volto e vide un tizio in piedi sul marciapiede accanto all’auto. Indossava dei pantaloni militari verdi consunti e una maglietta grigia. Aveva il sole alle spalle, era abbronzato, i capelli erano tagliati corti e indossava un paio di occhialini rotondi. Aveva l’aria di uno di quei musicisti di strada che potresti vedere a qualche incrocio oppure a Venice Beach. Sicuramente non sembrava il tipo da compiere il gesto che fece, vale a dire tirare fuori una grande pistola da dietro la schiena e sparare due colpi in testa a Steve Ryan.

Quando Nina arrivo sul posto la strada era gia stata chiusa e si era gia raccolta una discreta folla di curiosi composta da molti civili, ma anche da molti poliziotti. Formavano dei gruppetti, arrabbiati e impotenti, che si tenevano alla larga dalla panchina dove c’era, seduto a fissare il marciapiede, un poliziotto alto e coi capelli rossi. Altri due agenti, un uomo e una donna, erano accanto al poliziotto. La donna aveva la mano poggiata sulla sua spalla, mentre l’uomo stava dicendo qualcosa. Ma era difficile credere che qualcuno di questi gesti benevoli avrebbe potuto far sentire meglio l’agente di pattuglia Peterson in merito al fatto che il suo compagno era stato ucciso mentre lui era dall’altra parte della strada a ingozzarsi.

Nina parcheggio e attraverso velocemente la strada. Monroe era gia sul posto e sotto assedio. Un paio di poliziotti le fecero segno di fermarsi mentre si avvicinava, ma lei aveva gia il distintivo a portata di mano.

«Nina Baynam,» disse. «Fed.»

A volte diceva «Federali» o «Fed» piuttosto che «FBI», e in qualche caso il fatto di pronunciare cordialmente un nome piu colloquiale o che loro stessi potevano usare faceva la differenza. Non era il caso di quella mattina, evidentemente, e quelle tre lettere non erano state una sorta di lasciapassare per il rispetto. Il linguaggio corporale dei due poliziotti trasmetteva un’unica domanda: «Che cazzo ci fai tu qui?»

Anche Nina se lo stava chiedendo. Si diresse verso Monroe, che lascio perdere i due poliziotti, e senza altri preamboli comincio a parlare rapidamente e a voce alta.

«Abbiamo due testimoni. Uno ha visto la scena dalla stanza al secondo piano li dentro» — punto il dito

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