— Lo so, lo so — esclamo il doganiere. — Cosi voi usate quelli morti.

— Esatto — annui Calli. — Persone come l’Occhio, l’Orecchio e il Naso. Se un uomo vivo dovesse analizzare tutto quello che passa in quelle frequenze iperstatiche… be’, prima morirebbe, e poi diventerebbe pazzo.

— Conosco la teoria — replico bruscamente il doganiere.

Di colpo Calli strinse fra le dita una guancia del doganiere e lo tiro piu vicino al suo viso butterato. — Tu non conosci un accidente, doganiere. — Il tono era ritornato lo stesso del loro primo incontro al caffe. — Ricorda, tu ti nascondi nella tua gabbietta alla Dogana, e la tua gabbietta e al sicuro sulla crosta della Terra, la Terra e tenuta ben stretta dal Sole, e il Sole segue tranquillo la sua strada verso Vega, tutto secondo una bella e pacifica spirale… — Agito un braccio verso la notte che li circondava, dove la Via Lattea si sarebbe stesa sopra una citta meno illuminata. — E tu non sei mai libero! — Allontano con uno scatto improvviso la piccola testa occhialuta. — Ehhh! Tu non hai nulla da dirmi!

Colmo di disgusto, il navigatore pizzico un cavo di fissaggio che da un traliccio scendeva sul marciapiede di cemento. Si udi un twang morbido e profondo. La nota bassa risveglio qualcosa di indefinito nella gola del doganiere, qualcosa che sali fino alla bocca con il sapore metallico di un oltraggio meritato.

Avrebbe voluto ribattere per difendersi, ma ora gli occhi di rame di Rydra erano puntati sul suo volto, quasi vicini come lo era stato il volto butterato dello spaziale. Lei mormoro:

— Faceva parte di un terzetto molto raro nel nostro genere. Un’unione intima, chiusa e molto precaria, una specie di relazione emotiva e sessuale con due altre persone che erano divenute parte della sua anima. E una di loro e appena morta. — Le sue parole erano dolci e calme, gli occhi intenti a non perdere il contatto con i suoi. L’ira che gli ribolliva dentro ne fu attenuata, ma non riusci a evitare un sibilo: — Pervertiti!

Ron inclino leggermente il capo e i suoi muscoli si tesero. — Ci sono certi lavori — mormoro echeggiando la sintassi di Calli — certi lavori, su una nave da Trasporto, che non si possono affidare a due persone sole. Sono troppo complicati. — La sua voce mostrava stupore e freddezza.

— Lo so. — Poi penso: “Ho ferito il ragazzo.” Calli si appoggio a un palo. Qualcosa d’altro si stava agitando nella gola del doganiere.

— Ora voi avete qualcosa da dire — lo aiuto Rydra.

Lei sapeva, e la sorpresa fece leva sulle sue labbra. I suoi occhi scivolarono da Ron a Calli. — Mi dispiace per la vostra perdita.

Le sopracciglia di Calli si sollevarono per un istante, poi la sua espressione ritorno indecifrabile. — Anche a me dispiace… per te.

Ottone intervenne. — Stanotte dovrebbe esserci una riunione transfer nel centro del Settore, a meno di mezzo chilometro da qui. Ci saranno senz’altro tutti i ti’i di Occhio, Orecchio e Naso che ci tornerebbero utili ’er la rotta di S’ecelli. — Sogghigno tra le zanne al doganiere. — Quella e una delle sezioni illegali. Le allucinazioni, la dentro, non sono molto ’iacevoli. Con l’ego si ritrovano, molti cor’orei non riescono a resistere, ma le ’ersone sane di mente non hanno di questi ’roblemi.

— Se e una cosa illegale, preferirei aspettare qui il vostro ritorno — disse il doganiere. — Dovrete soltanto passare a riprendermi e io vistero i loro indici.

Rydra annui. Calli getto un braccio intorno al petto del pilota e l’altro sulle spalle di Ron. — Andiamo, capitano, se volete racimolare la vostra ciurma entro domani mattina.

— Se non troveremo entro un’ora quello che cerchiamo, saremo comunque di ritorno — disse Rydra.

Il funzionario della Dogana li guardo scomparire fra le torri sottili.

4

…richiamare dalle mura crepate il colore della terra spezzato nell’acqua di sorgente dei suoi occhi. La figura sbatte le ciglia e mormora qualcosa.

Lui disse: — Un funzionario, signora. Un funzionario della Dogana.

Sorpresa alla sua repentina risposta, dapprima timore, poi una vaga ombra di divertimento. — Da quasi dieci anni — rispose lui. — E voi da quanto siete discorporata?

La figura si avvicino, e i suoi capelli gli portarono un profumo presente nella memoria. Gli stessi lineamenti trasparenti lo riportarono indietro nel tempo. Lei mosse le labbra, parole nuove, che lo fecero ridere.

— Si, questa e una cosa del tutto nuova per me. Ma questa incertezza che regola tutto cio che sembra succedere, non colpisce anche voi?

Ancora la sua risposta, insieme adulatrice e sbarazzina.

— Be’, e vero — sorrise lui. — Per voi non penso sia la stessa cosa.

La sua disinvoltura sembro contagiarlo; e sia che lei scherzasse prendendogli la mano, o che lui si stupisse del proprio coraggio sfiorando la sua, l’apparizione era reale sotto le sue dita, e la pelle morbida e liscia.

— Siete troppo audace. Voglio dire, non sono abituato a vedere delle donne appena conosciute… che si comportano in questo modo.

La sua logica affascinante gielo spiego di nuovo, facendolo sentire piu vicino a lei, sempre piu vicino, finche anche le sue dolci canzonature non furono che una musica incantevole.

— Be’, si, siete senza corpo e certe cose non hanno valore. Ma…

E lei lo interruppe, con una parola, o un bacio, uno sguardo, un sorriso, senza che lui si accorgesse di essere stato toccato, ma riportandone una specie di luminoso stupore, paura, eccitazione; la sensazione di quel corpo contro il suo, qualcosa di completamente nuovo. Lui lotto per trattenerla, per mantenere soprattutto dentro di se quel ricordo, ma si sentiva debole, almeno quanto si indeboliva via via il contatto di quella figura. Lei se ne stava andando! E ora sembrava ridere, come se…

Rimase immobile mentre la risata si allontanava, e uno smarrimento angosciato gli si infiltro nella mente facendo sfumare la sua coscienza…

5

Quando gli altri ritornarono, Ottone grido: — Buone notizie! Abbiamo trovato quello che volevamo.

— L’equipaggio arrivera fra poco — aggiunse Calli. Rydra gli tese le tre piastrine metalliche. — Si presenteranno alla nave due ora prima… ma cos’e successo?

Danil D. Appleby allungo una mano per prendere le piastrine. — Io… lei — e non pote dire altro.

— Chi? — chiese Rydra. La preoccupazione che lui le leggeva sul viso stava scalzando dalla sua mente anche i piu piccoli ricordi di quello che era successo, e questo non gli piaceva.

Calli scoppio in una risata. — Una succube! Mentre noi eravamo via, e stato agganciato da una succube!

— Gia! — Ottone ridacchio. — Guardatelo! — Anche Ron si mise a ridere.

— Era una donna… credo. Posso ricordare quello che io ho detto…

— Quanto ti ha preso? — gli domando Calli.

— Preso?

Ron scosse il capo. — Non credo che lo sappia.

Calli sogghigno al Navigatore Tre e poi al doganiere. — Dai un’occhiata al portafogli.

— Come?

— Dagli un’occhiata.

Incredulo, lui si frugo in una tasca. Apri la busta metallica. — Dieci… Venti… Ma io ne avevo almeno cinquanta quando sono uscito dal caffe!

Calli si batte le cosce ridendo. Poi si avvicino al doganiere e gli pose un braccio intorno alle spalle. — Diventerai un vero uomo dei Trasporti, dopo che ti sara successo ancora un paio di volte.

“Ma lei… io…” La sua mente era stata derubata di tutti i ricordi, e questo vuoto gli bruciava non meno di una delusione d’amore. Il portafogli depredato era una sciocchezza. I suoi occhi si gonfiarono di lacrime. — Ma lei

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