era… — e la confusione soffoco la fine della frase.

— Che cos’era, amico? — gli chiese Calli.

— Lei… era. — Quella era l’unica verita.

— Anche senza cor’o, ’ossono fregare gli ingenui — mormoro Ottone. — E di solito tentano di farlo con dei metodi s’orchi. Sarei imbarazzato, se dovessi dirti quante volte e successo anche a me.

— Vi ha lasciato abbastanza per arrivare a casa — intervenne Rydra. — Per il resto, vi rimborsero io.

— No, non…

— Andiamo, capitano. E stato lui a goderne, e ora tocca a lui pagare, eh, doganiere?

Tossicchiando imbarazzato, l’uomo annui.

— Allora date un’occhiata a quegli indici — consiglio Rydra. — Dobbiamo ancora trovare una Lumaca e il Navigatore Uno.

A un telefono pubblico, Rydra richiamo la Marina. Si, era gia stata radunata una squadra. E con loro veniva raccomandata una Lumaca. — Benissimo — disse Rydra, e tese il ricevitore al doganiere. Questi fece comunicare gli indici psichici e li uni a quelli dell’Occhio, dell’Orecchio e del Naso che Rydra gli aveva consegnato. Poi esegui l’integrazione finale. La Lumaca sembrava particolarmente indicata. — Mi pare un coordinatore di talento — arrischio il doganiere.

— Non si riesce mai ad avere una Lumaca tro’’o buona. Specialmente con una squadra nuova del mestiere. — Ottone scosse vigorosamente la testa. — E sem’re un ’roblema far filare diritto i ragazzi.

— Questo dovrebbe riuscirci facilmente. Possiede il piu alto indice di compatibilita che io abbia mai visto.

— Ma qual e il suo quoziente di ostilita? — chiese Calli. — All’inferno la compatibilita! E capace di rifilarti una pedata nel culo quando ne hai bisogno? Il doganiere scrollo le spalle. — Pesa centoventi chili ed e alto solo un metro e settanta. Avete mai conosciuto una persona grassa che sotto il suo lardo non fosse maligna come un topo?

— Questo volevo! — esclamo Calli con una risata.

— Dove andremo a curare l’altra ferita? — domando Ottone a Rydra.

Lei alzo le sopracciglia con aria interrogativa.

— Intendevo a cercare il ’rimo navigatore — spiego Ottone.

— Alla Morgue.

Ron ebbe un brivido, Calli sembro meravigliato. Le piccole cimici luminose formarono una collana intorno al suo collo, poi si riversarono sul petto poderoso. — Capitano, sapete che il nostro primo navigatore deve essere una ragazza disposta a…

— E lo sara — rispose Rydra.

Lasciarono il Settore Discorporato e salirono sulla monorotaia per attraversare i tortuosi recessi della Citta dei Trasporti, poi Costeggiarono lo spazioporto. L’oscurita dietro i finestrini era solcata da luci di segnalazione bluastre. Le astronavi si sollevavano con sfolgorii bianchi, azzurri a quella distanza, e si trasformavano in stelle sanguigne nell’aria rugginosa.

Per i primi venti minuti, scherzarono fra di loro cercando di sovrastare il ronzio dei motori. Il soffitto fluorescente spandeva una luminosita verdastra sui loro visi, sui loro grembi. Uno dopo l’altro, il doganiere li osservo diventare silenziosi mentre l’inerzia si trasformava in una vertiginosa propulsione. Lui non aveva neppure aperto bocca, tentando ancora di ricordare quella creatura e il suo volto, le sue parole e la sua forma. Eppure tutto restava lontano, una vaga presenza frustrante, come il perduto fantasma di un amore.

Quando discesero sulla piattaforma scoperta della Stazione di Thule, un vento caldo spirava da est. Le nuvole si erano spezzettate al cospetto di una luna d’avorio, e ghiaia e granito inargentavano le siepi incolte. Dietro di loro si stendeva la nebbia rossastra della citta; davanti, nella notte ormai indebolita dal respiro del mattino, si alzava la nera costruzione della Morgue.

Scesero la gradinata e si incamminarono lentamente attraverso il parco di pietra. Il giardino di acqua e roccia era innaturale nell’oscurita. Non vi cresceva nulla.

Alla porta, le larghe piastre metalliche nude e prive di una qualsiasi luce erano una macchia nell’oscurita circostante. — Come si entra? — chiese il doganiere, mentre insieme salivano i bassi gradini.

Rydra sollevo il disco di capitano che portava al collo e lo appoggio contro un altro disco sulla porta. Si udi un ronzio, e la luce divise in due l’ingresso mentre i battenti scivolavano di lato. Rydra entro, e gli altri la seguirono.

Calli fisso la volta metallica sopra il proprio capo. — E pensare che in questo posto c’e abbastanza carne congelata dei Trasporti da accontentare le richieste di un centinaio di stelle e di tutte le loro flotte.

— Ci sono anche molti dipendenti della Dogana — disse il doganiere.

— Ma perche qualcuno dovrebbe chiamare indietro un doganiere che ha deciso di schiacciare un sonnellino? — domando Ron con candida ingenuita.

— Gia, perche mai? — insiste Calli.

— Certe volte e stato fatto — rispose seccamente il doganiere.

— Ma piu raramente che per i Trasporti — intervenne Rydra. — Oggi, il lavoro svolto dalla Dogana nei traffici stellari e piuttosto una scienza. Mentre quello svolto nello spazio attraverso i livelli di iperstasi e ancora un’arte. Forse fra un centinaio d’anni saranno entrambi due rami della stessa scienza, ma in questo momento una persona che conosce bene la sua arte e un po’ piu rara di un’altra che ha imparato alcune regole scientifiche. Inoltre, esiste una lunga tradizione. La gente dei Trasporti e abituata a morire e a essere richiamata indietro, per lavorare di nuovo con vivi e morti. Ma questo e piu difficile da accettare per la Dogana. Da questa parte per i Suicidi.

Lasciarono il vestibolo per infilarsi nel corridoio che portava al deposito. Il pavimento in leggera salita li condusse in un vasto salone illuminato da luci invisibili. Lungo le pareti, in insenature rettangolari che arrivavano a trenta metri di altezza, file di bare di vetro dai riflessi metallici. Nelle bare, al di la dello stesso cristallo brinato, si intravedevano sagome oscure e immobili. Sembrava la tana di un ragno.

— Cio che non capisco in questa faccenda — sussurro il doganiere — e il fatto che possano essere chiamati indietro. Ma allora chiunque muoia puo essere richiamato in un corpo? Avete ragione, capitano Wong, fra noi della Dogana e piuttosto indelicato parlare di cose… come questa.

— Qualunque suicida che decide di staccarsi dal proprio corpo attraverso i normali canali della Morgue, puo essere richiamato indietro. Ma in caso di morte violenta, quando la Morgue ottiene il corpo troppo tardi, oppure quando l’eta e troppo avanzata, sui centocinquant’anni, allora la morte e permanente. Qui, tuttavia, con i mezzi adeguati, lo schema cerebrale del suicida viene registrato, e chiunque lo voglia puo avere accesso alle abilita intellettuali del morto, mentre la cosiddetta coscienza se ne va dovunque debba andare.

Poco distante, un cristallo-archivio alto piu di tre metri scintillava come quarzo rosa. — Ron — chiamo Rydra — E anche tu, Calli.

I due Navigatori si avvicinarono perplessi.

— Conoscete qualche Primo Navigatore che si e suicidato di recente e che noi potremmo…?

Rydra scosse il capo negativamente. Fece passare una mano dinanzi alla cellula del cristallo-archivio, e sullo schermo concavo alla sua base comparvero alcune parole. Fermo le dita. — Navigatore Due… — Giro la mano. — Navigatore Uno… — Si arresto e comincio a muovere la mano in una direzione diversa. — …maschio, maschio, maschio, femmina. Ora, Calli e Ron, parlatemi.

— Huh? Di che cosa?

— Di voi stessi, di quello che volete.

Gli occhi di Rydra si spostarono dallo schermo all’uomo e al ragazzo che le stavano accanto, tornando poi allo schermo.

— Be’… — Calli si gratto la testa.

— Carina — disse Ron. — Voglio che sia carina. — Si spinse leggermente in avanti, con un’intensa luce negli occhi azzurri.

— Oh, si — intervenne Calli — ma non deve essere una dolce e paffuta ragazza irlandese con i capelli neri e gli occhi di agata e le lentiggini che sbucano fuori dopo solo quattro giorni di sole. E non deve avere una voce sdolcinata e carezzevole che ti fa andare su di giri anche mentre ti passa i risultati dei suoi calcoli, e ti fa sciogliere le ossa quando ti prende la testa e la stringe sul seno e ti dice quanto lei abbia bisogno di sentirsi…

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