capire la mia relazione e le conclusioni alle quali sono pervenuto. Dapprima ho creduto di non vederci piu bene. Poi mi sono reso conto che non sapevo piu leggere il tedesco. Anche le altre lingue. Ho dimenticato tutto.

21 ottobre Alice se n’e andata. Vediamo se riesco a ricordare. La cosa e cominciata quando lei ha detto che non avremmo potuto continuare a vivere in questo modo, con libri strappati, pezzi di carta e dischi disseminati dappertutto sul pavimento.

«Lascia stare tutto com’e», l’ho avvertita.

«Perche vuoi vivere in questo modo?»

«Voglio che tutto rimanga dove l’ho messo. Voglio vedere tutto li. Tu non sai che cosa significa sentirti succedere dentro qualcosa, qualcosa di invisibile, e sapere che tutto ti sta scivolando via di tra le dita.»

«Hai ragione. Non ho mai detto di poter capire quello che ti sta accadendo. Ne quando diventasti troppo intelligente per me ne adesso. Ma ti diro una cosa. Prima di essere sottoposto all’operazione non eri cosi. Non ti voltolavi nella tua sporcizia e nel tuo autocompatimento, non inquinavi la tua mente stando seduto giorno e notte davanti al televisore, non ringhiavi e non scattavi inferocito contro la gente. V’era qualcosa in te che ci induceva a rispettarti… si, anche nelle condizioni in cui ti trovavi.»

«Non mi pento dell’esperimento.»

«Neppure io, ma hai perduto qualcosa che prima possedevi. Avevi un sorriso…»

«Un sorriso ebete e vuoto.»

«No, un vero, caldo sorriso, perche volevi piacere alla gente.»

«E la gente mi prendeva in giro e rideva di me.»

«Si, ma anche se tu non capivi perche gli altri stessero ridendo, intuivi che se potevano ridere di te ti trovavano simpatico. E volevi riuscire simpatico.»

«Non mi va di ridere di me stesso in questo momento, se non ti dispiace.»

Alice si stava sforzando di non piangere. Io invece volevo farla piangere, credo. «Forse per questo e stato tanto importante per me imparare. Credevo di poter piacere alla gente in questo modo. Credevo che mi sarei fatto degli amici. E una cosa ridicola, vero?»

«C’e qualcosa di piu importante dell’avere semplicemente un alto quoziente di intelligenza.»

Questo mi ha fatto arrabbiare. Probabilmente perche non ho capito bene a che cosa mirasse.

«Credo sia ora che te ne vada.»

Si e imporporata in viso. «Non ancora, Charlie. Non e ancora il momento. Non mandarmi via.»

«Mi stai rendendo la situazione piu difficile. Continui a fingere ch’io faccia e capisca cose le quali sono ormai molto al di la delle mie capacita di comprensione. Stai esercitando una pressione su di me. Proprio come mia madre…»

«Questo non e vero!»

«Tutto quello che fai lo dice. Il modo che hai di riordinare e di pulire, l’abitudine di lasciare in giro libri che secondo te possono interessarmi e indurmi di nuovo a leggere, la mania di tenermi al corrente di tutte le novita per costringermi a pensare. Dici che la cosa non ha importanza, ma tutto quello che fai dimostra quanto e importante. Sempre la maestra. Non voglio far nulla che mi costringa ad affaticarmi per pensare alla vita o a me stesso.»

«Charlie…»

«Lasciami in pace e basta. Non sono piu io. Sto andando in pezzi e non ti voglio qui.»

Si e messa a piangere. Oggi nel pomeriggio se n’e andata. L’appartamento sembra vuoto, adesso.

25 ottobre Il deterioramento continua. Ho rinunciato a servirmi della macchina per scrivere. Coordinazione pessima. D’ora in poi dovro scrivere.

Ho pensato molto alle cose che diceva Alice, e poi mi e venuto in mente che se continuassi a leggere e a imparare cose nuove, anche mentre sto dimenticando quelle di prima, riuscirei a conservare una parte della mia intelligenza. E come se mi trovassi su una scala mobile, adesso. Rimanendo immobile arriverei fino in fondo, ma se mi mettessi a correre verso l’alto, forse riuscirei a restare per lo meno nello stesso punto. L’importante e continuare a spostarsi verso l’alto.

Cosi sono andato in biblioteca e ho preso molti libri da leggere. Sto leggendo molto. Quasi tutti i libri sono troppo difficili per me, ma non me ne importa. Finche continuero a leggere imparero cose nuove e non disimparero a leggere. Questo e l’essenziale.

Il dottor Strauss e venuto il giorno dopo che Alice se n’era andata; suppongo pertanto ch’ella gli abbia detto tutto di me. Ha finto di volere soltanto i rapporti sui progressi, ma io ho detto che glieli avrei spediti. Non voglio che venga qui. Gli ho detto che non deve preoccuparsi per me, perche quando riterro di non poter piu badare a me stesso tornero alla Warren.

Ho cercato di parlare con Fay, ma vedo che ha paura di me. Immagina, credo, che sia impazzito. Ieri sera e tornata a casa con un uomo molto giovane.

Stamane la padrona di casa, la signora Mooney, e salita da me con una scodella di brodo di pollo caldo e con un po’ di pollo. Ha detto che aveva pensato di venire a darmi un’occhiata per vedere se me la cavassi bene. Le ho fatto osservare che avevo molta roba da mangiare, ma lei ha lasciato ugualmente il brodo e il pollo, ed erano ottimi. Ha finto di essere venuta di sua iniziativa, ma Alice o Strauss devono averle detto di occuparsi di me e di accertarsi che io stia bene. Non ha importanza. E una simpatica signora con l’accento irlandese e ama parlare di tutti gli inquilini del palazzo. Quando ha veduto tutte le cose sparse sul pavimento di casa mia non ha detto nulla.

1 novembre E trascorsa una settimana da quando ho osato scrivere ancora. Non so dove vada a finire il tempo. E domenica. Credo di essere rimasto a letto per tutta la settimana, ma ricordo che la signora Mooney mi ha portato da mangiare alcune volte e mi ha domandato se fossi malato.

Che cosa sara di me? Non posso rimaner qui tutto solo a guardar fuori della finestra. Devo farmi forza e riprendere in pugno me stesso. Seguito a dirmi che devo fare qualcosa, ma poi me ne dimentico.

Ho ancora alcuni libri della biblioteca, ma sono quasi tutti troppo difficili per me. Leggo ora molti libri gialli e volumi su re e regine del passato. Continuo a leggere e a imparare cose nuove ogni giorno e so che mi sara utile.

So che prima di questo avrei dovuto scrivere altri rapporti sui progressi, in modo che essi possano sapere quanto mi sta accadendo. Ma scrivere diventa sempre piu difficile. Ormai devo cercare sul dizionario anche le parole semplici.

2 novembre Nel rapporto di ieri ho dimenticato di scrivere della donna che abita nel palazzo all’altro lato del vicolo, un piano piu in basso. La settimana scorsa l’ho veduta dalla finestra della cucina. Non so come si chiami e neppure che aspetto abbia la sua meta superiore ma ogni sera verso le undici fa il bagno. Non abbassa mai la veneziana e attraverso la mia finestra quando spengo la luce posso vederla dal collo in giu quando esce dalla vasca per asciugarsi.

La cosa mi eccita, ma non appena la signora spegne la luce mi sento deluso e solo. Vorrei poter vedere che aspetto ha, qualche volta, se e carina o no. So che non e bello guardare una donna quando e nuda, ma non posso farci niente. In ogni modo, che differenza fa per lei se non sa che la sto guardando?

Adesso sono quasi le undici. E l’ora del suo bagno. Meglio che vada a vedere…

5 novembre La signora Mooney e molto crucciata a causa mia. Dice che per come me ne sto sdraiato tutto il giorno senza far niente le ricordo suo figlio prima che lei lo scacciasse di casa. Dice che non le piacciono gli oziosi. Se sono malato e un conto, ma se sono un ozioso e tutt’un altro paio di maniche. Le ho risposto che credo d’essere malato.

Cerco di leggere un pochino ogni giorno, quasi sempre romanzi, ma a volte devo leggere la stessa frase piu e piu volte perche non so che cosa significa. E scrivere e faticoso. So che dovrei cercare tutte le parole nel dizionario, ma sono sempre cosi stanco.

Allora mi e venuta un’idea: servirmi soltanto delle parole facili invece di quelle lunghe e difficili. Cosi risparmio tempo. Fuori si comincia a gelare, ma continuo a portare fiori sulla tomba di Algernon. Secondo la signora Mooney sono stupido a mettere fiori sulla tomba di un topo, ma io le ho detto che Algernon era un topo

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