iniziato a lavorare nel posto attuale… Insomma che non ricorda niente di quello che gli e accaduto prima degli ultimi tre anni?

Sferro un altro pugno sulla scrivania, poi si senti sciocco per averlo fatto. — Scusate — disse — non volevo inquietarmi cosi.

— Sedetevi — disse Candler.

— La risposta e sempre no!

— Sedetevi ugualmente.

Sedette, tiro fuori di tasca un’altra sigaretta e l’accese.

— Non avrei neppure voluto accennarvi — disse — ma ora devo farlo. Ora che avete parlato cosi. Non sapevo che vi crucciaste tanto per la vostra amnesia. Credevo che fosse acqua passata.

«Quando il dottor Randolph mi ha domandato qual era il nostro miglior reporter per affidargli quel servizio, io gli ho fatto il vostro nome. Gli ho parlato anche del vostro passato. Lui ricordava di avervi conosciuto, per caso. Ma non sapeva affatto dell’amnesia.

— E per questo che avete proposto me?

— Aspettate, Napo, lasciatemi spiegare. Ha detto che durante il vostro ricovero nell’ospedale psichiatrico vi avrebbe potuto sottoporre a un’applicazione di un nuovo tipo di elettroshock, in grado forse di rendervi la memoria. Ha assicurato che vale la pena di tentare.

— E sicuro della sua efficacia?

— No, ma ci sono buone probabilita; comunque non potrebbe farvi alcun male.

Lui schiaccio il mozzicone della sigaretta da cui aveva tirato non piu di tre boccate e lancio un’occhiataccia a Candler. Non c’era bisogno di parole, l’altro capi perfettamente che cosa volesse dire.

— Calmatevi, vecchio mio — disse il direttore — e non dimenticate che io ve ne ho parlato soltanto quando mi avete confessato che quel muro nella memoria e un tormento per voi. Non era un’arma segreta. Ve ne ho accennato solo per un senso di lealta nei vostri confronti, e dopo che voi siete entrato in argomento.

— Lealta!

Candler si strinse nelle spalle. — Avete rifiutato, io mi sono dichiarato d’accordo. Allora ve la siete presa con me, mettendomi con le spalle al muro e costringendomi a dire qualcosa a cui avevo appena pensato. Dimentichiamo tutto. Come va quel caso di corruzione politica? Nessun indizio nuovo?

— Affiderete a qualcun altro il servizio nel manicomio?

— No. Voi eravate la persona adatta.

— Ma di che storia si tratta? Dev’essere davvero assurda per avervi fatto dubitare della sanita mentale di Randolph. E forse del parere che i pazienti dovrebbero mettersi al posto dei medici o qualcosa del genere? — Scoppio a ridere, e riprese: — Naturalmente, non potete parlarmene. Davvero una splendida doppia esca! La curiosita… e la speranza di abbattere quel muro. Dunque, continuate. Se acconsentissi, per quanto tempo dovrei restare la dentro, e a che condizioni? Che probabilita avrei di uscirne, poi? E come farei ad entrare?

— Vine, ora non sono affatto sicuro di volervi affidare l’incarico. Lasciamo perdere tutto — disse Candler.

— Neanche per sogno. Comunque prima dovete rispondere alle mie domande.

— Come volete. Dovreste farvi ricoverare sotto falso nome, perche non rimanga alcuna traccia nel caso la faccenda non funzionasse. Se tutto andasse bene, potrete poi raccontare tutta la verita, compresa la complicita di Randolph nel farvi entrare e uscire dall’ospedale. Ormai il segreto sarebbe di dominio pubblico. La cosa potrebbe risolversi in pochi giorni. Comunque non restereste la piu di due settimane.

— E quante persone, la dentro, oltre a Randolph, saprebbero chi sono io e perche mi trovo in quel posto?

— Nessuna. — Candler si protese sulla scrivania e allungo la mano sinistra, con quattro dita tese. — Quattro persone soltanto sarebbero al corrente della cosa — disse. Voi — e indico il primo dito. — Io — e indico il secondo. — Il dottor Randolph — tocco il terzo — e un cronista del nostro giornale — concluse abbassando l’ultimo.

— Non che abbia niente in contrario, ma perche ci vuole un altro reporter?

— Per fare da intermediario. In due modi. Prima vi accompagnerebbe da uno psichiatra, Randolph ve ne indichera uno che potrete imbrogliare con discreta facilita, fingendo di essere vostro fratello, e lo pregherebbe di esaminarvi e rilasciarvi un certificato medico con la richiesta di internamento. Voi dovreste convincere lo specialista che vi ha dato di volta il cervello. Naturalmente ci vuole la dichiarazione di due medici per il ricovero. Ma Randolph firmerebbe la seconda. Il vostro sedicente fratello si rivolgerebbe poi a lui.

— E tutto questo sotto finto nome?

— Se preferite. Naturalmente, non c’e ragione perche si debba usare questa precauzione.

— Ecco come la penso io. Naturalmente, niente pubblicita. Dire a tutti qui dentro che… Tranne a mio… ehm, in tal caso non potremmo sfoggiare un fratello perche Charlie Doerr del reparto tiratura, e mio primo cugino, il mio parente piu stretto tuttora vivente. Potrebbe andare, no?

— Certo. E dovrebbe fare poi da intermediario. Venire a trovarvi in ospedale e portarne fuori tutto quello che potreste avere da mandarmi.

— E se dopo un paio di settimane non avessi trovato niente, chi mi farebbe uscire?

— Informerei Randolph. Lui vi esaminerebbe di nuovo, vi dichiarerebbe guarito e voi sareste libero. Tornerete qui, raccontando di esservi preso una vacanza. Ecco tutto.

— E che tipo di malattia mentale dovrei fingere di avere?

Gli sembro che Candler mostrasse un certo imbarazzo. Finalmente si decise a parlare: — Be’, quel soprannome di Napo, non potrebbe sembrare naturale? Insomma, la paranoia, a detta di Randolph, e una psicosi caratterizzata dallo sviluppo di un delirio cronico sistematizzato e coerente, che si evolve lentamente, lasciando intatte le restanti funzioni psichiche. Il paranoico potrebbe essere sanissimo sotto ogni altro aspetto.

Lui guardo Candler, le labbra contratte in un debole sorriso. — Intendete dire che dovrei credere di essere Napoleone?

L’altro fece un gesto vago. — Scegliete la mania che preferite. Ma quella non andrebbe bene? Tutti in ufficio vi canzonano, chiamandovi Napo. E… — concluse debolmente — e tutto il resto.

Poi Candler Io guardo, deciso. — Allora, accettate o no?

Lui si alzo. — Credo di si. Ve lo faro sapere domattina, dopo averci dormito sopra. Ma esigo la massima discrezione. Viva?

Candler annui.

— Mi prendo un pomeriggio di liberta — disse lui. — Me ne vado in biblioteca a leggermi qualcosa sulla paranoia. E stasera andro a parlare con Charlie Doerr. Va bene?

— Bene. E grazie.

Lui rise e si protese sopra la scrivania. — Vi confidero un piccolo segreto — disse sottovoce — ora che le cose sono arrivate a questo punto. Ma non ditelo a nessuno. Io sono davvero Napoleone!

2

Prese giacca e cappello e usci nel sole caldo, lasciando dietro di se l’aria condizionata. Abbandono il tranquillo manicomio della redazione, per entrare in quello ancora piu tranquillo delle strade cittadine in un soffocante pomeriggio di giugno.

Spinse il panama all’indietro, verso la nuca e si passo il fazzoletto sulla fronte. Non sarebbe certo andato in biblioteca per farsi una cultura sulla paranoia; quella era una scusa per poter trascorrere in pace il pomeriggio. Aveva gia letto tutto quanto c’era da leggere su quella malattia mentale, e su argomenti affini, piu di due anni prima. Ormai era un esperto, in materia. Avrebbe potuto menare per il naso qualsiasi psichiatra, facendosi credere perfettamente sano… oppure no.

Si diresse verso il parco e sedette su una panchina all’ombra. Poso il cappello accanto a se e si asciugo di nuovo la fronte.

Poi fisso l’erba di un verde lucente, i piccioni con la loro buffa andatura, uno scoiattolo rosso, che scendeva lungo il tronco di un albero e che, vedendolo, fece dietrofront, arrampicandosi velocissimo.

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