verso nord, in Faubourg Saint-Antoine, attraverso orti, vigneti, prati. Talvolta la sera non tornava a casa, restava assente per giorni. Sopportava il castigo previsto, col bastone, senza manifestare dolore. Il divieto di uscire, la privazione di cibo, il lavoro assegnato per punizione non modificavano affatto il suo comportamento. Una sporadica frequenza di un anno e mezzo alla scuola parrocchiale di Notre-Dame de Bon Secours non provoco alcun visibile effetto. Imparo a sillabare un poco e a scrivere il proprio nome, nient’altro. Il suo insegnante lo giudico deficiente.
Madame Gaillard invece si accorse che il ragazzo possedeva determinate capacita e caratteristiche che erano molto insolite, per non dire soprannaturali: ad esempio la paura infantile del buio e della notte sembrava essergli totalmente estranea. Si poteva sempre mandarlo a fare una commissione in cantina, dove gli altri bambini si azzardavano a scendere a malapena con una lampada, oppure fuori fino al capannone a prender legna quand’era buio pesto. E mai Grenouille aveva con se un lume e tuttavia si orientava, e portava subito cio che gli era richiesto, senza prendere la cosa sbagliata, senza inciampare o rovesciare qualcosa. Ma ancor piu straordinario era il fatto che lui, come Madame Gaillard pensava di aver appurato, riusciva a vedere attraverso la materia, la carta, il legno, persino attraverso le pareti di muro pieno e le porte chiuse. Sapeva quanti e quali allievi si trovassero nel dormitorio senza esservi entrato. E sapeva che nel cavolfiore c’era un bruco prima ancora che l’aprissero. E una volta, dopo che lei aveva nascosto i soldi cosi bene da non riuscire piu a ritrovarli (perche cambiava i suoi nascondigli), senza cercare neppure un secondo lui le indico un posto dietro la trave del camino ed ecco, erano proprio la! Sapeva persino leggere nel futuro, ad esempio quando annunciava la visita di una persona molto prima del suo arrivo, oppure sapeva pronosticare immancabilmente l’avvicinarsi di un temporale prima ancora che in cielo si vedesse la piu piccola nuvola. Il fatto che lui ovviamente non vedesse tutte queste cose, non le vedesse con gli occhi, ma le fiutasse con il suo naso sempre piu raffinato e preciso nel cogliere gli odori — il bruco nel cavolo, i soldi dietro la trave, le persone attraverso le pareti e a una distanza di parecchi tratti di strada — Madame Gaillard non l’avrebbe immaginato neppure in sogno, anche se quel colpo con l’attizzatoio avesse lasciato intatto il suo nervo olfattorio. Era convinta che il ragazzo — deficiente o no — fosse dotato della seconda vista. E poiche sapeva che i veggenti portano sventura e morte, Grenouille divenne per lei una presenza inquietante. Ancor piu inquietante, addirittura intollerabile, le era il pensiero di vivere sotto lo stesso tetto con qualcuno che aveva il dono di vedere il denaro nascosto con cura attraverso pareti e travi. Dopo aver scoperto questa capacita spaventosa di Grenouille cerco di liberarsi di lui, e fu una fortuna che all’incirca nello stesso periodo — Grenouille aveva otto anni — il convento di Saint-Merri sospendesse i suoi pagamenti annuali senza dichiararne i motivi. Madame non chiese nulla. Aspetto per decoro ancora una settimana, e poiche il denaro dovuto continuava a non arrivare, prese per mano il ragazzo e si reco con lui in citta.
In Rue de la Mortellerie, accanto al fiume, conosceva un conciatore di nome Grimal, che notoriamente aveva bisogno di manodopera giovane: non di apprendisti o garzoni regolari, bensi di braccianti a poco prezzo. In quell’attivita c’erano appunto lavori — spolpare pelli di animali in decomposizione, mescolare liquidi di concia e coloranti, preparare cortecce da concia corrosive — talmente pericolosi per la vita, che un padrone conscio delle proprie responsabilita possibilmente non impiegava per questi i suoi aiutanti qualificati, bensi marmaglia disoccupata, vagabondi o appunto bambini abbandonati dei quali in caso di dubbio nessuno piu chiedeva notizia. Naturalmente Madame Gaillard sapeva che, a giudizio d’uomo, Grenouille non aveva nessuna possibilita di sopravvivere nella conceria di Grimal. Ma non era il tipo di donna da preoccuparsene. Il suo dovere lo aveva pur fatto. Il rapporto d’assistenza era terminato. Come sarebbe stato l’avvenire del ragazzo non la riguardava. Se sopravviveva, bene, se moriva, bene ugualmente… l’importante era che tutto avvenisse in modo lecito. E quindi si fece attestare per iscritto la consegna del ragazzo da Monsieur Grimal, dal canto suo firmo la ricevuta di quindici franchi di provvigione e ritorno verso casa in Rue de Charonne. Non avvertiva neppure un’ombra di rimorso. Al contrario, riteneva di aver agito non soltanto in modo lecito, ma anche giusto, poiche la permanenza di un bambino per cui nessuno pagava avrebbe gravato necessariamente sugli altri bambini, o addirittura su di lei, e avrebbe potuto compromettere l’avvenire degli altri piccoli pensionanti o addirittura il suo futuro personale, e cioe la sua morte privata, appartata, l’unica cosa che desiderasse ancora nella vita.
Dal momento che a questo punto della storia lasciamo Madame Gaillard e anche piu tardi non la incontreremo piu, descriveremo in poche frasi la fine dei suoi giorni. Sebbene gia da bambina fosse interiormente morta, per sua disgrazia Madame divenne molto, molto vecchia. Nell’anno 1782, a quasi settant’anni, lascio il suo mestiere, si assicuro un vitalizio, come si era prefissa, si ritiro nella sua casetta e aspetto la morte. Ma la morte non venne. In sua vece venne qualcosa che nessuno al mondo avrebbe potuto prevedere e che nel paese non s’era mai avuto, e cioe una rivoluzione, vale a dire una rapidissima trasformazione di tutti i rapporti sociali, morali e trascendentali. In un primo tempo questa rivoluzione non ebbe ripercussioni sul destino personale di Madame Gaillard. Ma in seguito — lei aveva ormai quasi ottant’anni — dall’oggi al domani risulto che colui che le passava il vitalizio dovette emigrare, fu espropriato e i suoi beni furono venduti all’asta a un fabbricante di pantaloni. Per un certo tempo sembro che neanche questo mutamento provocasse conseguenze fatali per Madame Gaillard, perche il fabbricante di pantaloni continuo a pagare puntualmente la rendita. Ma poi venne il giorno in cui lei ricevette il denaro non piu in moneta sonante, bensi sotto forma di foglietti di carta stampata, e questo fu l’inizio della sua fine materiale.
Nel giro di due anni la rendita non basto piu neppure a pagare la legna da ardere. Madame si vide costretta a vendere la sua casa a un prezzo ridicolmente basso, perche d’un tratto oltre a lei c’erano altre migliaia di persone costrette ugualmente a vendere la loro casa. E di nuovo, come controvalore, ricevette soltanto quegli stupidi foglietti, che di nuovo due anni dopo non valevano piu nulla, e nell’anno 1797 — ormai si avviava ai novanta — aveva gia perso tutto il suo patrimonio, accumulato a fatica con un lavoro secolare, e prese dimora in una minuscola camera ammobiliata in Rue des Coquilles. E soltanto allora, con dieci, vent’anni di ritardo, venne la morte, e venne sotto forma di una lunga e complessa malattia tumorale, che prese Madame alla gola e la privo prima dell’appetito e poi della voce, dimodoche, quando fu trasportata all’Hotel-Dieu, non pote spendere neppure una parola per sollevare obiezione. La la portarono nella stessa sala, affollata da centinaia di persone in fin di vita, in cui gia era morto suo marito, la misero in un letto assieme ad altre cinque vecchie donne del tutto estranee, dove giacque a corpo a corpo con le altre, e la la lasciarono a morire per tre settimane, sotto gli occhi di tutti. Poi misero il suo corpo in un sacco che fu ricucito, alle quattro del mattino lo gettarono su un carro da trasporto insieme con altri cinquanta cadaveri, e al fievole tintinnio di una campanella lo portarono al nuovo cimitero di Clamert, a un miglio di distanza dalla porte della citta, e la l’adagiarono in una fossa comune per l’estremo riposo, sotto uno spesso strato di calce viva.
Questo avvenne nell’anno 1799. Grazie a Dio, in quel giorno dell’anno 1747, quando Madame torno a casa e abbandono il ragazzo Grenouille e la nostra storia, non sospetto nulla di questo destino incombente su di lei. Avrebbe potuto perdere la fede nella giustizia, e quindi nell’unico concetto della vita a lei comprensibile.
6
Al primo sguardo rivolto a Monsieur Grimal — no, alla prima inspirazione dell’aura olfattiva di Grimal — Grenouille seppe che alla minima insubordinazione quell’uomo avrebbe potuto picchiarlo a morte. La sua vita valeva esattamente tanto quanto il lavoro che lui era in grado di sbrigare, consisteva ormai soltanto nell’utilita che Grimal gli attribuiva. E cosi Grenouille si piego, senza fare neppure per una volta un tentativo di ribellione. Da un giorno all’altro isolo di nuovo in se tutta l’energia della sua ostinazione e della sua scontrosita, la uso soltanto per sopravvivere, alla maniera di una zecca, in quel periodo di anni bui che gli stava dinanzi: tenace, parco, senza dare nell’occhio, tenendo la fiamma della speranza di vivere bassa, ma ben protetta. Era un modello di arrendevolezza, di discrezione e di solerzia, eseguiva gli ordini alla lettera, si adattava a qualsiasi cibo. La sera si lasciava chiudere docilmente in una rimessa, costruita a fianco della conceria, in cui si custodivano gli attrezzi e si appendevano le pelli salate da trattare. Qui dormiva sulla nuda terra battuta. Durante il giorno lavorava finche c’era luce, d’inverno otto ore, d’estate quattordici, quindici, sedici ore: spolpava le pelli che puzzavano in modo bestiale, le metteva a bagno, le privava dei peli, le calcinava, le trattava con acidi, le batteva, le spalmava con la concia, spaccava la legna, scortecciava betulle e tassi, scendeva nelle fosse per conciare piene di vapori caustici, ammucchiava a strati una sopra l’altra pelli e cortecce come gli ordinavano i garzoni, vi spalmava sopra noci di galla schiacciate e ricopriva l’orribile catasta con rami di tasso e terra. Molto tempo dopo doveva dissotterrarla e togliere dalla fossa quei cadaveri di pelli ormai mummificati in cuoio conciato. Quando non sotterrava e