metallo fuso spruzzato a pioggia nello spazio. Per il resto, non era molto emozionante.

Quindi nessuno di noi era preoccupato per l’imminente 'esercitazione finale', perche si pensava che fosse piu o meno la stessa cosa.

Il tredicesimo giorno, Base Miami attacco con due missili simultanei che saettarono da due punti opposti dell’orizzonte, alla velocita di circa quaranta chilometri al secondo. Il laser disintegro il primo senza la minima difficolta, ma il secondo arrivo a otto chilometri dal bunker, prima di venire centrato.

Noi stavamo tornando dalle manovre, ed eravamo a circa un chilometro dal bunker. Non avrei visto niente, se non avessi guardato proprio in quella direzione, al momento dell’attacco.

Il secondo missile grandino direttamente sul bunker in una pioggia di frammenti fusi. Undici pezzi arrivarono a segno, e in base a quanto potemmo ricostruire in seguito, questo fu quanto accadde:

La prima a rimetterci la pelle fu Maejima, la tanto desiderata Maejima; era dentro al bunker, fu colpita alla schiena e alla testa e mori immediatamente. Con l’abbassarsi della pressione, l’unita ambiente scatto al massimo. Friedman stava proprio di fronte alla griglia del condizionatore d’aria, e venne scaraventato contro la parete opposta con tanta forza che perse i sensi: mori di decompressione, prima che gli altri potessero infilarlo nel suo scafandro.

Tutti gli altri riuscirono a muoversi barcollando in quella bufera e a infilarsi negli scafandri, ma quello di Garcia era stato bucato da una scheggia, e fu come se non lo avesse neppure messo.

Prima che noi arrivassimo, avevano spento l’unita ambiente e stavano gia saldando le falle nelle pareti. Un uomo stava cercando di ricomporre la poltiglia irriconoscibile che era stata Maejima. Lo sentivo singhiozzare e vomitare. Garcia e Friedman li avevano gia portati fuori, per seppellirli. Il capitano prese il comando della squadra riparazioni. Il sergente Cortez condusse in un angolo l’uomo che singhiozzava e torno da solo a pulire i resti di Maejima. Non ordino a nessuno di aiutarlo, e nessuno si offri volontario.

10

A titolo di esercitazione finale, ci caricarono senza cerimonie a bordo di un’astronave — Earth’s Hope, la stessa che ci aveva portati a Caronte — e ci spedirono a Stargate a poco piu di una gravita.

Il viaggio sembro interminabile, circa sei mesi di tempo soggettivo, e anche molto noioso, ma non fu duro come quello che ci aveva portati a Caronte. Il capitano Stott ci fece ripassare oralmente l’addestramento, giorno per giorno, e quotidianamente facevamo esercizi vari, fino a ridurci come stracci.

Stargate 1 era come l’emisfero buio di Caronte, solo un po’ peggio. La base su Stargate 1 era piu piccola di Base Miami, solo un poco piu grande di quella che avevamo costruito sull’emisfero notturno, e dovemmo lavorare piu di una settimana per aiutare ad ampliare la postazione. La squadra che era gia li fu molto contenta di vederci: specialmente le due donne, che avevano l’aria un po’ sovraffaticata.

Eravamo tutti affollati nella piccola sala mensa, dove il vicemaggiore Williamson, responsabile di Stargate 1, ci comunico qualche notizia sconcertante:

— Mettetevi tutti comodi. Pero scendete dai tavoli, sul pavimento c’e tutto il posto che volete.

'Ho un’idea chiara di quello che avete passato durante l’addestramento su Caronte. Non diro che sia stata fatica sprecata. Ma la dove siete diretti, le cose saranno molto differenti. Molto piu calde.'

Fece una pausa, per darci il tempo di capire bene.

— Aleph Aurigae, la prima collapsar che sia stata scoperta, ruota intorno alla stella normale Epsilon Aurigae, in un’orbita della durata di ventisette anni. Il nemico ha una base operativa, non su un regolare pianeta portale di Aleph, bensi su un pianeta in orbita intorno a Epsilon. Non sappiamo molto sul conto di quel pianeta; solo che compie un giro intorno a Epsilon ogni 745 giorni, e grande circa tre quarti della Terra, e ha un’albedo di 0,8, il che significa che e probabilmente coperto di nubi. Non possiamo dire con esattezza che temperatura abbia, ma a giudicare dalla sua distanza da Epsilon, probabilmente e assai piu caldo della Terra. Naturalmente, non sappiamo se dovrete lavorare… combattere nell’emisfero illuminato o in quello buio, all’equatore o ai poli. E estremamente improbabile che l’atmosfera sia respirabile… comunque, resterete dentro ai vostri scafandri.

'Adesso voi sapete esattamente quel che ne so io sul posto dove siete diretti. Qualche domanda?'

— Signore — fece Stein con voce strascicata — adesso sappiamo dove stiamo andando… qualcuno sa che cosa dovremo fare quando ci saremo arrivati?

Williamson scrollo le spalle. — Questo dovranno deciderlo il vostro capitano… e il vostro sergente, e il comandante della Earth’s Hope, e il computer logistico dell’astronave. Noi non disponiamo ancora di dati sufficienti per estrapolare una linea d’azione. Potrebbe trattarsi di una battaglia lunga e sanguinosa; potrebbe trattarsi semplicemente di andare a raccogliere i cocci. E concepibile che i taurani abbiano intenzione di avanzare proposte di pace — Cortez sbuffo, a questo punto — e in tal caso voi farete semplicemente parte del nostro spiegamento di forze, del nostro potere contrattuale. Guardo Cortez con aria mite. — Nessuno puo dirlo con sicurezza.

Quella notte l’orgia fu divertente, ma era un po’ come cercare di dormire nel bel mezzo di una chiassosa festa sulla spiaggia. L’unico posto abbastanza ampio perche potessimo dormirci tutti era la sala mensa; drappeggiarono qua e la alcune coperte per ricavare degli angoletti intimi, poi scatenarono i diciotto maschi di Stargate, affamati di sesso, sulle nostre donne, che erano condiscendenti e promiscue secondo la tradizione militare (e in ossequio alla legge) ma che avrebbero desiderato soprattutto poter dormire sul terreno solido.

I diciotto uomini si comportarono come se fossero costretti a provare tutte le permutazioni possibili, e la loro prestazione fu impressionante, dal punto di vista strettamente quantitativo, voglio dire. Quelli di noi che tenevano il conto dirigevano un gruppo di plauditori per acclamare i membri piu dotati. Credo che sia la parola adatta.

La mattina dopo — e cosi tutte le altre mattine che passammo su Stargate 1 — scendemmo barcollando dal letto e ci infilammo negli scafandri, per uscire a lavorare alla costruzione dell’'ala nuova'. Stargate era destinata a diventare il quartier generale tattico e logistico della guerra, con migliaia di persone in servizio permanente, difeso da mezza dozzina di incrociatori pesanti della classe della Hope. Quando cominciammo noi, c’erano solo due baracche e venti persone: quando ce ne andammo, le persone erano sempre venti, le baracche quattro. Il lavoro era quasi uno scherzo, in confronto a quello nell’emisfero buio di Caronte, perche avevamo luce in abbondanza, e passavamo sedici ore al coperto ogni otto ore di lavoro. E non c’erano attacchi di missili a titolo d’esame finale.

Quando ci riportarono con le scialuppe alla Hope, nessuno era troppo entusiasta di andarsene (anche se alcune delle femmine piu richieste dichiararono che erano contente di avere finalmente un po’ di riposo). Stargate era l’ultima missione facile e sicura prima di prendere le armi contro i taurani. E come aveva fatto osservare Williamson il primo giorno, non esisteva la possibilita di prevedere come sarebbero andate le cose.

In maggioranza, non eravamo neppure troppo entusiasti dell’idea di fare un balzo da collapsar a collapsar. Ci avevano assicurato che non ce ne saremmo neanche accorti, che saremmo stati per tutto il tempo in caduta libera.

Io non ne ero convinto. Quando studiavo fisica, avevo seguito i soliti corsi sulla relativita generale e sulle teorie della gravitazione. A quell’epoca conoscevamo solo pochissimi dati diretti… Stargate era stata scoperta quando frequentavo le elementari; ma il modello matematico sembrava abbastanza chiaro.

La collapsar Stargate era una sfera perfetta con un raggio di circa tre chilometri. Era eternamente sospesa in uno stato di collasso gravitazionale, il che significava che la sua superficie precipitava verso il suo centro a una velocita molto prossima a quella della luce. La relativita la puntellava, o almeno le dava l’illusione di esserci… nel modo in cui tutta la realta diviene illusoria e dipendente dall’osservatore, quando studi la relativita generale. Oppure il buddismo. O quando vieni arruolato.

Comunque, ci sarebbe stato un punto teorico nello spazio-tempo in cui un’estremita della nostra astronave si sarebbe trovata appena al di sopra della superficie della collapsar, e l’altra estremita a un chilometro di distanza (secondo il nostro sistema di coordinate spaziotemporali). In un qualunque universo ragionevole, questo avrebbe causato tensioni che avrebbero fatto a pezzi l’astronave, e noi saremmo stati solo un nuovo milione di chili di materia degenerata che andava a far parte della superficie teorica: chili destinati a precipitare a capofitto nel

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