«E stata qui. Io la conoscevo.» Augusta ripiego la pagina di giornale e gliela restitui. «Ora non c'e piu. E morta all'improvviso.»
Nel silenzio che segui, osservo lo sguardo dell'uomo affollarsi di domande. Lo aveva turbato in modo grave e deliberato, tanto da renderlo incapace di parlare.
«Puo lasciare qui la macchina.» Si volto e, dirigendosi verso la strada, gli fece cenno di seguirla. «La mia casa e a due passi, appena attraversato il cimitero.»
Lui le ando dietro lento, muovendosi meccanicamente lungo il sentiero fino a raggiungere uno spiazzo coronato da un cerchio d'alberi e costellato di piccole casette, ognuna riservata a un defunto. I tetti delle tombe erano sormontati da croci di pietra o crocefissi in ferro. Le sepolture piu modeste erano sigillate da lastre di cemento.
Qua e la occhieggiavano mazzi scoloriti di fiori appassiti. Erano li dal giorno di Ognissanti, lo stesso giorno in cui era arrivata la forestiera e Babe Laurie aveva abbandonato con violenza questo mondo, lasciando una brutta macchia rossa sul ciglio della strada.
Lo scricchiolio delle scarpe sulla ghiaia era coperto dall'incessante canto degli uccelli. Augusta decise che il silenzio attonito di Charles Butler era indice di sincerita. Sembrava proprio che avesse detto la verita: era un uomo in cerca di un'amica, evidentemente molto amata.
Lo sceriffo non aveva mai ritrovato il corpo.
La giovane donna non era sepolta in terreno consacrato, ma la sua morte era certa. Nei racconti della gente, il sangue da lei versato era diventato un fiume. E una bimba era scomparsa, svanita nel nulla.
Girando intorno al monumento, Augusta indico il volto dell'angelo. «Direi che c'e una bella somiglianza. E la donna della foto?»
L'espressione dell'uomo, mentre leggeva la data della morte, passo dall'angoscia al sollievo: il decesso risaliva a diciassette anni prima.
Eppure non c'erano dubbi, era proprio Mallory.
Charles Butler fissava i tratti scolpiti delicatamente, i lunghi occhi obliqui, gli zigomi alti, le labbra piene. Le ali spiegate davano la sconvolgente illusione che la pietra si librasse nell'aria. L'angelo stringeva fra le braccia una bambina.
Senti uno strattone alla manica e abbasso lo sguardo, incontrando i sereni occhi azzurri dell'anziana donna. «E lei l'amica che cercava?»
«No. La mia amica era molto piccola quando questa donna e morta.»
Augusta indico la figura adagiata fra le braccia dell'angelo. «Be', quella era la figlia di Cassandra. Scappo, o la porto via qualcuno, non si e mai saputo.»
La piccola scolpita nella pietra dimostrava sei o sette anni. L'eta corrispondeva. Si, la bambina era Mallory, adesso ne era certo. Cosi, dopo tutti quei mesi di ricerche, si ritrovava la dove tutto era cominciato. «Lei ha idea di cosa sia accaduto alla figlia?»
«No» rispose Augusta. «I diciassette anni trascorsi tra il giorno della sua scomparsa e quello del suo ritorno in paese sono un mistero per tutti.»
«E tornata?»
«Tre giorni fa.»
«Ed e
«Sicuro! E, a detta di chi l'ha vista, e anche in ottima forma.»
Charles scruto gli occhi astuti dell'anziana donna, rendendosi conto solo in quel momento dello scherzo crudele di cui era stato vittima. Le rivolse uno sguardo di rimprovero.
«Forse le ho giocato un brutto tiro» disse lei. «Ma sono vecchia. Mi diverto come posso.» Il suo sorriso si allargo lentamente in un ghigno sfacciato.
Nonostante gli anni, il volto della donna recava ancora tracce dell'antica, sconvolgente bellezza. Charles torno indietro nel tempo e la vide giovane, senza rughe e con i capelli corvini.
Augusta gli indico una finestra rotonda che spuntava dagli alberi oltre il cimitero. «Abito la, sulla collina.»
«Quale collina?» Nelle sue peregrinazioni lungo la sponda occidentale del Mississippi non aveva ancora visto neppure un'altura.
«Secondo la relazione dell'agrimensore governativo la mia casa e situata a tre metri sul livello del mare.» Il tono era aggressivo. «Da queste parti, equivale a una montagna.»
Lo prese a braccetto e insieme percorsero il sentiero che usciva dal cimitero. «Dove posso trovare la mia amica? Sa dove alloggia?»
«Come no. Tutto il paese lo sa. Ho sentito che si fa chiamare Mallory, ma ignoro se quello sia il nome o il cognome.»
«Il suo nome e Kathy, pero Mallory e il solo a cui risponde.» Si giro a dare un'altra occhiata all'angelo. E cosi Mallory aveva finalmente ritrovato la strada di casa.
«Allora, tutto quadra!» esclamo la donna, lieta della scoperta. «La figlia di Cass Shelley si chiamava Kathy. Ma lo sceriffo Jessop conosce la sua amica con il solo nome di Mallory. Era inciso all'interno del vecchio orologio da tasca che aveva con se. Quando vede lo sceriffo, non gli dica nulla di diverso.»
«Perche no?» E che cosa c'entrava uno sceriffo con…
«Lui non e dalla parte di Kathy. Non gli dica nulla che possa tornargli utile. Oh, ma lei ancora non sa che un tizio di qui e stato ammazzato e che Kathy e stata arrestata subito dopo.»
Charles si blocco di colpo, levando gli occhi al cielo.
«Forza, mi racconti tutto. Ma proprio tutto.» A stento riusci a mantenere un tono cortese. «Presumo che l'omicidio e l'arresto siano collegati, ma non voglio dare nulla per scontato, non con lei. Che cosa e successo?»
Augusta prolungo il silenzio, strizzando gli occhi come se stesse leggendo un contratto stampato in caratteri minuscoli. Charles mosse i piedi nervosamente, ma subito ritrovo il controllo e rimase in attesa, con la testa inclinata.
«Cosa e successo?» ripete lei, prima di concedersi un'altra pausa esasperante. «Il giorno in cui Kathy e tornata sono accadute parecchie cose strane. Il vicesceriffo ha rischiato di morire d'infarto. Poi e spuntato il cadavere di Babe Laurie, con la testa sfondata da un sasso. Ma mi perdoni, non sto rispettando l'ordine dei fatti. Per prima cosa, qualcuno ha spezzato le mani all'idiota servendosi di un pianoforte.»
«
Con una lieve pressione sul braccio, la donna lo indusse a riprendere il cammino. «Be', e abbastanza sicuro che abbia avuto una parte nell'infarto del vicesceriffo. Il suo cuore era malandato. Non ha retto allo spavento. E la sua amica ha spaventato parecchie persone, arrivando a quel modo.»
Augusta aggrotto la fronte. «Conta di presentarsi alla prigione e di incontrare Kathy, dico bene?»
«Si.» Gli pareva un buon piano, o almeno un buon punto di partenza.
«Lo sceriffo le fara molte domande sul conto dell'indiziata. Se Kathy avesse voluto raccontargli qualcosa, qualunque cosa, lo avrebbe fatto lei stessa, non crede?»
Secondo la donna, che finalmente si presento come Augusta Trebec, Mallory si era rifiutata di aprire bocca. La signorina Trebec l'aveva saputo dalla proprietaria del Jane's Cafe, che portava i pasti alla detenuta. Da tre giorni Mallory se ne stava seduta sul bordo del letto, fissando il soffitto della cella. Immobile, non diceva una parola. Una o due volte Jane, la proprietaria dell'omonimo caffe, aveva visto Mallory ridacchiare mentre lo sceriffo Jessop dava in escandescenze. «Jane dice che lo sta facendo impazzire. Ma se adesso lei va da Jessop…»