L'appartamento era tranquillo, nessun rumore che indicasse la presenza di un essere vivente, neppure di un gatto. La quiete fu rotta da un paio di piedi che attraversavano l'entrata trascinandosi un'ombra dietro i talloni. L'intrusione duro poco, perche il revolver si trovava nel primo cassetto che apri. Il metallo della pistola luccico nel tragitto che lo porto dal cassetto al buio di una borsa. Il ladro lascio l'appartamento camminando senza provocare il minimo rumore.

Quando Mallory si sbatte la porta alle spalle, il figlio dei Kipling stava urlando: «Guarda cosa ha fatto al mio cane!».

Mallory scese due piani di scale. La porta dell'appartamento dei Rosen era aperta. Era stata cosi stupida?

Questa volta il gatto non si lamento quando lo lascio cadere. Era preparato alla caduta. Nose si era abituato a questo gioco, in braccio e poi giu sul pavimento. Se ne ando, sbadigliando.

Apri il cassetto del tavolino vicino alla porta.

Il cassetto era vuoto; la Smith &Wesson sparita.

Non era stato toccato nient'altro. Sul tavolo, dove l'aveva lasciata, era rimasta la pistola giocattolo.

E adesso? Non poteva chiedere rinforzi e ammettere di non avere piu la pistola. Ne Coffey ne Riker gliel'avrebbero fatta passare liscia. Neanche una recluta si sarebbe fatta fottere la pistola.

Dalla direzione della camera da letto provenne un rumore assordante.

Prima di andare a controllare passo dalla cucina e afferro una bottiglia di vino. Entro in camera da letto.

Il gatto era accanto ai resti di una lampada rotta. Nessun mistero su chi avesse provocato la caduta. Una frangia del coprilampada era rimasta impigliata nella zampa del gatto. Ma il problema della pistola rimaneva.

Sollevo il telefono della camera da letto e compose il numero di Charles. «Ho una gran fretta, Charles. Nel cassetto di mezzo della mia scrivania troverai la vecchia Colt. Portamela qui al Coventry. Prendi anche la scatola delle munizioni. Dovrai…»

Si interruppe a causa di un nuovo rumore difficilmente attribuibile al gatto. Riattacco senza badare ai concitati «Pronto? Mallory! Pronto?» di Charles.

Usci in pochi passi dalla camera da letto e dal corridoio scivolo nello studio. Attivo la registrazione audio e video.

Entro nel soggiorno e trovo il gatto che strisciava sotto il divano e Harry Kipling in piedi al centro della stanza. La pistola giocattolo era sul tavolino.

Quanto tempo ci sarebbe voluto perche Charles arrivasse con la pistola vera?

«Ha lasciato la porta aperta» disse Kipling. «E stata un'imprudenza.»

Fare in modo che entrasse nell'appartamento era parte dei suoi piani, non cosi il furto della pistola. Penso al ghigno modello 'ti avevo avvertito' di Riker. Era troppo tardi per chiedere rinforzi, e Charles era lontano chilometri.

Le telecamere erano in funzione.

Il coltello di Max Candle si trovava su una mensola della libreria alle spalle di Kipling. Lui lo aveva visto? All'inizio aveva progettato di indirizzarlo verso il coltello, in modo che avesse un'arma in mano nel caso le telecamere l'avessero immortalata mentre faceva saltare le cervella di un contribuente. Ma un piano del genere era subordinato alla presenza di una pistola nella sua mano. Dove diavolo nascondeva la sua pistola quel bastardo?

Kipling stava fissando la pistola giocattolo sul tavolo.

«La riconosci, Harry? E la stessa che hai usato per insegnare al gatto a ballare. Adesso Nose vede una pistola e balla. Era il rumore dei bussolotti? Gli sparavi vicino alla testa per farlo ballare?»

Il gatto comincio a russare.

Charles stava chiudendo la porta del suo appartamento. Ho fretta! Portami una pistola! Di quante armi aveva bisogno contemporaneamente? Aveva una pistola piuttosto grande e un coltello affilato. Ma chi era lui per discutere con Mallory, lui che si accompagnava a una donna morta?

Attraverso il corridoio diretto agli uffici della Mallory & Butler, domandandosi quale delle stupidaggini che aveva detto l'avessero tatta infuriare di piu. L'aveva accusata di mancanza di logica, di aver sottovalutato…

Che idiota.

Lei aveva incluso un cieco nella lista dei sospetti. Quell'Eric Franz non l'aveva certo sottovalutato, semmai il contrario. E adesso stava raccogliendo altre armi. Non la si poteva certo tacciare di mancanza di cautela.

Apri la porta dell'ufficio di Mallory e si diresse rapidamente alla sua scrivania. Il cassetto centrale era chiuso a chiave.

Un bel guaio. Non aveva le chiavi dei cassetti. Probabilmente Mallory era convinta che tutti avessero come lei il dono di forzare qualsiasi tipo di serratura. Prese il tagliacarte che le aveva regalato. Era l'unico oggetto nella stanza a non essere stato prodotto negli ultimi dieci anni. In effetti, risaliva a un altro secolo. Esito un attimo, soppesando nella mano quell'oggetto unico. Poi lo infilo nella fessura sopra al cassetto e comincio a fare forza.

Un fischio lacerante fu il primo avvertimento, seguito da una cascata di suoni di campane, amplificati a un volume infernale. Mallory aveva installato l'allarme in tutto l'ufficio, ma invece di una banale sirena, aveva usato un disco di Charles che riproduceva il suono delle campane di una chiesa. In quel momento lui si trovava nel campanile, anzi, dentro le campane stesse.

Si copri le orecchie con le mani. Se fosse rimasto ancora a lungo avrebbe rischiato seri danni all'udito.

Apri la scatola di legno riposta nel cassetto centrale e ne trasse la vecchia 38 Long Colt di Markowitz, lucente per l'ossessivita con cui Mallory puliva tutto cio che possedeva. Prese anche la scatola delle munizioni e corse alla porta. Il fragore delle campane, proveniente direttamente dall'inferno, lo segui per le scale e giu in strada. A ogni finestra del palazzo era affacciata almeno una testa. Agito una mano per chiamare un taxi, implorando dentro di se il perdono dei vicini.

Kipling torno alla porta d'ingresso e la chiuse a chiave. «Meglio non rischiare di essere disturbati.»

Cosa avrebbe fatto Charles di fronte a una porta chiusa a chiave? Era abbastanza robusto da poterla abbattere, ma non avrebbe saputo come fare.

«Come hai fatto a capirlo?» Harry Kipling si sedette su una sedia con lo schienale diritto e le fece cenno di accomodarsi su un'altra.

Mallory rimase in piedi.

Lui si sistemo, sollevando le gambe anteriori della sedia dal tappeto e dondolando su quelle posteriori, lo sguardo assente. Aveva il volto tirato. Sembrava sfinito, forse al punto di desiderare di consegnarsi o di arrendersi. «Qual e stato il mio errore?»

«Ne hai fatti molti» disse Mallory. Dov'era la pistola? Forse infilata nella cintura, sulla schiena. Kipling non aveva ancora posato lo sguardo sul coltello con il nome di Max Candle.

«Quanto vuoi?» Kipling sorrise. «E un caso di estorsione, dico bene?»

«Quanto vale, secondo te, Harry?»

«Quanto vale il mio matrimonio? Telefona al commercialista di mia moglie. Io non ho tempo per i tuoi giochetti. Quanto vuoi per rimanertene zitta?»

«Perche l'hai fatto?»

«Disperazione. Se vuoi conoscere i dettagli piu sordidi, non li avrai. Dimmi solo quanti soldi vuoi.»

«Ne riparleremo.»

Non permetteva ai suoi occhi di correre al coltello, di tradire la sua presenza. Ma sapeva che avrebbe potuto averlo in mano in un batter d'occhio se solo la sedia e Kipling non le fossero stati di intralcio.

Si mosse piano, in silenzio, e giro ad angolo attorno a Kipling, che adesso teneva in mano la pistola giocattolo, esaminandola con curiosita. Ora poteva vederlo di profilo. Non c'erano pistole nascoste. Indossava una polo e dei pantaloni aderenti. Non c'era posto sulla sua persona per nascondere un'arma tanto grossa.

Allora dov'era la sua maledetta pistola?

«Bene, ho avuto una relazione con Amanda Bosch… adesso, quanto vuoi? Quanto, per non dirlo a mia moglie?»

«Be', la tua relazione con Amanda non e che una parte di…»

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