le indagini. Non ci si inventa una teoria, per poi correre a centocinquanta all’ora come stiamo facendo. Quasi tutte le teorie cadono a pezzi, quando si confrontano con i fatti. Credo proprio che dovremmo rallentare.»
«Non mentre mia figlia e in pericolo», ribatte David, premendo ancora di piu sull’acceleratore.
«Pensi che Hodges sia arrivato alle stesse conclusioni?» gli domando Angela.
«Credo di si e, se e cosi, e per questo che e stato ucciso.»
«Io continuo a pensare che sia stato lo stupratore», disse Calhoun. «Comunque, chiunque sia stato, questa indagine e avvincente. Sono anni che non mi divertivo cosi… purche vostra figlia stia bene, naturalmente.»
Quando finalmente arrivarono all’ospedale, David si fermo proprio davanti all’entrata principale e balzo giu dal furgoncino, con Angela alle calcagna. Entrambi salirono di corsa le scale e imboccarono il corridoio del secondo piano.
Con grande sollievo, videro che Nikki stava benone ed era intenta a guardare la televisione. David la sollevo fra le proprie braccia e la strinse cosi forte che lei si lamento.
«Vieni a casa», le annuncio e l’allontano da se quel tanto che gli occorreva per osservarla bene, soprattutto gli occhi.
«Quando?» chiese lei.
«Subito», le rispose Angela, staccandole la flebo.
In quel momento, nel corridoio stava passando un’infermiera e se ne accorse.
«Che cosa succede qui?» domando, entrando di corsa nella stanza.
«Mia figlia viene a casa con noi», rispose David.
«Gli ordini non sono questi», obietto lei.
«Lo do io l’ordine, in questo preciso istante.»
L’infermiera corse fuori e, dopo pochi istanti, arrivo Janet Colburn con diverse infermiere al seguito.
«Dottor Wilson, che cosa sta facendo?» chiese stupita.
«Mi pare che sia evidente», rispose lui, mentre intanto raccoglieva i libri e i giocattoli di Nikki infilandoli in una borsa.
Angela aveva quasi finito di vestire la figlia, quando arrivo il dottor Pilsner, che era stato avvisato da Janet e insistette affinche non venisse interrotta la somministrazione di antibiotici per via endovenosa e la terapia respiratoria.
«Mi spiace, dottor Pilsner», gli disse David. «Poi le spieghero. Adesso ci vorrebbe troppo tempo.»
In quel momento, arrivo Helen Beaton, chiamata anche lei dalle infermiere. Era furibonda. «Se portate via quella bambina contro il parere medico, richiedero un ordine del tribunale», tuono.
«Ci provi!» sbotto Angela.
Ormai Nikki era vestita e s’incammino con i genitori lungo il corridoio, mentre parecchi pazienti, attirati dalla confusione, erano usciti dalle loro camere e assistevano alla scena a bocca aperta.
Angela e Nikki si sistemarono nella cabina del furgoncino, mentre David sali dietro.
Per tutto il viaggio fino a casa, Nikki non la fini di fare domande sulla sua improvvisa dimissione dall’ospedale. Era contenta, naturalmente, ma il comportamento dei genitori le sembrava strano. Quando arrivo a casa, comunque, fu troppo eccitata nel rivedere Rusty e si dimentico di tutto il resto. David e Angela la lasciarono giocare un po’ con il cane, ma poi la sistemarono nel salottino e le rimisero la flebo.
Calhoun rimase con loro e si diede da fare come meglio pote. Accontento Nikki scendendo in cantina a prendere una bracciata di legna e accese il camino, ma non era nella sua natura restarsene zitto e ben presto si mise a discutere con David sul movente dell’assassinio di Hodges. Calhoun propendeva per lo stupratore, mentre David per l’’angelo della misericordia’ che era stato disturbato.
«La sua teoria e basata tutta su una supposizione», obietto Calhoun. «Sua figlia sta bene, grazie a Dio, cosi non ci sono prove. Almeno con la mia teoria abbiamo Hodges che grida ai quattro venti, in una stanza piena di persone, che sa chi e lo stupratore e questo accade proprio il giorno in cui viene fatto fuori. Piu causa ed effetto di cosi! E Clara pensa che Hodges abbia avuto il fegato di parlare direttamente a quell’uomo. Sono sicuro che lo stupratore e l’assassino sono la stessa persona, ci scommetterei. A quanto me lo date?»
«Non sono uno scommettitore», replico David, «ma penso di avere ragione. Hodges e stato picchiato a morte con in mano i nomi dei suoi pazienti. Non puo essere stata una coincidenza.»
«E se fosse la stessa persona?» intervenne Angela. «Giustiziere dei pazienti e stupratore.»
L’idea sciocco i due uomini, che rimasero per un po’ in silenzio.
«E possibile», ammise David alla fine. «Sembra un’idea pazza, ma a questo punto sono disposto a credere a tutto.»
«Comunque, io seguo la pista del tatuaggio», affermo Calhoun.
«Io mi dedico ai referti medici», annuncio David. «E potrei anche andare a fare visita al dottor Holster. Hodges puo avergli detto qualcosa dei propri sospetti riguardo a quei pazienti.»
«Bene. Io seguo la mia pista, lei la sua. Che cosa ne dice se stasera torno qui, cosi mettiamo a confronto cio che abbiamo scoperto?»
«Mi sembra una buona idea», disse David, voltandosi a guardare Angela.
«Si, per me va bene», approvo lei. «E se restasse a cena da noi?»
«Non rinuncio mai a un invito a cena», rispose Calhoun.
«Allora torni qui alle sette.»
Quando Calhoun se ne fu andato, David ando a prendere il fucile e lo carico con quanti piu proiettili gli riusciva di ficcarci dentro, poi lo appoggio alla ringhiera della scala, nell’ingresso.
«Hai cambiato idea sul fucile?» gli domando Angela.
«Diciamo che sono contento che sia qui. Ne hai parlato a Nikki?»
«Si. Le ho persino fatto tirare un colpo, ma mi ha detto che le ha fatto male alla spalla.»
«Non fare entrare nessuno, mentre sono via, e chiudi tutte le porte a chiave.»
«Ehi, ero io quella che voleva chiudere a chiave, ri ricordi?» disse Angela.
David prese la bici, non volendo lasciare Angela senza la macchina. Pedalo in fretta, dimentico di cio che gli stava intorno. Continuava a pensare a un assassino che aveva ucciso i suoi pazienti e cio lo inorridiva e lo rendeva furioso. Pero, come diceva Calhoun, non aveva prove.
Quando arrivo all’ospedale, era il momento in cui finiva il turno di giorno e iniziava quello serale. C’era molto movimento e nessuno fece caso a lui mentre si dirigeva verso l’archivio.
Si sedette a un terminale, tiro fuori di tasca le copie dei fogli di accettazione e digito il nome di ognuno degli otto pazienti. Di ognuno lesse l’anamnesi: come aveva detto Clara, avevano avuto tutti delle malattie potenzialmente mortali.
Poi lesse le annotazioni prese durante il ricovero in ospedale. In tutti i casi, i sintomi erano identici a quelli che avevano avuto i suoi pazienti e riguardavano il sistema nervoso centrale, l’apparato gastrointestinale e il sangue o l’apparato immunitario.
Quando lesse la causa finale della morte, scopri che per tutti i casi, tranne per uno, era dovuta a una combinazione di polmonite, sepsi e choc. L’eccezione era una morte causata da una serie di gravi attacchi epilettici.
A questo punto, sempre utilizzando il computer, David si mise a calcolare il tasso annuo di mortalita rispetto ai ricoveri e scopri che due anni prima era balzato dal 2,8% al 6,7%, per salire nell’ultimo anno all’8,1%. Poi lo calcolo restringendo il campione ai soli pazienti che soffrivano di cancro, che fossero morti o no di quella malattia. Anche se le percentuali erano ovviamente piu alte rispetto al tasso generale, mostrarono lo stesso aumento improvviso.
Il calcolo successivo servi a scoprire quante diagnosi di cancro fossero state fatte annualmente rispetto alla globalita dei ricoveri. In queste statistiche non vide un cambiamento improvviso. In media, erano piu o meno identiche a quelle dei dieci anni precedenti. La sua teoria dell’eutanasia ne usci rafforzata: con un’incidenza stabile di casi di cancro, era aumentata la percentuale di morti per chi ne era affetto.
Prima di andarsene, ordino al computer di cercare, fra tutti i dati delle persone che avevano avuto a che fare con l’ospedale, le parole «tatuaggio» e «discromia», il termine medico che indicava una pigmentazione anormale.
Ci volle quasi un minuto, ma alla fine sullo schermo apparve una lista. David cancello rapidamente tutti i casi in cui esisteva una causa medica o metabolica per il cambio di pigmentazione e alla fine ottenne un elenco di venti persone che erano state curate in ospedale, per le quali nei referti si parlava di un tatuaggio.