Il silenzio all’interno della chiesa di Snagov ora era assoluto. Ed era un silenzio denso di paura.
«Tutto quello che lei ha detto, dottor Breil, corrisponde a verita. Le manca, pero, il rovescio della medaglia, e io sono e saro la sola custode di quei segreti. Glieli raccontero. Li raccontero a voi tutti, dato che nessuno di voi potra mai divulgarli. Non ci volle molto ai miei genitori, spie per conto dei paesi del blocco comunista negli Stati Uniti, a individuare la residenza di Minhea Petru in America. Penetrarono nella sua camera all’ottavo piano dell’hotel Plaza e recuperarono l’Anello dei Re. Tramortirono quindi il principe rumeno, gli versarono addosso un paio di bottiglie di liquore e facilitarono il suo volo fuori dalla finestra. Riuscirono anche a trafugare dalla villa di un divo di Hollywood, Bela Lugosi, l’antico forziere portagioie: la vita e spesso strana, amici miei. Pensate che nessuno aveva intaccato la fortuna contenuta nel cofanetto: il tesoro era passato di mano in mano attraverso i secoli ed era rimasto intatto. Allo stesso modo si comportarono i miei genitori, anche perche pochi giorni piu tardi furono arrestati. Mia madre venne prosciolta poco dopo e mi ha cresciuto istillandomi nel cuore il desiderio di vendetta nei confronti delle persone che mi avevano privato di un padre e di un tesoro. Era desiderio di vendetta quello che mi spinse a sedurre suo padre — peraltro un amante alquanto modesto —, Oswald. Era desiderio di vendetta quello che mi fece sedere alla guida di un autoarticolato e travolgere l’auto in cui i suoi genitori viaggiavano. E desiderio di vendetta quello che mi ha portato qui, a recuperare quello che mi spetta.»
Oswald capi che Jenica Balaj era determinata a raggiungere il suo scopo e che per fare cio avrebbe compiuto una carneficina. I muscoli del piccolo uomo si tesero: avrebbe tentato il tutto per tutto e avrebbe cercato di fermarla.
Jenica non si lascio sorprendere, e punto la canna al torace del piccolo uomo prima che questi scattasse in avanti: «Lei e il primo a non servirmi piu, Oswald Breil».
Il colpo della pistola lacero il silenzio della chiesa come una bestemmia urlata in un luogo sacro. La giacca di Oswald parve esplodere all’altezza del cuore. Breil si fermo a mezz’aria, rinculo, quindi cadde a terra.
Sara si giro su se stessa: tutto quello che stava accadendo le sembrava irreale.
La giovane ricercatrice romana si scaglio contro Jenica Balaj come una furia. Non le importava di morire. Voleva solo vendicare il compagno di tante battaglie, l’amico dei momenti tristi e di quelli felici, la carica che l’aveva fatta sentire viva in mille e mille occasioni. Mentre Sara si gettava contro l’ex colonnello della Securitate, capi che c’era qualche cosa di piu profondo che la legava a Oswald Breil. Quasi non si accorse del proiettile che le attraversava le carni.
E questa volta fu Jenica a essere colta di sorpresa: Sara Terracini le si era avventata contro con l’agilita e la ferocia di una pantera. Jenica aveva esploso un primo colpo senza prendere la mira e, mentre si preparava a sparare di nuovo, la mano di Bernstein calo su quella della donna con la forza di un maglio di acciaio. La pistola cadde a terra. Il capitano del Mossad cerco di impossessarsene, e la stessa cosa fece il colonnello Bors.
Bernstein non aveva i tratti ne i modi di un agente segreto, anzi assomigliava assai piu a un impiegato di banca. Un agente addestrato come la Bors, seppure donna e non piu giovane, avrebbe potuto avere facilmente ragione di lui.
La pistola che Jenica stringeva sparo una terza volta, mentre lei e Bernstein erano impegnati in un furioso corpo a corpo. Il capitano israeliano straluno gli occhi, si porto la mano al ventre in attesa di sentirla riempirsi di sangue. Fu invece Jenica Balaj a irrigidirsi. Un rivolo usci dall’angolo della bocca dell’ex agente rumeno. Il corpo del colonnello Bors-Balaj-Mantu si accascio senza vita sopra l’ufficiale del Mossad.
Sara Terracini si strinse con la mano destra il braccio sinistro poco sotto la spalla. La ferita non era grave: il proiettile le aveva solamente attraversato il muscolo da parte a parte. Si mosse verso Oswald mentre la disperazione cresceva in lei.
Breil giaceva immobile. Il foro di entrata del proiettile era visibile al centro del torace. Aveva sul volto il pallore della morte. Sara si getto su di lui.
Dimentica della sua ferita, sollevo il capo di Oswald dal freddo pavimento e se lo appoggio in grembo. Non riusci piu a trattenere le lacrime e, con la voce scossa dai singhiozzi, disse: «No! Non e giusto! Non ci siamo ancora detti tutto. Te ne prego, Oswald, non te ne andare… Come faro senza di te? Tu sei la mia vita, tutto quello che ho. Tu sei l’unica persona capace di farmi sognare, rabbrividire, vivere… tu sei l’unica persona che amo… si, io ti amo, piccolo uomo. Non puoi lasciarmi proprio adesso. Non ne hai il diritto». Il suo pianto disperato si alzo tra le volte della piccola chiesa.
Bernstein si asciugo le lacrime che gli rigavano le guance e accarezzo i capelli della donna.
«Non c’e piu nulla da fare, Sara. Dobbiamo rassegnarci: la parte piu importante della nostra vita non tornera piu.»
Una piccola scatola in argento, recante l’esagramma di Salomone intarsiato in oro, apparve davanti ai loro occhi come fosse una visione. La mano di Oswald Breil la sorreggeva, mentre l’altra indicava una profonda scalfittura provocata dal proiettile proprio al centro della stella a sei punte.
«L’avevo infilata nella tasca interna della giacca per darla a te, Sara, dopo averci messo dentro l’Anello dei Re. Quell’oggetto ti appartiene e io volevo restituirtelo», disse Oswald con la voce ridotta a un sussurro. «Credo che il Re dei Re abbia voluto salvarmi la vita: la corsa del proiettile e stata deviata dalla custodia dell’anello. Ho un forte dolore al petto e respiro a fatica: credo di avere un paio di costole fratturate, ma non penso che ci sia altro di cui dobbiamo preoccuparci.»
Sia Sara che Bernstein lo guardarono increduli, mentre Oswald continuava: «Il sogno di tutti i vivi e quello di prendere parte al proprio funerale. Alla luce delle attestazioni inconfessabili che ho ricevuto, credo che non mi dispiacerebbe morire ogni giorno».
«Esperienze uniche in terra di Romania», disse la donna ripetendo una frase pronunciata solo pochi giorni prima da Breil. «Accidenti a te, Oswald Breil! Accidenti a te!» disse Sara Terracini, stringendolo ancora piu forte…
RINGRAZIAMENTI
Un lettore e avvantaggiato, al vostro confronto: in qualsiasi momento puo smettere di leggermi, abbandonare il mio romanzo e aspettare che faccia polvere nella libreria di casa. Voi, invece, avete l’obbligo «istituzionale» di sopportarmi anche mentre scrivo. Alle mie «donne»: Consuelo, Andrea e Beatrice.
A tutti gli amici che si sono dati da fare per rendere possibile la stesura dell’
Come sempre a chi ha scritto prima di me sugli argomenti trattati:
AA. VV.,
AA. VV.,
AA. VV.,
Enzo Angelucci, Paolo Matricardi,
Enzo Angelucci, Attilio Cucari,
Klaus Bergdolt,
Antonio Berti,
Yan Black, Benny Morris,
Luigi Bonanate,
Roberto Borri,
Matthew E. Bunson,