rivendicazione, un intero piano del palazzo delle Nazioni Unite in via di rifacimento a seguito dell’esplosione e le carcasse di cinque navi affondate a Hormuz.
I mezzi di recupero, giunti da ogni parte del mondo, stavano cercando di rimuovere l’ammasso di lamiere contorte, tra mille difficolta e nel minor tempo possibile. Ma il tempo intercorso era comunque troppo e gli investigatori annaspavano nel buio.
«Il presidente mi sommerge di telefonate, non passa giorno che il Congresso non debba rispondere a interpellanze sullo stato delle nostre indagini e sulle disponibilita energetiche del paese», disse Deuville furibondo. «Dai giorni successivi all’attentato, il prezzo del petrolio grezzo si e attestato attorno ai settanta dollari al barile: buona parte delle economie occidentali e in ginocchio. Come se non bastasse, la CIA — visto che l’ultimo attentato e avvenuto fuori dagli Stati Uniti — sta facendo pressioni affinche le alte sfere estromettano l’FBI dalle indagini. Insomma, ho paura che ci resti davvero poco tempo prima di ritrovarci a dirigere il traffico in qualche crocevia di Washington.»
Cosi dicendo Deuville indico il viavai di auto in Pennsylvania Avenue. Dalle finestre della sala riunioni all’ultimo piano dell’Edgar Hoover Building, il palazzo ove si trovava la sede centrale del Federal Bureau, si poteva godere di un’ottima vista sull’intera citta di Washington. Le auto incolonnate sembravano seguire il corso di un fiume in piena e le luci rosse dei fanali posteriori parevano occhi di animali travolti dall’onda.
«Dopo la nostra ultima riunione a New York, il Giusto, come ormai lo chiamano tutti i media, non si e piu fatto vivo se non per rivendicare l’attentato a Hormuz. Poche ore fa ho personalmente ricevuto», dicendo questo Deuville mise alcune fotocopie sul tavolo, «un suo nuovo e farneticante messaggio. Come potete vedere dalle copie in vostro possesso, la missiva si chiude con l’inconfondibile firma di quel figlio di puttana: la stella a sei punte marcata in ceralacca.»
Nella stanza scese un silenzio carico di frustrazione: ognuno dei collaboratori di Deuville stava probabilmente pensando la stessa cosa. Erano mesi che cercavano di braccare quel terrorista e, per ora, non avevano in mano altro che un pugno di mosche.
Fu Andrew Chandler, responsabile del controspionaggio, a rompere per primo il silenzio. «Anche questa volta», disse il caposettore dell’FBI, «il Giusto si serve di versetti del Corano e forse, come e successo per Hormuz, in quelle frasi potrebbe celarsi la sede del prossimo attentato.»
Cosi dicendo Chandler lesse ad alta voce la frase posta al centro della pagina dattiloscritta: «
Gli occhiali dalla montatura sottile lasciavano intravedere gli occhi dalla forma allungata e il colore azzurro chiaro dell’iride. L’aria da studiosa della brillante dirigente Cassandra Ziegler, responsabile dell’ufficio Affari pubblici dello staff esecutivo di Conrad Deuville, contrastava col suo aspetto avvenente. Cassandra svolgeva un ruolo essenziale al vertice della struttura federale: era una sorta di braccio esecutivo del direttore. E in piu di una occasione il suo acume e le sue capacita di donna avevano tolto d’impiccio l’intero staff da situazioni a dir poco imbarazzanti nei confronti dei referenti politici.
Poteva apparire strano, ma la sua bellezza le aveva creato piu di un problema nel mondo del lavoro: erano ancora poche le persone disposte a credere che una bella ragazza potesse essere anche intelligente. Cosi Cassandra aveva dovuto faticare parecchio per dimostrare le sue capacita. Adesso, oltrepassati da poco i quaranta, era ancora una donna dotata di grande fascino ed era riuscita, con continui esami sul campo, a superare la diffidenza che pareva sorgere ogni volta che qualche collaboratore o superiore la guardava nei suoi bellissimi occhi.
«Permettimi di non essere del tutto d’accordo con te, Andrew», disse Cassandra rivolta a Chandler. «Io non penso che il Giusto voglia mostrare solamente una pista agli inquirenti. Credo invece che questi messaggi siano l’espressione della sua natura narcisistica. Una sorta di indicazione che gli dia modo di dire: ‘Guardate la mia grandezza, quello di cui vi avevo avvertito si e puntualmente avverato’.»
«Narciso o no», intervenne il direttore dell’FBI, «noi siamo qui a brancolare nel buio, mentre quel pazzo sta piazzando le sue micidiali cariche esplosive in qualche parte del mondo. A proposito, i nostri hanno appena finito di vagliare ore e ore di videocassette registrate dalla sicurezza in aeroporti, valichi di confine e stazioni ferroviarie nel raggio di cento chilometri da Hormuz. Senza contare le riproduzioni delle telecamere interne ed esterne al palazzo delle Nazioni Unite. Il Giusto sa come eludere qualunque sofisticato sistema di controllo: nessun evento fuori dalla norma ne persone sospette sono stati ripresi dalle telecamere nei giorni precedenti gli attentati.»
L’aria calda e umida non contribuiva a mitigare l’amarezza che Deidra Blasey provava in quel momento. L’aeroporto internazionale del Cairo era lo specchio del caos che regnava nella citta che piu al mondo aveva il potere di mettere a disagio il colonnello degli artificieri dei marine. Quella maledetta metropoli le aveva portato via il suo unico figlio. Per fortuna mancavano poche ore alla partenza del volo militare che avrebbe ricondotto a Fort Lejeune lei, la sua squadra e alcuni giornalisti che documentavano le azioni di guerra: non avrebbe resistito ancora per molto in quel luogo.
Il sergente Kingston parlo come se conoscesse i pensieri del suo superiore: «Certo che non deve essere facile per lei, colonnello, ritornare da queste parti».
Deidra Blasey represse a stento una risposta carica di rancore e si limito a un cenno di assenso col capo.
Il Cairo Maadi Tower Casino era un hotel molto elegante e apparteneva a una multinazionale a capitale arabo-francese. Era dotato di centosettanta camere, tre suite e un casino tra i piu frequentati della capitale egiziana. Dalle finestre delle stanze si poteva godere la vista del Nilo e, in lontananza, si scorgevano le sagome delle piramidi. La struttura alberghiera distava una dozzina di chilometri dal centro della citta e una quarantina di minuti dall’aeroporto internazionale.
L’ora non era quella in cui le sale da gioco si riempivano di avventori: all’interno del casino si trovavano in quel momento un centinaio di persone e quasi altrettanti dipendenti.
Al tavolo numero 6 di roulette americana, un anziano arabo stava perdendo la sua partita contro il calcolo delle probabilita. La pallina saltello sui numeri. Nella sala scese il silenzio: l’arabo aveva puntato qualcosa come centomila dollari in una sola mano. La bianca sfera d’avorio parve esitare, entro e usci piu volte dagli alloggiamenti, compi una piroetta e ando a posarsi nello scasso del doppio zero.
E in quell’istante scoppio il finimondo.
Almeno quindici cariche d’alto potenziale esplosero simultaneamente. L’intero stabile del Cairo Maadi Tower Casino sembro accartocciarsi su se stesso, quindi l’edificio collasso avvolto in una nuvola di polvere e fumo.
Il velivolo militare americano era in fase di decollo quando sorvolo a bassa quota cio che restava del Maadi Tower.
«Guardi laggiu, sergente Kingston», disse Deidra Blasey indicando il luogo dell’attentato, «dev’essere successo qualche cosa di molto grave.»
Altri occhi, a bordo dell’aereo, si soffermarono sulla scena e l’operatore della K.C. News riusci a mettere mano alla telecamera e a riprendere per qualche secondo il luogo del disastro.
Jordan Cruner si era appena appisolato. Le voci concitate dei suoi colleghi di viaggio, seduti nelle ultime file, lo svegliarono.
«Ma che cosa avete da gridare?» chiese Cruner con aria seccata.
Fu l’operatore a metterlo al corrente di quello che avevano appena intravisto sotto di loro.
«C’erano almeno una decina di mezzi di soccorso e ne stavano arrivando molti altri da ogni direzione», disse il tecnico.
Cruner non chiese permesso a nessuno dei membri del personale di bordo e, preso il telefono cellulare, compose il numero della redazione della K.C. News al Cairo: doveva sapere che cosa era successo la sotto e, qualsiasi cosa fosse stata, la K.C. News sarebbe, come sempre, arrivata per prima.
Pochi istanti piu tardi Cruner si apprestava a registrare un servizio dalla carlinga dell’aereo.
L’espressione del direttore dell’FBI era imperscrutabile. La comunicazione era nelle sue mani da qualche