impotenti davanti alle azioni del Giusto.
Glakas osservo il display del cellulare: non vi lesse alcun nome tra quelli che erano memorizzati nella sua rubrica, ne comparve il numero di telefono da cui proveniva la chiamata. Rispose cercando di non tradire l’affanno, ma era certo di sapere chi fosse il suo interlocutore.
Dall’altro capo della linea una voce metallica, palesemente contraffatta, disse: «Buongiorno, Glakas, in che senso dicevi di potermi essere utile?»
«Consegnati, Giusto, e ti prometto che…»
«Smettila con queste cazzate. Vorrei sapere che cosa intendevi con quelle parole.»
«Ti prometto che la corte…»
«Ti ho gia detto di smetterla! Un pezzo grosso dell’intelligence non offre aiuto a una minaccia sociale quale io sono. Vuoi che ti dica io come potresti aiutarmi? Ho bisogno di esplosivo. Una ventina di chilogrammi di esplosivo ad alto potenziale. Ecco come potremmo esserci d’aiuto a vicenda: ricordi dove sei nato, non e vero? Ti ricordi come sei stato cacciato dalla tua isola dalla sera alla mattina? Io posso vendicare quello che hanno fatto a tua madre e alla tua famiglia. Ti lascio il tempo per pensarci, Glakas. Richiamero presto.»
40
Dagli appunti raccolti da Asher Breil
a Cortina d’Ampezzo, 1967
Il vento si alzo all’improvviso, formando mulinelli di carte e polvere nella piazzetta antistante l’hotel Posta, lungo il centrale corso Italia, a Cortina. Asher Breil, seduto davanti a Sciarra della Volta sulla terrazza esterna, poteva sembrare un giornalista intento a intervistare uno dei tanti magnati della finanza che sceglievano la perla ampezzana per le loro vacanze. L’agente del Mossad ascoltava attentamente l’anziano generale e contemporaneamente prendeva appunti.
«Dove eravamo rimasti?» chiese Sciarra, tentando di fare ordine nei suoi pensieri.
«Al colonnello Lawrence…» suggeri Asher, ormai avvinto dal racconto.
«Gia, il colonnello Lawrence…» Sciarra cito a memoria una frase di Lawrence che era divenuta celebre: «Tutti gli uomini sognano, ma non allo stesso modo».
Con queste parole il colonnello inglese aveva commentato, entrambi seduti al tavolo, lo scopo della missione illustratagli dall’italiano. Gli altri avventori del locale assediato dal fumo dei narghile osservavano con curiosita l’occidentale intento a discutere fittamente con quello che pareva essere un beduino. Qualcuno aveva pero riconosciuto Lawrence, e alle occhiate piu o meno furtive erano seguiti fitti commenti a voce bassa.
«Se non fosse stato per un sogno, oggi non sarei qui», continuo l’ufficiale nato trent’anni prima a Tremadoc, nel Galles. «Il mio sogno e quello di contribuire a creare una nazione unita. Una nazione che superi le rivalita fra le tribu del fiero popolo d’Arabia. Vedrete, Alberto, avrete modo di convenire con le mie tesi, combattendo al fianco di questi valorosi guerrieri.»
Cosi dicendo Lawrence indico tre facce poco raccomandabili sedute poco distanti. «Non lasciatevi ingannare dalle apparenze: ognuno di quegli uomini darebbe la vita per me. Mi seguono ovunque e mi proteggono da chiunque potrebbe rappresentare un pericolo. So bene che i miei connazionali, gli stessi che mi gratificano con onorificenze e promozioni sul campo, mi reputano un personaggio scomodo. Il fatto e che la propaganda occidentale ha mistificato la realta: per gli arabi questa guerra e motivata dalle loro legittime aspirazioni di indipendenza. Ben diverse, invece, sono le motivazioni degli occidentali, ma hanno bisogno degli uomini che rispondono agli ordini miei e del principe Feisal: per questo motivo mi coprono di riconoscimenti. Tuttavia, non appena i giochi saranno fatti, ho il timore che il destino del popolo arabo non interessera piu a nessuno e che anche io verro messo brutalmente da parte…
«Il fatto che la vostra missione in queste terre abbia finalita simili al mio grande sogno mi riempie di felicita, Alberto. Per lungo tempo ho cercato di convincere le tribu di queste regioni che l’unico modo per ottenere l’indipendenza sta nella loro alleanza con le nazioni della Triplice intesa e non con le armate germanico-turche. Le recenti missioni in zone operative mi hanno pero distolto dal cercare nuovi proseliti: e invece c’e sempre un gran bisogno di truppe fresche quando si combatte una guerra. Sono convinto che siano ancora molte le tribu incerte sul da farsi, per non parlare dei potenti califfati che mantengono una precaria imparzialita dettata dall’ignoranza dei fatti e da null’altro. Per esempio, molte delle popolazioni della Siria orientale potrebbero sposare la nostra causa, ma sembra che le mie parole si siano perse nel
«Sono lusingato dalla vostra proposta, colonnello Lawrence. E esattamente quello che avrei voluto chiedervi. La mia autonomia operativa al momento e illimitata e lasciata al mio arbitrio: non devo rispondere a nessun superiore diretto nel corso di questa missione. E quindi con grande piacere che entrero a far parte dei vostri ranghi.»
Uscirono dalla taverna dopo aver gustato una
Un convoglio di navi stava sfilando davanti alla banchina del porto: alcune unita militari scortavano bastimenti passeggeri e da trasporto. Thomas Lawrence e Alberto Sciarra rimasero a osservare le navi.
«Quella era la mia occupazione prima della guerra, Thomas», disse Sciarra indicando il convoglio. «Ottimizzare il carico, riscuotere i noli, approvvigionare le navi e il loro equipaggio di tutto cio di cui potessero avere bisogno: questi e molti altri sono i compiti dell’agente marittimo.»
«Io, invece, quando vidi per la prima volta il deserto e me ne innamorai, vi ero stato inviato per le mie conoscenze di archeologia.»
Il rumore sordo del galoppo di alcuni cammelli sulla sabbia indusse entrambi ad alzare lo sguardo: nel vicolo angusto tre uomini spronavano gli animali verso di loro. Sciarra ebbe appena il tempo di rendersi conto che uno di loro impugnava una grossa pistola a tamburo.
«A terra!» grido l’italiano anticipando di un soffio il rumore dello sparo.
Gli assalitori portavano la
I misteriosi individui fecero fuoco in rapida successione ma, grazie alla prontezza di Sciarra, i due ufficiali avevano trovato riparo dietro a un carretto di legno e da li stavano preparandosi a rispondere al fuoco.
Lawrence prese la mira ed esplose un colpo con la sua pistola. Uno degli uomini emise un grido soffocato e cadde a terra.
Fu allora che altre tre figure presero corpo nel buio: si trattava delle guardie che coprivano le spalle a El Lawrence. Due dei tre si scagliarono contro uno dei cavalieri. Ponendosi uno da un lato e uno dall’altro del cammello, i due spiccarono un salto quasi simultaneamente, ruotando nel frattempo il busto per imprimere maggior forza alla loro scimitarra. L’assalitore cadde ferito a morte.
L’unico superstite fece girare il suo cammello e fuggi nella direzione da cui era venuto. Le tre guardie del corpo di Lawrence si assicurarono che i due ufficiali fossero incolumi e quindi se ne andarono nella notte.
«Grazie, Alberto. Vi conosco da poche ore e gia vi sono debitore della vita.»
«Sono io che vi devo la mia gratitudine: siamo salvi grazie alla vostra mira e al valore dei vostri uomini, Thomas.»
Quattro giorni piu tardi il colonnello Sciarra raggiunse Aqaba: qui attese il ritorno di Lawrence, che era