Noolen scosse il capo. «No» rispose secco. «Duemila e gia tanto.»
Ci fu un attimo di silenzio, poi lo strabico Alex decise: «Per me va bene.» Gli altri esitarono, poi accettarono. Fenner tiro il fiato. 'Fin qui, tutto bene' penso.
«Avremo bisogno di un battello» disse. «Nessuno di voi ha un motoscafo?»
Kemerinski disse che ne aveva uno.
Fenner annui. «C'e un posto a nord di Key Largo, che si chiama Black Caesar's Rock. E li che Carlos tiene la sua flotta. E li che Thayler compra i cinesi e poi decide la loro sistemazione finale. Possiamo andare a darci un'occhiata.»
Scalfoni apri le sue gambe corte. «Io ho proprio quello che ci vuole per quella gente» disse, con un sorriso gelido. «Vi andrebbe l'idea di una scorta di bombe a mano?»
Fenner getto un'occhiata vaga per la stanza. «Bombe?» ripete. «Certo, portate le bombe.» Uno sguardo gelido apparve nei suoi occhi. «Certo» disse ancora una volta. «E una buona idea.»
«La polizia ci piantera un sacco di grane per queste bombe» osservo Noolen, inquieto.
Fenner scosse il capo. «La polizia se ne infischia di Carlos. Fara festa quando quella canaglia morira.»
Scalfoni si alzo. «Quando si comincia?» chiese. C'era un tono decisamente ansioso nella sua voce.
«Si comincia subito. Partiamo appena la barca e pronta e appena voi ragazzi avrete raccolto un po' di munizioni.»
Scalfoni esito, poi alzo le spalle. «Avevo un appuntamento, ma aspettera. Mi pare che qui ci sia piu da divertirsi.»
«Dov'e la barca?» domando Fenner a Kemerinski.
«Nel porto, di fronte all'albergo San Francisco.»
«Bene. Ci troviamo li tra un'ora, d'accordo?»
Erano tutti d'accordo, e Fenner usci con Noolen. Propose gentilmente, mentre uscivano in strada: «Se fossi in te, correrei dalla polizia a cercare protezione. Se a Carlos viene il sospetto che tu sia coinvolto in questa storia, chissa che cosa potrebbe combinarti al Casino. Non mettere fuori il naso fino a quando non e tutto finito. Chiedi alla polizia che ti mandi qualche uomo, come protezione.»
Noolen era inquieto, rispose che l'avrebbe fatto, e spari nell'oscurita.
Passando per i vicoli meno frequentati, Fenner s'incammino verso il porto. Andava di buon passo, con il cappello abbassato sulla fronte, e gli occhi che scrutavano l'oscurita. Non aveva alcuna intenzione di imbattersi nella banda di Carlos, per il momento. Sapeva che Carlos lo stava cercando.
Penso tra se che le prossime ventiquattro ore sarebbero state ancora piu interessanti della giornata trascorsa.
Avvicinandosi al porto, passando per la Negro Beach, vide davanti a se una macchina, ferma sotto un lampione, e dentro vi era qualcuno. Guardo attentamente e prosegui, rallentando il passo senza sapere veramente perche lo facesse. Quella macchina, ferma nella strada deserta, sembrava un po' troppo isolata, troppo in attesa di qualcosa. D'improvviso, Fenner s'infilo in un portone, perche si era accorto che le tendine della macchina erano state scostate. Non c'era vento, ed ebbe la sgradevole impressione che qualcuno l'avesse osservato.
Il rumore del motore messo in moto gli giunse nel silenzio, poi la macchina avanzo lentamente. Fenner rimase nascosto dentro il portone finche le luci rosse dei fanali posteriori scomparvero dietro l'angolo. Si gratto il mento, pensoso, poi ritorno sul marciapiede.
Non prosegui il cammino, ma rimase immobile, tendendo le orecchie.
Percepi il ronzio di un motore, e un freddo sorriso si disegno sulla sua bocca. La macchina non si era allontanata. Stava tornando indietro.
Attraverso la strada di corsa ed entro in un altro portone. Appiattendosi contro il muro, cerco la rivoltella e la tolse dalla fondina sotto l'ascella.
Tolse la sicurezza e impugno il calcio.
La macchina apparve sull'angolo. Stava guadagnando velocita. Avanzava a fari spenti, e, mentre passava, da un finestrino parti una sventagliata di mitra.
Fenner udi il crepitio dei proiettili che si abbattevano contro il muro, dall'altra parte della strada, dove si era nascosto prima. Sparo tre volte alla macchina mentre gli passava davanti. Udi il fragore del vetro di un finestrino che si infrangeva, la macchina sbando paurosamente, sali sopra il marciapiede e ando a sbattere contro la vetrina di un negozio. Uscendo di corsa dal suo portone, Fenner percorse un tratto di strada, passando davanti alla macchina, e s'infilo in un vicolo buio. Si chino su un ginocchio e sbircio la strada, nascosto dietro l'angolo.
Tre uomini saltarono fuori. 'Uno di loro' penso Fenner 'e Reiger'. Corsero a cercare rifugio. Fenner prese di mira l'uomo in mezzo e premette il grilletto. Quello barcollo, cerco di mantenere l'equilibrio, poi cadde in avanti. Nel frattempo gli altri due si erano infilati nei portoni. Cominciarono a sparare verso il vicolo dove stava Fenner, uno con una pistola e l'altro con un Thompson. Fenner se ne infischiava dell'uomo con la rivoltella, ma il Thompson gli dava parecchio fastidio. I proiettili scheggiavano il muro e dovette retrocedere perche le schegge di cemento erano pericolose.
Memore della notte sul battello, Fenner retrocedette ancora di piu. Non voleva correre il rischio di essere sfracellato da una bomba.
«Vieni qui, a ripararti» gli grido qualcuno.
Vide una porta aperta alla sua sinistra e una sagoma sulla soglia. «Chiudi la porta e mettiti al riparo» grido. «Quelli non scherzano.»
Era una donna che aveva parlato. Chiese, senza la minima eccitazione:
«Devo chiamare la polizia?»
Fenner le si avvicino. «Scappa, sorellina» rispose. «Questa e una faccenda privata. Stai dentro; puoi farti male a mettere fuori il naso.» Proprio mentre stava parlando un lampo accecante e una violenta esplosione scaraventarono Fenner in avanti, e lui e la donna furono sbattuti dentro lo stretto corridoio.
Fenner chiuse la porta con un calcio. «Accidenti! Quelli hanno le bombe» esclamo.
La donna aveva la voce che tremava, ora. «Questa casa non reggera un altro colpo come quello. Crollera.»
Fenner si alzo in piedi, malsicuro. «Dov'e la stanza che da sulla strada?» chiese. Si mosse nell'oscurita dirigendosi dove pensava di trovare la stanza, e inciampo nella donna, che era ancora seduta per terra. Lei l'afferro alle gambe e disse: «Lascia perdere. Se spari dalla finestra, ti butteranno un'altra bomba.»
«E allora lasciami uscire» rispose Fenner, inferocito.
Lontano giunse il suono di una sirena che si avvicinava di gran carriera.
«La polizia» disse la donna. Lascio andare Fenner e si rialzo in piedi.
«Hai un fiammifero?»
Fenner lo accese e la donna prese la fiammella tremula dalle sue dita. Si avvicino a un fornello a gas e lo accese. Era una donna grassa, bassa di statura, di mezza eta, con il mento quadrato e gli occhi decisi.
«Credo di doverti la vita» disse l'investigatore. «Se fossi rimasto fuori, quando e scoppiata la bomba, ora sarei appiccicato al muro. Be', sara meglio che me la squagli prima che la polizia si faccia viva.»
La sirena s'avvicino ululando, poi si spense in un ronzio, mentre i freni stridevano sull'asfalto.
«Resta qui. E troppo tardi per uscire» gli consiglio la donna.
Fenner esito, guardo l'orologio, vide che mancavano ancora quaranta minuti all'appuntamento e annui. «Non so perche» disse «ma tu mi ricordi la ragazza migliore che ho avuto. Mi tirava sempre fuori dai pasticci.»
La donna scosse il capo. Un lampo di simpatia brillo nei suoi occhi.
«Si?» fece. «E tu mi ricordi il mio vecchio quando aveva la tua eta. Era svelto, forte, deciso. Era un brav'uomo.»
Fenner si mosse.
«Attraversa il corridoio e vai in cucina» riprese la donna. «La polizia sara qui fra un minuto. Conosco i poliziotti di questa zona, ci penso io a loro.»
«Bene» rispose lui, ando in cucina e accese la grande lampada a olio.
Chiuse la porta e si sedette su una sedia a dondolo. La stanza era misera, ma pulita. Il tappeto per terra era vecchio e logoro. Sulla parete c'erano tre quadretti di immagini sacre, accanto al caminetto due grossi gusci di tartaruga, uno per parte. Dalla strada, gli giunse un gran parlare, ma non riusciva a cogliere il senso delle parole. Per capirle, avrebbe dovuto aprire la porta, ma potevano vedere la luce accesa. Cosi si dondolo dolcemente sulla sedia e ripenso a Reiger.