cominci il gioco pesante.»

Glorie alzo le spalle. «Non ti serve un uomo come lui» disse.

Mentre mangiavano, Fenner rimase silenzioso. Dopo cena, si alzo.

«Stammi a sentire, piccola, parlo sul serio. Finche non ho ripulito la citta, tu devi restare qui. Per nessuna ragione devi lasciare questa casa. Sai troppe cose e hai messo Thayler in pericolo. Se solo uno scagnozzo della loro banda ti vedesse, ti taglierebbe la gola. Percio non ti muovere.»

Glorie stava per ribattere, ma Fenner gliel'impedi. «Sii ragionevole» disse pazientemente. «Non ci vorra molto, e ti avro salvata per succhiare quattrini a qualche altro imbecille.»

Glorie ribatte: «Ah, quand'e cosi!» e si sposto su un altro divano. Fenner usci e ando in cucina.

Bugsey aveva appena finito di cenare e stava facendo gli occhi dolci alla cameriera spagnola, che lo ignorava.

«Esco. Puo darsi che rientri stanotte, e puo darsi di no» disse Fenner.

Bugsey si levo in piedi. «Devo prendere la rivoltella?»

Fenner scosse il capo. «Tu rimani qui» disse. «Il tuo compito e di proteggere la signorina Leadler. Tieniti sveglio e stai all'erta. Potrebbero venire a cercarla.»

«Ma, capo, per tutti i santi…» comincio Bugsey.

«Tu rimani qui» ribatte Fenner, seccato.

Bugsey mosse i piedi, inquieto. «Quella ragazza non ha bisogno di protezione. Caso mai, io ho bisogno di protezione.»

«Cosa stai blaterando? Mi hai detto che hai sempre desiderato avere un harem. Quella ragazza vale almeno venti ragazze, non ti pare?» gli chiese Fenner, e prima che l'altro potesse rispondergli, se n'era gia andato.

«Credevo di averti detto di star lontano da me» esclamo Noolen.

Fenner butto due pezzi di carta sulla scrivania. «Dagli un'occhiata» disse.

Noolen raccolse le carte, le guardo, e s'irrigidi. Getto un'occhiataccia a Fenner, e poi ancora alle carte.

«Farai meglio a bruciarle» disse Fenner.

Noolen stava gia prendendo un fiammifero.

Osservarono in silenzio l'operazione finche la cenere non volo sul pavimento.

«Questo ti ha salvato almeno in parte, vero, Leadler?» osservo Fenner.

Noolen impallidi mortalmente. «Non chiamarmi cosi, maledizione.»

«Perche dovevi diecimila cucuzze a Thayler?» incalzo Fenner.

«Come ti sei impossessato di quelle carte?»

«Oh, le ho trovate. Ho pensato che saresti stato piu disposto a muover guerra, senza quel debito con Thayler.»

Noolen strizzo gli occhi, nervoso. «Glorie ha parlato» disse. C'era qualcosa di cattivo, di stridente nella sua voce.

Fenner scosse il capo. «Me l'ha detto la polizia. Stammi a sentire, fratellino, e venuto il momento di decidersi. Se non ti metti in combutta con me, ti riporto nell'Illinois. Saranno contenti di rivederti.»

Noolen si sedette. «Certo» rispose. «Perche non cominci dal principio?»

Fenner si studio le unghie. «Voglio un po' di guerriglia, tanto per cominciare» disse. «Prima di tutto, bisogna eliminare la banda di Carlos. Poi bisogna sabotare i suoi battelli, e alla fine voglio la testa di Carlos su un piatto. Dopo di che, potremo cominciare a dar la caccia a Thayler.»

Noolen ci penso. «Quella e gente con la pelle dura» disse. «Non sara facile.»

«Assalto di sorpresa, fratellino» rispose Fenner con un ghigno. «Li faremo correre attorno al tavolo. Hai qualcuno che possa affrontare Carlos?

Qualche maciste?»

Noolen fece un cenno d'assenso. «Conosco una piccola banda che lo farebbe per una bella sommetta.»

«Bene, sta a te dargli quanto vogliono. Ti ho fatto risparmiare diecimila dollari, ora tocca a te spendere. Perche dovevi a Thayler tutti quei quattrini?»

Noolen sposto gli occhi. Fenner si chino in avanti. «Stammi a sentire, sorcio, se non giochi a carte scoperte con me, ti daro in pasto ai lupi. Dio!

Sei cosi giallo che ti mancano solo un paio d'ali. Sputa, canarino!»

Noolen spinse indietro la sedia. «Thayler non voleva che io divorziassi da Glorie» disse cupamente. «Mi diede diecimila dollari, per questo, ma poi li rivolle indietro.»

Fenner lo beffeggio. «Siete tutti una razza…» esclamo, alzandosi in piedi. «Presentami ai tuoi scagnozzi.»

Noolen rispose: «Non ho detto che l'avrei fatto.»

«Ti spacco il muso tra un po', se continui su questo tono» invei Fenner.

«Dimentica che ho qualcosa a che fare con la polizia. Questa citta non significa niente per me. Voglio che Carlos e la sua banda siano spazzati via di qui, e mi sto togliendo il gusto di farlo io personalmente. Poi me ne andro. Dipendera da te farti valere e diventare il padrone, quando loro saranno eliminati.»

Noolen si alzo. «Io credo che sia un'impresa troppo grande, ma se e questo che vuoi, staro a vedere.»

Uscirono insieme. Quattro minuti di automobile e arrivarono in un bar di Duval Street. Noolen entro, seguito da Fenner. Il barista accenno un gesto di saluto a Noolen, che prosegui verso il retro del negozio.

In uno stanzone, con un tavolo da biliardo e due lampade con la luce verde, c'erano cinque uomini che appestavano l'atmosfera con il fumo delle sigarette.

Alzarono la testa di scatto, quando Noolen e Fenner entrarono. Uno di loro infilo la stecca nel porta-stecche e usci.

«Voglio parlare con voi» disse Noolen.

Gli si avvicinarono, muovendosi nell'atmosfera fumosa, coi volti privi di espressione e gli occhi freddi, inquieti. Noolen agito il pollice verso Fenner.

«Questo e Fenner. Si e fatto delle idee sulla banda di Carlos. Dice che e ora di buttarla fuori dalla citta.»

Guardarono tutti Fenner. Poi un tipo alto, sottile, con il mento sfuggente e gli occhi acquosi, cattivi, disse: «Ah si? Bene, e una magnifica idea. Vorra dire che ci faranno un funerale collettivo.»

«Presentami questi ragazzi» intervenne Fenner, tranquillo.

Noolen comincio: «Schaife» indicando l'uomo che aveva parlato. «Scalfoni con la camicia verde. Kemerinski con la stecca in mano, e Mick Alex, lo strabico.»

Fenner penso che erano una bella collezione di topi di fogna. Saluto con un cenno.

«Facciamo amicizia» disse, avvicinandosi ai lunghi sedili imbottiti, fatti apposta per controllare il tavolo da biliardo dall'alto. «Perche non beviamo qualcosa?»

«Chi e costui, capo?» chiese Schaife a Noolen.

Noolen ebbe un sorriso acido. «E quello che si dice un bravo ragazzo» rispose. «Non vi troverete male con lui.»

Si sedettero tutti sulla panca e aspettarono che il barista portasse da bere.

Fenner attacco: «Si beve in mio onore. Ma chi paga e Noolen.»

«Ho un appuntamento con una ragazza, tra poco. Perche non veniamo al sodo?» chiese Scalfoni, un italiano basso e rinsecchito.

Gli altri grugnirono.

«Carlos ha fatto da padrone in questa citta per troppo tempo. Gli renderemo la vita cosi difficile, che sara costretto a battersela. Voglio che vi mettiate con me in questa impresa. Non si tratta di andare a fare una passeggiata, significa guerra aperta.»

«Quanto pagate?» chiese Schaife.

Fenner lancio un'occhiata a Noolen. «Tocca a te, ora.»

Noolen ci penso sopra, poi decise: «Duemila cucuzze a testa e un lavoro sicuro quando saro io il capo.»

Kemerinski si gratto il naso, pensieroso. «Vuoi dirigere tu l'organizzazione di Carlos?» chiese a Noolen.

Noolen scosse il capo. «Ho un'organizzazione che vale cento volte di piu. A questo ci penso io.»

Kemerinski guardo Schaife. «Duemila cucuzze non sono poi tante, ma mi piacerebbe suonargliele, a quelli, a patto di non lasciarci la pelle.»

«Facciamo tremila» propose Schaife.

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