«Questo complica le cose» osservo l'investigatore.
L'uomo stava in piedi sul molo, guardando il mare aperto. «Resta dove sei per un attimo» disse sottovoce a Schaife. «Potrebbe sentirci, tutt'e due insieme.»
Fenner continuo la discesa lentamente. L'uomo era sempre in piedi, con la schiena voltata, immobile. Fenner arrivo in fondo alla scarpata e si alzo in piedi. Infilo le bombe nella camicia. Era talmente concentrato al pensiero di quell'uomo, che non avverti nemmeno il contatto gelido del metallo contro la pelle. Col Thompson imbracciato, s'incammino lungo il molo, in punta di piedi. Era giunto a una ventina di metri dall'uomo, quando inciampo in un sasso che rotolo in acqua, con un tonfo. Fenner si senti gelare. Fermandosi, immobile, mise il dito sul grilletto.
L'uomo si guardo alle spalle, vide Fenner e si volto di scatto.
«Non ti muovere» gli grido Fenner agitando il Thompson.
Sotto il chiarore della luna, l'investigatore riconobbe nell'uomo un cubano. Gli vedeva i bulbi bianchi degli occhi che sembravano voler uscire dall'orbita. Il cubano trasali dalla sorpresa, poi cadde sulle ginocchia, con la mano che scivolava dentro la giacca. Fenner lo maledi sottovoce e premette il grilletto. Sparo un colpo solo, secco. Il cubano cadde all'indietro, stringendo le mani al petto; poi rotolo in mare.
Fenner si mosse fulmineo. C'erano due grossi bidoni di benzina accanto e si acquatto dietro di essi. Si nascose un secondo prima che un mitra cominciasse a sputare dalla baracca. Un forte odore di benzina gli disse che il bidone era stato bucato.
Il mitra continuo il suo rosario, c'era una tale grandine di pallottole che Fenner non poteva fare altro che starsene immobile, disteso a terra, il viso schiacciato nella sabbia, aspettandosi da un secondo all'altro di essere lacerato da qualche proiettile. Infilo la mano nella camicia e tolse le due bombe. Ne soppeso una in mano e la lancio al di sopra del bidone, contro la baracca. La senti urtare contro qualcosa e poi cadere a terra.
'Ecco cosa valgono i lavori casalinghi di Scalfoni!' penso, irritato.
Il mitra si era zittito, e il silenzio che ne segui era altrettanto pauroso.
Sbircio da dietro il bidone, cautamente. La luce della baracca era stata spenta e la porta chiusa. Afferro l'altra bomba, e la getto contro la porta.
Mentre alzava la mano, il mitra riprese vita, e si ritrasse appena in tempo.
La bomba colpi la porta e una vampata di fuoco divampo nell'oscurita, seguita da un rumore assordante. Pezzi di cemento e schegge di legno gli passarono fischiando sopra il capo, e il colpo era stato cosi forte da fargli rintronare la testa. Dovette rettificare la sua opinione sulle bombe di Scalfoni. Il mitra tacque. Sbirciando un'altra volta da dietro il bidone, Fenner vide che la porta era stata scardinata. Le pareti di legno erano annerite dal fumo e scheggiate. Proprio mentre guardava, ci furono due violente esplosioni dietro la baracca. Schaife faceva la sua parte.
Appoggiando il Thompson sopra il bidone, sparo una lunga sventagliata di mitra all'interno della baracca, poi si accuccio un'altra volta. Qualcuno rispose dalla baracca semidistrutta con qualche colpo isolato. Fenner scarico meta del suo mitra. Poi ci fu un lungo silenzio.
Alzando gli occhi, distinse Scalfoni nell'oscurita che strisciava giu lungo la scarpata, tenendo una mano contro il petto. Era molto esposto, ma Fenner si immaginava il suo ghigno trionfante. Evidentemente lo individuarono, perche gli spararono addosso con un fucile automatico. Scalfoni non perse la testa. Infilo la mano nella camicia, ne trasse una bomba e la lancio contro la baracca. Fenner segui il volo della bomba, poi si appiatti sulla sabbia. Aveva l'orribile sensazione che la bomba stesse per cadergli in testa.
La bomba colpi la baracca ed esplose con un suono lacerante. Un grosso bagliore illumino il cielo e poi il tetto della baracca prese fuoco. Scalfoni prosegui la discesa, tranquillo. Piegato in due, passo di corsa davanti alla baracca e raggiunse Fenner dietro i bidoni.
«Madonna!» esclamo eccitato. «Non scherzano mica. Che nottata! Non mi sarei perso lo spettacolo per tutte le ragazze del mondo.»
«Sta' attento. Stanno uscendo» l'avverti Fenner.
«Se permetti, gliene faccio assaggiare un'altra. Ancora una, una sola.»
«Fa' pure, divertiti» sorrise Fenner. Scalfoni lancio la bomba dentro la baracca. L'esplosione che ne segui fu cosi violenta che sebbene fossero riparati dai bidoni, risentirono il colpo.
Un momento dopo, qualcuno strillo: «Sono finito. Vengo fuori. Smettete… smettete!»
Fenner non si mosse: «Esci, con le mani in alto.»
Un uomo usci barcollando dalla baracca in fiamme. Aveva il viso e le mani devastati dalle schegge di vetro, e gli abiti a brandelli. Si fermo, incerto, nella tremula luce delle fiamme, e Fenner riconobbe Miller. Usci da dietro il bidone, con le labbra tirate sui denti.
Schaife venne avanti correndo, tutto eccitato. «Non c'e nessun altro?» chiese. Miller rispose: «Gli altri sono tutti morti… non toccatemi, vi prego.»
Fenner allungo un braccio e l'afferro per la camicia. «Credevo d'aver gia regolato i conti con te, qualche tempo fa» disse villanamente.
Miller si butto in ginocchio, appena riconobbe Fenner. «Non farmi del male» imploro.
Fenner lo percosse con la mano libera. «Chi altri c'e la dentro?» chiese.
«Avanti, canarino, canta.»
Miller era tutto tremebondo. «Non c'e piu nessuno» si lamento. «Sono tutti morti.»
Alex scese correndo. Fenner gli disse: «Tienilo d'occhio. Trattalo bene.
Ha avuto un brutto colpo.»
«Davvero?» e con un pugno Alex butto a terra Miller, poi lo prese a calci.
«Ehi, non eccitarti. Ci voglio parlare, con lui» intervenne l'investigatore.
«Va bene. Te lo consegnero nelle migliori condizioni per parlare» e continuo a prenderlo a calci.
Fenner li lascio e si allontano lungo il molo verso le barche. Scalfoni attendeva.
«Affondale» ordino Fenner. «Tienine una. Torniamo da Kemerinski in barca. Ci risparmiamo il cammino.»
Torno da Miller, che si era tirato in piedi e implorava Alex di lasciarlo stare. Fenner disse ad Alex di andare ad aiutare Scalfoni.
«Glielo avevo pur detto a quel verme del tuo capo» urlo Fenner a Miller «che cosa lo aspettava. Questo e solo l'inizio. Dov'e Thayler?»
Miller non diede risposta. Aveva il capo affondato nel petto e mugolo un suono strozzato.
Fenner gli pianto il Thompson nelle costole. «Dov'e Thayler?» ripete.
«Parla, canaglia, o ti riduco un colabrodo.»
«Lui non viene mai qua. Non so dove sia» rispose Miller.
Fenner mostro i denti. «Ce la vedremo» disse.
Scalfoni arrivo correndo «Stanno riempiendosi d'acqua» disse. «Se le finissi con un paio di bombe, per essere piu sicuro, cosa ne diresti?»
«Perche no?» rispose Fenner.
Qualche minuto dopo, l'assordante boato delle bombe che esplodevano riempi il silenzioso porticciolo e il fumo sali dalle barche.
«Su, canaglia» invei Fenner «andiamo a fare una passeggiata.» Dovette spingere Miller davanti a se con la canna del Thompson. Miller era talmente terrorizzato che non poteva camminare. Continuava a mormorare:
«Non spararmi. Non voglio morire. Non voglio morire…»
Gli altri erano gia saliti sulla barca e li aspettavano. Schaife avvio il motore.
«Accidenti» esclamo. «Questo e il lavoro piu fantastico che abbia mai fatto. Non avrei mai pensato che ce l'avremmo fatta.»
Fenner cerco una sigaretta e l'accese. «Il bello comincera appena Carlos lo verra a sapere» osservo. «Avevo detto che l'assalto di sorpresa riesce sempre, ma ora Carlos sa con chi ha a che fare; il resto non sara cosi facile.»
Girarono attorno all'isola con la barca e fecero un segnale a Kemerinski, che avvio il motore e li raggiunse appena fuori dal porto. Trasbordarono tutti sulla barca di Kemerinski; Alex trascinava Miller. Scalfoni fu l'ultimo ad andarsene, e prima di farlo, punto il mitra e foro il fianco della barca.
Mentre saliva a bordo, Kemerinski disse: «Mi pare un peccato affondare tutte queste barche. Una mi avrebbe fatto comodo.»
«Ci ho pensato» rispose Fenner «ma Carlos ha ancora una banda piuttosto numerosa, e avrebbe potuto