«Mi serve un cuore.»

Omar non batte ciglio. Come se una richiesta del genere fosse ordinaria amministrazione. «Certo. Che genere di cuore ti serve? Che ci devi fare? Il brodo? Affettarlo e friggerlo?»

«Immagino che tu non abbia cuori umani.»

«Oggi no. Solo su ordinazione.»

«Qual e la cosa che gli assomiglia di piu, allora?»

«Cuore di maiale. Quasi non si vede la differenza.»

«Okay» fece Lula «ne prendo uno.»

Omar ando verso l’estremita del bancone e infilo la mano in un recipiente pieno di organi. Ne tiro fuori uno e lo mise sulla bilancia sopra un pezzo di carta oleata. «Che ne dite di questo?»

«Non ne so molto di cuori» disse Lula a Omar. «Magari potresti darci una mano. Stiamo cercando un cuore che vada bene per un maiale di oltre cento chili che ha appena avuto un infarto.»

«Quanti anni ha questo maiale?»

«Oltre i sessantacinque, forse settanta.»

«E un maiale anzianotto» disse Omar. Torno indietro e prelevo un altro cuore. «Questo e qui da un po’ di tempo. Non so se il maiale sia morto d’infarto, ma il cuore non ha un bell’aspetto.» Vi affondo il dito. «Non gli manca niente, intendiamoci, e solo che sembra ne abbia viste parecchie, capisci cosa voglio dire?»

«Quanto costa?» chiese Lula.

«Sei fortunata. Questo e in saldo. Posso dartelo a meta prezzo.»

Io e Lula ci guardammo.

«Okay, lo prendiamo» dissi.

Omar guardo oltre il bancone verso il minifrigo che Lula teneva in mano. «Vuoi che te lo incarti o lo vuoi tenere nel ghiaccio?»

Sulla via del ritorno in ufficio ci fermammo a un semaforo rosso e ci si piazzo accanto un tipo su una Harley modello Fat Boy.

«Bella moto» disse. «Cosa avete nel frigo?»

«Un cuore di maiale» rispose Lula.

Dopodiche il verde scatto e ce ne andammo.

Cinque minuti dopo eravamo in ufficio a mostrare il cuore a Connie.

«Cavolo, sembra vero» disse.

Io e Lula rispondemmo con un’alzata di sopracciglia.

«Non che sia in grado di distinguerli» preciso Connie.

«Funzionera a meraviglia» disse Lula. «Tutto quello che dobbiamo fare e scambiarlo con la nonnina.»

Mi si annodo lo stomaco dalla paura. Era come se avessi tante piccole palpitazioni che mi facevano mancare il respiro. Non volevo che accadesse nulla di male alla nonna.

Io e Valerie litigavamo in continuazione da bambine. A me veniva sempre una qualche idea folle e Valerie faceva immancabilmente la spia a mia madre. Stephanie e sul tetto del garage che prova a volare, urlava Valerie a mia madre entrando di corsa in cucina. Oppure, Stephanie e in cortile che cerca di fare la pipi in piedi come i maschi. Dopo che mia madre mi aveva sgridato, quando nessuno poteva vedere, davo a Valerie una bella botta in testa. Pam! Poi ci prendevamo a pugni. E poi mia madre mi sgridava di nuovo. E alla fine scappavo di casa.

Correvo sempre a casa di nonna Mazur. Nonna Mazur non mi faceva mai la ramanzina. Ora capisco perche. In fondo in fondo, nonna Mazur era piu pazza di me.

Nonna Mazur mi faceva entrare senza una sola parola di rimprovero. Trascinava le quattro sedie della cucina in soggiorno, le disponeva a quadrato e ci adagiava sopra un lenzuolo. Poi mi dava un cuscino e dei libri da leggere e mi mandava nella tenda che aveva costruito per me. Dopo un paio di minuti, sotto il lenzuolo arrivavano sempre un piatto di biscotti o un sandwich.

A un certo punto del pomeriggio, prima che mio nonno tornasse a casa dal lavoro, mia madre veniva a riprendermi e tutto si sistemava.

E ora la nonna era con quel pazzo di Eddie DeChooch. E alle sette l’avrei barattata con un cuore di maiale. «Uh!» feci.

Lula e Connie mi rivolsero un’occhiata.

«Stavo pensando ad alta voce» dissi. «Forse dovrei chiamare Joe o Ranger per farmi da appoggio.»

«Joe e la polizia» disse Lula. «E DeChooch ha detto che non vuole la polizia.»

«DeChooch non si accorgerebbe di Joe.»

«Pensi che Joe stara al gioco?»

Era proprio quello il problema. Avrei dovuto dire a Morelli che stavo scambiando la nonna con un cuore di maiale. Rivelare una notizia del genere a cose fatte e dopo che tutto aveva funzionato alla perfezione era ben diverso. Al momento assomigliava molto di piu a quella volta che avevo cercato di volare dal garage.

«Magari potrebbe suggerirmi un’idea migliore» dissi.

«A Eddie DeChooch interessa una cosa sola» disse Lula. «E ce l’hai nel frigo.»

«Ho un cuore di maiale in questo frigo!»

«Be’, si, tecnicamente e cosi» ammise Lula.

Probabilmente Ranger era la scelta migliore. Si trovava a proprio agio con la gente piu pazza del mondo… come Lula, la nonna e me.

Al cellulare di Ranger non rispose nessuno, cosi chiamai il suo cercapersone e Ranger mi ritelefono dopo neanche un minuto.

«E insorta una complicazione con la faccenda DeChooch» gli dissi. «Si e preso la nonna.»

«Una coppia perfetta» commento Ranger.

«Dico sul serio! Ho fatto girare voce che ho quello che DeChooch sta cercando. Siccome non ha il Luna, ha rapito la nonna per avere qualcosa con cui fare cambio. Il tutto dovrebbe succedere alle sette.»

«Cosa hai intenzione di dare a DeChooch?»

«Un cuore di maiale.»

«Mi sembra giusto.»

«E una storia lunga.»

«Cosa posso fare per te?»

«Potresti coprirmi nel caso qualcosa andasse storto.» Poi gli riferii il piano.

«Fatti dare una microspia da Vinnie» disse Ranger. «Piu tardi faccio un salto in ufficio e prendo il ricevitore. Accendi il microfono alle sei e mezzo.»

«Il tuo onorario e sempre lo stesso?»

«Questa volta e gratis.»

Mi sistemai addosso il microfono, poi io e Lula decidemmo di andare al centro commerciale. Lula doveva comprarsi un paio di scarpe e io avevo bisogno di svagarmi un po’ e non pensare alla nonna.

Quello di Quaker Bridge e un centro commerciale a due piani appena fuori dalla Route 1, tra Trenton e Princeton. Ci sono tutti i classici negozi da centro commerciale piu un paio di grandi magazzini ben piazzati alle due estremita, con in mezzo un negozio della catena Macy’s. Parcheggiai la moto vicino alla porta del Macy’s perche stavano facendo una svendita di scarpe.

«Pensa un po’» mi disse Lula mentre eravamo nel reparto calzature. «Siamo le uniche persone ad andare in giro con un frigo da picnic.»

A dire il vero, stringevo la borsa frigo con tutte le mie forze, tenendomela stretta al petto con entrambe le mani. Lula indossava ancora il completo in pelle. Io avevo stivali, jeans, i miei due occhi neri e un frigo da campeggio. E la gente, per guardarci, andava a sbattere contro vetrine e manichini.

Regola numero uno per una cacciatrice di taglie: passare inosservata.

Mi squillo il telefono e per poco non feci cadere il frigorifero.

Era Ranger. «Che diavolo stai facendo? Stai attirando talmente l’attenzione che hai una guardia giurata alle calcagna. Probabilmente pensa che tu abbia una bomba dentro quel frigo.»

«Sono un po’ nervosa.»

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