a strapparsi via dalla vita a meta che aveva vissuto fino a quel momento? Un battimani improvviso lo riporto di colpo al mondo di fantasia della Feria, con il ritmo delle sevillanas che la gente cantava e ballava tutto intorno a lui; e mentre passava davanti a una delle casetas piu piccole udi gridare il suo nome.

«Javier! Ehi! Javier!»

Sembrava che la donna piccoletta e rotonda in un traje de flamenca bianco, a grossi pois scarlatti, lo conoscesse. La donna esegui qualche passo di danza, i piedi di colpo leggeri, le mani come farfalle che volteggiavano in aria, quasi per incoraggiarlo.

«Non mi riconosce? Sono Encarnacion! Benvenuto, straniero! Lo straniero vorra ballare una sevillana con me la prima notte della Feria de Abril?»

La governante, una perfetta sconosciuta per lui, la donna che rappresentava tutto cio che nella vita era privo di complicazioni, aveva finalmente preso una forma corporea. La segui nella caseta e la donna insistette per ballare e bere un bicchiere di fino con lui. Encarnacion ingollo due sorsi del suo Tio Pepe chiaro e Javier, dopo aver vuotato il bicchiere, lo poso con gesto deciso, batte i tacchi e la invito per la prima sevillana.

Encarnacion si trasformo in un istante. Quella donna di sessantacinque anni divenne elegante e misteriosa, civettuola e audace. Ballarono cinque o sei sevillanas, l'una dopo l'altra. Javier ordino altro fino. Mangiarono paella e calamari e Javier ricordo quanto fosse buono il cibo. Ballarono di nuovo e le sue angosce si placarono, l'infelicita scivolo via. Dimentico tutto e si concentro su una cosa soltanto, la sevillana; si getto nella danza, a ogni sequenza piu vicino all'espressione perfetta. E si rese conto di averla ritrovata, la grande soluzione del sivigliano per abolire l'infelicita: la fiesta. Scaccio ballando i problemi dalla testa, li fece scorrere lungo il corpo fino ai piedi e li calpesto.

NOTA DELL'AUTORE

Arrivato a meta dell'Uomo di Siviglia, mi sono reso conto che i diari che volevo inserire nel racconto non esistevano. Percio, durante l'estate del 2001, ho dedicato tre mesi a scrivere i diari dei periodi della vita di Francisco Falcon che volevo impiegare. Non sapevo come li avrei inseriti nella narrazione, ma mi hanno aiutato a sviluppare pienamente il personaggio. Terminato il romanzo, mi sono rimasti dei brani di diario dell'ultima parte della vita di Francisco Falcon a Tangeri che, pur interessanti dal punto di vista della caratterizzazione del personaggio, non erano parte integrante della storia. Si possono leggere, in inglese, sul sito www.HarcourtBooks.com.

RINGRAZIAMENTI

Prima di poter cominciare a scrivere questo libro dovevo scoprire come lavoravano la polizia e la magistratura; ho quindi intervistato alcune persone che mi sono state di grande aiuto. Vorrei ringraziare il Magistrado Juez Decano de Sevilla Andres Palacio, los fiscales de Sevilla e l'Inspector Jefe del Grupo de Homicidios de Sevilla Simon Bernard Espinosa, che mi ha parlato diffusamente anche del suo approccio ai casi di omicidio. I personaggi che nel romanzo ricoprono queste cariche non hanno alcun punto di contatto con le persone reali, ne i rapporti professionali tra loro si possono considerare in alcun modo tipici.

Vorrei anche ringraziare il dottor Fernando Ortiz Blasco che non solo si e occupato della mia anca ma mi ha fornito numerose informazioni sulla corrida e sull'allevamento dei tori.

Per quanto riguarda Tangeri, ho avuto la fortuna di essere presentato da Frances Beveridge a Patrick Thursfield, il quale a sua volta mi ha messo in contatto con Mercedes Guitta, che e vissuta a Tangeri durante e dopo la Seconda guerra mondiale. Li ringrazio tutti per il loro aiuto.

La mia amica Bindy North e stata tanto gentile da dare un'occhiata professionale ai dialoghi di argomento psicologico e offrirmi il suo parere, del quale le sono molto grato.

La ragione principale per cui questo libro e stato scritto riguarda due miei amici che vivono a Siviglia, Mick Lawson e Jose Manuel Blanco Marcos. Nel corso degli anni mi hanno comunicato, consapevolmente e inavvertitamente, una grande quantita d'informazioni sulla Spagna, sull'Andalusia e su Siviglia. Inoltre mi hanno sempre sostenuto con entusiasmo durante la mia carriera di scrittore, aiutandomi a rimettere insieme i pezzi quando mi e andata male e festeggiando con me quando mi e andata bene. Ho dedicato il libro a loro, un piccolo segnale per dire che nessuno potrebbe desiderare amici migliori.

Infine voglio ringraziare mia moglie Jane, che mi vede ben poco, se si fa eccezione per una schiena china su una scrivania, ma come sempre mi ha aiutato nelle ricerche, mi ha concesso il beneficio editoriale del suo occhio esperto e ha dissipato i miei frequenti dubbi. Non riesco a concepire di scrivere un libro senza di lei, il che certamente la rende la mia musa.

FINE
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